Prime Esperienze
La lingua della pelle
di DaveMasters
19.11.2022 |
88 |
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"Una donna sola e timida si è fatta leccare in questo modo da me..."
Questo è il racconto reale e veritiero della prima volta che sono stato solamente a servizio di una donna oralmente. È stato casuale e particolare, ma ha aperto in me un mondo di passione. È stato qualche anno fa, mi ero lasciato con la mia compagna da un mese e mezzo e stavo iniziando a smaniare dalla voglia di fare sesso. Con la mia compagna facevamo di tutto, scopavamo tantissimo e ci inventavamo giochi erotici per soddisfarci, alcuni partivano in luoghi pubblici, altri strettamente privati, il meglio lo davamo in vacanza.
Dopo un mese e mezzo di mancanza, il corpo di una donna era diventato per me un'ossessione. Non ho una grande passione per la masturbazione, o meglio, mi piace, ma mi lascia un senso di insoddisfazione e inutilità insopportabile per giorni, quindi finisco per praticarla raramente. Giravo per strada con gli occhi da barracuda, ma frenato emotivamente per qualsiasi approccio sentimentale, sentivo un dolore dentro per la fine della storia che non me lo permetteva. Io sono un uomo dall'apparenza intellettuale e interessante, scapigliato e dagli occhi profondi, non proprio lo stallone da Instagram, ma magro e atletico, di solito creo una certa intesa con la conversazione, e con le parole posso suscitare brividi e desideri. Ma non era quello il periodo buono per fare questo. Avevo bisogno di un approccio più diretto.
Scarico Tinder e inizio a mandare messaggi a varie ed eventuali donne attraenti. Una di loro mi fa un complimento particolarmente sensuale sulle mie foto, dicendo che ero molto bello e che mi avrebbe volentieri incontrato, così, di sua spontanea volontà. Mi sembra una presa facile, mi ci butto, prendo appuntamento per il giorno dopo in orario aperitivo dalle parti di casa sua. Ci messaggiamo un po' su whatsapp nel frattempo e devo dire che troviamo alcuni interessi in comune e un certo entusiasmo nell'incontrarsi. Lei ha solo una foto sul suo profilo, ma da quella sembra veramente una bella donna. Mi mette in guardia "non aspettarti la Bellucci" mi dice, il che da una parte mi mette sospetto, dall'altra però penso che così sarà ancora più facile, e la mia voglia di un corpo femminile mi permette davvero di poter incontrare chiunque in quel periodo.
La incontro. Seduto su una panchina si presenta alle mie spalle, mi volto e vedo una donna che sembra di dieci anni più grande della foto che avevo visto. Gli occhi e le labbra sono quelle, ma la pelle no. La piccola delusione però si equilibra con il vestito. Un leggero prendisole rosso, delle calze autoreggenti di cui si vede la fine e una scollatura vertiginosa che mette in mostra un seno abbondante anche se visibilmente retto sù da un reggiseno terrazzato. Un dress code provocantissimo indossato da una donna dall'aria malinconica e sfigata. Il viso ha molte rughe, i capelli sono vaporosi ma poco curati e con una strana ricrescita proprio sulla fronte. Esordisce dicendo "Abito da sola proprio qui sopra", il che mi sembra promettente.
Ci sediamo per un aperitivo ma lei, sorprendentemente non beve alcol, è astemia. Questo mi fa pensare che non sarà molto facile farla sciogliere, e oltretutto anche io non so quanta intenzione ho di forzare la cosa visto la tipa che mi è capitata. La conversazione però va benissimo, lei ride alle mie battute ed è interessata ai miei racconti, quando faccio qualche accenno al corpo e al piacere sorride maliziosa, ma lei non si aggancia mai, sembra che non voglia approfondire. Mangiamo bene e io bevo un paio di bicchieri di vino, ma con l'andare della serata decido che io non ci avrei provato, solo nel caso lei azzardasse un invito, sì, allora avrei potuto farci un pensierino. Mi alzo con la scusa di andare al bagno e pago la cena. Ci alziamo da tavola e lei subito dice "ti inviterei su da me, ma casa è un tale disordine", io rispondo "se ti va, a me va di salire da te". Il tutto mi sembra abbastanza chiaro insomma: stasera si scopa, finalmente. E 'sticazzi che lei non è la Bellucci.
