Prime Esperienze
impara l arte e mettila da parte 2
di Dide69
18.09.2021 |
4.329 |
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"Invece di proseguire il massaggio afferrai il cazzo di Davide scoprendogli l’intera cappella e iniziando con l’altra mano un lento massaggio ai testicoli..."
IMPARA L'ARTE E METTILA DA PARTE -2
Di fronte a mia moglie, con Davide prono e nudo sul lettino, stavo mettendo in pratica il mio piano segreto per farla cedere alla sua prima serata di sesso a tre.
Avevo appena aperto le gambe di Davide, scoprendogli buona parte dei coglioni, e continuavo a toccarli apposta con un finto impastamento delle cosce. Davide emetteva versi gutturali e profondi, era sicuramente eccitato e duro.
Proseguii qualche minuto con quella manovra fino a che con voce roca gli chiesi di girarsi…
… Davide si voltò con gli occhi chiusi e la bocca semiaperta, e l’asciugamano con potè in nessun modo coprire il suo cazzo mezzo scappellato, lucido ed umido.
Non era un uccello lunghissimo ma largo si, venoso, bello, con una cappella bagnata che invitata all’azione.
Invece di proseguire il massaggio afferrai il cazzo di Davide scoprendogli l’intera cappella e iniziando con l’altra mano un lento massaggio ai testicoli.
Faticavo a tenerli entrambi in mano, talmente lo scroto si era rilassato ed allargato al mio tocco.
Stringevo il suo cazzo e sentivo i brividi corrermi sulla schiena.
All’improvviso mi ricordai di mia moglie.
Mi girai pensando velocemente a cosa prevedeva il mio piano a quel punto, ma con enorme sorpresa ebbi la più bella visione della mia vita.
Mia moglie aveva abbassato i pantaloni e mordendosi le labbra si stava facendo un ditalino, mentre con l’altra mano si strizzava un capezzolo da sopra la maglia. Mi guardò e sorrise. “Cosa stai aspettando, lo so che non resisti.”
Aveva ragione; mi inumidii le labbra e presi in bocca il cazzo di Davide, il quale emise un lamento strozzato.
La cappella pulsava nelle mie labbra, mentre la mia lingua assaggiava quel gusto nuovo e sconosciuto.
Diedi qualche lappata veloce, gustandomi il sapore, e poi giratomi dissi a mia moglie: “vieni a darmi una mano”.
Lei si avvicinò e, mentre io le tenevo dritto il cazzo di Davide, cominciò a leccarlo prima ai lati e poi sulla cappella. Faticava ad ingoiarla tutta, così dava dei baci molto umidi per poi risucchiare assieme la sua saliva e la precoce sborra dal glande.
Io intanto mi abbassai, le sfilai i pantaloni già mezzi calati e presi a leccarle figa e culo; i suoi peli erano completamente fradici, la sua figa aveva un gusto molto più forte del solito e cosa assai rara continuava a fuoriuscire liquido seminale in quantità.
Quella porcella di mia moglie era infoiata da morire!
Chiesi a Davide di scendere dal lettino e di sdraiarsi a terra, cosa che lui fece immediatamente, in modo silenzioso; mia moglie guardava con occhi lucidi quel grosso cazzo diritto, e inginocchiandosi vi si impalò completamente sopra.
“Aahhhh”
Non resisteva più.
“Aahhhh, tutto dentro…. Ssi…. Che grosso…..”
Mentre io assistevo alla scena, Davide le prese i fianchi e cominciò a dondolarla sopra di sé.
“Ssssiiiiii…” mia moglie aveva cambiato tono di voce ora, stava perdendo ogni freno.
“Scopami, sssiiiii….. sbattimi forte…”
Ero in piedi di fronte a lei, con l’uccello dritto che puntava al suo viso, ed ero completamente stregato dalla bellezza della scena.
Le forti mani di Davide le strizzavano i fianchi e il culo, per sostenere le spinte pelviche che parevano accelerare di continuo.
Lei roteava la testa, biascicava parole incomprensibili e continuava a strizzarsi i capezzoli fin quasi a far uscire liquido mammario.
Feci uno scatto di sorpresa quando mia moglie afferrò il mio uccello e prese a succhiarlo.
“Cazzo che bello…. Cazzo cazzo cazzooo……..”
Il rumore liquido dei colpi di Davide aumentò notevolmente; mia moglie stava avendo orgasmi a ripetizione e la sua vulva era un rivolo continuo di sperma femminile.
“Fermo Davide, aspetta…”
I colpi rallentarono, mia moglie mi guardò senza capire, ed io chiesi loro di mettersi a pecorina.
