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Prime Esperienze

Un brindisi a noi!


di compagnoideale
30.05.2024    |    163    |    1 9.2
"Apro la porta e la lascio socchiusa, chiudo le luci tranne quella del bagno e mi sistemo nell’angolo più nascosto in modo che entrando io e lei non ci vediamo..."
L’acqua calda mi cade in pieno volto e scivola via sul collo, petto, rimbalzando sulle spalle. Ad occhi chiusi alzo leggermente il braccio e cerco la piccola leva argentata per interrompere il flusso. Con le dita libero gli occhi e li apro aspettando che la vista si riabitui e tutto ritorni a fuoco. Attento a dove mettere i piedi noto l’ultima schiuma bianca del sapone, la più ostica, che cerca di resistere aggrappata al bordo del buco della doccia. Infilo l’accappatoio e comincio a strofinare delicatamente la pelle. Guardo lo schermo del cellulare… nessun messaggio. Crema sul viso, deodorante, profumo… crema profumata anche lì: dobbiamo essere tutti presentabili ed in forma. Controllo la depilazione… tutto ok. Camicia, jeans e giacca.

Entro in auto e sento il fatidico ‘beep’. Apro: “tra dieci minuti partiamo. Tutto confermato? Noi di sicuro ci saremo.” Informo che sono in procinto di partire pensando che solo un folle darebbe buca ad una coppia così. Un’ora d’auto ma, come sempre, il tempo nell’ultimo giro della lancetta più lunga mi appare più veloce facendomi rischiare il ritardo. Strada, superstrada, autostrada e l’immancabile conducente che guarda il sempre uguale panorama a 30 km/h. Sembra mandato intenzionalmente da qualcuno, forse dagli altri singoli che la coppia ha scartato. Finalmente il cartello stradale indica un nome familiare, la mia meta. Seguo la sua indicazione.

D’improvviso un barlume. Le regole del gioco mi sono molto chiare, l’obiettivo primario è far star bene la donna… credo ci voglia un gesto di galanteria. I minuti son pochi e non voglio tardare all’appuntamento. Guardo i bordi della strada e scruto un locale che si barcamena tra l’essere un bar ed una tabaccheria… non molto invitante ma non ho scelta o questo o niente. Scendo dall’auto ed entro, l’aspetto esteriore mi aveva avvertito… poca roba, troppo poca. Bottiglie di vino artigianale e poi una fila di prosecco, l’unica scelta. Lo prendo e mi avvicino alla cassa. Butto lì una richiesta convinto che la risposta fosse un: “ci spiace, non ne abbiamo”, invece la ragazza mi sorride annuendo e si avvicina ad uno scaffale che non avrei mai notato prendendo una confezione di calici flute di plastica, quelli per le feste. Di certo non potevo sperare in quelli di vetro, ma sufficienti e funzionali per un brindisi improvvisato in una camera d’albergo. Inserisco la prima e… ‘beep’: “Noi tra dieci minuti siamo arrivati”. Rispondo che sono a pochi minuti dalla struttura. Adesso scatta il piano concordato.

Parcheggio alle spalle dell’albergo, chiave alla reception ed apro la porta. Luci accese, un controllo generale… tutto pulito e sistemato. Apro le finestre per far entrare una boccata d’aria fresca. Prendo il cellulare: “La camera è la n. “. Le freccette si colorano, lo ha letto. Passano 5 minuti ed il messaggio preceduto dal “beep” mi avverte che stanno arrivando. Tutto deve filare come concordato. Apro la porta e la lascio socchiusa, chiudo le luci tranne quella del bagno e mi sistemo nell’angolo più nascosto in modo che entrando io e lei non ci vediamo. In questi momenti i pensieri galoppano liberi e non si possono governare: sarà bella come in foto? cosa indosserà? avrà assecondato le mie richieste?

