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Prime Esperienze

Un Centro Benessere Con Massaggi & Servizi Particolari!


di Chase90
22.11.2013    |    24.562    |    2 8.8
"E se fosse stata davvero una massaggiatrice? E se mi fossi girato proprio in quel momento? L'erezione che era soffocata dalla posizione supina del..."
Non pensavo ci fossero persone che ad Ottobre ancora andavano al mare. Speravo di trovare il deserto assoluto, anche perché volevo prendere il sole completamente nudo per mantenere l'abbronzatura integrale presa in Spagna durante le ferie. Invece in lontananza, sempre con un occhio attento ad eventuali guardoni, notai una ragazza dai lineamenti asiatici venirmi incontro. Presi subito i boxer, li indossai e continuai a prendere il sole. Poco dopo mi passó davanti, avevo visto bene, era proprio una ragazza asiatica. Corpo snello e proporzionato. Altezza sopra la media, forse un metro e settanta scarso, un seno che non credo superasse la seconda ed un sedere non troppo grande. Il tutto coperto (scoperto?) da un micro costume a due pezzi. Mi guardó velocemente, accennó un mezzo sorriso in segno di saluto e continuó per la sua strada. Rimasi di nuovo solo. Ma non passó piú di un'ora, che la vidi tornare indietro. Stavolta si fermó davanti a me rompendo il ghiaccio con un semplice "Ciao".
- "Ciao! Anche tu in cerca degli ultimi raggi di sole?" Risposi io, cercando di iniziare una conversazione. In fondo era una gran bella topa.
-"Bhé... non proprio... in realtá stó lavorando!" Rispose serafica lei.
Ecco, ci siamo. Ho incontrato l'unica escort della costa Laziale, che cerca di guadagnarsi ancora qualche Euro in spiaggia a fine stagione.
-"Davvero? E che lavoro fai?" Gli chiesi diretto.
-"Non quello che pensi, non sono una prostituta in cerca di clienti. Ho un Centro Benessere in cittá e stó cercando di far conoscere la mia attivitá, insieme ad altre tre colleghe, facendo massaggi gratuiti in spiaggia" Rispose lei sorridendo ma decisa.
Non ero del tutto convinto, ma visto che mi aveva dato una risposta senza esitare, feci finta di crederle. Cosí tra un discorso e l'altro, una presentazione e l'altra, accettai la sua proposta e mi feci fare questo famoso massaggio. In fondo era gratis.
Era organizzata niente male Natsumi, questo era il suo nome (夏美). Aveva una piccola borsa da mare con lo stretto necessario per il "lavoro". Mi fece distendere a pancia in giú e dopo avermi passato una sorta di spugna imbevuta di non só cosa per togliermi i granelli di sabbia, inizió il massaggio. Non avendo un tavolino sul quale, mi spiegó, svolgere la sua attivitá, si mise a cavallo dietro di me. Lentamente inizió a toccarmi le spalle, per poi scendere verso il basso e poi risalire. Fece questo movimento piú volte. Aveva un tocco leggero e le sue mani, piccole ed affusolate che intravedevo quando si allungavano sulle mie braccia, le avrei volentieri volute sentire intorno al mio pisello che iniziava a reclamare attenzione. Eh sí... perché le sue mani che si muovevano lungo la mia schiena, facendosi talvolta strada lungo le mie gambe zona quadricipite e Lei a cavallo su di me con le sue cosce contro le mie, avevano svegliato l'inquilino del piano di sotto! Situazione quasi di imbarazzo. E se fosse stata davvero una massaggiatrice? E se mi fossi girato proprio in quel momento? L'erezione che era soffocata dalla posizione supina del sottoscritto, sarebbe stata evidente. Sfortunatamente peró andó proprio cosí. Mi fece girare per continuare davanti. Il bozzo nei boxer era evidente e dopo un breve massaggio frontale nella parte alta del petto, che spesso e volentieri terminava all'interno delle mie gambe, aumentando cosí la mia eccitazione, mi disse:
-"Spero ti sia piaciuto e sia stato rilassante!"
