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La mia esperienza con una coppia cuckold - Capitolo 4


di jojojos
23.12.2020    |    3.455    |    2 9.9
"Dopo aver detto quelle parole arrossì vistosamente, credo che si vergognasse, soprattutto ad ammetterlo, quindi la baciai nuovamente e sussurrai: -..."
Capitolo 4

Quella sera tornai a casa veramente soddisfatto, non ci credevo ancora a tutto quello che era successo; avevo avuto parecchie storie nella mia vita, con ragazze e donne dei più svariati tipi, però un’esperienza come quella con Simona era stata davvero unica. Avevo visto parecchi film porno che trattavano l’argomento, i cuckold ai tempi non venivano chiamati così, personalmente non mi ricordo di amici che avessero mai avuto la mia stessa esperienza, magari era stato chiesto anche a loro il più assoluto riserbo, fatto sta che non avevo mai pensato di poter raccontare una storia del genere con me protagonista. Ero eccitato ed avrei voluto parlarne subito con qualcuno, avevo bisogno di confrontarmi con un amico, non tanto per vantarmene (anzi un po’ direi di sì) ma per potermi far consigliare se continuare o meno la cosa, non volevo che questa avventura mi portasse ad avere problemi, probabilmente erano solo seghe mentali ma vi assicuro che viene voglia di dirlo a qualcuno, è difficile tenere per sé tutto quanto. Pensandoci bene avevo paura che la storia si propagasse a macchia d’olio, sapete bene la gente com’è fatta, inoltre mi sentivo un po’ in colpa per Roberta, non se lo sarebbe meritato proprio un ulteriore sputtanamento. Decisi che tutto sarebbe rimasto privato, non ne avrei mai parlato con nessuno, inoltre lo avevo promesso a Simona.
Arrivato a casa mi feci una doccia, ero ancora sudato e caldo per quello che era successo, sotto la doccia ci pensavo ancora e mi masturbai, ansioso per il prossimo incontro con la magnifica Simona. Presi sonno molto tardi, la sua figura mi tormentò per tutta la notte, penso di avere avuto il cazzo duro tutto il tempo ed al mattino mi bruciava, era come se avessi scopato ininterrottamente con Simona, davvero sconvolgente la situazione.
Durante la mattinata al lavoro continuai a pensarci, ero ingrifato più del solito, mi accorsi che guardavo tutte le ragazze con il desiderio di scoparle tutte, non riuscivo a togliermi dalla mente Simona ed il suo corpo. Nella pausa pranzo telefonai a Roberta, sapevo che era a casa per preparare un esame importante.
- “Ciao bellezza, cosa fai di bello?”;
- “Ciao tesoro, sto studiando, sono un po’ in crisi, non mi entra in testa quello che devo dire come vorrei, sono preoccupata per questo esame, ho paura che non andrà bene come spero…”;
- “Ma figurati sei bravissima e farai faville come al solito.”;
- “Grazie ma sei di parte, sono davvero in crisi.”;
- “Ti ci vorrebbe un bel massaggino rilassante, se vuoi vengo da te, oggi finisco alle 17.”.
Mi aspettavo che mi mandasse a stendere come al solito, le chiedevo sempre di andare a casa sua quando i suoi non c’erano ma non aveva mai voluto, invece mi sorprese rispondendo:
- “Si come no, immagino il tuo massaggio come sarebbe, sai cosa ti dico? Va bene, ti aspetto allora, tanto sono a casa sola fino a tarda sera, i miei dopo il lavoro sono ad una cena con dei clienti, saremo soli soletti, ti aspetto.”.
Perfetto, era quello che volevo, mi sarei sfogato per bene con Roberta, non vedevo l’ora di essere da lei.
