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L'addio al celibato


di jonny76
07.05.2007    |    37.934    |    0 8.0
"Daniela mi risultò subito simpatica, aveva un qualcosa di affascinante nel suo modo di fare..."
Tutto cominciò quando una sera Marco, amico mio e di mia moglie ci propose di uscire a bere qualcosa insieme con la sua compagnia.
L'occasione era di farci conoscere la sua amica Daniela che si era appena trasferita in Italia da Brasile per motivi di studio. Era stata scelta per frequentare un master per specializzarsi nel campo della moda.
Daniela mi risultò subito simpatica, aveva un qualcosa di affascinante nel suo modo di fare. Era molto appariscente, carnagione scura perché vistosamente abbronzata, capelli a caschetto biondi, occhi verdi, bocca carnosa resa ancora più intrigante da un rossetto rosso acceso, una bella terza abbondante di seno. Aveva una minigonna bianca molto ristretta che metteva in risalto le belle gambe dall'inguine fino ai piedi dove calzava un paio di sandali aperti che facevano vedere le dita quasi perfette con le unghie smaltate di rosso. Aveva tatuato un geco sul collo del piede. Ci salutò tutti baciandoci e quando si avvicino e mi sfiorò la guancia sentii come una scossa elettrica che mi percorreva la schiena. Aveva un buon profumo. Mi piacque subito anche se iniziavo a sentirmi in imbarazzo. Lei continuava a fissarmi e io non potevo distogliere lo sguardo dal suo corpo. Per fortuna mia moglie era intenta a parlare con la sua amica e non si accorse di niente.
Non ci vedemmo più per un bel po' di tempo, anche se io avevo impresso la sua immagine nella mia mente.
Un bel giorno successe quello che non mi sarei neanche mai sognato potesse accedermi.
Luigi il fratello del mio amico Marco mi telefonò dicendomi che stava organizzando l'addio al celibato al fratello e che quindi non avrei potuto rifiutare, tanto più che mia moglie era stata invitata all'addio al nubilato della futura moglie di Marco.
Accettai, era da tanto che non facevo una festa in cui avrei potuto scatenarmi come ai vecchi tempi. C'era però un piccolo particolare, e cioè che l'addio al celibato si sarebbe svolto a Lloret de mar, in Spagna, dalle parti di Barcellona, e sarebbe durato una settimana!
Lo dissi a Federica, mia moglie, la quale un po' riluttante accettò di farmi partire.
Ci trovammo da Marco, dovevamo andare a recuperare altre persone e poi ci saremmo diretti in Aeroporto a Orio al Serio. Tutte le macchine erano piene tranne la mia. Ci fermammo sotto un portone dal quale con mio grande stupore uscì Daniela. Era ancora più bella di come me la ricordavo. Era vestita quasi allo stesso modo di come l'avevo conosciuta. Si avvicinò alla macchina insieme a Marco il quale mi disse: -te la devo affidare, sono finiti i posti nelle altre macchine. La strada la conosci, ci vediamo in aeroporto.-
Daniela salì, posò la sua borsa nel sedile posteriore, si sedette e si mise la cintura di sicurezza. La cintura le passava proprio in mezzo al seno, facendo aderire ancora di più lo striminzito top al suo seno, mettendolo bene in evidenza e facendo risaltare i capezzoli, duri come bottoni. Lei incrociò il mio sguardo e mi disse, con quell'accento portoghese e l'italiano quasi perfetto:
- Non ti devi concentrare troppo sulle mie tette, altrimenti non lo prendiamo più l'aereo...- e si mise a ridere.
- Scusa, ma...non so cosa dire
- Non ti devi scusare, e io comunque stavo scherzando.
Arrivammo in aeroporto senza dire altro. Per tutto il viaggio non avevo potuto fare a meno di guardarle le gambe. E quel tatuaggio sul collo del piede che mi faceva tanto salire il testosterone. Iniziamo bene, pesai tre me e me. E la settimana sta iniziando adesso!
Ci imbarcammo per ultimi e ci fecero sedere insieme. Durante il viaggio Daniela si mise a parlare del più e del meno, mi disse che anche lei era sposata, suo marito però era rimasto a lavorare in Brasile e che era contenta che io l'avevo voluta con la comitiva per l'addio al celibato.
Ci rimasi un po' di sasso e lei, interpretando il mio disappunto mi disse: -Luigi mi ha detto che se non venivo io tu non saresti venuto. E che la sera che ci siamo conosciuti ti sono piaciuta molto.
- Che mi sei piaciuta molto, è vero. Però non abbiamo parlato della tua presenza per il viaggio
- Quindi ti dispiace che ci sono anch'io? Anche perché io sarò nella stanza di fianco della tua e le stanze sono comunicanti. Ho prenotato io.
- No, anzi non mi dispiace per niente.
- E tua moglie come la prenderà?
- Se io non le dico niente, magari non le dici niente neanche tu. E con tuo marito?
- La stessa cosa, non gli dirò niente.
Arrivammo in albergo e sistemammo i bagagli. Io e Daniela avevamo le stanze all'ultimo piano, erano davvero comunicanti e in più avevamo il terrazzino in comune, in più essendo le due camere sul lato corto dell'albergo, di fianco quindi non avevamo nessuno.