-"In effetti é stato bello, ma non credo facciano per me queste cose. Tu sei stata molto brava, ma credo di essere allergico alle creme ed ai massaggi. Come vedi nella zona bassa, sotto i boxer, mi é subito venuto un bozzo... uno sfogo!" Risposi sorridendo cercando di dare un tono piú leggero alla situazione.
-"Non ti preoccupare, é una reazione normalissima. Non mi sento offesa. Anzi! Facciamo cosí: io ti lascio il mio biglietto da visita, dove trovi oltre al mio nome, quello di Ayako (彩子) l'altra responsabile insieme a me del Centro. Sentiti libero di venirci a trovare quando vuoi. Oltre ai massaggi, offriamo anche altri servizi". E nel dire quelle parole, anzi quella parola, "servizi", poggió per un paio di secondi una mano sopra il mio pisello in erezione come se fosse la cosa piú naturale del mondo. Poi si mise in piedi e se andó senza aggiungere altro. Lasciandomi lí, con le mie palle gonfie e l'indecisione su cosa fare. Potevo togliermi il costume, rincorrerla con il mio cazzo dritto, sbatterglielo davanti, baciarla e scoparmela su quella spiaggia. E se fosse stata solamente "gentile" per quell'occasione? Rincorrerla con il mio pisello in erezione poteva comportare qualche incomprensione piú o meno difficile da gestire. Ma allora cosa voleva dire Natsumi con "altri servizi"? Forse non mi sbagliavo, era davvero una escort e l'indirizzo su quel biglietto era dove riceveva per appuntamento i clienti. Decisi di non fare nulla in quel momento, a parte masturbarmi per svuotare le palle che Natsumi aveva contrbuito a gonfiare. Mi tolsi il costume, la mia asta spuntó fuori come se fosse stata caricata a molla, presi il mio pisello in mano ed iniziai a farmi una sega. Forse complice il massaggio precedente, forse l'idea di quella mancata scopata con Natsumi, forse proprio l'immaginazione di quello che avrei potuto fargli, stà di fatto che dopo pochi minuti che la mia mano fece su e giú sul mio cazzo ormai al limite, feci una lunghissima sborrata. Prima un lungo interminabile schizzo in aria che finí la sua corsa sul mio petto, a seguire altre sborrate che presero direzioni sparse sulla spiaggia, creando piccole macchie qui e lí come se fosse appena piovuto. Infine mi feci un bagno in mare per togliermi tutta quella sborra, mi asciugai e presi la direzione di casa.
Natsumi mi aveva colpito. Non solo era una bellezza particolare, ma sembrava prendere sul serio il suo "lavoro". Pensai a lungo a quella giornata, a quell'incontro. La sera, prima di addormentarmi, guardavo il suo biglietto da visita, riflettendo se comporre quel numero o no. Nella mia testa poi, si rifecero vivi i discorsi fatti mesi prima con alcuni amici davanti ad una birra. Si parlava appunto di questi centri estetici che, per qualche Euro in piú, effettuavano prestazioni extra. Alla fine vinse la curiositå. Dopo meno di una settimana, andai di persona a trovare Natsumi al centro. Varcai la porta d'ingresso e vidi subito che l'ambiente era molto accogliente e pulito. Alla reception notai due ragazze, una di loro aveva lineamenti asiatici, doveva essere Ayako. Mi accolsero subito come un vecchio cliente chiedendomi come potevano aiutarmi. Provai a chiedere di Natsumi, ma non feci in tempo a finire la domanda, che la vidi spuntare da una stanza adiacente al bancone informazioni.
-"Ci penso io Ayako, é un mio vecchio cliente" Disse Natsumi guardandomi con un sorriso.
Mi fece entrare nella stessa stanza dalla quale era uscita e dopo esserci salutati come due amici che si conoscono da una vita, mi chiese se volevo provare uno dei loro massaggi speciali. Ci risiamo. Di nuovo parole ambigue: prima "servizi" ora "speciali". Mi stava davvero incuriosendo, ancora non avevamo fatto nulla, non sapevo nemmeno di cosa stava parlando e giá sentivo il mio pisello cresecere negli slip.
