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Prime Esperienze
" Lui scrive quello che lei racconta. L'incontro" Parte prima.
di Chevitae
07.03.2023 |
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"Passarono due ore e il cellulare squillò: “Che ne dici se stasera ci vediamo per un aperitivo?” Così su due piedi? Dammi il tempo di pensarci..."
Avevo conosciuto Luca una settimana fa, in palestra. Un Uomo dinamico dal fisico atletico,possente. Mi aveva colpito fin da subito il suo sguardo, aperto e solare, direi magnetico! Ero alle prese sulla pedana, sudaticcia e un po’ affaticata. E alla fine della mia sessione quotidiana, un paio d’ore da dedicare alla mia forma fisica, alla “prova costume” mancava ormai poco, la primavera era alle porte e non volevo certo farmi trovare impreparata con qualche rotolino di troppo. D’altronde anche gli anni passavano, ma non potevo certo lamentarmi della mia linea, insomma come si dice, ero ancora una ragazza piacevole. Mi guardò dritto negli occhi e mi disse: “Ciao, stai andando forte, complimenti”, siccome non l’avevo mai visto prima rimasi stupita e per risposta dissi: “per oggi ho finito”. “peccato, potevamo percorrere qualche chilometro insieme”…era un invito? Mi salutò con un gran sorriso e si presentò: “Luca, spero di vederti di nuovo”, … Diretto il ragazzo! Andai a far la doccia con quel sorriso impresso nella mente. Mi era simpatico. L’acqua mi scivolava sulla pelle nuda e mi accorsi di pensarlo mentre m’insaponavo, un brivido mi percorse la schiena. Non era del tutto normale la cosa, in fondo l’avevo conosciuto qualche minuto prima. Eppure, sentivo che c’era qualcosa di nuovo,di eccitante. Tornai il giorno dopo e quello successivo, ma non lo vidi. Avevo voglia di vederlo e scambiare due chiacchiere con lui. Con una scusa banale, chiesi informazioni in segreteria se sapevano gli orari in cui Luca frequentava la palestra. La ragazza, guardandomi con occhi sospetti, mi disse che non aveva giorni precisi, ma non poteva lasciarmi il numero di cellulare per via della privacy, solidarietà femminile al contrario … pensai corrucciata, neanche l’avevo chiesto. Però aveva stroncato sul nascere la mia richiesta, forse non ero la prima.
Stavo uscendo con la mia borsa a tracolla quando mi sentii salutare: “Ciao, già terminato l'allenamento?”. Mi girai e vidi Luca che chiudeva la serratura di un Porsche cabrio d'epoca, color cioccolato “Ciao, sì per oggi mi sono stancata abbastanza”, ma cavolo “non potevi venire prima, pensai”.
Mi parlò del suo lavoro di manager nel settore grafico che gli impediva di avere regolari frequenze in palestra, così quando era libero e trovava il tempo, riusciva ad allenarsi. Pensai non ne avesse nemmeno bisogno, visto il fisico che si ritrovava. Passarono cinque minuti e mi mostrai ansiosa di andare, mi chiese al volo il numero del cellulare, “se vuoi possiamo prendere un caffè quando hai tempo”, ottima idea. Dopo averlo scritto, mi fece uno squillo, così puoi memorizzare il mio numero, mi disse. Ok, ciao alla prossima. Salii in macchina e partii, sentendo il suo sguardo su di me. Dopo aver svoltato iniziai a tempestare di pugni il volante e a parlare da sola: “Sei stata proprio una stronza, prima lo cerchi e poi te ne vuoi andare prima del tempo”, era stata una reazione alla voglia di stare con lui. Passarono due ore e il cellulare squillò: “Che ne dici se stasera ci vediamo per un aperitivo?” Così su due piedi? Dammi il tempo di pensarci. “Sì, ok va bene, dovrei essere libera, a che ora?”Così su due piedi? Dammi il tempo di pensarci. “Sì, ok va bene, dovrei essere libera, a che ora?” Facciamo alle 19 nel bar vicino al teatro, sai dov’è? Certo che so dove si trova, e poi se non lo sapessi, mi darei da fare per trovarlo. Ero eccitata al solo pensiero di vederlo. Cosa mi metto, pensai. Meglio i jeans con una camicetta scollata o quel vestito un po’ attillato che disegna perfettamente le mie forme. Cercai nell’armadio, aggiudicati jeans e camicetta. Per il vestito ci sarebbe stata un’altra occasione, almeno in cuor mio speravo. Come solito, curavo molto il mio intimo, per un mio piacere personale, misi un reggiseno che valorizzava il mio seno e scelsi la culottes bianca di pizzo che mi donava molto. Arrivai con cinque minuti di ritardo, Luca era in piedi vicino al banco e stava parlando col barista. Quando mi vide mi venne incontro e mi salutò baciandomi sulle guance................continua
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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