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Emma: segretaria trans


di Loreboy
18.06.2024    |    7.696    |    13 9.5
"" "Shh, tranquillo conosco i finti etero come te..."
Emma era emozionata e nervosa al tempo stesso. Quel mattino segnava l'inizio del suo primo giorno di lavoro come segretaria per il dottor Andrea Di Caro, uno stimato medico di famiglia. Dopo anni di sfide e di affermazione della sua identità come donna trans, Emma era orgogliosa di sé stessa e di quanto fosse riuscita a ottenere. Ora, con un nuovo lavoro in una rispettabile clinica, sentiva che un altro pezzo del puzzle della sua vita stava andando al suo posto.

La clinica era piccola ma accogliente, con pareti dai colori caldi e poster educativi sulle buone pratiche per la salute. Emma si presentò con un sorriso radioso, desiderosa di fare una buona impressione. Andrea Di Caro, un uomo sulla quarantina, dai modi gentili e lo sguardo rassicurante, la accolse calorosamente.

"Benvenuta, Emma. Spero ti troverai bene qui con noi," disse Andrea stringendole la mano.

I primi giorni passarono velocemente. Emma imparò presto a gestire le chiamate, organizzare gli appuntamenti e accogliere i pazienti con la sua naturale cordialità. Andrea si dimostrò un capo paziente e disponibile, sempre pronto a spiegare e a dare consigli. Era evidente che fosse un medico molto apprezzato non solo per la sua competenza, ma anche per il modo in cui trattava le persone.

Con il passare del tempo, Emma iniziò a provare una crescente ammirazione per Andrea. Non era solo il suo aspetto affascinante o la sua professionalità; c'era qualcosa nella sua gentilezza e nella sua dedizione che la colpiva profondamente. Emma non poteva fare a meno di notare come Andrea parlava con affetto della sua famiglia: sua moglie, Maria, e i loro due figli, Luca e Sofia. La sua famiglia era chiaramente il centro del suo mondo, e questo rendeva Emma ancora più consapevole della distanza tra i suoi sentimenti e la realtà.

Era un'abitudine consolidata quella di rimanere sul posto di lavoro oltre l'orario di chiusura. Le pratiche erano tante e il medico applicava tutta la sua concentrazione nel suo lavoro. Una sera, dopo la chiusura della clinica, Emma si ritrovò a parlare con Andrea. Il medico era molto interessato agli argomenti scientifici, soprattutto del percorso di transizione di Emma. Lui ascoltò attentamente, senza giudicare, mostrando un supporto sincero che toccò il cuore di Emma. Quella conversazione creò un legame ancora più forte tra loro, ma allo stesso tempo rese Emma consapevole della complessità dei suoi sentimenti.

Emma sapeva che doveva mantenere i suoi sentimenti per sé, rispettando la famiglia di Andrea e il suo ruolo professionale.

Erano passati alcuni mesi dalla conversazione avuta tra Andrea ed Emma. Con il passare del tempo Emma aveva lasciato perdere la sua infatuazione verso Andrea, mantenendo un solido legame di amicizia. Era arrivata la sera del diciassette maggio, quel giorno Andrea Di Caro compiva la veneranda età di quarant'anni.

Emma si avvicinò ad Andrea con un sorriso radioso, tenendo in mano una bottiglia di champagne. Indossava un elegante abito nero che avvolgeva la sua figura snella e tonica, valorizzando la sua silhouette con una raffinata sensualità. L'abito, stretto in vita e leggermente scollato, lasciava intravedere le sue curve in modo discreto ma attraente, e le sue gambe, lunghe e ben tornite, si muovevano con grazia mentre camminava. "Andrea, oggi è il tuo compleanno e ho pensato che sarebbe bello festeggiare insieme," disse con voce calda e suadente, mentre i suoi occhi brillavano di eccitazione.

Andrea, sorpreso e lusingato, non poté fare a meno di notare quanto fosse affascinante quella sera. "Emma, non dovevi… Ma è un pensiero davvero gentile. Grazie."

Emma aprì la bottiglia con destrezza e versò lo champagne in due bicchieri che aveva portato con sé. "Alla tua salute, Andrea," disse alzando il bicchiere. "E a tanti altri compleanni felici."

Andrea sorrise e brindò con lei. "Alla nostra amicizia e al lavoro che facciamo insieme," aggiunse, sorseggiando lo champagne e osservando Emma, colpito dalla sua bellezza e dal suo calore umano.