-"Sono qui per questo. Facciamolo!" Risposi io.
Lei mise subito le cose in chiaro: i loro servizi erano costosi, ma come contro partita, io come nessun altro prima, sarei mai uscito da quel centro non soddisfatto. Regola numero due, qualunque cosa fosse accaduta in quella stanza, era assolutamente vietato toccare le ragazze che effettuavano il lavoro. Ora si che ero davvero curioso ed eccitato. Accettai giustamente i loro regolamenti, a condizione che il massaggio fosse effettuato da Lei e non dalle altre ragazze. Natsumi non fece obiezioni e mi chiese di tornare nel tardo pomeriggio perché la lista appuntamenti era piena. Quando tornai la sera, trovai Natsumi ad accogliermi. Mi chiese se ricordavo le regole e mi disse che il pagamento per la prestazione era anticipato! Terminata la parte "fiscale", mi fece accomodare in una stanza. Mi chiese di togliermi tutti i vestiti e disse che sarebbe tornata dopo dieci minuti. Per evitare incomprensioni, chiesi subito:
-"Completamente nudo?".
Rispose di si. É cosí che si fanno i massaggi e le saune. Mi disse che una volta che mi fossi spogliato, dovevo sdraiarmi sul lettino al centro della stanza e coprirmi solo le parti intime con un piccolo asciugamano. Poco dopo arrivó lei, diciamo... in divisa da lavoro! Con un accappatoio e delle ciabatte tipo quelle da piscina. Prima di avvicinarsi a me spense tutte le luci, lasciandone solo una che emanava un colore sul rosso, quasi fosse un privé. Successivamente accese un piccolo impianto stereo che diffondeva una musica da camera, molto soft e rilassante. Infine si tolse l'asciugamano..... e quello che aveva sotto, non era un costume, ma un filo che copriva a malapena le tette e la sua fica. Praticamente era quasi nuda. Lo spettacolo aveva inizio!
Si mise al mio fianco ed inizió a toccarmi un pó ovunque. Inizialmente si limitó a toccarmi quasi a caso in ogni zona del mio corpo, poi si concentró sulle mie gambe. Partiva con entrambe le mani unite dalla pianta dei miei piedi, fino a salire sulla coscia, per fermarsi a pochi millimetri dal mio pisello. Poi passó al mio petto, dei brevi movimenti e poi giú fino ai fianchi. Successivamente fece delle pressioni sugli addominali, le sue mani calde si muovevavano lentamente in tutta quella zona. Per qualche secondo mi sembró che le stesse infilando sotto l'asciugamano. Le sentivo vicinissime al mio pisello. Ma non lo fece. Il mio cuore peró iniziava a pompare sangue verso il mio uccello, che sembrava reagire a quello che invece che essere un semplice massaggio, aveva le sembianze di una vera e propria masturbazione. Non só se faceva parte del programma, forse era davvero una professionista nel suo settore ed aveva capito la situazione, stá di fatto che mi fece girare per mettermi a pancia sotto quando il mio cazzo iniziava a crescere. Una volta assunta la nuova posizione, si mise davanti alla mia testa e rimase immobile per qualche secondo. Ora potevo osservarla nel suo splendore. Era davvero una grande ragazza tutta da scopare. Quello che Lei probabilmente chiamava slip, non era altro che un filo interdentale colorato che divideva in due la sua fica. Una fica liscia e luminosa. Forse si era messa una qualche crema per renderla cosí, perché di sicuro non si era bagnata, visto che non l'avevo nemmeno toccata. Alzando un pó di piú lo sguardo notai il suo seno, non troppo grande a dirla tutta, ma a vederlo da quella distanza sembrava comunque bello sodo e tonificato. Rimase ferma per diversi minuti, il tempo di farmi ammirare il suo fisico e di farmelo drizzare. Poi prese posizione dietro di me ed inizió nuovamente a massaggiarmi le gambe, stavolta nella parte posteriore. Stesso sistema di prima a mani unite, per entrambe le gambe. Ma questa volta con una variante, una volta che arrivó vicino al mio culo, lo strinse con forza e tolse l'asciugamano. Inizió a toccarlo e palpeggiarlo come io farei con una che ha la quarta di seno. Il mio pisello era ormai duro