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Prime Esperienze

Jerom e la sua disabilità 2


di pomponio
03.03.2021    |    4.012    |    3 9.6
"Quello che chiamavamo “il nostro posto” era sempre lì, pronto ad accoglierci, pieno di sole e senza un alito di vento..."
Tornato in camera con Franco cerco di nascondere quel poco imbarazzo che nasceva dal fatto che lui si fosse accorto di tutto ma, molto saggiamente, mi dice che non c’è nessun problema, tutti e due siamo liberi pur trombando insieme, insomma, due trombamici.
Apprezzo molto la sua comprensione, al punto di mettermi a pecora solo per lui ma senza un gran che di entusiasmo ma con gratitudine per avermi tolto dall’imbarazzo.
Sono stato sveglio tutta la notte, ancora non riuscivo a realizzare che tutto fosse vero, una cosa così bella, improvvisa e inaspettata mi sorprendeva troppo, non riuscivo a crederci ma la volevo vivere fino in fondo.
La mattina telefono in ufficio chiedendo un giorno di permesso, potevo permettermelo, chiedo a Franco di dire agli altri che Jerom mi aveva chiesto di accompagnarlo da qualche parte e non potevo rifiutarmi, non era il caso di mentire, in fondo non c’era nulla da nascondere, a parte il fatto che andavamo a scopare.
Mi preparo bene, sapevo a cosa sarei andato incontro e, nonostante Franco mi avesse scopato, cerco di aprire meglio le porte del paradiso con due dita e ben in profondità.
Arriva Jerom, fresco e profumato dicendomi che ha dormito come un ghiro, facciamo un salto in rosticceria per prendere quei piccoli panini col prosciutto cotto al vapore che si trovano solo a Treviso e che sono buonissimi, un paio di birre e si parte.
Quello che chiamavamo “il nostro posto” era sempre lì, pronto ad accoglierci, pieno di sole e senza un alito di vento.
Jerom si spoglia e, tolti i pantaloni, noto con piacere il suo cazzo già duro uscire prepotentemente dai suoi slip, ci guardiamo negli occhi e parte subito il suo bacio, mi colpisce un retrogusto di caffè che avevamo preso prima di partire. Ci stendiamo e mi chiede di fare tutto con molta calma, doveva essere per lui una delle prime scopate vere dopo l’incidente e avrebbe voluto gustarla a pieno, sussurrandomi con le mie mani nelle sue:
“mi sono reso conto di aver trovato chi ci sa fare, chi sa cogliere ogni sfumatura di ogni centimetro del mio corpo, di provare sensazioni vere senza curarmi di niente altro…e di averne un gran bisogno.”
Non mi è uscita nessuna risposta, mi sono solo avvicinato alla sua bocca con la mia per lasciare libero spazio alla sua volontà…per dargli quel bacio che, sono certo, aspettasse.
Stesi su un fianco e abbracciati, col suo cazzo puntato in mezzo alle mie cosce continuiamo a baciarci, quando ho cercato di prenderlo in mano mi ha fermato dicendo di aspettare, voleva che gli leccassi bene la schiena, una cosa che non gli avevano mai fatto e che gli dava splendide sensazioni.
Una cosa che piace molto anche a me, riesco a “sentire” con la lingua tutto il suo appagamento ed in quei punti indugio di più, aumentavo la sua eccitazione che, di riflesso, aumenta la mia facendomi andare anche oltre certi limiti. Con lui non è difficile, manifesta tutto il suo godimento con molta chiarezza pur senza dire una parola.
Dopo un abbondante leccata, si gira piano lasciando che la mia lingua scivoli sul suo fianco fino all’ombelico e mi chiede:
“Dai, fammi entrare dentro di te”
Annuisco, cercando nello zainetto la crema che avevo preso prima di partire. La metto sul suo uccello e passo a lubrificarmi il buchetto mettendoci dentro un paio di dita.
Faccio per sedermi sul suo cazzo pensando che quella potesse essere la posizione più comoda per lui ma mi dice che è lui a voler venire sopra di me. Non capisco ancora come potesse sostenersi mancandogli un ginocchio dove appoggiarsi, ma, senza preoccuparsi, punta un ginocchio sull’asciugamano e appoggia la sua mezza gamba sulla mia, un po’ di traverso.