La serata continuò in un'atmosfera di crescente intimità, con i due che parlavano, ridevano e condividevano pensieri e storie. Emma, con il suo abito elegante e il suo fascino naturale, irradiava una sensualità che non passava inosservata, rendendo quella serata indimenticabile per entrambi. Andrea, colpito dalla bellezza e dall'intelligenza di Emma, si sentiva sempre più a suo agio in sua compagnia. La conversazione fluì senza sforzo, e i loro sguardi si incrociarono più volte, carichi di una comprensione e di una complicità che andavano oltre le parole.

Mentre la serata volgeva al termine, Emma sentì una profonda gratitudine per il legame che si era creato tra lei e Andrea. Nonostante la consapevolezza dei propri sentimenti, sapeva di aver trovato una persona speciale nella sua vita, qualcuno che l'aveva accettata per ciò che era e che l'aveva incoraggiata a essere sempre se stessa.
La serata era piacevole, e l'atmosfera nella clinica era rilassata e intima. Emma e Andrea avevano trascorso diverse ore a parlare, ridere e condividere storie personali. La bottiglia di champagne era quasi vuota, e Andrea aveva portato una torta che sua moglie aveva preparato per il suo compleanno.
Emma tagliò una fetta di torta e ne assaggiò un pezzo. La panna fresca era deliziosa, ma un po' di essa le si era posata sulle labbra senza che se ne accorgesse. Andrea la osservava con affetto, notando quanto fosse incantevole con quel sorriso genuino e la luce negli occhi.

"Mmh, questa torta è fantastica," disse Emma, leccandosi distrattamente le labbra.
Andrea sorprende, avvicinandosi un po' di più. "Hai un po' di panna sulle labbra," disse con un tono gentile.

Emma arrossì leggermente, cercando di pulirsi con un tovagliolo, ma Andrea si avvicinò ancora di più, prendendo il tovagliolo dalle sue mani. "Permesso?" chiese, con un dolce sorriso.

Emma annuì, il cuore che batteva forte. Andrea si chinò leggermente, il suo viso a pochi centimetri da quello di Emma. Con movimenti lenti e delicati, passò il tovagliolo sulle sue labbra, pulendola con cura. Al contatto, entrambi sentirono una scarica di emozione e una connessione intensa che non avevano mai provato prima.
Il gesto si trasformò in un momento di intimità carica di tensione. Gli occhi di Andrea incontrarono quelli di Emma, e in quel momento parve che il tempo si fosse fermato. Senza pensare, guidati da un impulso incontrollabile, i loro volti si avvicinarono ancora di più, fino a che le loro labbra si sfiorarono timidamente.

La dolcezza del primo contatto si trasformò rapidamente in un bacio profondo e appassionato. Le mani di Andrea scivolarono dolcemente dietro la nuca di Emma, mentre lei si aggrappava alla sua camicia, tirandolo più vicino. Il bacio era carico di desiderio e di una lunga attesa, ei due si persero l'uno nell'altra, dimenticando per un attimo tutto il resto.
Dopo alcuni istanti che sembrano infiniti, si separarono, i volti ancora vicini, respirando pesantemente. Gli occhi di Andrea brillavano di emozione, mentre Emma lo guardava con una miscela di sorpresa e felicità.

"Emma…" iniziò Andrea, ma lei lo zittì dolcemente con un dito sulle labbra.

"Non dire niente," sussurrò. "Lasciamo che questo momento parli da solo."
La tensione nell'aria era palpabile mentre Andrea ed Emma si guardavano intensamente, ancora immersi nel calore del bacio appena condiviso. Andrea, sentendo un impulso irresistibile, fece scivolare le mani lungo i fianchi di Emma, fino a raggiungere il bordo del suo lungo vestito nero. Emma, con il cuore che batteva forte e il respiro affannoso,

Con una delicatezza che contrastava con l'intensità del momento, Andrea girò Emma, facendola voltare di spalle. Le sue mani salirono lentamente, sollevando il tessuto del vestito lungo le gambe di Emma. Sentì la seta scivolare tra le dita, il fruscio del materiale che si alzava rivelando la pelle liscia e morbida di Emma
Emma chiuse gli occhi, abbandonandosi completamente a quel momento. Sentiva le mani di Andrea scivolare lungo le sue cosce, la sensazione del tessuto che si sollevava e l'aria fresca che le accarezzava la pelle. Quando il vestito fu sollevato fino alla vita, Emma sentì il calore delle mani di Andrea sulla sua pelle, un tocco che le faceva tr

Andrea si chinò leggermente, posando le labbra sulla spalla di Emma, lasciando piccoli baci lungo la sua scoperta schiena. Emma trattenne il respiro, sentendo una scarica di piacere
"Andrea…" sussurrò Emma, per poi mordere di piacere il suo labbro inferiore.

