Racconti Erotici > Scambio di Coppia > Io lui e Irene 3 da triangolo a trapezio...
Scambio di Coppia

Io lui e Irene 3 da triangolo a trapezio...


di animatrav
02.09.2024    |    48    |    0 8.0
"E nel frattempo la sua mano si muoveva su e giù frenetica, prima sotto e poi, fuori dalle lenzuola..."
Continuano gli episodi realmente accaduti, seppur incredibili.

Con Irene i rapporti si erano fatti sempre più intensi. Pian piano ci stavamo avvicinando alla nostra prima volta, anche se non ho un bel ricordo di quell’esperienza. Forse perché Irene si sentiva in diritto di pretendere: voleva che parlassi con lui e, se non lo facevo, avrebbe dato di matto.
Pensai che per evitare problemi avrei dovuto allontanarmi. Colsi l’opportunità a fine estate, quando iniziai a frequentare Ingrid, una ragazza che avevo conosciuto durante le vacanze. Era l’opposto di Irene, sia a livello fisico che caratteriale. Se Irene era dolce e rotondetta, l’altra aveva un carattere amabilmente acido ed era di un sexy pazzesco. Nella mia insicurezza mi sembrava assurdo che una ragazza tanto bella potesse essere interessata a me, ma i fatti erano la conferma che non sognavo e la donna in questione era diventata la ragazza. Il problema fu che M, entusiasta che il suo fratellino/amante si fosse finalmente trovato una ragazza, andò subito a dirlo alla sua ragazza, che si precipitò a casa mia e fece una scenata sotto gli occhi di tutti. Chiunque aveva capito che tra noi c’era stato qualcosa, tutti ad eccezione del diretto interessato. Fu così che, tra la paura che la verità venisse a galla, l’essere riuscito a gestire la rabbia di Irene e il frequentare la mia nuova ragazza, mi ritrovai con i piedi in tre scarpe. Seppur stressante, quando mi ritrovavo con M nel nostro rifugio, era incontenibile il misto di desiderio e passione che mi bruciava dentro, ancora di più perché lo sapevo ignaro di tutto. Quando ci trovavamo soli in casa e si avvicinava per farmi capire che aveva voglia di toccarmi, il mio corpo non riusciva a non essere sincero. Trovandomi eccitato al primo tocco mi infilava subito la lingua in bocca senza alcun indugio, senza poter immaginare che quel desiderio, oltre che dalle sue mani bramose erano dovute al pensiero che avevo per la sua donna, che era pronta a tutto pur di avermi tutto per sé e a Ingrid, che mi bastava anche solo sognare per sentirmi al settimo cielo. Credo che in quei momenti M sia sentito desiderato come mai prima di quei momenti. Lo dimostravano le sue erezioni esagerate e i suoi abbracci che a ogni volta alla fine sembravano sempre più sinceri, oltre che incontenibili.

Con Ingrid non durò tantissimo. Sembra strano dirlo, ma fui io a lasciarla. Naturalmente fu per mano di Irene che vedendomi sempre più distaccato e in preda al nuovo innamoramento, decise di sfoderare tutte le sue armi. Si presentò da me i primi giorni di settembre, non appena venne a sapere che ero solo in casa. Era più di un mese che non ci vedevamo ed era scontato che gran parte delle mie attenzioni fossero rivolte a Ingrid.
Quando mi telefonò per dirmi che sarebbe passata per chiarire la questione, mi aveva infastidito il tono di voce autorevole e distaccato che aveva usato prima di di riattaccare il ricevitore e, non appena mise piede in casa mi mostrai contrariato e deciso. Purtroppo non avevo considerato il suo odore familiare, che percepii non appena mi diede un bacio formale sulle guance, e il vestito lungo che le arrivava alle caviglie.
“Dobbiamo parlare”, mi aveva detto mentre già ci stavamo tenendo per mano e lei, che da un lato cerca iniziava a sbottonarmi o pantaloni, stava rivolgendo il suo sguardo dritto nelle mie pupille. In men che non si dica eravamo entrambi nudi. Solo dopo averle sfilato il vestito avevo capito che sotto non aveva altro che le scarpe da tennis. Ed era rimasta con quelle mentre, ancora all’ingresso e dopo esserci baciati e masturbati a vicenda, si era accovacciata prendendomi nella sua bocca per più della metà della mia eccitazione. Dopo esserci spostati nel letto ridemmo come la prima volta. Ci guardavamo, ci leccavamo i volti, oltre che i corpi bramosi. La stanza dopo pochi istanti già sapeva di noi e dei suoi umori che perdeva in maniera copiosa. Quando all’inizio aveva schiuso le gambe liberando la folta peluria, mi ero gettato a capofitto nella calda e rosea rientranza che tanto avevo sognato prima che tutto iniziasse, e immaginavo ogni volta che mi ritrovavo a fare l’amore con il suo ragazzo. E nel frattempo la sua mano si muoveva su e giù frenetica, prima sotto e poi, fuori dalle lenzuola. Mi pentii nel momento stesso in cui ebbi l’orgasmo e anticipai la sua domanda dicendole: “Vi voglio bene a entrambe”.

