trans
Il mio prode cavaliere
di alexandraDEA
10.12.2018 |
5.364 |
60
"Sembrava una guerra incessante, solo che qui in gioco non v'era sofferenza o morte, ma solo piacere e godimento reciproco: l'estasi ci travolse..."
Appena entrato in casa il suo sguardo mi aveva come ipnotizzata e fu così che compresi come si può essere schiave senza essere legate o frustate: la sensualità si serve di altri mezzi, di altre mani impalpabili che sono al tempo stesso intense e travolgenti.
Vedevo lui sovrastarmi, ma al contempo avvertivo una sensazione, come se fosse lui a cadere in mio potere.
Sentivo le sue mani accarezzarmi delicatamente, ma allo stesso tempo avvertivo un tocco deciso. Sentii le sue mani subito avvinghiarsi al mio corpo e sentii subito il suo caldo respiro sul mio collo.
Che brividi!!!!!
Mi disse, ancor prima di provarmi: "Tu crei dipendenza!".
Si accostò a me con calma e delicatezza, ma sentivo come se dentro avesse qualcosa di incontenibile.
Dopo avermi sussurrato parole eccitanti, tirò fuori il suo gigantesco membro, mi mise in ginocchio come una cagna e spinse il suo sesso in fondo alla mia gola. Mi sentivo pervasa da un calore sempre più intenso e cercavo di spingere quell'enorme boa sembra più in fondo alla gola, quasi a soffocare. Lui emetteva dei gemiti che mi davano ancora più grinta nel continuare: avvertivo il vero piacere scorrere nelle nostre vene.
Ad un certo punto mi tirò su con decisione dal pavimento, buttandomi sul letto.
Sempre con una certa frenesia di diresse con la sua lingua verso il mio sedere e cominciò a leccarlo avidamente.
"Mi fai impazzire, non smettereeeee...." gli urlai, mentre sentivo la sua lingua affondare nel mio buchetto e la sua barba sfregare incessantemente in mezzo alle natiche.
Ad un certo punto mi spinse con la testa fuori dal letto e fu così che affondo il suo grosso membro con decisione senza che avessi scampo.
Mi sentivo proprio soffocare: questo mi spaventava, ma mi eccitava allo stesso tempo perchè sotto sentivo sempre i suoi gemiti che mi spingevano a non mollare anche se mi sentivo dilaniata dal suo cazzone.
Dopo ore di estenuante piacere, improvvisamente, mi diede un pò di tregua permettendomi di prendere fiato, ma capii che era una finta pausa.
Mi bastò intercettare il suo sguardo e come farebbe un cavaliere in guerra gli vidi sferrare la sua grossa spada e senza esitazione mi infilzò.
Sembrava una guerra incessante, solo che qui in gioco non v'era sofferenza o morte, ma solo piacere e godimento reciproco: l'estasi ci travolse inesorabilmente, non riuscivamo più a sapere chi eravamo, finché non raggiungemmo il momento l'acme dell'orgasmo che mise in apparente riposo i nostri corpi che però continuarono a nutrirsi attraverso baci e carezze.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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