tradimenti
La sala pose 3

31.01.2021 |
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"Giovanni aveva una resistenza fisica eccezionale e Simona capitolò con parecchi orgasmi; ormai non si contavano più, anzi, con la mano, continuava a..."
Vi presento la parte conclusiva del mio racconto per seguirlo in pieno consiglio di leggere i due racconti che hanno preceduto.Riprendo da Quando Filippo aveva finito di masturbare Mia moglie.
“Bene, adesso bisogna far divertire anche noi. Ho un'erezione da oltre mezzora, che comincia a farmi male.”
Così Filippo tirò il cazzo fuori dai pantaloni, mettendolo vicinissimo al viso di mia moglie. Lei non si scompose più di tanto, anzi esclamò:
“Però... un bel cazzo, grosso e lungo.”
In effetti il cazzo di Filippo era molto più grosso del mio, cui lei era abituata. Quello di Filippo sarà stato lungo poco meno di 20 cm., ma era bello grosso. Lui glielo mise davanti al viso e le disse:
“Allora resterai stupita dal cazzo di Michele“ e tutti risero a questa affermazione. In verità, il mio amico Michele, aveva la fama di avere una gran mazza e anche io avevo notato la sua bestia, anche se a riposo, in occasione di qualche doccia, dopo le partite di calcetto.
Lei prese il cazzo di Filippo, lo accarezzo con curiosità, ma fin da subito lo mise in bocca a fargli un pompino. L’atmosfera si era riscaldata al massimo. Io ero impietrito ed osservavo l’evolversi degli eventi che non avevo impedito, né avevo idea di come sarebbe andata a finire.
Lei si era posizionata in ginocchio sul letto e, per fare il pompino a Filippo, che stava in piedi al lato del letto, mostrava il suo culo completamente scoperto, ma soprattutto era messa a gambe larghe, che, ovviamente, lasciavano la figa apertissima.
Felice salì sul letto dietro di lei e cominciò a toccarla con le mani.
Lei non si era accorta di cosa stava accadendole attorno, ed appena si sentì toccata, interruppe il pompino per vedere cosa succedeva dietro di lei.
Felice, vistosi osservato, le disse:
“Scusa... non volevo essere invadente, ma, se vuoi, smetto?”
Lei ammiccò e gli disse:
“Non ti preoccupare, continua pure, ne ho piacere” e proseguì nel suo pompino. Felice, una volta ricevuto il nulla osta, pensò bene di continuare, ma non con la mano, piuttosto si fiondò a leccarle la fica ed il buco del culo.
Lei dimostro di gradire tantissimo questo trattamento e continuò il suo pompino con grande impegno.
Felice, dopo averla leccata a dovere, sin quasi a farla venire, si sbottonò i pantaloni, tiro fuori il cazzo e lo punto nella figa di mia moglie, la quale, accortasi del cambiamento, si girò nuovamente verso Felice.
Lui restò immobile, ma lei eliminò ogni dubbio, dicendo: “Puoi”.
In pratica l'aveva autorizzato a penetrarla.
Entro dentro come una lama nel burro: la dotazione di Felice era molto simile alla mia e, per come era bagnata Simona, scivolò dentro senza nessuna fatica. Una volta dentro, le cinse i fianchi e cominciò a scoparla con un ritmo forsennato, tanto che durò pochissimo... forse un paio di minuti, ma la cosa che lascio tutti stupiti fu che le venne dentro copiosamente.
Anche Simona restò sorpresa ed abbandonò il pompino per sgridare Felice: “Ma che fai, sei impazzito? Sono fertile, e mi vieni dentro?"
La situazione si era fatta tesissima, ma Filippo, con la sua proverbiale prontezza di spirito intervenne:
"Simona non ti preoccupare; qui il nostro amico Paolo ti darà la pillola del giorno dopo e non ci sarà nessun problema".
Infatti Paolo, oltre che fotografo per diletto, era un medico e non avrebbe avuto nessun problema a fornirle la pillola.
Felice si scusò dell’accaduto e si fece da parte. Allora Paolo intervenne:
"Certo non ci sono problemi... avrai quella pillola, ma anche io voglio la mia ricompensa" e, sbottonatosi i pantaloni, si mise dietro Simona.
