Prime Esperienze
Morgana e il Bosco


30.09.2020 |
710 |
3
"Avevo già da un po’ il caxxo completamente duro, quasi dolorante, stavo per sbottonarmi, quando lei mi retarguì e mi fermò dicendo che spettava a lei, dopo..."
Storia realeAvevo circa 16/17 anni, quando conobbi una ragazza Morgana (nome di fantasia) dal fascino maledetto, si proprio maledetto come quello degli scrittori che bevono l’assenzio
Morgana era una ragazza, che oggi definiremo BBW, misure abbondanti e tette enormi, sode come una 17enne solo può permettersi, ma quello che la rendeva unica era il suo fascinoso viso, le sue labbra perfette
Dopo un po’ che ci conoscemmo cominciavamo ad avere maggiore confidenza, le nostre chiacchierate diventavano sempre più limpide, i filtri andavano via pian piano, fino a quando un giorno mentre guardavo estasiato i profondi occhi, lei mi disse: “mia cognata mi ha insegnato a fare il pompino alla banana, ma adesso vorrei farlo per davvero, ti andrebbe”?
Rimasi attonito, imbarazzato, piacevolmente sorpreso, come solo un’adolescente con gli ormoni a 1000 può esserlo, non avevamo alcun posto dove poter andare se non un bosco che era vicino casa nostra
Era una sera fredda d’inverno, a casa riuscii a recuperare una coperta di lana, quelle vecchie a quadroni, ci incamminammo nel bosco fin dove non c’era nessuno, ci sdraiammo a terra l’uno accanto all’altra con le mani che sfioravano, vergognosamente il corpo dell’altro, baci infiniti, lingue che si intrecciavano
Cominciai a prendere coraggio le sbottonai la parte alta del lungo vestito nero, le tirai fuori i seni lo feci con difficoltà per la grandezza, credo una decima, e cominciai a leccarla fino a sentire i capezzoli che diventavano duri, cambiavano forma, si allungavano, tanto da mordicchiarli, e sentire i suoi primi gemiti.
Avevo già da un po’ il caxxo completamente duro, quasi dolorante, stavo per sbottonarmi, quando lei mi retarguì e mi fermò dicendo che spettava a lei, dopo qualche istante mi ritrovai nudo con una giovane mano che giocava con il mio pube, sfiorava il glande, e timidamente mi scappellava
Così con delicatezza le misi la mano tremante sulla coscia e cominciai a tirare su il lungo vestito, lei allargò, piano, grosse le cosce, mi accorsi che non aveva indossato gli slip, affondai le dita nella carne alla ricerca del della vagina, del clitoride, ma viste le abbondanze e l’inesperienza non fi semplice, ma fui guidato dagli umori che fasciavano le cosce, quando sentii un viscido e profondo calore, affondai le dita un paio di volte e lei arrivò, in modo violento, copioso, chiassoso, e io ero sempre più eccitato così le chiesi “non ti va più di spompinare un caxxo reale non una fredda banana”?
Lei affondò le sue avide e calde labbra sul mio piacere sessuale, alternando con profondi e decisi movimenti di mano, preoccupandosi di salivare bene la cappella per poi leccarla, non ci volle molto affinchè mi lasciai andare un uno spruzzo lungo e abbondante
Da quel giorno si susseguirono una serie di incontri peccaminosi
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore.
Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Commenti per Morgana e il Bosco:
