Prime Esperienze

La nuova casa


di Riley
17.03.2023    |    1.993    |    0 9.2
"Il cuore inizio a pulsare come volesse uscir dal petto, cosa mi prendeva? Portai le mani al petto guardando verso la porta e passo dopo passo, lentamente mi..."
Non sono mai stata amante delle case strette e con poche finestre, gli spazi stretti mi hanno sempre dato la sensazione di essere in gabbia.
Forse, fu per questo che arrivata a 28 anni, vogliosa di iniziare a lavorare e con poche possibilità nel mio piccolo paese, decisi di trasferirmi e cominciare anche la mia nuova avventura vivendo inizialmente sola... Cosi, la scelsi.
Un piccolo giardino che stando in centro città risultava enorme, quei suoi mattoncini rossi che le davano un aria rustica e inglese... Ma la cosa che più amavo erano le enormi porte vetro, un intero lato dei muri delle stanze che dava sul retro era completamente in vetro, ogni singolo raggio di sole si scagliava con violenza nelle stanze illuminandole e portandolo quasi dentro a queste ultime, prolungando il prato all'interno di esse, si poteva percepire un enorme pace e libertà.
Era la mia casa, il mio regno e ogni cosa era stata curata nei dettagli: i mobili moderni, la cucina con la sua isola in marmo, le tende, tutti i souvenir del mio amato Giappone... Forse non era ancora perfetta, ma il tempo e tutti gli oggetti che avrei preso come ricordi di vacanze e quotidianità avrebbero colmato gli spazi vuoti.
Da li a poco, il mio ragazzo venne a passare alcuni giorni da me, quindi la mattina lui lavorava e io avevo le mie lezioni di giapponese su cui mi piaceva girare anche dei video nei giorni liberi, altrimenti, a lavoro e poi tornavo a casa aspettando il suo ritorno verso le 17:00.
Tutto scorreva normale e finalmente mi sentivo una vera donna indipendente. La mattina, sola in casa con il riscaldamento acceso, amavo girare in intimo nel salotto prima di prepararmi per uscire e spesso mi ero soffermata maliziosamente a riflettere sul fatto che se ci fosse qualcuno negli appartamenti di fronte, mi avrebbe potuto spiare nei miei momenti quotidiani, ma, inutile negarlo, tutto ciò mi eccitava profondamente... Non sono alta, ma nel mio sono ben proporzionata, un bel seno e dei fianchi che sono la perfetta guida da seguire per scendere con lo sguardo verso il mio lato b… Quindi, rafforzata dal essere nella mia casa, giravo vanitosamente davanti quelle vetrate del mio salotto in intimo, sia in semplici contesti, che in buffe situazioni dove ballavo e cantavo...
E durante una di quelle mattine, accadde... Sentii un breve suono al campanello, il mio ragazzo era uscito da poco e pensai avesse dimenticato qualcosa, ma quando aprii la porta un profumo di dopobarba deciso e sensuale mi accarezzo il viso come una brezza marina, abbassai lo sguardo e sullo zerbino vidi una rosellina.
C'era un biglietto assieme a essa, la curiosità unita all'incredulità del gesto mi rapi e non potei fare a meno di aprirlo subito e leggere...

" Non posso più fare a meno di guardarti, la mattina è diventata la parte più attesa di ogni giorno e mi è impossibile non desiderare il tuo corpo"