Mia moglie si inginocchiò; aveva la figa spalancata color rosso fuoco. Io mi misi davanti a lei e con le mani le allargai completamente le natiche.
Davide afferrò ben saldi i suoi fianchi e senza indugiare le ficcò il cazzo di botto fino in fondo.
“Aaahhii…. “ un urlo soffocato di piacere…
“Si… fottimi…. Si così…..”, un filo di bava le colava sul mento.
Io continuavo ad allargarle il culo mentre mia moglie riprese il pompino su di me.
La sua bocca andava e veniva veloce, sia per la spinta da dietro di Davide sia per la sua voglia di farmi godere.
Ecco, ora stava velocizzando in modo spasmodico la sua azione; io ero in apnea, in attesa delle contrazioni finali ma proprio sul più bello la sentii gemere con una voce non sua!
“Aaaahhhhmmmm…..” grugnì in un potente orgasmo!
Purtroppo nella foga mi morsicò troppo forte il glande.
“Ahia cazzo!” Sentivo le lacrime agli occhi per il dolore.
Lei non mostrava segni di pentimento, ciononostante chiese scusa, fermando di fatto l’azione di Davide.
Già, Davide.
In tutto questo vociare mio e di mia moglie lui era rimasto sempre in silenzio, infoiato forse più di noi e paonazzo dalla voglia di sborrare nella grossa figa di mia moglie.
Quel morso ebbe una azione calmante per tutti.
Ci alzammo, io cinsi i fianchi di mia moglie e le chiesi se le era piaciuto.
“Ssshhh, zitto…. Voglio la sborra…. “
Con le mani sui nostri petti ci spinse verso il divano, dove ci lasciammo cadere con i cazzi penzolanti.
Lei si inginocchiò davanti e li afferrò, ad ogni mano il suo cazzo.
Io provai ancora a parlare: “Si amore, che bel….”
“Zitto! Lasciami stare. Voglio la sborra…”
Cominciò a lavorarci entrambi, dapprima lentamente e poi sempre più veloce.
I cazzi scappellati ed umidi scivolavano facilmente nelle sue mani ed il rumore liquido che producevano era molto eccitante.
Ad un certo punto spinse in avanti la testa e cominciò ad alternare su ognuno di noi una azione di lingua: mentre andava su e giù con l’asta, la sua lingua e le sue labbra sbattevano sul glande e sul prepuzio di entrambi.
Non era una azione precisa, ormai stava andando tutto troppo velocemente per badare troppo ai dettagli.
Ma era lo stesso bellissimo.
Mentre sentivo le prime contrazioni partire ebbi ancora la forza di girarmi per guardare Davide: aveva un volto sfigurato, la mascella rigida e gli occhi semichiusi in attesa di una sborrata liberatoria.
Mentre pensavo a quanto era bella quella scena, inarcai schiena e dita dei piedi e mi partirono i primi fiotti.
Talmente forti da essere quasi dolorosi.
“Mmmmmmmhhhhhh…….. gggghhhhhhh…….”
Mia moglie stava bevendo tutto! Non aveva mai voluto fare l’ingoio con me ed ora si lasciava andare completamente alla pratica dei miei sogni.
Ero ancora intento a guardare mia moglie leccarmi la cappella quando partirono anche i primi schizzi di Davide!
“Aaaaahhhhhhhh….. troia……..siiiii……” Davide non si trattenne; dopo tutto quel silenzio si lasciò andare ad un orgasmo potente e liberatorio.
“Godi bastardo!” disse mia moglie con tono soffocato, intenta a bere la gran quantità di sborra calda.
Io e Davide ci guardammo, ancora scossi e tremanti per quella esperienza incredibile. Mentre mia moglie finiva il lavoro di lingua, aveva ripreso un ditalino furioso e si vedeva che voleva chiudere in bellezza anche lei.
“…aaaaahhhhhhhhmmmmm….” Mentre succhiava il cazzo ormai barzotto di Davide si lasciò andare all’ultimo orgasmo, con la figa grondante che schizzava goccioline di piacere su tutto il pavimento in legno.
Aveva la bocca ancora sporca di sperma, e una piccola quantità la conservava al centro della lingua.
Guardandole gli occhi e il sorriso capii subito cosa voleva.
Mi avvicinai e ci baciammo, passandoci lo sperma da bocca a bocca; non so se fosse mio o di Davide ma era buono, sapeva di sesso.
Poi fu la volta di Davide; si leccarono il viso con la lingua e Davide fece scomparire le ultime tracce del nostro amplesso dalla faccia di mia moglie.
Sembravamo reduci da un campo di lotta, arrossati, sudati ma completamente appagati.
Io feci per abbracciare mia moglie: “Amore è stato f…”
“Zitto!... Bastardo…
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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