tradimenti
Chiamatelo ricatto (3)
di maialino63
24.01.2023 |
7.055 |
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"Va a recuperare il cellulare e io finalmente posso far scivolare la mano sotto il tavolo..."
Forza Marco, dimmi cosa vuoi fare. Pensaci bene. Sono nelle tue mani. Tocca a te decidere se far saltare il matrimonio di tuo fratello. Ma prima chiediti se ne vale la pena. E chiediti anche se sei così puro e senza peccato da poterlo fare: sii sincero con te stesso. Non voglio girare la frittata. Ma mi vuoi dire che non hai mai scopato con altre donne in tutti questi anni? Mi vuoi dire che non hai mai tradito Lidia? Che non sei mai andato a puttane in uno dei tuoi tanti viaggi a Roma? Sei davvero un uomo così diverso da tutti gli altri? Oppure quelli che ci provano li ho incontrati tutti io? Mi vuoi dire che non hai mai desiderato di fottere una donna nel garage di uno sconosciuto.... dimmi la verità Marco, vedere quel ragazzo che mi sbatteva ti ha eccitato? Avresti voluto essere al suo posto con una tipa che ti dice che è una troia mentre la sbatti???
No, scusa, sto esagerando, non rispondere a questa domanda. Non serve...
E' vero. non serve. Credo di avere la risposta stampata in faccia. Ho le gambe sotto il tavolo e Miriam non può aver visto il mio cazzo duro. Ma sento il mio volto caldo come quando ero un ragazzino. Ascoltare le sue parole mentre quelle immagini mi frullano nel cervello mi ha fatto provare una sensazione che non provavo da tempo. E' come se se sentissi scorre il fuoco nella parte bassa della pancia. E sento un fremito forte, una scossa che corre tra le palle e il buco del culo. Si dilata e si chiude. Mentre il mio cazzo pulsa.
Miriam rompe il silenzio.
Scusami un attimo. Devo chiamare al lavoro e dirgli che oggi non ci vado. Mi ero presa solo due ore di permesso... non immaginavo.
La borsa è di là, nell'ingresso. Va a recuperare il cellulare e io finalmente posso far scivolare la mano sotto il tavolo. Mi stringo il cazzo forte. Ho voglia di segarmi, infilo la mano in tasca, sposto le mutande e a stringo forte la cappella. Ho voglia. Una maledetta voglia. Vorrei che qualcuno iniziasse a succhiarmelo. Forte. A passare la lingua lungo l'asta, fino alle palle. Vorrei spalancare le gambe per farmi leccare il buco del culo, mentre la mano mi accarezza il cazzo. Poi vorrei sentirmi penetrare un po', perché adoro sentire scivolare un dito nel mio culo.
Allora Marco, che cosa vuoi fare?
Miriam ha finito la telefonata e non mi sono accorto che è rientrata.
Tolgo la mano dalla tasca, forse un po' bruscamente.
Sento i suoi occhi addosso. Il suo sguardo. Non c'è dubbio, ha capito.
Sono frastornato. Eccitato. Impacciato. Mi batte forte il cuore, come se sul banco degli imputati ci fossi. Mi frullano tanti pensieri in testa. Penso a Lidia. E' tanto che non la scopo. Magari anche lei si fa fottere da qualcuno. Penso a mio fratello che si fa le seghe.
Penso a me, al mio ultimo viaggio a Roma, quando invece di andare a dormire come gli altri colleghi sono uscito di nascosto dall'albergo per andare a puttane e mi sono ritrovato in un letto con un trans che mi succhiava l'uccello mentre io succhiavo il suo. E poi penso al giorno dopo, quando nella pausa caffè sono andato in bagno e mi sono stretto forte l'uccello pensando alla sera prima.
Già, chi sono io per rovinare una famiglia. E mio fratello? Lo so, anche lui va sempre a puttane.
Miriam?
Dimmi Marco.
Non ti ho visto rimettere le mutandine quando eri in garage. Le hai mica lasciate giù? Non vorrei che Lidia le trovasse...
No Marco, quando ho voglia di fare la troia non me le metto. Non ci credi? Vieni a sentire. Sai, vederti da dietro la porta che ti stringevi l'uccello mi ha fatto bagnare. Se mi sbatti come una troia non lo dico a nessuno. Non è un ricatto, ma ti avverto: devi farmi godere.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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