tradimenti
L'intrus* (parte 2)
di AlessioBT
28.12.2024 |
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"Lei scese dalla sua auto e andò da lui, entrò, si posizionò sul sedile passeggero e si salutarono, imbarazzati ed eccitati..."
Tornato a casa trovai la mia ex a letto che dormiva, e decisi di raccontarle tutto la mattina seguente. Andai in bagno e mi segai, ancora al pensiero di quella strana notte in spiaggia.Il giorno dopo le raccontai tutto, e lei prima fece un po' la gelosa, poi eccitati dal racconto scopammo da dio, e alla fine mandò un messaggio alla nostra amica "Ah bravi porcelloni, senza di me eh?!". Lei rispose prima preoccupata di aver tradito la nostra amicizia, e poi capì che era ironica e con un messaggio ci disse "Rimedieremo".
Da quel momento in poi, ritornando sull'argomento la mia ex ripeteva che "Quindi ora tocca a me farlo da sola...". Ed era giusto, a me l'idea eccitava da morire. L'occasione arrivò non molto più tardi. Mi raccontò che c'era un collega a lavoro che le sembrava ambiguo, pareva ci provasse con lei, ma sapeva che era fidanzata. Un bel ragazzo, più giovane di noi di 4 o 5 anni, alto, muscoloso. Insomma ben messo. Me lo fece vedere sui social, un bel ragazzo davvero. La mia reazione fu un secco "Te lo faresti?". Lei sorridendo maliziosa rispose con un altrettanto secco "E certo!". Avevamo raggiunto un accordo, ora bisognava creare l'occasione. Io le dissi di fare un po’ la gatta morta con lui a lavoro, senza dare nell’occhio, in modo che poi sarebbe stato lui a fare una eventuale prima mossa. Non ci volle molto.
L’occasione fu un turno di lavoro in cui erano da soli loro due, in attesa poi del cambio turno con altri 2 colleghi. Alla reception di un hotel lo spazio è stretto e passando uno davanti all’altro si rischia di strusciarsi un po’ “involontariamente”. Lei mi raccontò… che lo fece apposta, inarcando la schiena e permettendo a lui di apprezzare le rotondità del suo culetto. E lui non perse tempo, ripassando dietro di lei, nel cingerla leggermente con una mano, fingendo di non volerla sfiorare, mentre con la patta dei pantaloni le accarezzava i glutei raccolti dalla divisa attillata. Si guardarono sorridendo e maliziosi, e capirono che potevano spingersi oltre.
Arrivò il primo collega per il cambio turno, e lui si diresse verso gli ambienti privati dei loro camerini, guardando lei, come a volerle dire di seguirla. Lei, da brava e dolce zoccola qual era, con lo scusa di dover andare in bagno detta al collega, lo seguì dopo poco. Entrando nei camerini, lui si stava cambiando, era senza camicia, solo con i pantaloni. E lei gli disse “Ah, ti stai cambiando?! Scusami…”, e lui per tutta risposta le disse “Se vuoi mi fermo, o puoi aiutarmi tu”. Lei a quelle parole (mi ha detto) sentì la sua figa bagnarsi all’istante, e sorridendo da troia gli si avvicinò, si alzò appena sulle punte e non perse attimo per infilargli la lingua in bocca, e una mano nei pantaloni. Il suo cazzo diventò pian piano duro, e glielo tirò fuori iniziando una dolce e lenta sega. Volevano proseguire ma si ricordarono che erano ancora a lavoro, e lui le disse “Ci vediamo fuori appena finisci? Ti aspetto con la macchina e mi segui, ok?”, e lei le fece cenno di sì, lasciandolo lì a cazzo duro, e leccandosi la mano dei suoi liquidi. Tornò in postazione, e da lì a poco lui andò via salutando tutti, e lei aspettando il suo cambio turno, con una voglia e calore tra le gambe che ormai stentava a trattenere.
