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ESSERE GIULIA _ il corpo, la mente
di dolceschiava
17.11.2013 |
10.858 |
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"O, in termini cattolici, della carne e dell'anima..."
ESSERE GIULIAil corpo, la mente
Essere Giulia solleva il tema del corpo e della mente.
O, in termini cattolici, della carne e dell'anima.
Fin da ragazzo mi irritava la distinzione che, a mio avviso per pura comodità, si è sempre praticata rispetto a queste due entità: carne e anima... Ovviamente distinzione anche gerarchica, poiché, come si sa, l'anima "vale di più". La carne invece, la materia, oltre ad essere debole va mortificata, asservita alla mente e alla trascendenza, in un vertiginoso e perpetuo sforzo metafisico (oltre il fisico appunto) di emanciparsi da sé stessa. Di essere altro da sé.
La radiazione più oscura e ultima della divinità, lo stadio più vergognoso dell'essere, che trova senso solo nel suo contenere, dare corpo, appunto, all'anima.
CARNE: peccato, morte, malattia, passione, intemperanza, effimera, oscura e inaffidabile. Falsa
ANIMA: sublime, immortale, luminosa, leggera, serafica e invisibile. Vera
Le coppie di dualità che questo binomio ha costruito in millenni di storia sono ancora vivide nel nostro immaginario collettivo e nella percezione comune:
Anima-corpo, luce-buio, immortale-mortale, virtù-peccato, distacco-desiderio ... È notevole come la maggior parte delle coppie contenga un giudizio, ovviamente a favore dell'anima e a discapito del corpo.
Questa visione ci è stata inoculata da bambini, insieme al latte, l'alfabeto e le convenzioni; e per quanto molti di noi non siano per nulla soddisfatti da questa schematica rappresentazione del mondo, non è affatto facile liberarsene.
Ciò che è stato diviso per semplicità di comprensione, per capire le reciproche relazioni fra le parti, a mezzo di un'astrazione analitica vertiginosa, ha poi generato un modello assai lontano dalla verità che voleva rappresentare.
Il filosofo, e soprattutto il prete, si è dimenticato di riunire in una stessa unità le due parti separate per comodità di lettura. Corpo e anima hanno così viaggiato da soli nei millenni, ognuno con i sui destini, le sue proprietà e le sue prerogative. Prima fra tutte questa: l'anima può esistere senza il corpo, il corpo senz'anima diviene invece terra, polvere... Uno stadio ancora più infimo dell'essere. Che ci rivela che, in potenza, il corpo era già questo fin dall'inizio: Cenere e polvere eravamo e cenere e polvere torneremo ad essere...
Sin da piccolo diffidavo di questa visione e del pesante corollario che si porta dietro. Anima e corpo sono un unica cosa pensavo, manifestazioni differenti di una stessa energia, la stessa che nel cosmo si rivela come stella o pianeta, fotone o materia oscura... Massa è energia, diceva il buon Einstein, e perciò anche la materia é una forma di energia come la luce, la gravità o il magnetismo...
Direste che è meglio una stella o un pianeta? Un raggio di luce o una roccia, la materia o la materia oscura? Che senso avrebbe esprimere un tale giudizio?
E invece è un giudizio che diamo ogni giorno, inconsapevolmente imprigionati nel nostro DNA culturale: quello dell'occidente cattolico.
Un giudizio che viene dalla paura. Figlio dell'idea della morte, che, come viene rappresentata in quello stesso modello, risulta, appunto, inaccettabile.
Perché ci tocca morire? Allora il corpo ci tradisce? È cattivo quindi, infido e bastardo, impuro e incapace di eterno come l'anima che ospita. E poi dopo che succede? Be' c'è l'inferno e il paradiso, e poi i rimandati a settembre del purgatorio... L'inferno è la casa del corpo, il paradiso lo è dell'anima. Ed riecco le solite dualità: luce e ombra, virtù e peccato... e soprattutto: giusto e sbagliato...
È un modello che funziona perché è semplice. È ben comprensibile e ti entra dentro come il latte.
Ma l'universo è assai piu affascinante di così. Nello sforzo di riduzione a un modello si rischia di perdere l'essenza delle cose... L'essenza dico, non le noccioline.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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