Andrea si fermò un istante, il respiro caldo contro la pelle di Emma. "Sei sicura?" chiese, la voce bassa e carica di desiderio

Emma annuì lentamente, girando la testa quel tanto che bastava per guardarlo negli occhi

Con quel consenso, Andrea lasciò cadere il vestito di Emma, lasciandolo scivolare sul pavimento. Le sue mani esplorarono la schiena di Emma, tracciando linee immaginarie lungo la sua colonna vertebrale, fino a raggiungere la sua vita. La tensione tra loro era quasi tangibile, ogni tocco era un'esplosione. Le sue dita seguirono la curva naturale del corpo di Emma, arrivando a posarsi delicatamente sul suo sedere liscio e tonico. Ogni tocco era una combinazione di tenerezza e forza, un equilibrio perfetto che sembrava intensificare le sensazioni di e

Emma, con gli occhi chiusi e il respiro pesante, si abbandonò completamente a quelle sensazioni. Sentiva le mani di Andrea esplorarla con una delicatezza che le faceva battere il cuore più forte.
Andrea, sentendo il desiderio crescere, deciso di osare di più. Con un movimento deciso, sollevò leggermente la mano e poi la lasciò cadere con un colpo secco, schiaffeggiando delicatamente il sedere di Emma. Il suono della mano sulla pelle risuonò nella stanza, seguito da un gemito di sorpresa e piacere
Emma aprì gli occhi, guardando Andrea con una miscela di sorpresa e desiderio. "Andrea..." sussurrò,

Andrea rispose con un sorriso malizioso, continuando a carezzare la pelle liscia e calda di Emma. "Ti piace?" chiese, la sua voce bassa e carica di emozione.
"Ti prego scopami Andrea."
"Voglio scoparti dal primo giorno che ti ho vista."
Emma sentiva una miscela di emozioni travolgerla: desiderio, piacere, ma soprattutto una sensazione di potere e sicurezza. Ogni schiaffo era come un segno di fiducia e intimità, una conferma della connessione
profonda che stava nascendo tra loro.

Andrea, sentendo la risposta di Emma, si avvicinò ancora di più, posando le labbra sul suo collo e baciandola dolcemente. Le sue mani continuavano a esplorare, scoprendo ogni angolo del corpo di Emma con un'attenzione e un rispetto che le faceva venire un pene sempre più duro.
"Sei meravigliosa. Mi sta esplodendo il cazzo per quanto mi fai eccitare."
"Anche tu mi stai facendo diventare il pene gigante."
Andrea sorrise e si mise in ginocchio di fronte a Emma.
Andrea guardava su verso di lei con occhi pieni di ammirazione e desiderio. Le sue mani scivolavano lungo i fianchi di Emma, mentre il suo sguardo si posava sul suo corpo con adorazione. Con un movimento deciso, Andrea si avvicinò alle gambe di Emma sfiorando con le labbra le palle piene della donna trans.
"Oddio Andrea! Cosa vuoi fare?"
"Voglio succhiarti questo magnifico pisello."
Andrea iniziò a leccare dolcemente i testicoli della donna mentre lei gemeva di piacere.
"Oh dio Andrea si, ti prego si!"
Emma portava alla bocca le sue dita per poi strizzare i propri capezzoli di piacere.
"Mio dio Andrea continua a leccarmi le palle. Sono tue le palle mettile in bocca."
E Andrea seguiva gli ordini prima leccando il testicolo destro, poi il testicolo sinistro e infine ingoiando le palle nella suo bocca continuando nel mentre a leccarle di gusto.
Emma sentiva il respiro di Andrea contro di lei, un brivido che le percorreva la schiena. Sentiva una miscela di emozioni: desiderio, eccitazione e una crescente consapevolezza del potere che emanava da quella situazione. Con un respiro profondo, Emma si lasciò andare:
"Ti prego succhiami il cazzo."
Andrea prese il suo tempo, iniziando con baci leggeri lungo le gambe di Emma, risalendo lentamente, tracciando un sentiero di piacere. Ogni bacio era un atto di adorazione, un riconoscimento della bellezza e della potenza di Emma. Con delicatezza e attenzione, Andrea si avvicinò al fallo di Emma, le sue labbra sfiorandolo con reverenza. Andrea Sentiva il corpo di Emma rispondere a ogni carezza, ogni bacio un'esplosione di piacere.

