Scambio di Coppia
Domenica rovente
di messe00
06.06.2015 |
10.006 |
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":” prima di baciarmi appassionatamente sotto lo sguardo compiacente di Antonio, che sono riuscito a scorgere per un momento dallo specchietto, prima di..."
Molto spesso la bellezza di un incontro sta più nell’attesa, nella voglia, nel desiderio, nell’interazione, che nell’incontro in sé. Almeno per quella che è la mia esperienza.Così è stato anche per l’incontro con Antonio e Luisa, conosciuti in rete, su un sito di annunci, questo sito di annunci, e come spesso accade i contatti li tenevo con il Lui della coppia, prima messaggi on line, poi dopo qualche tempo ci scambiamo i numeri di telefono e manteniamo i contatti tramite messaggi, con l’intenzione di combinare un incontro.
Lui mi avverte che sarà comunque la Signora a decidere, dopo aver visto delle mie foto, “normali”, vestito, di viso, dopo aver visto la “dotazione” ed averla apprezzata, e così ci si scambia le foto “di rito” e, avendo constatato l’apprezzamento reciproco, si comincia a parlare di un eventuale incontro.
Dopo tanti tentativi andati a vuoto, sembra finalmente la volta buona, non siamo vicinissimi, quindi un po’ di organizzazione è necessaria, e far coincidere gli impegni di tutti non è stato facile.
Domenica mattina, calda, afosa, quando mi avvio incrocio tante macchine di vacanzieri della domenica, pronti per una giornata al mare, io invece vado verso l’entroterra e la collina, senza particolari aspettative, come mi capita sempre in questi casi, in quanto l’esperienza mi suggerisce che quando ho avuto delle aspettative sono sempre ritornato a casa deluso.
L’appuntamento è vicino un bar in un paesino che avrà si e no 300 anime, attraversato da una strada statale, praticamente in campagna, non il massimo per chi non dispone di smisurata fiducia nel genere umano, ma ormai ci sono, e non resta che sperare bene ed acquisire un po’ di fiducia.
Quando arrivo non c’è nessuno, scendo dalla macchina, fumo una sigaretta fuori e provo a chiamare ma il cellulare è staccato e comincio a pensare di aver preso quel famoso bidone, di cui tutti parlano e che a me non è ancora capitato, non resta che fare i conti con la realtà, rimettermi in macchina, fare inversione e riprendere la strada che mi porterà a casa, ma appena messo in strada mi vedo lampeggiare, guardo nello specchietto e da una grande e nuova berlina un uomo sorridente mi chiede di accostare. Appena mi si affianca riconosco Antonio e la sua bella moglie che avevo visto in foto, scendiamo, ci presentiamo e mi spiegano che mi tenevano d’occhio a distanza, per vedere se corrispondessi alla persona che avevano visto in foto e lasciarsi prendere dalle prime sensazioni a distanza, sensazioni che saranno state positive, visto che hanno deciso di presentarsi.
Erano stati molto chiari durante i nostri contatti, anzi lo era stato Antonio, ci si vede solo per conoscenza, al massimo solo qualcosa di molto soft, mi chiedevo cosa intendessero per soft, ma non mi sono soffermato più di tanto in queste riflessioni, preso dalla curiosità e dall’intrigo di questo tipo di conoscenze.
Decidiamo di prendere un caffè nel bar davanti al quale ci eravamo dati appuntamento, scendono entrambi dalla macchina, Antonio si presenta come un uomo sulla 60ina, un buon uomo direi, sorridente, di quelli rassicuranti che ti immagini dietro una scrivania in una banca o in una assicurazione, educato, distinto, ben vestito, la moglie decisamente più giovane, di età imprecisata e indefinibile, le daresti una 40ina d’anni ben portati, ma visto il marito forse ne avrà anche di più, danno la sensazione di quelle coppie che stanno insieme per un mistero, che forse si chiama benessere o stabilità economica.
All’interno del bar ci si scambia le solite chiacchiere informali, su come si vive in questo mondo, fino al traffico per strada, ma a parlare era solo lui, la Signora poteva essere scambiata per una sordomuta visto che non ha spiccicato una parola e lasciava che si esprimesse per lei solo il suo sguardo, quando aveva la compiacenza di sfilarsi per qualche attimo gli occhialoni da sole scuri che le coprono il volto delicato ma dai lineamenti decisi ma allo stesso tempo armonici e dolci. E dopo una buona mezzora di chiacchiere inutili, quando ormai pensavo che fosse ora di rientrare a casa, avendo dato un senso al loro “molto soft” Antonio mi chiede di entrare in macchina con loro per fare un giro nelle vicinanze. Eccoci, è il momento, o mi rapinano o si combina qualcosa pensai, accetto con piacere, cercando di soffocare la diffidenza e salgo nella sua bella auto grigio argento, lavata di recente, che quasi acceca per quanto brilla, e mi accomodo dietro, su dei comodi sedili in pelle nera, che mi fanno sembrare quasi di essere seduto su in divano più che in un auto.