Rimasi incredula, qualcuno negli appartamenti di fronte, mi aveva realmente vista girare nuda per casa, ero stranamente imbarazzata ora... Tutta la vanità e sicurezza era di colpo sparita e sopratutto quella rosellina assieme al biglietto dovevano sparire prima che il mio ragazzo tornasse il pomeriggio!
Con questi pensieri mi infilai nella doccia, sarei uscita a breve per andare a lezione e me ne sarei liberata in qualche cestino per strada.
Mentre l'acqua calda scorreva sulla pelle nuda, scendendo bollente dai capelli sulle spalle e raffreddandosi mentre da esse percorreva i miei seni, i fianchi, le cosce, insinuandosi tiepida tra di esse provocandomi brividi per il venticello fresco che veniva da fuori... le mie dita passavano il bagnoschiuma sui seni
tondi e sodi, provocando schizzi con le mani mentre roteandole accarezzavano le areole dei capezzoli per poi scendere lentamente con la mano destra insaponando il ventre e le gambe affusolate sino a far finir la corsa di quella mano tra le mie cosce che le si stringevano attorno pressandola sulle labbra bollenti.
Riflessa sullo specchio del lavandino, vedevo una splendida figura sensuale, mora con gli occhi verdi e curve che nude risultavano essere comunque provocanti ed eccitanti senza essere modellate sotto vestiti elasticizzati e studiati per snellirle.
Ad un tratto le parole di quel foglietto mi entrarono nella testa, sentii come delle mani di vapore che mi scivolavano sulla pelle, mi accarezzavano i sensi, così intensamente e lentamente, in un modo che dire peccaminoso è riduttivo.
La mia mano mi tradì e lo fecero anche i miei capezzoli che si tesero dritti e duri sotto le mie dita... iniziai a cercare il piacere tra le mie cosce, accarezzandomi in maniera sempre più morbosa, sino a trovarmi seduta, mentre l'acqua mi rimbalzava addosso violentemente, con le
dita che sinuosamente ma decise si muovevano tra le mie labbra ormai zuppe e cosi calde da farmi provar brividi al contatto dell'acqua che ormai sembrava gelida.
Venni, rumorosa e volgare, ansimando sino a riempire il petto per riprender fiato ogni volta, con gli schizzi d'acqua che mi cadevano in bocca e quando il semplice tocco delle dita non basto più, iniziai ad infilarne due spingendole più dentro che potevo, muovendole con sempre maggior passione e violenza, mentre le cosce stando in ginocchio si aprivano sempre più per permettermi di andare ad ogni spinta più a fondo.
Uscii dalla doccia ancora bagnata, ero completamente stravolta, mi recai con addosso solo l'accappatoio in soggiorno, il respiro affannoso, le labbra secche…
Conscia di poter esser vista dal mio misterioso adulatore, mi misi davanti alla porta vetro e guardai fuori... l'accappatoio leggermente aperto con i seni ed il mio basso ventre offerti ad i suoi occhi... non vidi nulla, ma ebbi la certezza che lui fosse li a desiderarmi, a toccarsi magari un già gonfio pacco... ma la giornata aveva i suoi impegni e non potevo più farli aspettare, era ora di andare.

L'indomani, poco dopo aver salutato il mio ragazzo che andava a lavoro, il campanello suono' di nuovo... il cuore inizio a pulsare come volesse uscir dal petto, cosa mi prendeva? Portai le mani al petto guardando verso la porta e passo dopo passo, lentamente mi avvicinai. Aprii la porta e abbassai lo sguardo rapita da un altro foglietto che aspettava ai miei piedi...
Lo aprii mentre il cuore batteva sempre più forte in gola, curiosa e rapita da un silenzio mentale quasi terrorizzante, lessi:

"Ieri, quando sei stata con quell'accappatoio sciolto davanti ai miei occhi, la voglia di toccarti era enorme... quei tuoi seni che avrei voluto afferrare con forza, stringere, mentre un tuo capezzolo tra le mie labbra diventava duro, facendoci ruotare la lingua sopra.. con l'altra mano che scendendo sulla tua pancia fredda.. "

Oddio, cosa mi prende? Le mie mutandine, sono... bagnate..?! Com'è possibile che ciò mi terrorizzi ed ecciti sino a questo punto? Tornai a leggere:

"...provocandoti brividi al suo caldo passaggio, sino a toccar la stoffa leggermente gonfia che ricopre le tue labbra. Immagina, che dai tuoi seni quella bocca poi scenda, lenta nel suo scivolare percorre il solco tra i seni, l'ombelico... mentre le mie gambe si piegano sino a farmi inginocchiare ai tuoi piedi, sino a portar le mie labbra sopra la tua fica bagnata. Immaginale calde, morbide, che si insinuano tra le tue cosce schiudendosi per farne uscir la lingua che dal basso si insinua tra le tue labbra... inizia la risalita tra di esse sino a trovar il clitoride con cui ci si scontra ed inizia a giocare, ruotandoci attorno, succhiandolo... La mia mano destra ti afferra la coscia sinistra, allargandola, cosi che la mia testa possa facilitarsi i movimenti, mentre la mia barba ti solletica l'interno coscia e ti porta a infilare una mano tra i miei capelli, schiacciandomi tra le tue cosce mentre senti la mia lingua farsi strada dentro di te... leccando le pareti interne... Mentre..."

Il suono del campanello mi riporta bruscamente alla realtà. Stringo i muscoli delle cosce e delle labbra umide, prima che mi geli il sangue sentendo la sua voce:

"Amoreee..! Ho scordato le chiavi, sono il solito sbadato..!"

Corro ad aprire la porta mentre penso "Mentre...?"
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