"Visto che mi devi dare questa pillola, devo pur fare qualche sacrificio" e si pose a pecorina con la figa completamente a disposizione.
Paolo, che credo era in tiro da un bel po', si posizionò dietro di lei per prenderla: aveva una buona dotazione, non molto grossa, ma davvero lunga, saranno stati 24-25 cm., anche lui entrò dentro, come la lama calda nel burro, e, vista la posizione completamente esposta, le arrivò in profondità nell'utero.
La posizione a pecorina è una delle posizioni che permette al pene dell’uomo di entrare più in profondità e il cazzo lungo di Paolo, appena affondava i colpi, se ne avvertiva la presenza per i rimbalzi che dava lo stomaco di Simona.Mentre Paolo assestava colpi ben profondi, Simona riprese in bocca il cazzo di Filippo che era vicino a venire. Il battere di Paolo ebbe i suoi effetti e Simona ebbe un altro orgasmo intensissimo, nello stesso tempo Filippo era arrivato e le venne in bocca.
Lei, presa tra due fuochi, non batté ciglio e fece la prima abbondantissima ingoiata della sua vita.
Anche Paolo, visto che doveva darle la pillola, si senti autorizzato a venirle dentro, esplodendo tutta la sua gioia.
Aveva preso lo sperma di Paolo e Felice in figa e quello di Filippo ingoiato completamente.
A questo punto i due si spostarono e la lasciarono carponi, come una cagna, tutti si sarebbero aspettati che lei si alzasse, andasse in bagno per darsi una pulita, una sistemata, invece disse:
"Michele, sono curiosa.... me lo fai vedere il motivo per cui dovrei rimanere stupita?"
Michele non se lo fece ripetere due volte e, posizionatosi davanti al letto, estrasse il suo bazooka.
Era davvero impressionante: già in tiro, per quanto visto, presentò un affare lungo non meno di 30 cm. e grosso come un braccio.
Lei restò attonita a guardarlo, poi aggiunse:
“Proprio non credevo ne potessero esistere di così grandi, mamma mia!
Quindi come si fa a scopare con te?”
Lui le rispose: "Non ti preoccupare: la figa prende quello che vuole".
Così si posiziono disteso nel letto e le disse:
"Salimi sopra, così potrai gestire la penetrazione a tuo piacimento". Sembrava espertissimo in questo campo. In effetti la sua dotazione non doveva metter paura e l’unico sistema era proprio quello di dare l’iniziativa a lei.
Lei convenne immediatamente che era il miglior sistema per gestire quel cazzo enorme e, di buon grado, si posizionò sopra di lui.
Intervenne Filippo: "Aspetta un attimo, credo che questo ti possa aiutare". Prese nuovamente il tubetto del lubrificante, se ne riempi il palmo della mano e lo spalmo nella figa di lei, facendo entrare, come al solito, almeno un paio di dita dentro.
Lei gradì il trattamento e lo ringraziò. Si posizionò sopra il cazzo di Michele, che sembrava una bottiglia di due litri di coca cola, e iniziò a scendere lentamente.
Tutti ci aspettavamo che dopo qualche cm si fosse fermata, anche per rifiatare, invece lei scese giù, fino in fondo: si era impalata un cazzo bestiale. Poi, non contenta, cominciò ad andare su e giù, con un buon ritmo.
Dopo quella misura di cazzo, qualsiasi cosa le sarebbe sembrato un'inezia; la figa le si stava allargando a dismisura e, forse per il gel oppure per l’eccitazione, scorreva su quel palo con estrema naturalezza.
Visto che ormai si era abituata alla misura asinina, Michele le fece cambiare posizione e la mise a pecora, per imporre lui il ritmo.
Lei oscenamente aperta non si oppose. Lui la montò senza pietà e, in quella posizione, le smorfie del viso di lei dicevano che stava soffrendo non poco, ma, dopo qualche minuto, il piacere prese il sopravvento e venne un’altra volta, gridando il suo piacere e pronunciando frasi che mai mi sarei sognato le potessero uscire di bocca.