Finito il lavoro corsi da Roberta con il cazzo che mi esplodeva dal desiderio, parcheggiai la moto sotto casa sua e suonai al citofono. Abitava al quarto piano di una palazzina molto elegante in pieno centro, arrivato davanti alla sua porta mi aprì sorridente; indossava una maglietta a righe bianca e rossa, molto aderente e senza reggiseno ed un paio di pantaloncini bianchi dai quali si intravvedeva un perizomino rosso, girava a piedi nudi con le unghie appena verniciate di un rosso fuoco, era uno splendore. La baciai immediatamente con molta passione, le infilai immediatamente la mano sotto i pantaloncini e cominciai a stringerle forte il culo, mi guardò e disse sorridendo:
- “Hey ma come sei messo? Sei più infoiato del solito, sei proprio in astinenza allora.”;
- “Scusa ma è tutto il pomeriggio che ti penso, non mi hai mai fatto venire a casa tua e la cosa mi ha eccitato moltissimo, a proposito cos’è questa novità?”;
- “Niente è che ho parlato di te con i miei, sai come la pensano no? Gli ho detto di noi e di quanto sono innamorata di te, vogliono conoscerti.”;
I genitori di Roberta erano molto benestanti, avevano uno studio di architettura molto rinomato e volevano il meglio per la loro unica figlia, essendo una piccola città avevano saputo di noi due e l’avevano sempre avvisata che si sarebbe dovuta trovare un ragazzo alla sua altezza, io non lo ero, la mia famiglia era di umili origini ed avevo un lavoro molto al di sotto delle loro aspettative, inoltre mio padre conosceva il suo, lo aveva sempre descritto come un montato arrogante pieno di soldi, anche lui mi aveva consigliato di lasciar perdere Roberta per non imparentarmi con loro. Un po' seccato risposi:
- “Non era il caso, lo sai che cosa penso di tuo padre, a dirla tutta a me non interessa conoscerlo come lui non è interessato a me, mi metti in difficoltà.”;
- “Ti prego Gianluca, io invece lo vorrei tanto, ho parlato con mia madre e lei ha capito quanto ci tengo a te, mi ha detto che ci parlava e lo convinceva che eri un bravo ragazzo, alla fine si è convinto anche lui ed ha detto che era necessario trovarsi tutti insieme per conoscersi di persona.”;
- “Ecco perché mi hai invitato qui e non riesci a studiare, eri tesa per questo non per l’esame.”;
- “In realtà sono stata a casa per studiare ma non ho avuto difficoltà a prepararmi, poi mi hai telefonato ed ho trovato il coraggio di parlartene, dimmi che non ti sei incazzato?”.
Ero invece imbufalito, mi stava talmente tanto sulle palle suo padre che la notizia mi aveva fatto perfino passare la voglia di scopare, ero sicuro che quello stronzo voleva solo mortificarmi e farmi passare per inadeguato davanti a sua figlia, inoltre avevo saputo che aveva preso informazioni su di me al lavoro, me lo aveva confidato il direttore del supermercato, parlandogli aveva manifestato apertamente che mi considerava una nullità e che avrebbe fatto di tutto per convincere la figlia a troncare il rapporto, la cosa mi aveva parecchio infastidito ma non l’avevo mai detto a Roberta.
- “Guarda Roberta ti devo dire che in realtà tuo padre mi considera una merda.”;
- “Ma dai cosa dici?”;
- “Il tuo paparino ha perfino parlato con il mio direttore, dicendogli che non valgo nulla ed avrebbe fatto di tutto per convincerti a mollarmi, adesso vuole conoscermi, se permetti la cosa mi insospettisce.”;
- “Cosa? E tu come fai a saperlo? Non ci credo!”;
- “Lo so perché me lo ha detto il mio direttore, con lui ho confidenza e mi ha consigliato di non avere a che fare con tuo padre, cambia aria mi ha detto. Non te ne ho mai parlato perché so quanto ammiri tuo padre, ma arrivati a questo punto è giusto che tu lo sappia cosa pensa veramente di me!”;
Roberta era visibilmente commossa, forse aveva avuto il sospetto che suo padre ostacolasse il nostro rapporto, però non aveva immaginato fino a che punto era arrivato.
- “Vabbè dai ci parlo io con lui, però non mandare tutto all’aria, imparerà ad apprezzarti per quello che sei, lo so che è molto possessivo con me, ma posso fargli capire quanto sei meraviglioso e quanto ci tenga a te, ti prego.”.