La porta si apre, io mi spingo ancor più verso la parete, dopo poco quella del bagno si chiude e lui accende la luce in camera. Ci salutiamo, una stretta di mano e parole scambiate per rasserenarci entrambi ed entrambi confermiamo ancora una volta che l’intento è far star bene lei. Preparo i bicchieri, bottiglia aperta e verso. Una voce femminile chiama dal bagno… è pronta: luci spente. La porta si apre e si illumina un po’ la stanza. Sento il rumore dei tacchi… uno, due, tre… ogni schiocco di tacco è un passo, ne son bastati pochi per vederla spuntare come una stella dall’angolo della parete. Ci guardiamo per un secondo, entrambi con la mascherina sul volto. I nostri ciao si incontrano a metà strada, sospesi nell’aria, si salutano prima loro e poi giungono a destinazione. Lei continua a camminare. La luce del bagno sembra un proiettore su di un palcoscenico, un occhio di bue. Le inquadra tutto il retro della sua figura che io ripercorro dall’alto verso il basso. I capelli lunghi sul collo, la schiena sinuosa, un sedere fantastico con la natica a mio favore tutta nuda e scoperta, indossa sicuramente un perizoma, poi le gambe che avanzano alternandosi avvolte in un’autoreggente nera velata ed elegantissima, scarpe nere con talco alto e rumoroso che aiuta l’adrenalina a farsi strada nelle mie vene ogni volta che batte sul pavimento. Arriva a bordo letto e si siede. Poche parole per rassicurarla, sottolineando che siam qui per essere tutti tranquilli e sereni e nessuna forzatura alcuna. Lei sorride complice. Un brindisi a noi e all’incontro per aiutare a smorzare l’inevitabile imbarazzo iniziale di tutti.

Si sdraia supina ed allarga le gambe, guardo a distanza, seduto sulla sedia vicino al letto. Le gambe spalancate lasciano intravedere il perizoma che lei sposta e stuzzica mentre il marito la bacia sulla bocca. Mi avvicino ed intravedo ad intermittenza, perché coperta a ritmo dalle dita, una fica stupenda e depilata. Anche se il buio non mi aiuta il colore rosa appare perfetto. Lui si scosta e la lascia sola interamente al mio sguardo. Sono in piedi a bordo letto… lei mi guarda per un po’ poi mette le mani sui seni e comincia a massaggiarli e stuzzicare. Seni stupendi, grandi, sodi come un budino appena uscito dal frigorifero… Che donna… molto più bella dal vivo che in foto e non capita sovente.
Sfilo la camicia, le scarpe ed il pantalone mentre il marito prende il vibratore, lo lubrifica. Lei aspetta e si mette a carponi davanti a me… il fiato mi si arresta in gola ed il battito cardiaco aumenta. Il culo è perfetto. Si muove avanti e indietro, me lo avvicina e allontana. Sono nudo, il pene gonfio dalla voglia e comincio a segarmi. Lei si mette nuovamente sulla schiena… sfila via il perizoma ed il marito le stuzzica col vibratore il clitoride. Lei allunga la mano e lo infila tutto. Nel silenzio della camera si sente il rumore delle vibrazioni, sembrano le pale di un minuscolo elicottero… un continuo ‘zzzzzzzzzzzz’… sceglie la frequenza che più la soddisfa. Comincia a gemere... tocca il seno con una mano e con l’altra spinge a ritmo il vibratore ancor più a fondo… è un crescendo. A volte la foga è tanta da farlo uscire tutto ed il rumore è quello di un piccolo tappo stappato. Tutto ricoperto dei suoi umori, la vista è breve perché subito lo rimette dentro. Io e lui siamo davanti e vicino a lei. Stiamo assistendo ad una scena da film porno ma questa volta senza lo schermo, anche noi immersi nel set. Mi sposto sul lato e mi posiziono sul letto. Lei non mi nota tanto è presa. Adesso dalla bocca i versi son più frequenti e le labbra aperte. Tocca il seno con forza… inarca la schiena… e la fica sale su per poi riscendere.
“Ti piace?” le chiedo ingenuamente.
“Tanto”.
Mi sego mentre il marito si gode la scena. Il tono della voce cambia, diventa più acuto. Il bacino si alza e rimane sospeso nell’aria, spinge con maggior forza il vibratore all’interno. Un orgasmo lungo ed intenso. La figa rimane sospesa in alto e lei continua a liberare emozioni dalla bocca. Dopo un po’… un bel po’… si rilassa. La schiena torna a contatto con il lenzuolo, il sedere perde tensione ed il respiro si tranquillizza pian piano. Io e lui ci guardiamo, percepisco un suo sorriso malizioso e di complicità a dirmi: ‘visto che brava?’, io ricambio il sorriso: ‘brava e bella!’

Lei non toglie il vibratore. Lo lascia dentro. E’ tornata padrona delle sue emozioni. Si mette a pecora con il culo rivolto a me. Ora son più vicino e con il cazzo in mano. Lo guardo muoversi. Avanti e indietro ed è eccitantissimo vedere la lucina del vibratore che brilla celeste nell’oscurità della camera… quasi ad indicarmi che lì c’è l’ingresso del paradiso. Ricomincia ad ansimare… le torna la voglia. Faccio davvero fatica a rinunciare a carezzarlo, c’è un culo fantastico davanti a me, a pochi centimetri. D’improvviso si mette supina, sfila il vibratore e lo consegna al marito… comincia a toccarsi nuovamente spalancando le gambe. Le chiedo se posso sfilarle le scarpe e mi dice di si… prima una e poi l’altra, sembra che continui io a spogliarla… bella sensazione. I piedi stupendi… adesso è realmente nuda e tutta per noi. Solo autoreggenti e mascherina. Il cazzo è gonfio e comincia a far male per l’enorme afflusso di sangue.