Comincia a spingere ed infila solo la cappella chiedendomi se mi facesse male, mentre le sue palle strusciano fra le mie cosce, rispondo che al momento andava bene, bastava solo fare piano ed aspettare che mi dilatassi completamente. Entra ed esce solo con la punta con movimenti precisi e la mia eccitazione sale fino al punto che con un colpo di reni me lo infilo più di metà. Si ferma pensando di farmi male ma lo prego di entrare tutto, ormai sono pronto.
Molto lentamente spinge e a quel punto mi rendo conto di quanto sia lungo, non finisce mai ma il piacere supera di gran lunga il dolore e finalmente è tutto dentro. Si ferma ma comincio io a ritrarre e spingere le chiappe per gustarmelo bene, certo che ormai sento solo piacere, comincia a pompare lui, prima lentamente e poi con vigore facendolo uscire quasi tutto e poi rimettendolo tutto.
La sua posizione un po’ più in alto di me fa sì che il suo cazzo mi stimoli alla perfezione la prostata e lo sfregamento del mio cazzo sull’asciugamano fa sì che arrivo contraendo il culo in sincronia con gli spasmi della sborrata e nello stesso momento sento la sua cappella durissima pulsare dentro di me, il suo fiato farsi corto sul mio collo ed arriva anche lui spingendomelo con forza fino all’ultimo millimetro, stringo le chiappe per fermarlo, con quella spinta è arrivato fino allo stomaco.
Si ferma, mi volta su un fianco tirandomi a sé tanto che rimango steso su di lui a pancia in su ma col suo cazzo ancora dentro di me. Faccio per alzarmi ma mi trattiene dicendomi di sedermi sopra senza farlo uscire e di voltarmi con la faccia verso di lui. Il roteare del suo cazzo nel mio culo durante il mio cambiamento di posizione stava quasi per farmi venire un’altra volta.
Cosi mi vuole, faccia a faccia col suo cazzo dentro di me per baciarmi a scoparmi contemporaneamente.
Il suo sperma sempre abbondante, cola dal mio culo sulle sue palle e comincio a massaggiarle con la mano arrivando fino al suo buco che ben lubrificato, mi permette di infilarci un dito. Nessuna reazione da parte sua che ricomincia a scoparmi, con movimenti lenti e regolari. Spingo il mio dito fino alla sua prostata e Jerom soffoca una specie di lamento, lo tolgo pensando di avergli fatto male o che non gli piacesse ma lui mi rassicura e quel sussulto era solo di piacere e che posso continuare.
Infilo il dito medio per arrivare bene alla sua prostata e comincio a massaggiarla con più vigore mentre i suoi movimenti si fanno più convulsi favorendo sia l’ingresso del mio dito nel suo culo che quello del suo cazzo nel mio, cazzo che non ha perso nessun vigore dopo la prima venuta. Con le mani sui miei fianchi mi sposta verso il basso agevolando la spinta del suo cazzo sulla mia prostata che provoca immediatamente la mia e la sua seconda venuta insieme. Mi tira immediatamente a sé stringendomi e baciandomi con passione. Ci sfreghiamo uno sull’altro spalmando il mio sperma sui nostri addomi e trovo la cosa eccitantissima.
Restiamo cosi per un bel po’ di tempo, continuando a baciarci e stringerci fino al momento in cui il suo uccello si è completamente rilassato ed esce dal mio culo.
Mi alzo allungando la mano verso di lui per aiutarlo a raggiungere il fiume per darci una ripulita, si appoggia sulla mia spalla con la massima naturalezza.
Dopo aver mangiato si stende al sole a pancia in su ed io mi metto tra le sue gambe, con il viso appoggiato sul suo pube, dalla parte opposta al suo uccello che riposava dietro la mia nuca.
Un po' di rilassamento appoggiato così, sul suo corpo caldo annusando il profumo della sua pelle, quasi mi appisolo.
