Prime Esperienze
La mia prima esperienza erotica

25.12.2017 |
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"Credo forse la situazione assurda, forse anche il mio modo di fare sfacciato, ma sta di fatto che la professoressa smise di guardarmi senza dire nulla..."
Mi chiamerò Vinnie e non sono uno scrittore e credo che mai lo diventerò. Però ci tenevo molto a parlare o meglio a raccontare la mia vita, perché ogni singola esperienza, avvenimento mi ha segnato per quel che riguarda la mia sessualità, dalla passione per le donne mature alla passione per le gambe femminili. E proprio di quest'ultima voglio parlare con voi.Perché il racconto che leggerete ha segnato l'inizio della mia conoscenza del mondo del gentil sesso e soprattutto ha influenzato i miei gusti su quale parte del corpo femminile apprezzo maggiormente: le gambe.
Sono ricordi ormai lontani ma le sensazioni che hanno lasciato sono intensi come allora. Tutto ebbe inizio quando avevo compiuto da poco 12 anni. All'epoca facevo la scuola media e nella nostra classe arrivò la nuova insegnante di educazione musica che chiamerò Teresa; aveva 40 anni. Quando la vidi non sentii le farfalle e non ebbi nessuna attrazione per lei, la vedevo solo come una professoressa rompi scatole come le altre. Non fraintendete era una donna molto bella: giovanile, bionda con occhi scuri, un fisico niente male messo in mostra dalla sua eleganza, infatti non sdegnava mettersi una bella gonna con i tacchi di tanto in tanto.
Per me era tutto normale, anche perché era una fase dove stavo scoprendo da poco il piacere della masturbazione ed il mio sogno era una mia zia... ma questa sarà un'altra storia. Sta di fatto che l'anno scolastico passava veloce come gli altri fino a quel fatidico giorno di maggio. Facevo caldo, forse anche più del solito, e questo spinse tutti noi a svestirci. E così fece anche la professoressa Teresa. Quel giorno che ce l'ho stampato nella memoria aveva indossato una bella camicia bianca con una gonna a pieghe nera poco sopra il ginocchio, e con un bel paio di scarpe con i tacchi neri ed autoreggenti (ma questo lo scoprì dopo). Quel giorno stavamo facendo una lettura in classe, e per colpa di un mio compagno di classe (che Dio lo benedica) fui rimproverato dalla professoressa perché facevo troppo casino, e così per punizione mi disse di sedermi accanto a lei alla cattedra per il resto della lezione. Mi alzai arrabbiato perché di stare alla cattedra non ne avevo voglia ma credo che se avessi saputo cosa sarebbe successo dopo avrei avuto certamente un'altra espressione. E così mi sedetti accanto a Teresa e riprendemmo la lezione. I miei compagni a turno leggevano ad alta voce le pagine del libro ed io con la testa bassa guardavo il mio, finché non notai distrattamente le gambe della professoressa sotto il tavolo. Non so cosa sia successo in quel momento nella mia testa, ma era come se la benzina che avevo dentro avesse preso fuoco improvvisamente. Non so spiegarlo ma so solo che iniziai ad eccitarmi come mai in vita mia. Ero in preda ad una euforia ormonale incredibile, e così di puro istinto abbassai le mai che fino ad allora avevo appoggiate sulla cattedra. Fortunatamente il tavolo aveva la parte davanti chiusa e nessuna poteva vedere che cosa volevo fare e questo pensiero mi diede coraggio. Facendo finta di nulla ma deciso più che mai appoggiai le mie mani sulle mie ginocchia e nel modo più innocente possibile allargai le gambe: il mio scopo era avvicinare il più possibile la mia mano al ginocchio della professoressa. Avevo il cuore a mille ma non mi importava nulla delle conseguenze dovevo provare! E così centimetro dopo centimetro mi avvicinai sempre di più al mio trofeo fino a che il dorso della mia mano raggiunse il suo ginocchio. Mi appoggiai in modo pesante ed inequivocabile. Lei si girò di scatto ma io ero ormai in trance e avevo la testa bassa sul libro ma gli occhi decisamente rivolti sulle sue gambe. Credo forse la situazione assurda, forse anche il mio modo di fare sfacciato, ma sta di fatto che la professoressa smise di guardarmi senza dire nulla. Anzi non aveva nemmeno spostato la