Mi abbracciò e cominciò a piangere a dirotto, non ho mai sopportato vedere una ragazza piangere, soprattutto Roberta per la quale, in fin dei conti, provavo affetto, non era amore vero come credo fosse per lei, altrimenti non l’avrei mai tradita come invece avevo fatto parecchie volte, però le volevo bene e vederla piangere così mi intenerì molto, aspettai che si calmasse accarezzandola.
- “Dai ne parliamo un’altra volta, ora vado, sono stanco e tu devi studiare, ne riparleremo sabato.”;
- “Ecco ho rovinato tutto, eri venuto qui per stare con me tutto eccitato, adesso sei stanco, sono proprio un disastro!”.
Ricominciò nuovamente a piangere e singhiozzando disse:
- “Ti prego resta con me, andiamo di là dai.”.
Mi prese per mano e mi trascinò con lei. Davanti alla porta di casa c’era un enorme salone tutto ricoperto di parquet come il resto dell’appartamento, entrammo e mi invitò a sedermi sul divano di pelle, i mobili erano tutti antichi e di valore, alla nostra destra c’era un grosso tavolo di legno, penso che si potesse mangiare in parecchi viste le dimensioni, solo il salone era grosso come tutta la mia casa. Si sedette a fianco a me e cominciò a baciarmi ancora con il viso pieno di lacrime, ero molto imbarazzato, mi sentivo in colpa per averla ferita, quindi le presi il viso tra le mani e dissi:
- “Scusa se ti ho vomitato in faccia cosa penso di tuo padre, però davvero, a me non interessa conoscerlo, a me interessi te e basta, non devo per forza piacergli e sinceramente manco mi interessa, ok?”;
- “Ok ok, adesso però promettimi che non te la sei presa e che non te ne andrai.”;
La rabbia mi stava passando e cominciava nuovamente a venirmi voglia di scopare.
- “Dai, va bene, adesso mi passa, però ho sete adesso.”;
- “Aspetta vado a prenderti qualcosa, cosa vuoi?”;
- “Acqua, portami solo dell’acqua grazie.”.
Mi baciò teneramente e disse:
- “Non scappare torno in un baleno.”.
Corse velocemente in cucina e tornò subito con una bottiglia di acqua da mezzo litro per me ed una bottiglietta di succo di frutta per lei, mi diede da bere ed appoggiò sul tavolino il succo, guardandomi con aria divertita, sapevo esattamente come sarebbe finita, aveva intenzione di farmi contento con il suo nuovo giochetto. Mentre bevevo si tolse la maglietta ed i pantaloncini restando solo con il perizoma rosso, le passai la bottiglia dell’acqua dopodiché si sedette sulle mie gambe mettendomi le sue tettine in faccia, spingendoci in mezzo la mia testa.
Cominciai a rilassarmi leccandole i seni, era davvero eccitata, i suoi capezzoli si inturgidirono immediatamente, erano un piacere da succhiare e mordicchiare, ci baciammo a lungo mentre ondeggiava il suo magnifico culetto sul mio cazzo duro come il marmo. Mi sfilò la maglietta, poi si inginocchiò davanti a me, mi levò pantaloni e gli slip cominciando a leccarmi le palle, a me è sempre piaciuto molto farmele leccare, lo sapeva ed era partita davvero bene. Mi leccava tra palle e buco del culo insalivando il tutto abbondantemente, poi ripuliva per bene, passò poi a leccarmi l’asta lateralmente dal basso verso l’alto, fece colare un po’ di saliva sulla cappella, aspettò che colasse e poi cominciò un pompino davvero straordinario, la sua tecnica era davvero notevole, inoltre ansimava sul cazzo mentre lo succhiava, sembrava godere nel farlo, accompagnavo la sua testa spingendogliela fino a prenderlo tutto in gola, altra cosa che adoro veder fare ad una donna, avevo il cazzo completamente ricoperto dalla sua saliva e quando prendeva fiato mi guardava ansimante, con il fiatone e le bave alla bocca. Avevo bisogno di prendere fiato quindi la feci coricare con la schiena sul tavolo da pranzo, le tirai su le gambe e cominciai a leccarle le dita dei piedi, poi la parte superiore, passai ai polpacci, arrivando fino in cima, davanti ai miei occhi si paravano i suoi meravigliosi buchetti, cominciai a leccarle il buco del culo, a lei piaceva farselo leccare ma di solito era infastidita quando puntavo la lingua entrandoci leggermente, quella