Scambio di Coppia
Il bello dell'attesa. Capitolo II°
di coppiaala
12.02.2024 |
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"Silvy si alza dalla sedia, si toglie velocemente l'intimo e accoglie LUI nella sua bocca; mezza nuda dalla vita in giù, si gira porgendo le terga a LUI che..."
L'attesa è come un boa, ti avvolge, ti accarezza sinuoso, strisciante, ti ammalia percorrendo tutto il corpo ma sai che potrà ucciderti solo volendolo. E la lasci fare, pensando che non lo farà, perché forse ne gode pure lei, non vuole farti morire, vuole provocarti senza soddisfarti, è crudele e gioiosa. E' l'attesa.
Ma mi sta davvero provocando e allora provo, provo a ingannarla immaginando il momento in cui il boa sarà sconfitto, il momento il cui non troverà più il suo godimento, ma ci sarà il mio, vibrante potente, lussurioso ed esplosivo.
Immagino.
Immagino che arriveremo, che ci siederemo a tavola e io comincerò a carezzare lei da sotto la tovaglia, facendo scorrere le mie mani lungo le sue cosce setose, eccitandola con un gioco leggero, cercando questa volta di essere io il boa della sua attesa.
Immagino Silvy che, leggermente stupita, osserva capisce e si rende conto che non tocco cibo, le mie mani sono impegnate in altro.
Sono il boa.
Immagino: raggiungo, finalmente, l'obiettivo e capisco che l'attesa sta per finire, le sue labbra da baciare sono roride, il suo nettare scorre copioso, presagio di piaceri già provati ma sempre nuovi. Silvy si sta eccitando e LUI se ne accorge, lo vedo maneggiare sotto la tovaglia, e mi rendo conto che ha liberato il suo gonfiore, eccitato da quello che, anche lui intuisce, stia succedendo tra me e LEI, prende delicatamente una mano di Silvy e con gentilezza la porta sotto il tavolo, sicuramente là dove l'attesa ha generato, anche in lui, uno stato parossistico di desiderio insoddisfatto. Sul viso di Silvy si dipinge quello sguardo sornione, birichino e falsamente sorpreso, che mi fa sempre morire di desiderio, quando il sesso si manifesta con lei. Il movimento del suo braccio è inequivocabile. Lo sta masturbando.
Si ma questa attesa deve finire.
Le mie dita sono fradice e le asciugo con le mie labbra poi bacio LEI con passione, mi alzo, prendo LEI per una mano e la faccio sedere sul divano, le apro bene le gambe e, in ginocchio, la bacio lì dove, fino a poco tempo prima, scorrevano le mie dita. Lei gode, gode molto e cerca di toccare la mia erezione, mi guarda quasi implorando di potermi gustare, ma io sono diventato il boa.
Deve attendere.
Dal divano mi godo la vista di Silvy e di LUI, che si sta godendo le manovre del mio amore sul suo attrezzo che svetta libero dalla patta dei suoi jeans. Lui non lo sa, ma Silvy impazzisce a questa vista, e il boa si stringe sempre di più avvolgendola in una voglia che non può attendere ancora per molto.
Il boa deve morire.
Silvy si alza dalla sedia, si toglie velocemente l'intimo e accoglie LUI nella sua bocca; mezza nuda dalla vita in giù, si gira porgendo le terga a LUI che immediatamente la fa piegare e la penetra dolcemente, come piace a lei, che gode della pienezza che LUI le sta regalando con la sua maestosa verga; ma il ritmo prende velocità e dopo poco la inonda del suo godimento, caldo vischioso, comincia a colare. Sono stordito dall'eccitazione, mi alzo come in trance e raccolgo, nella mia bocca, tutto quanto LUI ha lasciato dentro Silvy. Torno da LEI che, come se sapesse cosa sta per succedere, mi aspetta con la bocca socchiusa e io la bacio. La bacio riversando in lei il godimento di suo marito.
Il boa è morto, ucciso, distrutto.
Mi masturbo forsennatamente ma LEI mi ferma. Mi offre la sua bocca e raccoglie il fiotto impetuoso che come un fuoco d'artificio esce dal mio corpo, vittorioso.
L'attesa è finita.
Lei si alza raggiunge Silvy e la bacia a sua volta donandole il sapore che Silvy ben conosce, ma che per la prima volta riceve da una bocca femminile. E' una esperienza nuova, stordente che confonde i sensi, il sapore del suo uomo dalla bocca di una donna; avida, lo fa suo in un sol colpo.
Ivo nel frattempo si era accasciato sul divano, soddisfatto e sornione, godendo della scena. Vedo che la sua pressione nelle parti basse è scemata e mi sento in dovere.
Mi avvicino e lo prendo in bocca, riconosco il suo sapore, gustato prima, ancora presente, ma ne voglio ancora e mi impegno, sono bravo a fare sesso orale, lo so, e mi impegno, voglio farlo godere nuovamente, e sento che velocemente il volume aumenta, non riesco più a contenerlo completamente, mi concentro sulla parte che rimane tra le mie labbra e riesco magicamente a ricevere un gratificante fiotto caldo.
Questo mi provoca una nuova eccitazione e ancora vestito ho solo una parte che, nuda, fuoriesce dai miei pantaloni, cerco con lo sguardo e vedo LEI che si struscia le grandi labbra con un dildo che ha preso chissà dove.
Vedermi succhiare suo marito, fino a farlo schizzare nella mia bocca la ha mandata alle stelle e ha bisogno, un bisogno fisico impellente, doloroso, di essere penetrata; mi avvicino, levo quel simulacro di uomo dalle sue mani e mi sostituisco allo stesso penetrando velocemente in quella valle nuovamente bagnata, calda e accogliente. Pochi colpi, lussuriosi, e LEI emette un grido liberatorio di piacere, che scarica violentemente tutta la tensione dell'attesa subìta, e mi provoca un nuovo orgasmo, lungo e spasmodico, che scarico dentro di lei.
Sarà così l'epilogo dell'attesa? Il boa sarà ancora per molto tempo attorno a me?
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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