“Non mi basta”, disse mentre si rivestiva. “Ma non posso pretendere che tu resti con me per forza.. Me ne farò una ragione. Da questo momento mi ritengo libera e pronta a rifarmi una nuova vita”.
Lì per lì non feci neanche caso a quelle parole che mi sembravano dettate dalla rabbia, ma con il passare dei giorni e nessuna conferma che mi vedesse ancora il suo uomo dei sogni, iniziai a preoccuparmi. Nonostante fossi convinto che mai nessuno se la sarebbe filata, sentivo una folle gelosia che mi mordeva lo stomaco. Le sue erano state parole scontate, ma mi diedero la forza di chiamare Ingrid e lasciarla nel peggiore dei modi: per telefono…
A posteriori so di essermi fatto prendere dalla foga, di non aver saputo valutare.
Irene mi aveva fatto assaporare il sesso ed ero vicinissimo alla mia prima volta, mentre Ingrid ne aveva fatto le spese proprio per la sua integrità.
Fu una vera signora e non disse nulla, se non: “mi dispiace, ma se sei felice ti auguro il meglio”.
Rimpiansi molto la sua figura, soprattutto quando per la delusione si era avvicinata a M, che nel frattempo era stato lasciato da Irene.
Inevitabile lo scambio che ci fu e divenne un vero e proprio scambio di coppie.

(Ometto la fase interminabile di motivazioni e giustificazioni che ci furono e portarono me e M alla separazione momentanea, dato che le nuove coppie avevano bisogno di passare del tempo insieme e stare lontane dalle vecchie ferite).

Io e Irene facemmo l’amore, la prima volta per entrambi, nella soffitta di casa sua. Era sera e la casa era deserta. C’era una specie di ripostiglio da cui proveniva odore di muffa. Non era un buon posto, ma era il più sicuro. Nel caso fosse arrivato qualcuno ci saremmo potuti rivestire in tempo. Lei mi guardava con il viso innamorato, mentre io la osservavo come chi, pur di darmi qualcosa, mi aveva fatto pagare un prezzo troppo caro. Ma a quell’età i pensieri e le esperienze negative da fare sono tante. Concentrai la mia attenzione sulla peluria che mi aveva schiuso davanti, aspettando supina che assolvessi al mio dovere di uomo. Devo ammettere che non fu una bellissima esperienza, perché mentre lei perse la verginità in un batter d’occhio, io feci lo stesso rompendomi il filetto che schizzò sangue ovunque, confondendosi con il suo e lasciandomi dolorante per più settimane.

Irene sapeva cosa era successo, ma non M a cui non potevo confidare quel che era accaduto. Era troppo presto. Per questo inventi scuse su scuse, fino alla completa guarigione in cui in entrambi, godemmo del nostro desiderio.