La sua manona che lentamente accarezza il mio viso mi riporta alla realtà, sorrido felice di quella carezza senza supporre che fosse molto interessata. Mi appoggia il suo cazzo duro sulla nuca invitandomi a riprendere i giochi.
E’ bastato voltarmi per ritrovarmi a portata di bocca quel totem leggermente rivolto verso il basso, sul tronco del quale ho lasciato scivolare la mia lingua.
Adesso voglio comandare il gioco io, lo lecco, lo affondo bene in gola umettandolo e mi alzo chiedendogli di portare le sue gambe a sé, di stringerle sul suo petto mettendo in libertà il suo uccello da sotto.
Prendo un po' di crema ma mi rendo conto che serve a poco, quattro dita entravano liberamente nel mio buco tanto era stato dilatato dalla scopata di prima.
Mi giro di schiena e mi siedo sul suo cazzo facendolo scivolare piano tutto dentro mentre gli massaggio le palle e scorro con un dito dentro il suo culo.
Lo sento tutto dentro, caldo e duro, percepisco il rigonfiamento del suo glande al tanto piacere che prova ogni volta che spingo il dito sulla sua prostata e che mi eccita da morire.
Lo faccio entrare e uscire lentamente, lo guido sulla mia prostata e struscio le sue palle sulle mie, un piacere indescrivibile che mi fa fischiare le orecchie ma non abbastanza da non sentire le sue parole:
“Non resisto più, vengoooo”
Sento dentro di me tutti i sui schizzi, dal primo all’ultimo mentre vengo anche io. Mi fermo con un tremore alle gambe e lo tengo ancora dentro di me, tutto, fino alle palle…fino a quando il suo sperma comincia a uscire copioso dal mio culo.
Mi alzo, gli lascio distendere le gambe e me lo bacio quasi con amore.
“Meno male che tra poco te ne vai, altrimenti avrei potuto innamorarmi di te” Gli dico tra un bacio e l’altro.
Dopo una delle sue fragorose risate e un attimo di silenzio mi risponde:
“Meno male che ti ho incontrato, sai, quando si ha un incidente come il mio, ti crolla il mondo, pensi sempre e in ogni circostanza alla tua nuova condizione. Trovare chi, come te, non gli dà nessuna importanza al punto tale di fartela dimenticare è solo una fortuna e non mi sono fatto condizionare dal fatto che tu fossi uomo o donna, ho solo voluto vivermela”
Gli rispondo:
“No caro, la fortuna sei tu che finalmente ti stai accettando senza pensare agli altri ma solo a te. L’imbarazzo è solo tuo, sei tu che ti senti diverso più di quanto lo possano fare gli altri, ti stai liberando da questa condizione e cominci a rivivere, la tua bellezza, la tua gioventù, ad amarti per quello che sei senza tabù.”
Mi dice:
“Si, forse hai ragione, so di avere una mente aperta e l’hai visto anche tu, so di non essere un brutto ragazzo, devo imparare a viverla meglio e a godermi la vita. Intanto incontrare una macchina da sesso come te mi ha riportato alla realtà, mi ha fatto capire che non mi manca nulla per provare tutto quello che sogno da tempo.”
Io:
“Certo che hai una mente aperta, chi altro mi avrebbe preso e trombato come hai fatto tu, manco fossi la più bella fica del mondo, e sono sorpreso anche di me stesso, mi hai fatto rilassare come poche volte ho fatto nella vita portandomi a farti cose che difficilmente faccio ma che sono sempre nei miei sogni, ti somiglio anche io, e ringrazio te per avermi fatto provare sensazioni che non provavo da tempo…insomma, di aver fatto uscire tutta la maiala che è in me”
Lui dopo la solita risata:
“Che dirti, per me è stato quasi naturale, da quando ci siamo conosciuti e mi hai guardato in quel modo strano, non ho potuto fare a meno di “approfondire” la nostra conoscenza e quello che importa di più è che non ho provato mai nessun disagio, me la sono goduta cercando di restituirti tutto il piacere che hai dato a me”
Io:
“Sul termine “approfondire” stenderei un velo pietoso, altro che approfondito…!”
Ci abbracciamo ridendo e continuiamo a baciarci.
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