e spingeva con forza contro il lettino, tanto forte che l'attrito fece scivolare la pelle giú per mostrare solo la cappella in mezzo al mio sedere. Natsumi la toccó con un dito e lo strusciava delicatamente in modo circolare. Poi mise una mano sulla mia schiena mentre camminava per posizionarsi nuovamente davanti a me. La guardai di nuovo, quanto avrei voluto metterglielo dentro quella sua fica stretta per riempirla di sborra. Inizió a muoversi lentamente, quasi a ballare e mentre lo faceva, si slacció il reggiseno. Ora le sue tette erano ben visibili. Aveva due enormi areole che circondavano un rigidissimo capezzolo. Questo particolare mi rimase impresso perché se era vero che io non potevo toccare Lei, non era vero il contrario. Mi strofinó per pochissimi secondi il suo seno contro il mio naso, quel tanto per poter sentire quanto fossero turgide quelle tette. Poi fece un passo indietro e si sfiló anche le mutandine. Allungó un braccio e me le mise sotto il naso. Dopo qualche secondo le gettó via, fece nuovamente un passo avanti e quello che vidi era una fica totalmente rasata davanti ai mie occhi! Per rendere l'idea della vicinanza, se avessi tirato fuori la lingua, avrei potuto leccargliela. Adesso Natsumi era completamente nuda... eravamo completamente nudi! Si mise di fianco e mi fece cenno di girarmi. Finalmente il mio pisello poteva respirare. Schiena sul lettino, viso verso il soffitto ed ovviamante cazzo dritto! Lo sfioró delicatamente e si concentró sui mie pettorali. Ma tornó quasi subito sul mio cazzo dritto, con una sola mano lo afferró e stuzzicó con il pollice il frenulo. Non fece altri movimenti, niente gesti su e giú tipici di una sega, semplicemente afferró con vigore il mio pisello facendo movimenti circolari sulla mia cappella con il pollice. Sentivo lo sperma salire lungo l'asta. Si fermó dopi pochi secondi, quasi avesse paura che venissi. Si diresse verso un bancone pieno di creme e se ne versó un flacone sulle mani. Si avvicinó nuovamente al mio pisello ormai in perenne erezione e me la spalmó. Inizialmente con un singolo movimento di entrambe le mani dall'alto verso il basso. Afferrava il mio cazzo e poi giú verso le palle. Finiva con una mano ed iniziava con l'altra. Stringeva l'asta e scendeva sbattendo sui testicoli. Piú volte. Poi fece l'esatto contrario. Dal basso verso l'alto. Questa volta con una sola mano, con l'altra aveva preso le mie palle e le teneva strette come in una morsa. Le aveva prese con forza e le teneva tirate verso il basso, mentre con la mano destra afferró completamente il mio pisello per poi salire verso l'alto. Con quel sistema mi teneva la sborra imprigionata nelle palle, ma allo stesso tempo permetteva ad esse di produrre altro sperma. Lo sentivo. Sentivo lo sperma salire lungo l'asta, specialmente quando con la mano arrivava in cima alla cappella e la chiudeva quasi per strizzarla. Ora le palle iniziavano a farmi anche male, le sentivo gonfie e forse era il caso di svuotarle. Ma Natsumi sembrava non volesse fermarsi. Mi lasció diversi minuti a cazzo dritto senza toccarmi, quasi volesse farmi respirare... farlo respirare! Mi ronzava intorno, lasciava che l'ammirassi, che mi eccitassi sempre di piú. Qualche volta dava un colpetto sul mio cazzo, lo prendeva in mano e mi faceva una breve sega a stantuffo per pochi secondi, ma niente di piú. Voleva che mantenessi l'erezione, ma non voleva ancora che sborrassi! Tornó di nuovo vicino al bancone e prese quella che sembrava una catenina composta da pallini. E lo era: erano tanti piccoli pallini, tipo quelli che usano i bambini per le pistole ad aria compressa, uniti tra loro proprio come una catenina. Prese di nuovo un flacone di crema e si diresse nuovamente verso il mio pisello. Questa volta me la spalmó solo sopra la mia cappella e con un dito cercó di infilarne qualche goccia dentro il buco del mio pisello. Poi ne mise altra lungo tutta la "catenina di pallini" e fece quella che potrei