Mentre raggiungiamo casa sua diventa impacciatissima, e questo mi fa diventare ancora più sicuro e rassicurante, inciampa, le viene il fiatone anche se cammina piano e non trova le chiavi di casa per cinque minuti buoni, io però la faccio ridere dicendo che la borsa di una donna è peggio di quella di Eta Beta, e ci vuole molta pazienza. Si è instaurato insomma un rapporto carino. Casa sua è molto graziosa, appena rifatta, molto pulita con parquet dappertutto. Ampio divano e camera da letto con armadio a specchio davanti. Facciamo il giro della casa e poi le parto con il bacio, lei ci sta ma si stacca quasi subito "non me lo aspettavo", "no?", "no assolutamente". Riprovo, ci sta di nuovo, stavolta dura di più ma lei a un certo punto si stacca comunque. "No scusa..." dice e poi si va a sedere sul divano. Mi siedo accanto a lei senza dire niente e riparto col bacio. Lei ci sta, mi tocca una spalla, io la inizio a toccare un po' ovunque tradendo una certa smania e lei a un certo punto si stacca di nuovo, toglie la mia mano da lei e poggia i gomiti sulle ginocchia, evitando il mio sguardo. Io la accarezzo sulla schiena dolcemente, lei si gira e stavolta mi bacia lei. Ma dura poco, si stacca di nuovo appena io la tocco. Questa volta però non mi toglie la mano. Poggia la testa sullo schienale prendendo una posizione semi sdraiata. Io approfitto per toccarla, le sue cosce sono snelle ma tornite e mi attraggono molto. Accarezzando, indugiare sull'elastico delle autoreggenti passando da seta a pelle mi arrapa molto e siccome non so come andrà a finire la serata, cerco di godermi quel contatto il più possibile. Lei a questo punto fa una cosa che mi provoca un grande piacere, divarica in modo appena percettibile le gambe, autorizzando la mia mano a procedere, continuo ad accarezzarle l'interno coscia con la mano delicatamente e vedo che il suo sguardo, da preoccupato e contrito, si rilassa leggermente.
Mi guarda con occhi spauriti, parlare ormai è superfluo. Continuo ad accarezzarla provando un grande piacere, con l'altra mano provo a toccarle il seno ma lei subito si irrigidisce e si sposta dalla posizione comoda che aveva preso. Io tolgo le mani e lei si rimette nella stessa posizione di prima, con le gambe di nuovo leggermente divaricate. Rimetto la mano dov'era e con calma raggiungo l'interno coscia scoperto controllando con lo sguardo che lei apprezzi, e grazie a Dio è così. Mi osserva con quei suoi occhi malinconici, vogliosi ma anche in un certo senso terrorizzati. Salgo ancora con la mano mantenendo il contatto degli occhi negli occhi. I suoi si scandalizzano quando tocco le sue mutande con le dita, mostrando anche un certo proibito piacere. Capisco che è ancora molto indecisa se lasciarsi andare oppure no. Le sfioro di nuovo le mutande con le dita e sento che lei approva, si lascia andare ad un brivido inequivocabile. Mi avvicino con il viso cercando di nuovo un bacio ma capisco in tempo che non vuole.
È come una partita a scacchi giocata sulla pelle, una tavola invisibile dove spostare i pezzi. Ogni mossa è una vibrazione che può soltanto salire di intensità, ma bisogna fare attenzione alle mosse dell'avversario. La sua difesa, da un momento all'altro, senza che ce ne accorgiamo, può deviarci proprio nella trappola che aveva preparato per noi.
Continuo ad accarezzarla con la mano sempre più provocantemente. Dopo un po' di tempo, scivolo piano con le ginocchia a terra. Lei mi guarda sospettosa ma non impaurita. Io abbasso la testa e le bacio le ginocchia, sopra le calze. Poi continuo a baciarla fino a trovarmi davanti a lei con la testa tra le sue ginocchia, inizio a baciare l'interno coscia, l'elastico e finalmente la pelle, sento l'odore della sua fica, ed è buonissimo. Arrivo a baciarle le mutande, totalmente proteso a terra. La guardo in volto e i suoi occhi adesso sono quasi rilassati. Avanzo con le mani sulle cosce e raggiungo l'elastico delle mutande, lo tiro e lei i facilita l'estrazione. La vedo, finalmente, la fica. Ha le labbra esterne molto grandi, rosa shocking internamente, e olivastre esternamente. Le bacio molto delicatamente. Sento che lei è contenta e si sente al sicuro, la guardo, i suoi occhi sono speranzosi adesso. Vuole che gliela lecco, ed io non vedo l'ora.
Inizio ad affondare i primi colpetti con la lingua e lei socchiude la bocca gaudente. Procedo a leccare con crescente insistenza cercando di capire l'entità e la posizione del clitoride. Lo trovo, un po' nascosto, proprio in cima, una puntina bianca leggermente solida. Lo attacco, ma la risposta è sobbalzante, devo andarci piano. Ricomincio dal basso e con qualche colpo di lingua ogni tanto arrivo lì sù. Lei finalmente sta godendo. Apro la bocca sempre di più contenendo le sue grandi labbra e affondando nell'utero con la lingua, spatolo abbondantemente l'interno e lei geme. Inizio a muovere anche la testa sù e giù per comprenderla tutta. Lei adesso è stravaccata a gambe aperte con quelle meravigliose autoreggenti alzate e i piedi in aria. Lecco per tantissimo tempo e lei continua a godere, faccio prendere alla lingua direzioni sempre inaspettate per sorprendere il clitoride e farla vibrare di piacere.
