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Chiamatelo ricatto


di maialino63
23.01.2023    |    26.583    |    13 9.7
"E invece no, da quello che ho visto ti posso confermare che sei veramente una troia, una gran troia..."
Siamo tutti usciti di casa alla stessa ora per andare al lavoro e all'università. Nostra figlia ha fatto colazione con noi, poi è partita per Pavia dove studia Medicina. Mia moglie è corsa a scuola. Non era di buon umore perché alla fine delle lezioni sono in programma un paio di riunioni. Io ho preso il mio scooter e ho raggiunto la stazione: nel pomeriggio ho una riunione a Roma. Cazzo. Avevo una riunione. Treni cancellati in tutta Italia, caos totale per uno sciopero improvviso: sento i colleghi, ci aggiorniamo nel primo pomeriggio. Se sarà possibile partiremo tutti in serata in modo da riuscire a vederci domani. Mando un messaggio a mia moglie, passo a comprare le due cose che mi ha chiesto al supermercato e torno a casa. Mi riposerò. Cosa c'è di meglio che non fare nulla il lunedì?
Viviamo in una casetta trifamiliare, poco fuori dalla città e in verità qualcosa da fare si trova sempre in giardino. Ma troppo freddo, ora mi butto sul divano
Heii, ma che ci fa lo scooter di Miriam li fuori? E anche la luce del garage-cantina-ripostiglio è accesa.
Miriam è la moglie di fratello. Ha un culo e due tette da urlo, e solo perché mi è antipatica non ho mai apprezzato il suo bel viso con il quale guarda tutti dall'alto al basso.
Guardo dalla finestrella laterale. O cazzo. Si sta facendo fottere a 90 gradi da un ragazzo che potrebbe essere suo figlio. Nel mio garage, appoggiata al cofano della mia auto. Ha la gonna tirata su, la camicetta slacciata e le sue tette ballano sotto i colpi ben assestati del tipo che la tiene ferma sui fianchi: "ti piace troia? Ti piace prendere il mio cazzo, puttana?"
Miriam ansima, gode, sembra trasfigurata: "si mi piace, dammelo forte, spaccami, sono una troia, una lurida troia. godo, godo". Lui la prende per i capelli, all'improvviso, la costringe a girarsi e a inginocchiarsi. ha il cazzo in mano. e' gonfissimo, grosso. se lo mena. lei apre la camicetta del tutto, per farsi schizzare le tette, poi gli offre la lingua, lui le mette il cazzo quasi in bocca, poi però si allontana un po' e sborra, sborra, gode e le riempie la faccia, i capelli, gli occhi. "Sei una gran troia: giurami di andare a casa così, tutta sborrata e di farti un ditalino sotto la doccia pensandomi. Chiamami nel pomeriggio dopo le 17, così mi racconti. Io scappo. ciao splendida puttana".
La cerniera è già su, la cintura è stata sistemata. Neppure un bacio. Il tipo esce di corsa, sale su uno scooter e si allontana. Deve tornare di corsa al lavoro. Fa il barista nel bar che si trova proprio sotto l'ufficio di Miriam.
Ohh cazzo, Miriam non si sta rivestendo. "Ma guarda un po'..."
Con una mano si sta portando la sborra in bocca, con l'altra si mena violentemente la fica, trattiene quasi il respiro e ogni tanto mugola. Si contorce, e viene di nuovo: "sono una troia, sono una troia..., sussurra. Poi quasi sfinita si appoggia all'auto. Prende la borsetta che era appoggiata sul cofano, tira fuori una di quelle lunghe e antipatiche sigarette e se l'accende
. Le trema ancora le mani
Non posso più stare qui a spiare. Il mio cazzo è duro. Gonfio. Mi infilo una mano in tasca per non farmene accorgere ed entro:
"Buongiorno Miriam, non avrei mai detto. Pensavo quasi che fossi frigida. E invece no, da quello che ho visto ti posso confermare che sei veramente una troia, una gran troia...."
Miriam ha un sussulto, sbianca, getta la sigaretta accesa in terra e si porta la mano alla bocca e al mento, per pulire le tracce di sborra, abbassa la gonna, cerca di ricomporsi come può: "Non pensare male, ti spiego, scusami, è stato un momento di follia, di debolezza. Mi è venuta voglia, credo sia normale, tutti ci masturbiamo, è normale.... scusa se lo fatto qui, in casa vostra... non so davvero cosa mi ha preso... scusami".
"Quindi sei venuta qui, nel mio garage, chissà a fare cosa e poi ti è venuta voglia di toccarti la patata? Capisco. E quegli schizzi di sborra che hai sui capelli? Miriam trema, si porta le dita ai capelli, a caschetto... "Ma cosa dici?"
"Dico che ho visto tutto. Ti ho visto a pecorina prendere colpi da un ragazzo che potrebbe essere tuo figlio. Ho visto le tue tette penzolare, ti ho visto godere, ho visto che hai provato a prendere quel cazzo in bocca quando stava per venire e ho visto che ti sei goduta quella bella sborrata in faccia mentre ti toccavi la fica. A proposito non sapevo che fosse depilata così artisticamente. Quella riga di peli che ha lasciato sembra quasi una freccia che dice "vieni, vieni bel cazzo, vieni qui a fottermi... Brava, bella interpretazione. Non avevo mai visto una scopata così dal vivo..."
Miriam ha la testa chinata. Non ha il coraggio di alzare lo sguardo, di guardarmi. Ma i suoi occhi sono gonfi di lacrime. Restiamo in silenzio pochi istanti, anche se sembra un'eternità.
"Forza, sali in casa a lavarti almeno la faccia, non puoi uscire da qui conciata così".
Dal garage c'è una scala che conduce direttamente nel pianerottolo. Apro la porta di casa.
"Ti prego, ti prego, non dire nulla". Ora mi guarda negli gli occhi e i suoi non sono più quelli di prima, spalancati mentre quel tipo la scopava. Sono gonfi e una lacrima scende sulla guance che fino a poco fa era piene di sborra.
"Ti prego, non dire nulla, non rovinare la nostra famiglia, abbiamo un ragazzo che va ancora all'università, è stata solo una scopata, un momento di debolezza, ti prego".
Ha le gote rosse, piange. Le sorrido: "Ma dimmi un po', cosa dicevi poco fa? Ripetimelo un po', mi piace sentirlo.. cosa che dicevi quando te la menavii??? Cosa dicevi mentre prendevi in cazzo? Sono una troia??? Dai, dimmelo un po'.
Me ne vado in cucina a sistemare il latte e il pane che ho comprato. Miriam va in bagno. Sento che si lava la faccia e le mani. Non sento aprire l'acqua del bidet, ma sento tirare lo sciacquone: forse avrà usato la carta igienica per pulirsi la patata e togliere quell'inconfondibile odore di scopata.
Quando entra in cucina sembra una ragazzina che va a rapporto dal preside.
"Perdonami, ti prego perdonami, non farmi saltare il matrimonio, non succederà più.te lo giuro"
"Vieni, ho preparato il caffè. Ora ti siedi, te lo bevi e poi mi racconti tutto. proprio tutto. voglio capire perché tradisci mio fratello". (1/continua)
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