gamba. Per me fu un segnale. E così in modo lento ma deciso girai la mia mano e la poggiai a dorso aperto sul suo ginocchio; lei sospirò e non disse ancora nulla. Consapevole del suo permesso, millimetro dopo millimetro iniziai a salire, avevo un'erezione spaventosa, e l'immagine della mia mano che piano piano stava alzando la gonna della mia professoressa mi stava facendo impazzire. Aveva delle gambe bellissime ed il calore della sua pelle unita al soffice nylon della sua calza mi davano una sensazione Mai provata prima. Capivo bene che per la prima volta stavo toccando una donna ed il fatto che lei avesse 40 anni e fosse anche la mia professoressa, e per lo più stavamo in classe con i miei compagni ignari che continuavano a leggere, mi stava facendo bollire il sangue! Continuavo a salire, ormai avevo quasi raggiunto metà gamba e come se fosse già tutto scritto nella mia testa cominciai a spostare la mia mano nel suo interno coscia, come se avessi un radar stampato nel mio dna. Sapevo cosa fare. Quando iniziai a risalire dall'interno coscia qualcosa cambiò. Il nylon divenne più spesso come se ci fosse un orlo un pezzo di cornice fatto di stoffa, ed io incuriosito ed eccitato come solo un 12 enne può esserlo, ripresi la mia salita fino alla gran sorpresa: aveva le autoreggenti. Infatti sentii un calore immenso e finalmente potevo sentire la morbidezza della sua pelle. Quando la mia mano aveva superato quel muro Teresa non fece altro che fare un sospiro forte e vidi che con una mano stava stringendo forte il suo libro: ormai anche lei aveva perso ogni controllo! La sua pelle era liscia, calda era perfetta. E mi stava dando dei brividi dalla schiena fino ai genitali, meraviglioso! Mi fermai un attimo perché volevo accarezzare al meglio la sua pelle, volevo godermi il suo interno coscia prima di arrivare alla meta. E così dopo aver gustato con la mano ogni area della sua gamba ricominciai la mia scalata sapendo che ormai mancava poco alla vetta. E così fu. Dopo poco il mio dito urto la parete vaginale protetta dalle sue mutande. Era bollente e soprattutto bagnata, anzi bagnatissima! Allora molto lentamente quasi con il forte desiderio di farla impazzire iniziai ad accarezzare la sua vagina da sopra le mutande. Era un su e giù quasi snervante. Teresa era rossa ed anche lei ormai aveva la testa bassa cercando di far finta di guardare il libro ma in realtà i suoi occhi erano puntati sulla mia mano, quella mano che la stava mandando in estasi. E fu in quel momento che fino ad allora l'avevano vista solo come protagonista passiva, decise di iniziare a giocare. Allargava e chiudeva le gambe ritmicamente, e senza farsi notare faceva anche avanti indietro con il bacino. Stavo venendo nelle mutande, anzi dopo pochissimi minuti feci una sborrata colossale tanto che macchiai i pantaloni e mentre io ero preso dallo spasmo della mia eiaculazione, vidi che lei improvvisamente aumento il ritmo dell'apertura e chiusura delle gambe, fino a quando la vidi mordersi il labbro e socchiudere gli occhi e dire come un leggero soffio di vento che potevo sentire solo io un semplice "siiiiiiii siiiiii siiiiii". Sentii le sue mutande bagnarsi come se avessero aperto una fontana tanto che la mia mano era umida. Fu un orgasmo incredibile per entrambi. Dopo due minuti abbiamo iniziato a prendere conoscenza di cosa avevamo fatto e soprattutto di dove eravamo. Tolsi la mia mano e lei abbassò subito la sua gonna ed accavallo le gambe. Ci guardammo per 2 secondi negli occhi e il leggero sorriso che avevamo stampato in faccia fu un grazie reciproco. La lezione finì e naturalmente entrambi andammo in bagno a ripulirci. Fu un'esperienza fantastica che mi segno il resto della vita perché mi portò ad essere più audace e sfacciato, e mi fece capire che una donna se stuzzicata nel modo e nel momento giusto non può resistere. Io quel giorno passai tutto il tempo ad odorare la mia mano e lo faccio ancora ora quando penso a quel giorno, e sento ancora il calore della sua gamba ed il sapore della sua vagina.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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