definire un'operazione chirurgica: lentamente, molto lentamente, infiló uno ad uno i pallini nel buco della mia cappella. Ricordó che appena mi mise dentro il primo, emisi un suono che era a cavallo tra dolore e godimento. Lei mi guardó e disse di non muovermi. Era facile per lei. Questa era la prima volta che qualcosa entrava nel buco del mio cazzo, anziché uscire. Comunque era davvero brava, il mio pisello era dritto e sembrava accogliere tranquillamente quegli oggetti estranei. Li sentivo scivolare dentro lentamente, forse anche merito dello sperma che si era incanalato lungo l'asta che rendevano la discesa piú facile, o forse era merito di Natsumi, la Dea della masturbazione! La sensazione di quella catenella che scendeva lungo il corridoio del mio cazzo, mi era nuova. Ma mi piaceva. Avvertivo ogni tanto come un bruciore, ma immaginavo che quello fosse dovuto al fatto che quel canale era destinato ad espellere sborra ed altri liquidi corporei e non sfere d'acciaio. Ricordo che quell'operazione duró parecchi minuti, anche perché se Natsumi non prestava attenzione a quello che faceva, rischiava di crearmi qualche ferita interna. Ogni tanto si fermava per spalmare la crema lungo il mio pisello, o forse si assicurava semplicemente che non perdessi l'erezione. Ma non correvo quel rischio, ero talmente eccitato e stimolato in tutti i modi, che ricordo perfettamente che da quando Lei aveva iniziato a masturbarmi, non l'avevo mai persa! Anzi, piú passava il tempo, piú le mie palle si gonfiavano. E di tempo ne stava passando dall'inizio di quella sega elaborata. Finalmente quella catenina lunga non só quanto, era tutta dentro il mio cazzo. Successivamente inizió ad accarezzarmi l'asta, o meglio il canale dove avevo dentro tutti quei pallini. Li muoveva al suo interno, sentivo salire la sborra dalle mie palle, da un momento all'altro sarei venuto, non riuscivo piú a resistere. Natsumi se ne accorse dai primi spasmi del mio pisello, aveva capito che il vulcano stava per esplodere. Cosí smise di masturbarmi con quella cosa dentro il mio cazzo. Fece un giro intorno al lettino per darmi nuovamente un pó di tregua, sfiorandomi ovunque e riprese la posizione dalla quale era partita. Mise le sue mani sulle mie gambe, altezza ginocchio, pollici verso l'interno coscia ed inizió lentamente a salire verso le mie palle. Contemporaneamente avvicinó il suo viso alla mia cappella gonfia e rossa, cercando di afferrare con i denti la catenina. Accadde tutto in pochi istanti: i suoi pollici arrivati poco sotto le mie palle, spinsero con forza quello che doveva essere il "corridoio" che portava lo sperma lungo il mio cazzo! Nello stesso momento tiró fuori velocemente la catenina con la bocca. Non potevo trattenermi oltre. Appena la sfiló, una lunga intensa sborrata venne fuori dal buco della mia cappella! Una interminabile schizzata che finí dritta sulle sue tette! Ero un fiume in piena, un vulcano da troppo tempo soffocato. Natsumi tolse le mani dal mio uccello, ma ormai la stimolazione non serviva piú, avevo le palle davvero piene ed il mio pisello dritto andava in completa autonomia. Una seconda ondata di sborra uscí dal mio cazzo diretta verso il suo viso, ma lei si giró di scatto per evitare di essere presa in pieno. Lo schizzo le arrivó quindi sul collo e prima che una terza sborrata uscisse darl mio cazzo, Natsumi prese con la mano destra il mio pisello stringendolo con forza, mise il pollice sul frenulo proprio sotto la mia cappella gonfia e fece una forte pressione su di esso! Con l'indice della sinistra invece spinse un punto tra le mie palle e l'asta del mio cazzo. Aveva bloccato ogni via d'uscita per lo sperma. Sentivo il mio pisello pulsare, ma di ulteriori schizzate nemmeno l'ombra. La sborra rimase "intrapolata" nelle mie palle. Quando alla fine Natsumi sentí che il mio pisello smise di agitarsi, molló la presa, si diresse verso il bancone, prese una scatola di fazzoletti e tornó da me.