Anche Michele la inondò dentro, con tutto il suo sperma.
Finito si accasciarono nel letto.
Solo Giovanni, tra i miei amici, era rimasto a secco e reclamò dicendo che aveva il cazzo che gli stava esplodendo, e le chiese di praticargli almeno un pompino, giusto per scaricarsi.
Lei gli rispose; “Dai, Giovanni, vieni qui; non è giusto che tu non abbia la tua parte". Così, lui si posizionò vicino al letto e lei cominciò un lento lavoro di bocca. La dotazione di Giovanni era buona, sicuramente più grande della mia, con una cappella molto pronunciata, ma soprattutto era durissimo. Anche Simona se ne rese conto ed esclamò:
"Cazzo... è duro come il marmo". Non so se Giovanni facesse uso di qualche sostanza, ma la rua erezione, per consistenza, era fuori della norma.
Dopo qualche minuto di trattamento della bocca di Simona, le chiese di girarsi, perché desiderava scoparla anche lui e lei, senza nessun problema, acconsenti.
Egli le entro dentro di colpo e cominciò a scoparla, ma, quasi subito, rivolto a Michele, gli disse “Ma qui hai sfondato tutto; lei quasi non mi sente e neanche io.” E lì si udì una risata generale. Giovanni estrasse il suo cazzo ancora di marmo e lo puntò al buco del culo di mia moglie.
Io vidi la mossa ed urlai: “No... lì no!!!”, ma non feci in tempo; lui con un colpo secco, si appropriò del buco più stretto.
Anche Simona non si aspettava d'esser presa in quel buco; lì era vergine, non lo aveva mai preso e l’entrata improvvisa le procurò sicuramente un gran male.
Lei cercò di ribellarsi, ma lui la teneva ben salda sui fianchi e le disse:
“Sta ferma.... qualche istante e, vedrai, ti abitui e poi ti piacerà.”
Lei, non potendo contrastare la forza con cui era stata presa, si rilassò un attimo e cercò di adeguarsi ai consigli che le venivano rivolti. In effetti, dopo qualche minuto, fu così. Il dolore era scomparso e lui cominciò a muoversi avanti ed indietro, aumentando sempre più il ritmo.
Simona non soffriva più e, adesso, il piacere della scopata in culo aveva avuto la meglio sul dolore. Lui, ad un certo punto, non si accontentò di andare avanti ed indietro dentro il suo culo, ma, piuttosto, ne usciva completamente fuori, per entrarle dentro immediatamente dopo.
Così la sua grossa cappella stava allargando l’ano di mia moglie in maniera tale che, appena usciva, non aveva modo di richiudersi, per cui restava oscenamente aperto.
La sua scopata nel culo durò tantissimo. Giovanni aveva una resistenza fisica eccezionale e Simona capitolò con parecchi orgasmi; ormai non si contavano più, anzi, con la mano, continuava a sgrillettarsi la figa, per coadiuvare il lavoro di Giovanni nel culo.
E anche Giovanni, dopo una cavalcata infinita, venne dentro il culo di Simona, riempiendolo per bene.
Lei era visibilmente distrutta; i miei amici erano tutti soddisfatti ed io, ormai, avevo ricevuto le "corna" da parte di tutti i miei amici.
Ero entrato, quella mattina, nella sala pose, come il più fortunato del gruppo, con la moglie più bella ed invidiata da tutti e ne uscivo con un palco di corna che non riuscivano a passare dalla porta.
Lei, a questo punto, restò silenziosa; raccolse le sue cose in gran fretta e si rivesti. Poi mi chiese di andar via subito.
Io, mentre lei si rivestiva, notai che Filippo aveva piazzato la sua macchina fotografica sul cavalletto e stava armeggiando con essa.
Incrociò il mio sguardo e mi disse:
"Abbiamo registrato tutto, avremo un bel ricordo; poi, magari, lo riguardiamo insieme". Quel bastardo, con grande freddezza, oltre che aver sborrato mia moglie si era procurato un filmino hard con lei.
Una volta entrati in macchina, tra di noi era calato un silenzio assurdo, che si protrasse per tutta la durata del viaggio, sino al rientro a casa.