Emma, sentendo l'ondata di piacere crescere sempre di più, deciso di fermare Andrea prima che fosse troppo tardi. Con un respiro profondo e un tocco delicato sulla spalla di Andrea, lo fermò, il suo respiro ancora rapido per l'emozione. "Andrea, aspetta," sussurrò con voce tremante

Andrea si fermerà immediatamente, alzando lo sguardo verso Emma con una miscela di desiderio e preoccupazione. "Tutto bene, Emma?" chiese, la sua voce carica di vera preoccupazione.
Emma annuì, un sorriso malizioso apparendo sulle sue labbra. "Sì, tutto bene. Ma ho altre idee per noi", rispose, il suo tono pieno di promessa. Con un gesto deciso, lo fece alzare in piedi, prendendolo per mano e guidandolo verso la scrivania che dominava l'angolo dello studio medico

Andrea seguì, i suoi occhi pieni di anticipazione. Emma, con un movimento deciso e sicuro, lo gira contro la scrivania, sentendo l'animazione ridere dentro di sé. Con mani abili e decise, iniziò a slacciare i pantaloni di Andrea, facendoli scivolare lentamente giù sul pavimento.
Emma, sentendo il potere della situazione, sorrideva tra sé e sé. "Ora tocca a me," sussurrò
Emma portò la sua bocca sull'ano del suo datore di lavoro e iniziò a leccarlo con violenza. Emma passava la sua lingua sul buco del culo per poi succhiare con maestria i suoi testicoli.
Andrea sapeva che stava per essere sverginato analmente, ma era pronto per la nuova esperienza, si può dire che aspettava quel momento da tutta la vita.
"Ti prego Emma sfonda il mio culo."
Emma sorrise e sfiorò le labbra di Andrea con le sue dita affusolate. Andrea quelle dita le leccò e le succhiò con foga, proprio come aveva fatto qualche momento prima con il cazzo di Emma.
Andrea divaricò le gambe inclinando leggermente la schiena, sapeva che Emma stava per infilare nel suo culo le due dita. E cosi fece. Prima la donna massaggiò delicatamente l'ano del dottore per poi entrare dentro con forza.
"Bastarda..." Urlò per un secondo Andrea.
Emma sorrise si preparava a riprendere il compito con attenzione e precisione. Lei era totalmente nuda, con il suo seno ben rifatto in bella vista e il suo pene scendere tra le sue gambe come un pendente, aveva i capelli raccolti in un elegante chignon per evitare che ciocche vaganti cadessero sui suoi occhi. Sul tavolo Andrea era disteso come un maiale pronto per essere farcito e cucinato.

Con movimenti esperti, allargo le natiche di Andrea con una mano per poi mettere le dita nel suo piccolo culetto stretto . I suoi gesti erano decisi e sicuri, frutto di anni di esperienza in masturbazione e scopate occasionali. Mentre lavorava, si concentrava completamente sul compito, perdendosi nel ritmo ripetitivo e confortante del processo.

Dopo aver fistato per bene Andrea, Emma lo prese e lo preparò per essere riempito di calda sborra bianca. Emma appoggiò il suo pene sul suo ano, premendo delicatamente per evitare che Andrea soffrisse troppo. Ogni tanto, faceva una pausa per poi riprovare a entrare dentro. Fino a quando con un colpo, tak riuscì a penetrare Andrea come un coltello caldo nel burro. Chissà cosa avrebbe detto la moglie di Andrea se lo avesse visto in quelle condizioni.

Il suo viso rifletteva la concentrazione e la soddisfazione del lavoro ben fatto. Le mani si muovevano con una grazia naturale, dimostrando la sua abilità e passione per la scopata.
Emma era completamente immersa nel suo lavoro, il suo pene che teneva saldamente tra le mani ronzava con un'energia vibrante. Lo sforzo fisico si facevano sentire, facendo luccicare il sudore sulla sua pelle. I suoi capelli, solitamente sciolti in morbide onde, erano raccolti in una, con alcune ciocche che sfuggivano e le incorniciavano il viso.

Gocce di sudore scorrevano dalla sua fronte, tracciando piccoli rivoli lungo le tempie e fino alle guance. Ogni tanto, Emma si asciugava il sudore con il dorso della mano, i suoi occhi, di un colore intenso, brillavano di una luce determinata mentre fissavano il culo di Andrea aprirsi a ogni affondo, le sopracciglia leggermente aggrottate per la concentrazione.