-"Puliscimi!" Disse lei.
-"Come?" Domandai io.
-"Ho detto puliscimi! Prendi questi fazzoletti e dammi una pulita!" Continuó Lei indicando la sborra che le avevo schizzato.
-"Ma... Ma avevi detto che non dovevo toccare per nessuna ragione le ragazze a lavoro....." Risposi.
-"Non ti ho detto di toccarmi, ti ho detto di pulire dove hai sporcato" Concluse Natsumi.
Cosí presi i fazzoletti da quella scatola ed iniziai a toglierli lo sperma che io stesso le avevo spruzzato. Era come scopare con un preservativo: sentivo la sua pelle, le sue tette, ancora il caldo della mia stessa sborra, ma non toccavo con mano il suo corpo. Provai a fare il furbo e cercando di pulirla come lei aveva ordinato, mi avvicinai alla sua fica tentando di mettere la mano fuori dal fazzoletto di carta. Mi bloccó immediatamente: "Qui la tua sborra non é arrivata!" e si allontanó da me. Rimase per qualche minuto in lontananza e poco dopo, avvicinandosi al lettino sul quale ero sdraiato, ci salí sopra. Ora era in piedi su me... davanti a me, a gambe divaricate! Potevo ammirare dal basso la sua fica, riuscivo solo a vedere le sue grandi labbra. Sembravano strette ma accoglienti. "Ci siamo!" Pensai, "Adesso se lo mette dentro". Ma mi sbagliavo. L'idea di farsi fare il pieno di sborra non era nei suoi piani. Inizió a dare dei calci alle mie palle... una volta, due... tre... poi spinse con forza il mio cazzo sull'addome, schiacciandolo e muovendolo in tutte le direzioni. Sentivo la sborra nuovamente farsi strada. Ancora calci sulle palle, di nuovo l'intera pianta del suo piede sul mio cazzo gonfio, "pollicione" che stimolava la mia cappella e..... un piccolo urlo ed una richiesta da parte mia:
-"Ahhh... basta Natsumi, non ce la faccio piú! Mi fanno troppo male le palle" Dissi.
-"Il massaggio non é ancora finito" Rispose lei. E mentre pronunciava quelle parole, tolse il piede dal mio cazzo per metterlo sulle mie palle.
-"Queste ti fanno male?" Disse premendo con forza. Le spinse verso il basso, con vigore e decisione! Poi mollava la pressione, di nuovo calci ed ancora spinte verso il basso per le mie palle. Le schiacciava davvero con prepotenza verso il tavolo, sembrava uno stretching per testicoli gonfi. Sentivo la pelle del mio cazzo tirare, credevo che da un momento all'altro si staccasse il filetto dall'attaccatura della cappella. Dopo questa tortura che duró non só quanto, si mise in ginocchio sui miei addominali. Sentivo lo spacco del suo culo, la sua schiena, sul mio cazzo. Si piegó verso di me ed avvicinó il suo viso al mio orecchio, sussurrandomi: "Preparati ad una grande sborrata, voglio che ti svuoti completamente". E nel dire quelle parole riprese la sua posizione, scusate il gioco di parole, eretta. Era di nuovo a cavallo sopra di me, a gambe divaricate, lasciandomi di nuovo la visione della sua fica dal basso. Da quella posizione sembrava anche piú alta, le sue gambe lisce erano lunghissime. Spostó il piede destro sotto le mie palle ed inizió a giocarci, a fare dei palleggi con il pollice come si farebbe con una pallone per il calcio. Due... Tre... Quattro botte verso l'alto, quasi a voler spingere lo sperma dentro le mie palle fuori. E funzionava, sentivo la sborra salire. Il colpo finale, che mi fece schizzare come un'inondazione fuori controllo, fu quando mi toccó con il pollice tra le palle e l'ano! Un pó come quando strozziamo un tubo per innaffiare il giardino con i piedi, appena lo