Una volta dentro casa, io le dissi adirato:
“Simona, ma che cazzo hai fatto?! Hai sostenuto il ruolo della puttana !”
Lei, con molta calma, avendo sicuramente rimuginato per tutto il viaggio si quanto successo, rispose:
“Sono arrabbiata con te... non so se per noi ci sarà un futuro, perché oggi ho capito tante cose e, soprattutto, quanto tu sia stato falso con me”.
Praticamente stava rigirando la frittata; lei mi aveva reso cornuto ed era anche arrabbiata con me.
Le risposi: “Ma stai scherzando?”
Lei: “No, affatto, siamo stati sposati venti anni ed io sono venuta meno volte di quando sia venuta oggi. Non sei mai riuscito a far l’amore con me e farmi sentire soddisfatta, e non è solo a causa del tuo cazzetto piccolo, ma anche per una questione di testa. Il tuo amico Filippo mi ha fatto venire con un dildo, e mi ha preso la testa, mi ha intrigato al massimo. E poi, mi hai sempre fatto credere che il sesso era quello che facevamo noi; io non ho mai visto un porno, non sapevo che i miei mancati orgasmi erano dovuti a te. Credevo di essere frigida e mi sono sentita in colpa per venti anni. Credo che la nostra storia sia al capolinea; fortunatamente siamo autonomi economicamente, nostro figlio è grande ed è, ormai, fuori casa; non sarà un trauma per nessuno, ma voglio separarmi da te. Io sarò libera di andarmi a cercare i cazzi veri, dove e quando voglio, per recuperare il tempo perduto".
Queste frasi mi lasciarono senza parole; mi stava cadendo il mondo addosso, non sapevo come affrontare la situazione e mi posi sulla difensiva, dicendole:
“E' evidente che hai detto queste cose, perché arrabbiata, ma ti invito a pensarci su: io sono ancora follemente innamorato di te; la nostra è una famiglia perfetta, ci dev'essere un modo per superare questo piccolo problema; non possiamo mandare tutto a monte, per una giornata di sesso.” Lei, da colpevole, era passata nella posizione di chi veniva supplicata per mantenere in piedi il matrimonio, e, quindi, rispose:
“Credo che un compromesso possiamo trovarlo: anche io ti amo ed anche io tengo a questa famiglia, ma non voglio rinunciare a quello che ho scoperto solo oggi; pertanto, se potrò esplorare il mondo del sesso al di fuori della nostra coppia, visto che tu sei incapace di soddisfarmi, posso valutare di restare insieme a te, senza rovinare la famiglia.”
Poi, cercando di addolcire la pillola, aggiunse:
“Vorrei che tu fossi mio complice, non mio nemico; vorrei che anche tu, non riuscendo a soddisfarmi a sufficienza, possa gioire delle mie fantasie e che queste possano diventare anche le tue; infine vorrei che tu fossi sempre presente e che godessi con me delle divagazioni che vorrò prendere.”
Mi stava proponendo uno scenario tutto nuovo, inaspettato, e la cosa più strana era che mi stavo eccitando; stavo avendo un'erezione inaspettata.
Lei notò il mio stato e mi disse:
“Ho notato che la mia proposta non ti lascia indifferente. Non è necessario che tu mi risponda: il tuo uccello ha esplicitato quella che sarà la tua decisione. Adesso vorrei che facessimo la doccia assieme e, prima che io mi lavi, devi bere tutto il succo che i tuoi amici mi hanno lasciato dentro, sia in fica che in culo".
Io non risposi, ma mi incamminai verso il bagno di casa a testa bassa.
La doccia di casa nostra è davvero molto comoda; quando l’architetto ce la propose con le sue rilevanti dimensioni, subito i nostri pensieri andarono al fatto che ci avrebbero permesso di entrarvi dentro per bene assieme.
Una volta dentro con lei, mi resi conto di come le stessero colando i succhi dei miei amici dalla figa e dal culo e mi premurai di ripulirla con la lingua, gustando sapori, sino ad allora, a me sconosciuti. La parte più bella della serata fu quando riuscii a farla nuovamente eccitare con la mia lingua.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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