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Prime Esperienze

Per dimenticare.


di mariuccia69
10.03.2017    |    3.228    |    4 9.9
"Stavo soffocando, ma avevo ormai imparato, incominciai a succhiarlo avidamente, su e giù, con la lingua gli leccavo l’asta e succhiavo..."
Ero sdraiato sul letto, era il giorno di chiusura della pizzeria, non sapevo cosa fare. I miei genitori erano usciti dicendomi che sarebbero andati al mare e tornati il pomeriggio inoltrato. Non sapevo cosa fare, avevo la testa vuota ,i miei pensieri erano rivolti a Carmelo, al nostro rapporto, alle sue richieste e ai suoi desideri. Nella mia testa risuonavano le sue parole, dovevo prendere atto del mio ruolo di femminuccia sottomessa e decidere se accettare il suo invito ad essere per l’estate il suo sissy slut. Se accettavo le sue condizioni, dovevo somigliare di più ad una sissy, radermi il corpo, indossare le mutandine rosa di pizzo trasparenti, che mi erano state regalate e accettare gli insegnamenti che mi sarebbero stati dati da lui e la signora Mariuccia. Era una bellissima giornata estiva, fuori il sole riscaldava la pelle e la spiaggia era piena di bagnanti. Ero indeciso, uscire o rimanere in casa, al fresco dell’aria condizionata a riflettere. Optai per la prima soluzione, non mi andava di decidere, per adesso Carmelo, il suo pacco, le mie voglie e la signora Mariuccia potevano aspettare. Indossai una maglietta, un pantaloncino e degli infradito. Presi della crema solare, un telo da mare, il mio hi-pod e infilai il tutto nello zainetto. Il mare non era molto lontano, ma preferivo andare in una spiaggia meno affollata che sapevo essere frequentata, da copie esibizioniste , gay e uomini in cerca di avventure di qualsiasi genere. Alle spalle della spiaggia si estendeva una ampio boschetto di macchia mediterranea, dove chi voleva appartarsi poteva trovare un facile e comodo nascondiglio. Qualche volta, ho frequentato questo luogo, negli spazi vuoti tra alberi e cespugli ho incontrato uomini nudi, sdraiati a prendere il sole, coppie etero e omosessuali intendi a fare sesso in maniera esplicita, persone normali a passeggio e una volta all’imbrunire anche una trav, in attesa di un accompagnatore. Arrivato al mare, ho cercato lungo la spiaggia di trovare un posto tranquillo e discreto, non mi sono mai piaciuti i luoghi affollati. Passeggiando sul bagnasciuga, notai la presenza discreta di coppie, donne e uomini soli sdraiati a prendere il sole. Mi fermai involontariamente e distesi il mio telo da mare vicino ad un uomo brizzolato, tonico e abbronzatissimo, che indossava un costumino che faceva risaltare in maniera ambigua il suo contenuto. L’uomo mi notò, con fare lento e misurato si rigirò a pancia sotto, ma con lo sguardo rivolto verso di me. Io mi spogliai e con aria indifferente, iniziai a spalmarmi la crema abbronzante, prima sul petto poi sulle gambe e infine per quello che era possibile sui glutei. Notai l’aria attenta e interessata del mio vicino. Senza volerlo avevo stuzzicato gli appetiti di quel bel uomo maturo, suppongo buon conoscitore del luogo e dei sui frequentatori. Era un cacciatore, sapeva di essere piacente e la sua esperienza gli diceva che io sarei stato la sua prossima preda. Notai il suo sorriso e la sua strizzatina d’occhio, ma continuai nella mia indifferenza. Avevo deciso di passare una giornata di riposo al mare per riflettere sulla mia situazione, Carmelo, Mariuccia e i miei veri desideri sessuali. Sdraiato, il sole mi riscaldava, la sensazione in particolar modo sulle parti intime era piacevole e eccitante, mi stavo eccitando. In maniera spontanea, mi voltai verso il mio vicino accorgendomi che aveva cambiato posizione, ora aveva il petto lucido, depilato e abbronzato verso l’alto, notai però il suo rigonfiamento. Aveva una erezione, il suo costumino non riusciva più a contenere il suo grande membro, la cappella fuoriusciva, il bella mostra. La spiaggia era semi deserta, ma lui non era per niente preoccupato di essere visto. Il suo interesse era rivolto a me, voleva che io notassi la sua erezione, era il suo modo di comunicarmi che se lo desideravo, era pronto, bastava che io gli facessi un cenno di approvazione, non voleva essere invadente, oppure era un giuoco collaudato. Ero combattuto, pensavo alla mazza di Carmelo. Però con la coda dell’occhio controllavo l’evolversi della situazione. L’uomo maturo, continuava il suo corteggiamento, come il pavone. Avevo letto da qualche parte che il pavone si dà delle arie, formando la famosa ruota con la coda, grazie alle penne posteriori più allungate del normale. Danzando davanti alla femmina per farsi notare, allunga il collo e fa vibrare tutte le penne dalla coda…una vera e propria parata di cui, da vero adone, il pavone va fiero! Notai che l’uomo, aveva iniziato una piccola danza, muovendo il bacino in alto e in basso, gonfiando i pettorali, scopriva e ricopriva la cappella del suo cazzo, sempre più gonfia, era la sua ruota. Questa danza, in mio onore, questa volta non mi lasciò indifferente. Liberai la mia testa dai pensieri rivolti a Carmelo e mi concentrai sul bel cazzo che avevo a portata di mano…pardon di bocca…di cul… Dovevo agire, comunicare il mio interesse e apprezzamento al regalo che il mio vicino voleva farmi. Eccitato, guardandolo negli occhi, mi alzai e con passo lento