togliamo, l'acqua bloccata esce di getto e con prepotenza. Cosí accadde per la mia sborra da troppo tempo soffocata. Natsumi sollevó il piede, sfioró dal basso verso l'alto tutta l'asta del mio pisello provocando la prima schizzata... una lunga e decisa sborrata! Un lungo getto che finí sulle sue gambe. Ma era solo l'inizio. Spinsi con forza il mio bacino verso l'alto, volevo che la sborra raggiungesse la sua fica. Ebbi successo! La seconda schizzata la prese in pieno... prese in pieno la sua fica! Cosí per la terza sborrata, la quarta... e la quinta... getti di sborra che la colpirono piú volte in mezzo alle gambe, sullo spacco della sua fica, ovunque! Ero venuto cosí tante volte che persi il conto delle sborrate! Ma vedere lo sperma colare verso il basso lungo le sue gambe, vedere le gocce di crema calda scivolare lungo lo spacco della sua fica, mi fecero rendere conto del grosso carico di sborra che avevo dentro le mie palle! Finalmente mi ero svuotato, o quasi. Quando Natsumi scese dal tavolo, si avvicinó a me, afferró un'ultima volta il mio pisello in erezione e quasi sorridendo tiró su la pelle della cappella facendo uscire le ultime gocce di sperma. Lo aveva strizzato per bene, sentivo ancora pulsare il mio pisello senza sborrare, mentre allontanandosi mi diceva che l'ora del massaggio era finita. Prese i suoi slip, il reggiseno, indossó l'accappatoio, si avvicinó nuovamente a me e mi disse un'ultima cosa: "Spero ti siano piaciuti i nostri servizi, Sig. Chase, torna quando vuoi. Abbiamo altre cose da farti provare". E nel dire quelle parole, fece come la prima volta che la incontrai in spiaggia, sfioró un'ultima volta il mio pisello ed poi uscí dalla stanza.
Non é passato molto tempo da quel giorno, forse qualche anno, ma lo ricordo come se fosse ieri. Qualcuno si sará domandato se vale la pena spendere denaro per una sega. Non lo só, ma nel mio caso non ho avuto rimpianti, quella ragazza asiatica ci sapeva fare. Mi aveva tenuto per un'ora il cazzo in erezione, fatto cose che non credevo (o forse non volevo) fossero possibili, come quella catenina inserita nel mio pisello. Non pensavo nemmeno si potesse trattenere la sborra (e non venire) per tutto quel tempo. Intendiamoci, non sono piú stato in un centro come quello o meglio, non mi sono piú fatto masturbare a pagamento, soprattutto se poi non avevo la certezza che dopo si facesse sesso e di potermi svuotare dentro la fica di qualcuna! Con Natsumi infatti non andó cosí, il suo fisico me lo aveva fatto assaporare, vedere, desiderare. Mi aveva fatto sfiorare le sue tette, sbattuto la sua fica in faccia, ma senza farselo mettere dentro. Ma quell'esperienza l'ho voluta. Ne avevo sentito parlare di questi centri benessere "particolari", ma non ci avevo creduto piú di tanto. E non li avevo mai cercati. Peró ero sempre stato curioso e Natsumi, quel giorno in spiaggia, mi diede l'occasione per togliermi quello sfizio.
Non mi aspetto che tutti capiscano questa mia esperienza, che la condividano e che forse non sono del tutto riuscito a spiegare nel racconto che avete appena letto, ma se per almeno una volta non avete provato a masturbarvi cercando di non venire subito, se per una volta la vostra sega non é andata oltre una semplice schizzata nella tazza di un cesso, forse é il caso che proviate una masturbazione orientale... magari da Natsumi 夏美 & Ayako 彩子!


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