Lui si avvicina al suo viso e lei comincia a spompinare. Mi sposto sul davanti del letto, le gambe sono spalancate. Mi inginocchio davanti a lei… il mio cazzo e a pochi centimetri dalla sua splendida figa… mi sego… vorrei tanto ma non posso… i patti son patti… nel muoversi il suo piede sfiora il mio braccio. Il ruvido leggero dell’autoreggente è una scarica elettrica. Lei cambia posizione, si mette a pecora con il viso verso il fondo del letto. Lui da dietro la prende piano delicatamente. Non vedo l’atto penetrativo ma intuisco tutto dall’espressione del viso di lei, dalla sua bocca… eccolo si sta avvicinando, sta entrando delicatamente ed ora è tutto dentro. Le piace, il viso non mente mai. Mi avvicino lentamente mentre mi sego. Piccoli passetti per non infastidirla. Noto che mi guarda, non avverto nulla di fastidio in lei che continua a godere placida. Mi avvicino, il mio cazzo è a pochi centimetri dalla sua bocca aperta che sospira godendo della penetrazione. Evito di osare di più, mi inginocchio per guardare attraverso le sue braccia dritte. I seni si muovono all’impazzata avanti e indietro… in fondo vedo le gambe di lui dare colpi secchi che le natiche ammortizzano ed incassano.
Cambio di scena… lui si sdraia e lei va sopra… lo prende tutto in un attimo. E’ super bagnata. Comincia piano ma il ritmo della cavalcata subito aumenta. Un culo perfetto, mi faccio forza a non toccare, carezzare… Senza pensarci su chiedo a lui di allargare il sedere per farmi vedere meglio il buco, lei sente e non aspetta, posiziona le sue mani ed allarga tutto. In quel momento stavo per schizzare il mio piacere… mi fermo… avvicino gli occhi ad un sedere e buco perfetto. Tolgo le mani dal cazzo, non avrei resistito. Il sedere è spalancato, il ritmo fa apparire e scomparire il cazzo che viene avvolto e agguantato dalla figa. Lei si disarciona e si sdraia. Ci spostiamo dall’altro lato del letto… lei prende fiato, lui si avvicina, le apre le gambe e lo infila dentro… si mette le gambe sulle spalle e la prende con forza. Lei nuovamente geme con passione, è tutta aperta e capisco che arriva nuovamente. Lui mi guarda: “sei pronto?” dico di si… lui la sfonda ed arriva dentro… io mi sego e schizzo il mio nettare sul fazzoletto poggiato sul letto. Lei è vicinissima, il fiato fa fatica a stabilire un ritmo normale… ha bisogno di qualche minuto. Le sue labbra sono rosse, rilassate ed appagate. Sia le labbra della figa che della bocca. Nuda scende dal letto. Il corpo di una donna dopo aver fatto del buon sesso emana una luce diversa, è ancor più bello. Senza scarpe si avvia al bagno. Il suo sedere continua ad essere perfetto e le natiche si muovono all’unisono con i passi. Il mio desiderio non è ancora sopito.

Vado via. Entro in auto e ripercorro la strada a ritroso. Invio un messaggio per ringraziarli della fiducia e dell’incontro e non lesino complimenti alla bellezza di lei, tutti assolutamente veritieri e non di circostanza. Mi preme sapere cosa si siano detti e come lei abbia vissuto il suo primo incontro ravvicinato. Il cellulare è silente… comprendo che sta guidando e, presumo, parlando tra loro.

Varco la soglia di casa ed il ‘beep’ sembra quasi darmi il benvenuto. E’ lui: “Grazie per aver rispettato ogni nostro accordo, sei stato un gentiluomo attento. Lei è stata molto bene, più di quanto sperassi. Sei riuscito a tranquillizzarla”. Mi faceva piacere leggerlo, è importante rispettare e meritare la fiducia di chi ti concede un appuntamento. Poche lettere battute sullo schermo e dopo poco la sua risposta: “Credo di si, penso che ci sarà un altro incontro. Lei è stata davvero bene. Però diamole un po’ di tempo”.

Tutto il tempo che vuole, davanti ad una simile bellezza si spetta pazienti tutto il tempo che vuole.
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