Con Irene si aprì un mondo. Mi sentii felice per la scelta fatta (anche se come spesso è capitato nella mia vita, c’è sempre qualcun altro che decide per me). Al tempo stesso ero bramoso anche per i desideri che maturavo quando, clandestinamente, mi vedevo con M. Nè Irene, né Ingrid sospettavano nulla e quando mi trovavo con M non pensavo più a Irene, che ormai avevo posseduto totalmente, quanto a Ingrid che non avevo mai potuto avere sotto l’aspetto più intimo. Lei, secondo i racconti del mio amico, si limitava alle prime esperienze da adolescenti. Non ero geloso, forse infastidito per aver perso l’opportunità di una storia che non avevo avuto la libertà di portare avanti. E non c’era volta in cui non pensassi a Ingrid mentre M, soddisfatto dalle mia bocca, si concentrava per ricambiare il medesimo servizio. Mi vedeva chiudere gli occhi, assumere espressioni estasiate, ma non credo immaginasse che nella mia testa, lì davanti, c’era la silhouette della sua Ingrid che faceva con me ciò che, nel frattempo, si dilettava a fare con lui.
Più passava il tempo, tanto più mi rendevo conto che desideravo sempre di più mettere le mani dove le aveva messe Ingrid. Anche dove M non mi guardava desideroso, mi fingevo preso da altro, assumendo pose normali, ma che avrebbero di certo stuzzicato il suo interesse. Infatti, da sempre, non avevo mai preso l’iniziativa con lui, probabilmente perché questo mi faceva sentire sicuro di essere cercato senza sentirmi l’artefice del primo passo. Era emozionante vederlo disinteressato e dopo alcuni istanti fuori controllo. Sentivo la sua lingua bramosa che mi vorticava nella bocca, incurante del fatto che gli avessi sottratto la ragazza, men che meno del fatto che stesse tradendo la sua nuova donna, che io desideravo con ardore. E con quello stesso ardore mi impegnavo a fargli male, stringendo con forza il suo desiderio negli slip e facendolo venire in pochi istanti senza dargli il tempo di tirarlo fuori dai pantaloni. Mi faceva sentire bene rimandarlo dalla sua donna scarico e sporco dello sfogo che aveva avuto con me nelle mutande.

Tornando a Irene, il sogno durò solo pochi anni perché con il passare del tempo venni tradito e, infine, ci lasciammo. Era stato un brutto colpo e furono proprio M e Ingrid a consolarmi. Dopo alcuni mesi Ingrid tornò con me e, proprio per questo motivo, litigai definitivamente con il ragazzo con cui ero cresciuto, con colui che mi aveva aperto le porte a esperienze scomode, ma che con il passare del tempo capii quanto fossero uniche e indescrivibili.

Irene non condivideva la mia scelta di tornare con la mia Ingrid. Il suo ego le diceva che lo avevo fatto per ripicca, perché stavo soffrendo troppo il suo distacco. Al contrario, dopo il mio ricongiungimento Ingrid non sentii più né desiderio, né tantomeno la mancanza di Irene. Con Ingrid mi sentivo la persona più felice al mondo, anche senza fare nulla. Ero davvero innamorato. Stavamo bene anche solo parlando, giocando a prenderci in giro o a cucinare. Il sesso era altro, c’era ma non era al centro di tutto.

Naturalmente, poco alla volta anche quello diventò importante. Lo ricordo come uno dei momenti più intensi, di quelli in cui, con i primi SMS, ti scambiavi pensieri, spesso desideri che condividevi solo con la persona che di trovava di fronte all’altro capo display.
Con Ingrid vivevamo di questo. Giocavamo, forse troppo. Ed è forse per la troppa routine che andò a trovarsi il nuovo compagno di giochi, e lì rimasi completamente solo.

Trascorsero anni, trovai la cosa più vicina al mio equilibrio e mi sposai.
Pensavo di stare bene ed essermi per sempre liberato dai fantasmi del passato, ma Irene, anch’essa sposata con l’uomo con cui mi aveva cornificato, tornò a farsi viva...
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 8.0
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Io lui e Irene 3 da triangolo a trapezio...:

Altri Racconti Erotici in Scambio di Coppia:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni