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Prime Esperienze

Schizzi incontrollabili.


di Lamborghino
02.09.2021    |    808    |    0 8.7
""Posso? Non c'è posto da nessuna parte, se è occupato anche questo, che credo sia il tavolino di servizio, non saprei dove appoggiarmi..."
Quel giorno mi svegliai molto nervoso, per via del caldo non avevo dormito la notte e avevo un gran da fare al lavoro...mentre sorseggiavo il caffe', pensavo ed assaporavo la gioia di quando a fine giornata, dopo una lunga doccia rilassante, mi sarei letteralmente lasciato cadere a peso morto, sul mio letto comodo.
Accendo una sigaretta e dentro di me, cerco una sorta di ispirazione per iniziare la giornata, ero alla ricerca di qualcosa di piacevole per rendere la giornata meno faticosa...la piu' banale, quella di pranzare da qualche parte, vedere gente nuova e mangiare qualcosa di diverso.
Ero pensieroso mentre ero alla guida, mi aspettava la seconda meta' della giornata, percorrevo chilometri da circa 20 minuti senza aver alcuna idea su dove fermarmi a pranzare, quando entro repentinamente in un' area di servizio in tangenziale.
Con timidezza visto il luogo affollato, mi dirigo verso il bancone e ordino con scontrino alla mano il mio pranzo, ritiro una Coca ghiacciata e rimango con il vassoio in mano un po' spiazzato e frastornato, inizio a guardarmi intorno, alla ricerca di un posto dove sedermi.
Noto un tavolino quasi nascosto e lontano da tutti, avevo la visuale sull' esterno ed ero in mezzo tra due grandi banchi frigo. Assorto nei miei pensieri, guardo le vetture fuori sostare e ripartire, la gente che si alza e i tavoli che vengono rimpiazzati da altri clienti, quando noto la mia stessa scena attraverso una ragazza stupenda, jeans attillati, tacchi e una camicetta colorata che lasciava intravedere le sue forme, un' anima smarrita con un culo perfetto.
Dentro di me, la mia seconda voce mi disse subito "ma figurati se si avvicina e si siede accanto a te"...e in quel momento esatto, accade.
In quel momento esatto, smetto di masticare e la fisso, mentre lei con fare deciso e mezzo sorriso sulle labbra, cammina sculettando verso di me.Mi blocca letteralmente mentre cammina verso di me e mi guarda negli occhi.
"Posso? Non c'è posto da nessuna parte, se è occupato anche questo, che credo sia il tavolino di servizio, non saprei dove appoggiarmi...fuori fa troppo caldo e l' aria condizionata la desidero piu' del pranzo in questo momento".
Certamente le rispondo io, mentre tutti gli odori venivano coperti dal suo profumo ed iniziavo a sudare nonostante l' aria condizionata. Si siede vicino a me, e nonostante l' imbarazzo del suo essere cosi' socievole ed avere dei toni cosi' confidenziali, parlammo del caldo, della voglia di mare del fine settimana, e di quei 10 minuti di paradiso sensoriale dato che la gastronomia era ottima. Mi guardava negli occhi e aveva il tremendo vizio di muovere le labbra e passarci la lingua delicatamente ogni dieci parole del suo tanto parlare. Prendo confidenza anche io, le chiedo un po' di lei, ha 13 anni piu' di me, io sono un neopatentato diciottenne, ed è una rappresentante di bevande da bar in trasferta. A fianco a me, letteralmente attaccata mi metteva un po' a disagio, parla tanto, ha un buonissimo profumo, e guardando l' orologio mi accorgo che ho un' ora di tempo prima di dover tornare al lavoro...troppo poco per sperare che accada qualcosa, chiaramente impossibile.
Avevamo finito entrambi di pranzare, io sorseggiavo cio' che era rimasto della Coca Cola, quando la voce della mia mente mi dice "chiedile se vuole un caffe' "....e in quel preciso istante sento la sua mano sulla mia gamba e il sangue scorrere nel mio arnese ormai durissimo, mi poggio con i gomiti verso il tavolino per la sensazione di fastidio che mi provocava il mio pene duro che cercava di sfondare la cerniera dei miei pantaloncini, noto lei che mi guarda e abbassa lo sguardo per guardarlo gonfio e intrappolato nei pantaloni.