Sorprendentemente la Signora smonta qualsiasi mia illusione e si accomoda davanti, si gira subito e si prende un viale alberato, molto isolato, quando la Signora, sorprendendomi non poco viste le premesse, si volta, si alza gli occhiali da sole e guardandomi dritto negli occhi mi chiede: “ allora, che ne dici di noi, come mi trovi, ti piaccio?”. E si che mi piace, e tanto, ma un po’ di contegno ci vuole, non sono mai stato un morto di figa, e con estremo savoir faire faccio capire il mio apprezzamento, ma con stile e senza troppe banalità, Lei con un balzo salta dietro, mi si mette davanti e mi sussurra “dimostramelo..:” prima di baciarmi appassionatamente sotto lo sguardo compiacente di Antonio, che sono riuscito a scorgere per un momento dallo specchietto, prima di tuffarmi su quel corpo voluttuoso e vibrante di voglia e di piacere.
In un attimo le abbasso la maglia e faccio venire fuori un seno grande, morbido ma ancora sodo, che sta su che è un piacere, tanto che per un attimo mi fa pensare a un seno rifatto, ma constato che è naturalissimo (non che mi potesse dispiacere, anzi) e comincio a leccarlo tutto, succhiando i capezzoli. Lei apprezza, e fa lo stesso, mi sbottona la camicia e mi lecca il petto, giocando coi miei capezzoli, il tutto con la macchina in movimento, con nostro marito-chauffour che si gusta a tratti lo spettacolo. Le faccio sentire che sono pronto, le faccio sentire la mia eccitazione, ma prima che passi al cazzo passa un tempo indefinito che non saprei quantificare, ma che mi sembrava infinito.
Finalmente comincia ad accarezzarmelo da sopra i pantaloni, me lo tira fuori e comincia a succhiarmelo sapientemente, leccandomi con dovizia le palle, passandolo spesso in mezzo alle tettone, il tutto guardandomi fisso negli occhi, cosa che mi arrapava e non poco.
Quando la macchina accosta decido che è ora di assaporare il suo gusto, gli umori e sapore, e con un 69 scomodo e arrangiato comincio a leccarle la figa, sbrodolosa e inaspettatamente pelosa e andiamo avanti per un bel po’, tanto che non mi rendo assolutamente conto che Antonio è sceso, ha aperto la portiera e si fa una sega guardando quel troione della moglie avvinghiata avida al mio cazzo, mi metto dritto e la invito a salirmi addosso, ma ricevo un netto rifiuto che mi fa ritornare a mente quel “molto soft” di cui sopra.
Antonio si unisce a noi, in maniera discreta e garbata, cosa che apprezzo perché preferisco il gioco a 3 quando incontro una coppia rispetto al marito spettatore, ma sembra più interessato al mio cazzo che alle grazie della bella Signora, tanto che si decide e me lo tocca, prima con fare quasi distratto, poi prendendomelo in mano facendomi praticamente una sega, mentre la moglie si dedica alle mie palle arrivando a leccarmi fino al buco del culo.
Ormai ho voglia di sborrare, donerei con piacere il mio nettare alla bocca della Signora, che però mi fa capire che non gradisce e mi fa sborrare sulle lettone, ma quasi pentita, subito dopo avermi fatto schizzare me lo riprende in bocca, gustandosi le ultime gocce di sborra rimaste.
Ci rivestiamo, matidi di sudore ci incamminiamo in direzione luogo dell’appuntamento per riportarmi alla mia macchina, la Signora resta con me sul sedile di dietro a baciarmi, io mi dedico alle sue belle gambe che lecco fino ad arrivare ai piedi,belli e curati anche loro, come tutto il resto del corpo della bella Luisa, l’eccitazione ricresce ancora, me lo tiro fuori e comincio a segarmi mentre mi passo il cazzo sui suoi piedi e continuo a leccarglieli, Antonio capisce l’antifona e allunga il giro, fino a quando non sborro tra i piedi e nelle sue scarpe col tacco, e prima di ricompormi le dono ancora qualche goccia del mio seme sulla lingua.
Arrivati alla macchina, ci salutiamo cordialmente, più che da vecchi amici quasi dopo un incontro di lavoro.
Mi rimetto in auto e prendo la strada verso casa, dopo un po’ di cammino sento squillare il telefono, un messaggio da un numero che non conosco. “Ho ancora il tuo sapore in bocca, e mi piace da impazzire. Torna presto.Un bacio”. Sorrido e mi riconcentro sulla strada e su quell’asfalto che brucia, sento il cazzo che ancora mi pulsa.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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