volta invece spingeva facendolo aprire ed ansimava parecchio, infilai la lingua e lei si aprì le chiappe con le mani facendolo dilatare meglio, la cosa mi stupì moltissimo ma non esagerai sapendo come la pensava, passai a leccarle la figa, era fradicia, appena presi tra le labbra il clitoride emise un forte gemito e sollevò la schiena come se avesse avuto un orgasmo, leccai per bene entrambi i buchetti per qualche minuto. La tirai su, tornai a sedermi sul divano e la invitai a sedersi nuovamente sulle mie ginocchia come prima, appena si sedette prese il cazzo e se lo accompagnò con delicatezza nella figa, scese piano piano fino in fondo cominciando un lento e sensuale su e giù, aumentando gradatamente il ritmo finché ebbe un profondo orgasmo, i suoi umori colavano sulle mie palle e bagnavano il divano di pelle scura, mi abbracciò, mi baciò e disse che mi amava da impazzire. La feci alzare e la costrinsi a mettersi a quattro zampe sul tappeto, si piazzò con le tette a terra e con il suo splendido culetto per aria, mi misi in piedi dietro di lei, mi abbassai e la penetrai profondamente scopandola con forza, ansimava ed ogni mio colpo la spiaccicava a terra sempre di più, dalla mia posizione ammiravo il suo buco del culo che si dilatava, mi attirava come un’ape sul miele, presi fiato e mi inginocchiai dietro di lei, ricominciai a leccarle i due buchetti, la figa era gonfia ed arrossata, bagnatissima e calda, con il dito accompagnai i suoi umori sul buco del culo, cominciai a rotearlo sopra, poi provai ad infilarlo, nuovamente cominciò a spingere per favorire la penetrazione finché glielo infilai completamente, notai che invece di lamentarsi come aveva sempre fatto cominciò ad ansimare, non capivo se di piacere oppure solo per fare scena, anche se era stretto ebbi la sensazione che era naturalmente predisposto a dilatarsi facilmente, tolsi il dito e con le mani allargai le chiappe, il buco si dilatò parecchio mostrandosi davvero irresistibile ed accogliente, infilai la lingua dentro molto facilmente, poi nuovamente prima un dito, poi due, non si lamentava ma sembrava apprezzare, cominciai a fare su e giù ad un ritmo superiore, era sempre più facile entrarci dentro ed il sangue mi saliva alla testa. Ad un certo punto si girò leggermente e disse con un tono tra il compiaciuto ed il preoccupato:
- “Fai piano, lo sai che lì non è entrato mai nessuno.”;
- “Scusa Roberta mi ero fatto prendere un po’ troppo, ti ho fatto male?";
- “Non ho detto di fermarti, ho solo detto che quando infilerai il cazzo devi farlo piano.”.
Rimasi a bocca aperta, mi stava invitando ad incularla? Non ci potevo credere.
- “Sei sicura? Non voglio forzarti, so come la pensi sull’argomento.”;
- “Ti ho detto di fare piano.”;
- “Sei sicura?”;
- “Muoviti, finora mi è piaciuto voglio che ci provi.”.
Detto questo si mise le mani sulle chiappe aprendosele con forza, il buco del culo si dilatò moltissimo e spinse con decisione facendolo aprire e chiudere. Bagnai con un po’ di saliva il cazzo per lubrificarlo, presi coraggio e glielo puntai, poi cominciai a farlo entrare con molta dolcezza, ansimava e continuava a spingere per facilitare la penetrazione, avevo ormai la cappella dentro al suo culo, spinsi un po’ ed entrò ancora di più, si bloccò per un secondo e disse ansimando:
- “Piano, ti prego fermati un attimo.”.
Mi fermai, era entrato dentro per un terzo circa, sentivo il calore del suo culo, le pareti strette che lo abbracciavano regalavano una sensazione piacevolissima, avevo già inculato altre ragazze ma così strette mai, le altre erano già state rodate, la stavo sverginando ed era davvero una piacevole sensazione, sia a livello fisico che mentale. Restai immobile per qualche secondo, poi mi disse di continuare, allora cominciai ad infilarlo sempre di più, senza accorgermene glielo avevo messo tutto dentro, fino a far toccare le palle sulle sue chiappe levigate, disse ansimando:
- “Lascialo fermo un attimo per piacere.”;
- “Roberta vuoi che lasciamo stare? Non voglio farti male.”.