Senza dire una parola mette la mano sul mio pene e inizia a massaggiarmi, a stringerlo, io guardo nel vuoto quel via vai continuo di persone , dentro di me la voglia di prenderla, abbassargli i jeans e sfondarla a novanta con tutta l' eccitazione che avevo dentro, senza pensare a tutte le persone che affollavano il posto...istintivamente gli infilo la mano dietro e mentre le fantasie scorrevano nella mia mente, la guardo negli occhi e lei fa un maledetto sospiro, mordendosi le labbra...in quell' istante sento la sua mano piu' energica, un calore misto allo sfregamento della sua mano ai miei continui schizzi di sperma che continuavano a uscire e colarmi tra le gambe, in parte assorbiti dai boxer.
Ero letteralmente bagnato, il mio arnese ancora duro aveva schizzato tanto e forte per immaginazione, ma voleva possedere quel suo fondoschiena, volevo aprirle le natiche e affondare la mia faccia, muovere la lingua e degustarmi come un affamato, il mio piatto proibito, sentire il suo sapore per ore...
"Andiamo in bagno"...mi prende per mano come se fossi il suo ragazzo, e a passo svelto mi porta alla toilette, entriamo velocemente, chiudo la porta con la sicura e sento la sua mano abbassarmi i pantaloni...ero imbarazzatissimo, la mia stecca era dura e pronta per saltare fuori , i miei boxer impregnati di liquido seminale... si mette in ginocchio, prende il mio pene lucido tutto colato e inizia a farmi un lento rapporto orale, guardavo il mio pene che diventava sempre piu' rosso per il colore del suo rossetto e la sua lingua che ripuliva le gocce di liquido rimaste che continuavano a colare...la guardavo e aveva gli occhi chiusi mentre lo gustava e godeva nel sentirlo in bocca, si alza repentinamente e nonostante la posizione scomoda poggia le mani sul muro, abbasso i suoi jeans, le sposto il tanga color turchese infilandole con prepotenza il mio arnese durissimo con la voglia matta di sfondarla....la sento ansimare con il respiro, sento la sua ostrica stretta, caldissima e bagnata mentre riesco a sbatterla con dei colpi secchi e decisi, sento che sto gia' per esplodere e le dico "devo schizzare non ce la faccio piu' " e lei mi risponde "si schizzami".
Ho le natiche tra le mie mani che stringo con forza e sento i miei schizzi che la inondano dentro, mentre le tremano le gambe. Tiro fuori il mio pene ormai bordeaux, le apro le natiche e vedo fiumi di liquido seminale scendere copiosamente, prendo un po' di carta e la ripulisco, lei sempre immobile per qualche secondo e con le gambe che tremano. Usciamo e ci salutiamo, "é stato un piacere" e le rispondo piacere tutto mio...guardo l' orologio ed è tardissimo. Salgo in macchina, la perdo di vista e dentro di me "cavolo nemmeno il numero le ho chiesto, che stupido"...continuo a lavorare con quella sensazione di umido nei boxer, la penso per tutto il pomeriggio sapendo di non incontrarla mai piu', sento ancora il suo profumo nel naso ovunque, mi diventa duro.
Torno a casa, solo a pensarla mi diventa durissimo e me la scopo con l' immaginazione per come avrei voluto io, masturbandomi come se non ci fosse un domani. Non ne sono mai sazio, me ne sparo forse tre di seghe immaginandola in tutti i modi, schizzandola ovunque con il pensiero, con il suo profumo ancora su di me, schizzo come un dannato, senza stancarmi mai di schizzare e la voglia irrefrenabile di continuare a schizzare ancora...esausto mi addormento, ero sfinito.
Mi sveglio al mattino, tra sudore, il bagnato dei miei schizzi dappertutto. Corro a farmi una doccia e penso " l' unico modo per togliermela dalla mente è pensarla e sfinirmi allo stesso tempo", schizzando sotto la doccia.
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