Non so quanto tempo è passato, ma lei godeva sempre di più, e a me bastava quello. Inizio a sentire dolore alla lingua e al collo sia per la posizione che per l'azione orale. Ma non posso staccarmi prima di averle fatto raggiungere l'orgasmo. Continuo a impegnarmi con passione, alterno tra utero e clitoride, poi infilo due dita dentro di lei e insisto sul clitoride con la punta della lingua velocissima. Lei raggiunge livelli di godimento altissimi ma ancora non viene. Provo a sfiorarle il clitoride con i denti, serrando il sorriso, le passo labbra e parte esterna dei denti tra clitoride e piccole labbra. Lei gode ancora di più. Ha gli occhi chiusi ma ogni tanto li apre increduli e i suoi gemiti sono sempre più intensi. Riprendo poi a leccarla con la lingua, sono davvero stremato, mi fa malissimo la bocca ma non voglio cedere, cambio posizione con le gambe senza staccare la faccia ormai completamente fradicia dei suoi umori. Alterno movimenti di collo a movimenti di lingua pur di continuare, mi spingo con le gambe, anche la camicia è fradicia di liquido vaginale su tutto il petto e le spalle. Perdo completamente la cognizione del tempo pensando che non mi sarei mai fermato. Cerco di aumentare costantemente la passione per timore che lei possa fermarmi, non capisco da dove spunti questo imperativo interiore, ma lei oggi deve venire in questo modo. In un frangente ricordo di aver messo il naso completamente nella sua fica leccando tra la vagina e l'ano. E lei continuava a godere. Poi sono tornato a dare grandi leccate dal culo fino al clitoride e lei lì si è eccitata ancora di più. Continuo così per un altro po' di tempo, salendo gradualmente verso il clitoride, infilo le dita nell'utero al momento giusto e vedo che lei sbarra gli occhi, continuo con intensità e ritmo crescenti sentendomi vicino alla meta e poi, finalmente succede... Lei apre la bocca e sbarra gli occhi inarcando verso di me la schiena e poggiandomi le mani sulla testa, cacciando un urlo liberatorio a bocca spalancata: "AAAAAAH!". Io lì sotto continuo sentendo che la vagina si rilassa completamente, diventando quasi di burro. E diminuisco di intensità fino a smettere.
Non posso credere a quello che ho vissuto. Una donna sola e timida si è fatta leccare in questo modo da me. Ed io tra l'altro ho un erezione dolorosa da un po'. Guardo l'orologio, sono passate due ore e un quarto da quando siamo saliti. Le ho leccato la fica per più di un'ora e mezza. Io sono seduto a terra, lei mi guarda sorridente finalmente. Sussurra "Oddio...". Io sorrido e inizio a togliermi la camicia bagnata. Ma lei qui torna strana. "Hai il cambio?", "No", "Io non ho magliette da uomo". Io me la stavo togliendo pensando che lei adesso soddisfacesse me, e invece questo non era in programma evidentemente. Cerca le sue mutande vicino al divano e se le rimette. Il discorso sessuale sembra chiuso. "Vuoi sciacquarti?". Vado in bagno, mi lavo per quanto posso, e quando esco lei è ancora sul divano, a guardare nel vuoto, senza neanche il cellulare. Mi siedo vicino a lei. Capisco che lei è in imbarazzo, ma adesso io vorrei da morire che mi toccasse, mi avvicino ma lei si ritrae leggermente, si avvicina con la testa alla mia, ma non mi bacia ne mi tocca. Riprendiamo un discorso fatto a cena come se niente fosse, e lei dopo qualche scambio accenna al fatto che l'indomani ha da fare. "Tanto ci possiamo rivedere" è l'unico suo accenno a quello che è successo e soprattutto a quello che non è successo. Io mi alzo, prendo il giacchetto e cerco di coprire la macchia di liquido vaginale il più possibile, ma so che comunque andrò in giro accompagnato da un inconfondibile aroma. Lei in questo momento mi sembra padrona dei miei desideri e della situazione come non è stata per tutta la sera. Mi dà un bacio sulla guancia e poi uno in bocca. Esco dalla porta, ci diciamo che ci saremmo sentiti.
Purtroppo non ci siamo mai rivisti, e non capisco perché, ormai sono passati anni. Io ogni tanto le ho scritto ma lei ha sempre risposto evasivamente. Non saprà mai quale serie di avventure mi ha causato con questo suo strano atteggiamento... quale passione per il cunnilingus ha scatenato in me.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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