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Prima volta con la fidanzata


di VisitatoreGentile
24.06.2024    |    1.624    |    3 9.5
"Ferma il bacio, con voce tremante mi chiede piano piano, quasi con paura che ci senta qualcuno, nell'orecchio di fare anche io, ha tanta voglia di scoprire..."
Vedo che vi piacciono i racconti veri. Allora continuo.
Questa è la vera storia della mia prima volta con la mia prima fidanzata.
Estate del 1992 avevo appena compiuto 17 anni, stavo uscendo per ultimo dalla festa che Daniela aveva dato a casa sua.
Il mio amico Paolo e la sua fidanzata Manuela erano disperati, perché era un anno che cercavano di trovarmi una ragazza e non c'erano riusciti. Anche a me, non era andata meglio fino ad allora, tutte le ragazze che mi piacevano, trovavano una scusa per non stare con me.
Daniela faceva parte del gruppo di amiche di scuola di Manuela, eravamo usciti insieme qualche volta in gruppo, ma lei sembrava interessata al mio amico Antony.
Sinceramente non era il mio tipo. Non molto alta 165cm, corpo tonico e muscoloso da ricevitrice di pallavvolo ma sovrappeso con i suoi 70kg abbondanti, poco seno, rispetto alla stazza, era una terza scarsa, un grande culo come le contadinotte di una volta, capelli neri ondulati tagliati a metà lunghezza, un viso semplice e poco appariscente ma espressivo. La parte migliore di lei erano due occhi verdi con pagliuzze marroni veramente penetranti ed affascinanti. Io non pensavo a lei.
Quel pomeriggio, quindi, eccomi fuori dalla porta di casa sua, lei mi guarda, mi prende le mani, mi avvicina, alza i piedi per arrivare al mio metro e ottanta, allunga le labbra e mi bacia.
Il mio primo bacio lo avevo dato ad Alessia, prima cotta, provando un emozione nuova e bellissima (potete leggere la storia nel racconto Ragazzino Felice).
Ora Daniela aveva preso questa iniziativa senza aver avuto da me segnali e soprattutto senza averne dati. Sinceramente era la prima volta che ricevevo questo tipo di attenzione da parte di una ragazza e ho deciso di starci. Il bacio è stato lungo, prima timido, poi caloroso, poi molto voglioso e con mia grande sorpresa ho sentito una linguetta che bussava alla mia bocca, non mi sono tirato indietro e ho cominciato a limonare alla grande. Come dicevo non era la ragazza che sognavo per me, la stavo baciando intensamente ma non mi era neanche venuto duro. Sempre tenendomi per mano e continuando a stare uniti, mi riporta dentro casa e ci appoggiamo sul divano. Il bacio sembra non finire mai, sento grande il suo desiderio, ma noto anche una grande inesperienza. Si sta donando con passione ma presa l'iniziativa poi aspetta sempre e dopo che gli ho aperto la via mi segue con ardore.
Sarà passata una mezz'ora e decido di fare scoperte, allungo le mani sui seni, sono durissimi e sento piccoli capezzoli divenuti diamante. Purtroppo questo segna la fine del nostro bacio, lei si scosta con timore e leggo nel suo sguardo un grande imbarazzo ora.
Ci guardiamo, comincia a parlare, mi racconta tante sue cose, tutte personali, poi mi dice che anche se ha 18 anni compiuti non ha mai avuto un fidanzato e non si è mai baciata con nessuno fino ad ora. Mi confida che gli sono piaciuto dal primo momento che mi ha visto e usava il mio amico per farmi ingelosire. Ma visto che non mi facevo avanti aveva organizzato questa festa solo per me, sperando di trovare l'occasione e il coraggio di fare il primo passo.
Mi chiede, proprio come i bimbi ingenuamente, se ci vogliamo fidanzare. Ci penso. Io la volevo alta, bionda, occhi azzurri, bellissima, intelligente e ricca. Va bene proviamo e vediamo cosa succede.
Cominciamo a sentirci tutte le sere alle nove di sera al telefono e cominciamo ad uscire i sabati pomeriggio e le domeniche. Come ogni coppietta nuova, giriamo tutti i posti romantici di Roma, ville, parchi giochi, gelaterie con servizio al tavolo, laghetti. Passano le settimane ma non ho ancora acceso alle parti hot della mia fidanzata. Ogni volta che torno a casa, lo devo fare a gambe aperte perché ho dolori atroci alle palle. Sono anche andato dal dottore che ridendo mi ha detto è cosa normale andando in bianco dopo tanto desidero.