Strinse le chiappe con decisione, le pareti del culo abbracciavano completamente il mio cazzo, era davvero molto bello sentire quanto fosse stretto, rilassò i muscoli e fece ancora un paio di volte la stessa mossa, era meraviglioso.
- “Non mi fai male, anzi a dire la verità non ho mai sentito dolore, è solo una sensazione strana, prova a muoverti piano piano.”.
Cominciai a scoparle il culo con delicatezza, facevo molta attenzione perché sentivo che era molto stretto, proprio per quel motivo era incredibilmente bello, non si lamentava, anzi sembrava che la strana sensazione stesse diventando piacere, continuava a tenersi le chiappe aperte, poi ne tolse una e cominciò a sgrillettarsi. Proprio in quel momento il mio sguardo notò una foto di suo padre sulla credenza, quella faccia di merda stringeva la mano ad un tizio mentre riceveva una targa, probabilmente un premio, lo guardai soddisfatto e pensai: - “Guardami, sto scopando il culo di tua figlia in casa tua, che ne dici stronzo?” - senza accorgermene cominciai a scopare il culo di Roberta ad un ritmo molto deciso, le entravo dentro fino in fondo ed arrivavo quasi a farlo uscire, poi la penetravo nuovamente, avevo perso il controllo, per un po’ non disse niente, poi intimò:
- “Piano piano cazzo, così mi fai male!!!”.
Quelle parole ed il suo sguardo sofferente invece di bloccarmi mi fecero venire, le versai in culo una quantità industriale di sperma che lubrificarono il canale facendone fuoriuscire un po’ mentre continuavo a scoparla, la cosa le fece evidentemente piacere perché esclamò a gran voce:
- “Oh sì, non ti fermare, non ti fermare.”.
Infoiato come un animale continuai a scoparla con forza mentre lei continuava a dire che era meraviglioso. Ad un certo punto mi fermai, lo sfilai dal suo culo ed una grossa goccia di sperma cadde sul tappeto, si alzò e corse in bagno mentre mi sedetti esausto ma soddisfatto sul divano, rimasi li a prendere fiato finché non tornò poco dopo con uno straccio in mano, si inginocchiò sul tappeto e cominciò a pulire lo sperma.
- “Cazzo, speriamo che non resti la macchia.”;
- “Magari devi farlo con lo straccio bagnato.”;
- “Hai ragione!”.
Si girò e tornò di corsa in bagno, il suo bel culetto ondeggiava, notai come il buco era ancora dilatato ed arrossato, ero molto compiaciuto di averglielo scopato e riempito di sperma, tornò con lo straccio e riprese a pulire, mi inginocchiai di fronte a lei, la baciai e dissi:
- “E’ stato meraviglioso Roberta, grazie di questo enorme regalo.”;
- “Non avevo la minima intenzione di provarci, però oggi ti sei mosso molto bene e senza volerlo ti ho praticamente invitato a farlo, devo ammettere che il regalo ce lo siamo fatti a vicenda, mi è piaciuto parecchio sai?”.
Dopo aver detto quelle parole arrossì vistosamente, credo che si vergognasse, soprattutto ad ammetterlo, quindi la baciai nuovamente e sussurrai:
- “Dobbiamo rifarlo.”. Mi guardò sorridendo e disse:
- “Chissà!!”.
Poco dopo tornai a casa estremamente soddisfatto, Roberta ultimamente si era scatenata anche a livello sessuale, era un peccato tradirla ma Simona era davvero entrata nella mia mente. Quella notte sognai di scopare Simona e Roberta insieme: il sogno cominciava con me che entravo in casa di Roberta trovandole che lesbicavano in camera sua, poi subentravo e le scopavo a turno, prima in figa e poi nel culo, finendo con loro due inginocchiate davanti al mio cazzo pronte a ricevere sui loro visi il mio sperma, mi svegliai sudato come una bestia e mi masturbai venendo in un secondo.

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