La serata era già pianificata, cena a base di Paella e sangria, disco pub e poi ci si rivedeva il giorno dopo perché saremmo stati troppo devastati per ritrovarci tutti insieme. E di fatti fu più o meno così. Dopo la cena andammo in un disco pub e iniziammo a ordinare. Io presi il mio solito cuba libre e Daniela mi seguì a ruota. Non era una gran bevitrice e considerando i litri di sangria della cena, sballò quasi subito. La musica suonava balli latino americani e io conoscevo sia bachata che salsa perché ho frequentato varie scuole di ballo. Ad un certo punto Daniela mi si avvicinò e mi disse: -Balla con me, mi sono rotta di stare qui in mezzo da sola!- E mi trascinò quasi di peso in pista. In quel momento c'era una bachata e ci mettemmo in posizione. Ballammo praticamente appiccicati, le mie mani non avevano freni e il suo sguardo diventava sempre più sensuale e peccaminoso. Ogni volta che finiva una canzone l'abbracciavo e lei mi passava la lingua sull'orecchio. Ero eccitato in una maniera incredibile che mai avevo provato prima. Dopo un po' di balli ero distrutto, eccitato e volevo riposarmi perché non ce la facevo più. Allora Daniela mi disse: -Sono stanca, mi accompagni in albergo?- Accettai di buon gusto. Mentre ci dirigevamo in albergo mi accorsi che Daniela era un po' brilla, non proprio ubriaca. Mi si avvinghio e mi disse: -Sono eccitata e tutto grazie a te. Ora ti facci eccitare io. Sai che non ho messo le mutande stasera?- A queste parole il mi cazzo iniziò a gonfiarsi e i miei movimenti si fecero più impacciati. Lei si mise a ridere e mi trascinò verso la spiaggia. Camminammo e andammo in una zona in ombra dove c'erano alcune barche. Lei mi spinse per terra e si mise a cavalcioni sulla mia pancia. Potevo benissimo sentire la sua figa bagnata fradicia. Mi sbottonò la patta dei pantaloni, me lo tirò fuori e in un attimo se lo mise dentro. Iniziò a cavalcare forsennata e io non resistetti che un paio di minuti e le sborrai dentro. Lei rimase a guardarmi, si mise a sorridere e si sdraiò su di me con il cazzo ancora dentro che a poco a poco perdeva di vigore. Mi piantò la lingua in bocca e iniziammo uno slinguamento eccezionale. Ad un certo punto lei si alzò, mi pulì il cazzo leccandolo e mi chiese di andare perché aveva freddo. Arrivammo in albergo, entrammo nella mia stanza e il tempo di chiudere la porta e girami e Daniela mi stava già aspettando a letto con le gambe aperte. La guardai, era bella, i capelli biondi ondulati erano distesi dietro la sua testa, i seni morbidi svettavano come due colline e anche i capezzoli duri erano sintomo della sua eccitazione. La pancia piatta, la figa completamente liscia e depilata. Con le mani si teneva le labbra leggermente divaricate come ad invitarmi a penetrala. Mi spogliai in un attimo e fui subito dentro di lei. Iniziai a muovermi dentro di lei piano piano, seguendo il suo ritmo e assecondando i movimenti che lei mi suggeriva con la sue mani sulle mie natiche. Le nostre lingue partirono all'esplorazione delle nostre bocche, i miei movimenti ad un certo momento si fecero un pò più intensi. Al che le dissi: -Posso prenderti anche il culo?- -Non l'ho mai fatto dietro, ma per te va bene. Fai piano.- La feci girare a pecorina, mi insalivai due dita e mentre la scopavo, gliele infilai nell'ano stimolando la penetrazione. Le faceva male, così si alzò, aprì la borsa e tirò fuori un vibratore e la crema per le mani. -Prova con questo- e si rimise in posizione. io ricomincia a pomparla, lubrificai il buchetto e il vibratore e iniziai a penetrarla. quando mi sembrò abbastanza dilatata lo tirai fuori, mi lubrificai il pene e iniziai a incularla. I suoi movimenti iniziarono e a farsi più intensi, i suoi mugolii divennero da dolore a piacere. Disse delle frasi incomprensibili in portoghese. Ogni tanto si girava, mi guardava e si passava la lingua sulle labbra. -Ti vengo dentro- le dissi piano all'orecchio mordicchiandole il lobo. -Fammi tutto quello che vuoi!- e mentre diceva così la riempii tutta.
Ci addormentammo sfiniti e al mattino quando ci svegliammo lei mi disse: - Voglio essere la tua amante per tutto il viaggio, così senza complicazioni sentimentali. Non voglio avere il tuo numero di telefono e non ti darò il mio, ma se sarà destino di incontrarci di nuovo allora ci lasceremo trasportare dalle sensazioni del momento, e se potremo scoperemo. E adesso prendimi ancora da dietro - E così feci. Passammo 10 giorni di sesso in ogni momento che ne avevamo voglia. Quando eravamo a cena e ne avevamo voglia ci alzavamo da tavola separati e andavamo in bagno a farci una sveltina, nei divanetti imboscati dei locali, sulla spiaggia, nei bagni dell'aeroporto di Orio al rientro prima di lasciarci. E' stato come vivere un sogno ad occhi aperti. Il bello è che non stavo sognando.
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