Ricordo benissimo quel primo sabato di settembre, eravamo a Villa Borghese, c'era quel tempo meraviglioso che noi romani chiamiamo Ottobrate Romane, caldo giusto, venticello fresco chiamato Ponentino, cielo blu e limpido come solo qui. Stiamo sdraiati sul prato baciandoci appassionatamente, Daniela mi sta massaggiando il petto e ad un certo punto la sua mano comincia a scendere, accarezza la pancia, si sofferma a giocare con la cinta e ora e' sul mio pisello duro e voglioso, lo accarezza, lo esplora, cerca di capire come e' fatto. Io la lascio fare e per timore che si blocchi un'altra volta non faccio nulla. Ferma il bacio, con voce tremante mi chiede piano piano, quasi con paura che ci senta qualcuno, nell'orecchio di fare anche io, ha tanta voglia di scoprire cose nuove. Cominciamo a rotolarci nell'erba, e' una ragazzona e visto il suo corpo molto abbondante pensavo anche morbido, invece si rivela un fascio di muscoli incredibili, il sederone potrebbe spaccare due noci insieme e le tette sono da paura, sode, con i capezzoli durissimi. Oggi sono proprio felice di aver risposto positivamente a questo fidanzamento, la ragazza dimostra doti molto piacevoli. Torniamo a casa con i vestiti verdi da buttare per quanto ci abbiamo dato giù.
Comincio ad insistere per avere la prova d'amore e finalmente dopo un mese siamo a casa mia.La domenica ho casa libera fino all'ora di cena, tiro giù il divano letto, metto delle allegre lenzuola rosa. Vado a prendere Daniela con il motorino dopo pranzo e finalmente siamo soli. Ci baciamo e tocchiamo un po' in camera mia e stavolta la prendo io per mano e la accompagno nel salone, quando vede il letto ha un sussulto, ma si lascia guidare. Ci sdraiamo e la comincio a spogliare, trema poverina, ma mi lascia fare. Il suo corpo è grande, muscoloso e mi suscitata un emozione fortissima vedere i suoi seni, non voluminosi ma grandi abbastanza, sodi con due aureole piccole come fragole e due capezzolini meravigliosamente duri. Mi spoglio anche io e lei curiosa perde un po' di timidezza per vedere da vicino finalmente quello che diventerà il suo giocattolo.
Ho preso una decisione importante, siamo vergini tutti e due. Deve essere una bellissima esperienza per tutti e due.
Sinceramente io non so da dove cominciare.
Nudi ci baciamo e rotoliamo dal desiderio, quando penso che sia arrivato il momento gli allargo le gambe e avvicino il cazzone a quella tana pelosa. Lei trema, ma non mi ferma. Ho davanti una vera donna matura e formata, ma non conosco la strada...non so come fare... e cosa fare. Con la mano apro un varco tra i foltissimi peli ricci per trovare il piccolo pertugio, lo vedo e ci indirizzo il mio paletto pulsante. Non solo non entra ma mi faccio male... Più spingo per entrare e più sento dolore. Non sta andando per niente bene. Daniela trema ma mi dice di continuare. Io provo e riprovo ma niente, non entra. Sarà troppo grande lui? Sarà troppo piccola lei? Non capisco.
E' tardi, ci rivestiamo e la riporto a casa.
Ci riproviamo per altre due domeniche, ma sempre con un grande insuccesso.
La quarta domenica dopo esserci baciati, Daniela non solo non sta tremando come al solito ma mi chiede lei di riprovare. Con la mano scosto i peli e noto una cosa diversa, stavolta la mia mano è bagnata, ma veramente tanto. Eccomi con la punta sul buchettino inviviolato, spingo, entra metà cappella, Daniela strilla, io non mi fermo, continuo ad entrare, ecco sparita la cappella, caldo, umido, stretto, dolore, ma anche una sensazione vecchia ritorna il ricordo del primo bacio le farfalle il diventare una cosa sola sentirsi uniti. Il pisello è tutto dentro, Daniela si dimena, la sua patata nonostante la corporatura e' piccolissima e stretta e non riesce a gestire il mio uccello. Comincio a muovermi piano piano, la tensione si allenta, il piacere di sentirsi una persona sola si amplifica. Mi prende per il collo tirandomi a lei per avere il suo primo bacio da donna.
E' troppo, vengo.
Stiamo accoccolati per tanto tempo, e' stato bellissimo per tutti e due.
Devo buttare le lenzuola, sono completamente sporche di sangue, povera cucciola, chissà quando ha sofferto, ma sono orgoglioso di lei.

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