e femminile andai verso il bagnasciuga, mi voltai verso di lui ormai non più sdraiato, ma seduto che mi osservava con attenzione , m’immersi nell’ acqua calda e piacevole, allontanandomi dalla riva. In acqua non c’era nessuno e le persone in spiaggia era molto lontane. Lontano dalla riva, comunicai al mio voglioso “pavone”, il mio apprezzamento favorevole al corteggiamento ricevuto, togliendomi il costume- pantaloncino, gettandolo verso di lui per poi riprenderlo. L’uomo afferrò il messaggio ricevuto, si alzò, gonfiò i pettorali e come se fosse in parata a passo veloce, quasi di corsa si incamminò verso di me. Come la femmina conquistata del pavone, ero in trepida attesa. L’uomo per mostrare ulteriormente la sua virilità, nelle mie vicinanze fece una piroetta, schizzandomi d’acqua. Suppongo che per lui fosse un messaggio subliminare, il mio cervello doveva recepirlo come schizzi di sperma. Era vero, ormai non pensavo ad altro, volevo il contatto fisico con il suo corpo, prendere tra le mani il suo bel cazzo, assaporarlo in bocca e svuotarlo tutto. Mentre tutto eccitato, pensavo a tutto questo, con gli occhi chiusi ancora per gli schizzi ricevuti, una mano potente mi aveva afferrato. Aprendo gli occhi mi resi conto che ero stretto ad un corpo muscoloso e potente di un uomo che mi stringeva con forza, era il mio vicino di spiaggia. Ero in estasi, la mente sgombra e mi eccitai ancora di più quando l’uomo con passione mi bacio sul collo, con un lieve succhiotto e sentii il contatto della sua verga gonfia appoggiata al mio ventre. L’uomo era più alto di me, aveva tolto il costumino , le sue palle e il suo cazzo fluttuavano liberi nell’acqua. Voglioso lo afferrai, l’uomo emise un lieve sospiro di piacere sussurrandomi “ bella femminuccia”, tremai dal desiderio. Quell’uomo non mi considerava un semplice gay effeminato, ma per lui ero una femmina- vogliosa. Carmelo aveva ragione , in quel momento avevo capito la mia vera natura, gli uomini mi vedono”femmina”, dovevo curare questa mia vera identità. Il pensiero volò via velocemente, mi concentrai sull’oggetto dei miei desideri il bel cazzo che avevo tra le mani e come soddisfare il suo e il mio desiderio. Ero ancora vergine, di culo pertanto non potevo rischiare di provare dolore, la prima volta, optai per un buon bocchino. Avevo ormai una certa esperienza. Stringendo il cazzo tra le mani, spinsi il mio bel maschio dominante verso l’acqua bassa, controllai che in giro non ci fosse nessuno, feci sedere sulla sabbia il mio uomo, mi abbassai e gli presi in bocca il cazzo gonfio e trepidante. Il caldo delle labbra e della bocca fecero ansimare l’uomo che eccitato mi strinse a se, spingendomi la testa giù verso il suo bastone, fino a farmelo ingoiare tutto. Stavo soffocando, ma avevo ormai imparato, incominciai a succhiarlo avidamente, su e giù, con la lingua gli leccavo l’asta e succhiavo. L’uomo continuava ad ansimare, il suo respiro era sempre più forte, allungò la sua mano e mi massaggiò il culo, poi mi infilò il dito medio e lo spinse sempre più in profondità. L’inizio fu fastidioso, poi quando gli umori del culo lubrificarono le pareti, il movimento del dito nel mio culo fu piacevole e mi eccitai ancora di più. Il mio sforzo fu presto ricompensato, sentivo nella mia bocca aumentare sull’asta del mio amante , i battiti del cuore, stava per esplodere. Rallentai il ritmo del pompino, per prolungare i tempi dell’orgasmo. L’uomo invece, con le dita continuava a lavorare il mio culo. Tutte le volte che spinte in profondità, le dita toccavano la prostata, era un godimento, stavo per venire anch’io. A bocca piena, miagolavo dal piacere, stava per arrivare il momento tanto atteso, aumentai il ritmo del pompaggio, i battiti continuavano a salire, all’improvviso sentii un’esplosione di liquido caldo che mi riempiva la bocca, un senso di soffocamento, qualcosa di liquido che scivolava nella mia gola, avevo ingoiato la maggior parte dello sperma schizzato, era buono e appiccicoso. L’uomo emise un grido di felicità, continuando a scopare la mia bocca e a spingere le dita nel culo. Mentre ero accovacciato sul pube, tenendo ancora in bocca il cazzo dell’uomo, non me lo aspettavo, sentii qualcosa di caldo che scorreva sulle mie gambe immerse nell’acqua, era il mio sperma, stavo godendo. Tolsi la bocca da cazzo dell’uomo che aveva ormai finito di scoparmi, gli leccai lo sperma che continuava a scorrere sull’asta e dandogli un bacio sulla cappella gli dissi, grazie. L’uomo felice e soddisfatto del pompino avuto, mi strinse a se e mi bacio in bocca, succhiando e leccando il suo stesso liquido seminale. Era il momento di toglierci da quella posizione, prima che passasse qualche bagnante. Indossati i nostri costumi, affiancati ci siamo incamminati verso i nostri rispettivi teli da mare, eravamo soddisfatti. Era ormai l’ora di tornare a casa, prima di andare via ci siamo baciati di nuovo con l’impegno di rincontrarci. Dissi di si, lo speravo veramente l’uomo di cui non sapevo il nome mi piaceva veramente. Pensai di chiedergli un contatto telefonico oppure un suo eventuale profilo social, ma per pudore desistetti, perché anche lui non mia aveva chiesto nessun contatto. L’estate era ancora lunga, la cittadina non era grande forse ci saremo rivisti di nuovo, forse.
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