Le sue guance erano leggermente arrossate dallo sforzo e dal calore, e le labbra, tese in una linea sottile, riflettevano la sua determinazione. Ogni tanto, mordeva leggermente il labbro inferiore mentre aggiustava la posizione del pene, un gesto involontario che rivelava la sua concentrazione.

Il suo corpo si muoveva con sicurezza e precisione. I muscoli delle braccia si tendevano e rilassavano in un ritmo costante.

Ogni volta che il pene faceva resistenza, Emma spingeva con più forza, i muscoli del suo corpo rispondendo alla sfida. La potenza del suo pene richiedeva non solo forza fisica, ma anche un controllo preciso, e lei lo maneggiava con abilità.

Nonostante la fatica, Emma non smetteva di sorridere. C'era una gioia palpabile nella scopata che stava vivendo, una sensazione di realizzazione che superava il sudore e la stanchezza. La sua passione e dedizione erano evidenti in ogni movimento, in ogni respiro affannato, in ogni goccia di sudore che scendeva lungo il viso.
Andrea mentre veniva sbattuto più e più volte si stringeva con le mani a Emma. Sapeva che quella scopata alla fine era stata una sua idea e che non era proprio un'idea geniale...d'altronde a casa aveva due bimbi e una moglie che lo aspettava, ma l'idea di prendere il cazzo nel culo da parte di Emma gli provocava sempre una certa eccitazione. Con un respiro profondo Andrea stacco il pene dal suo ano ormai allargato per bene, e portò il pene di Emma alle labbra, lasciando che la donna gli sborrasse in bocca così che quel liquido fresco gli inumidisse la gola.

Prese la sborra in bocca e inclinò la testa all'indietro, deglutendo con decisione. La sensazione dello sperma che scivolava giù per la gola era sgradevole, una leggera pressione che si faceva strada verso lo stomaco. Sentì i muscoli del collo contrarsi in un breve spasmo, lo sforzo di costringere il corpo ad accettare qualcosa di estraneo.

Subito dopo, però, arrivò il sollievo. La sborra iniziava a fare effetto, e Andrea percepiva un'ondata di calore diffondersi nel suo corpo. I muscoli si rilassavano, la tensione nelle spalle e nel collo si allentava. La sensazione di disagio svaniva, sostituita da un piacevole torpore che gli avvolgeva i sensi.

Sentiva una calma profonda scendere su di lui, un contrasto netto rispetto allo sforzo appena compiuto. Ogni respiro diventava più facile, più profondo. La mente si schiariva, libera dai pensieri che l'avevano affollata fino a pochi istanti prima. Si lasciava andare, chiudendo gli occhi e permettendo a quel senso di benessere di pervadere ogni fibra del suo essere.
Emma guardava Andrea con un'espressione di pura felicità, i suoi occhi brillavano di emozione. Senza pensarci due volte, lo prese delicatamente per il viso e lo baciò, un gesto carico di dolcezza e passione. Andrea, sorpreso ma non respingente, si lasciò trasportare dal momento, rispondendo al bacio.

Dopo alcuni istanti, Andrea si staccò leggermente, guardandola con un misto di desiderio e preoccupazione. "Emma, io ho una famiglia," disse, la sua voce era un sussurro, carica di tensione e incertezza.
"Dovevi pensare alla tua famiglia prima di prenderlo nel culo,no?"
"Ma...Emma, io non ho mai voluto prenderlo nel culo. E che quando ti ho visto..."
"Shh, tranquillo conosco i finti etero come te."
"Emma, ma io..."

Emma gli accarezzò il viso con un sorriso rassicurante. "Andrea, non voglio intromettermi nel tuo matrimonio," rispose con calma e sincerità. "Non cerco di cambiare nulla nella tua vita. Voglio solo divertirmi insieme a te, come amici."

Le parole di Emma erano semplici, ma cariche di significato. Andrea la guardò negli occhi, vedendo la sincerità nei suoi, sentendo una strana ma confortante complicità crescere tra loro. Senza bisogno di ulteriori spiegazioni, si avvicinarono di nuovo, i loro volti a pochi centimetri l'uno dall'altra.

Questa volta, il bacio fu diverso. Non c'era solo passione, ma anche una comprensione profonda, un riconoscimento di ciò che entrambi desideravano e accettavano. Le loro labbra si unirono in un bacio che parlava di desiderio, amicizia e una nuova forma di intimità che avevano appena scoperto.
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