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Sul Treno con la milf latina


di Antonr
01.06.2024    |    39    |    0 8.0
"Ci scambiammo i numeri con l'obbiettivo di incontrarci con più tranquillità e nel frattempo arrivammo a destinazione..."
Buongiorno, questo è il primo racconto che scrivo. Sono Antonio ho 27 anni è questo racconto è frutto di un'esperienza capitata una settimana fa.
Era un venerdì mattina e mi trovavo in vacanza, un una nota località balneare italiana. Esco dall'aeroporto e mi dirigo subito alla stazione; mi aspettava un lungo viaggio di 2 ore su di un piccolo treno regionale. Arrivato al binario, scorgo tra le persone, una bellissima ragazza e di fianco a lei una donna dai tratti somatici Sudamericani. Pelle scura, non molto alta, un bel seno ed un culone tipico Latino. Durante l'attesa per il treno, scorgo la donna ad osservarmi, così senza farmi notare inizio anch'io. Ad un certo punto si avvicina chiedendomi se fosse corretto il numero del binario, rispondendo affermativo; anch'io dovevo fermarmi bel suo stesso paese, e che se volesse potesse benissimo seguirmi. Saliti sul treno molto vuoto ci troviamo in uno dei posti a 4, uno di fronte all'altro con il vagone praticamente vuoto. Iniziamo le presentazioni e lei dice di chiamarsi Maria Lina, viene dalla Colombia ed ha 54 anni. Nel frattempo io non riesco a togliere gli occhi dalle sue tettone, grazie ad una maglia senza maniche molto generosa. Lei se ne accorge ed inizia a sorridere come divertita ed a mettersi più in mostra. Approfittando del vagone vuoto, inizio a toccarmi la patata da sopra i pantaloni, e lei facendomi un complimento si piega in avanti, permettendo alla scollatura di scendere un bel po'. Allora mi faccio più audace e continuando a parlare inizio a strofinare la mia mano sulla sua coscia, lei inizialmente non fece nulla, ma dopo un po' con un sorriso ed un colpo veloce mi toccò il cazzo da sopra la tuta. Li non capì più nulla, mi sedetti accanto a lei, e le diedi un bacio sul collo, lei a questo mio contatto si irrigidì, continuando comunque a toccarmi il cazzo che bel frattempo si era indurito a dismisura. La maiala mi stampò un bacio, ed io ne approfittai per toccarle le tette, e piano piano infilai la mano sotto la maglia ed il reggiseno... Mamma mia che seno, di una consistenza soffice, ma non molle. Ad un tratto sentimmo la porta alle nostre spalle aprirsi e ci rivestimmo velocemente, era il controllore per il solito giro, quasi sgamati.... Appena andò via, io ancora duro come la pietra le dissi di seguirmi in bagno, appena entrati Maria Lina mi si fiondo addosso, iniziando a baciarmi come un' assatanata, io non persi tempo ed iniziai a strizzare quel culone, duro come il marmo. In un'attimo di lucidità mi abbassai i pantaloni e Lina si abbassò a succhiarmi il cazzo... Mamma mia, succhiava come un aspirapolvere, capì che da lì a poco sarei venuto come un' idrante, ma il tempo era pochissimo e volevo scoparla. Allora la girai, le abbassai i pantaloni ed un micro tanga che scompariva in mezzo a quel culone, le bacia la figa ed il buco del culo e con un colpo secco ben assestato glielo piantai in quella figona, super bagnata e calda. Continuai a scoparla violentemente, con lei che ansimava, con il rischio di essere scoperti; quindi le piantai le mani in bocca ed usandole come appiglio continuai per un paio di minuti. Ma il mio obbiettivo era quel culone... Come solo le latine possono averlo. Tirai fuori il cazzo da quel figone tutto bagnato di umori, le abbassai ancora di più la schiena e lo puntai nella rosella, non tanto stretta, quindi abituata ad essere deflorata; e con un colpetto di reni le piantai la cappella in culo. Con mia sorpresa lei si spinse indietro con il culo, infilandosi tutto il cazzo in culo. Sorpreso ed eccitato iniziai a scoparla forte, uscendo quasi tutto e rientrando fino alle palle, lei iniziò a toccarsi la figa e a mormorare parole senza senso ed esplose in un orgasmo a cascata, bagnando i miei ed i suoi vestiti. Arrivato anch'io al limite venni come un idrante nel suo culo. Mi ripulì il cazzo, le diedi una succhiata ad una tetta e ci rivestimmo veloci. Ci scambiammo i numeri con l'obbiettivo di incontrarci con più tranquillità e nel frattempo arrivammo a destinazione. Il viaggio più bello in treno della mia vita.
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