Mi mandò un whatsapp “Ci siamo baciati nei camerini, e mi ha chiesto di seguirlo dopo lavoro”. Io la chiamai eccitato “Dici sul serio? E che è successo?”, e lei mi raccontò del bacio, della piccola sega, del suo bel cazzo duro, e che credeva volesse proseguire dopo lavoro, in qualche posto appartato in macchina. Le chiesi se le andasse e mi rispose “Sì, voglio scoparmelo!”, e io ancora più eccitato le chiesi di chiamarmi e lasciare il cell nascosto in modo che io potessi sentirli. Ma poi decidemmo di no, magari eravamo a rischio di esser sgamati. Quindi era deciso, ci sarebbe stata e poi mi avrebbe raccontato tutto. E così fu…
Dopo un paio d’ore, ormai era tarda notte, mi chiamò: “Sto tornando a casa”. Aveva il fiatone, e io ero già a cazzo duro pronto ad assaporare quella storia… Andò più o meno così: arrivato anche il suo cambio turno, si cambiò al volo e uscendo dal parcheggio lo vide un po' più in là che la aspettava. Gli fece cenno di seguirlo, e si diressero verso uno di quei posti da coppiette per il carsex vicino al mare. Lei scese dalla sua auto e andò da lui, entrò, si posizionò sul sedile passeggero e si salutarono, imbarazzati ed eccitati. Lui le si avvicinò, con una mano sulla sua gamba, e con il viso sempre più pronto alla sua lingua, che in un attimo furono nuovamente intrecciate ed insalivate, mentre le mani già si muovevano senza controllo tra le reciproche gambe. I pantaloni si slacciarono così facilmente, lei rimase in perizoma, ormai fradicio, lui tolse anche gli slip, e fece svettare il suo cazzo, duro e pronto a ricevere lussuria. Lo guardò e pian piano si abbassò verso il suo cazzo, iniziando a leccarlo dolcemente, fino a soffocarsene in un pompino da vera troia. Lui ansimava, lei lo insalivava e succhiava, lui la spingeva sulla testa con la mano, lei rispettava i tempi e ingoiava.
“Voglio sborrarti in gola amore, sei una troia!” le gridai io al telefono mentre me lo raccontava, e la sua risposta fu “Ah, porco, anche tu?!”. Quella risposta mi fece eccitare ancora di più, e riprese a raccontare… Lui le chiedeva di andarci piano perché voleva anche scopare, e nel mentre aveva due dita nella sua figa grondante di umori. Lei voleva assaggiare la sua sborra, era determinata a farlo venire e poi dopo a concedergli la figa per un bis. “Vai piano, così vengo” le diceva, e lei invece avvolgeva la sua asta con la lingua e ne aveva la bocca piena, fino a quando non lo fece sborrare! Tutto in gola, ingoiando tutto. Che puttanella, lo ripulì tutto e si staccarono un attimo. Non sembravano stanchi, e lei gli fece “Quindi vuoi anche la mia figa?”. Lui a quelle parole iniziò a toccarsi, come a volerlo rimettere in forze per scoparsela. Ci mise qualche minuto in più, mentre lei si mise a pecora verso di lui, masturbandosi la figa e toccandosi il culo. Lui iniziò a leccare, figa e culetto, inumidendo la rosetta e bevendo umori dalla sua figa. E il suo cazzo tornò duro. Prese un preservativo, lo indossò dicendole “Questa volta non mi sfuggi”, e le avvicinò il cazzo alla figa, massaggiandogliela. Fu lei a dirgli “Sono la tua troia stasera!”, e in quel momento iniziò a cavalcarla a pecora.
Fu allora che mi chiese “Ti stai segando, vero?”, e al mio sì aggiunse “Fermati e aspettami, sto parcheggiando, ho voglia di te!”. Mi fermai e la attesi, a cazzo duro, pronto a darle un’altra dose di sborra, scopandola come più voleva.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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