Prime Esperienze
Il nostro primo incontro 2
di jolly76
16.03.2019 |
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"Rimanemmo abbracciati per un po’ senza parlare, finchè la monotonia della quotidianità non ci chiamò all’appello, ma da allora il corso di lingue continuò..."
Uscimmo dal camerino e sui nostri volti trasparivano i segni dell’ eccitazione appena provata, il suo sguardo trasmetteva una sensazione di dolcezza mista a passione che la rendeva ancora più desiderabile e bella. Arrivati al parcheggio le dissi: “la mia macchina è dall’altro lato” ma lei senza dire nulla mi prese la mano mi sorrise e si incamminò lungo una delle tante file di macchine, dal sorriso e dall’espressione compiaciuta si intuiva che avesse qualcosa in mente.
Giunti alla sua macchina e saliti a bordo ci guardammo e senza dire nulla le nostre bocche si avvicinarono, devo confessare che quello fu il bacio più dolce ed intenso che abbia mai ricevuto considerando che veniva da una quasi sconosciuta, non so se chi legge ricorda la sensazione del primo vero bacio adolescenziale, quando il cuore sembra scoppiare nel petto e tutto quello che ci circonda sembra scomparire, ecco in quel momento ero tornato adolescente.
Usciti dal centro commerciale lei si diresse verso una strada secondaria che portava verso la spiaggia, “è da un’eternità che non lo faccio in macchina” mi disse e mi raccontò di essere sposata con un uomo poco più grande che si interessava poco a lei e di conseguenza la fiamma della passione nel corso degli anni si era affievolita, nel frattempo aveva parcheggiato in uno spiazzo vicino alla spiaggia che grazie al tramonto precoce del sole in inverno era intimo e riservato.
Ci spostammo sui sedili posteriori e le presi il viso tra le mani mentre i suoi occhi mi invitavano a baciarla, sfiorai le sue labbra socchiuse con la punta della lingua e mi spostai sulle guance con piccoli baci che lentamente scendevano sul collo semicoperto dal colletto della camicetta, alternavo baci con piccoli morsi sul collo e sull’orecchio e sentivo il suo respiro che diventava sempre più profondo ed suo colpo vibrare per i brividi che ne pervadevano i sensi.
Lentamente aprivo i bottoni della camicia e la mia bocca si faceva strada su ogni centimetro della sua pelle che pian piano rimaneva scoperta sino al bordo dei leggings, che lei stava per abbassare ma le bloccai le mani portandole dietro la sua testa, ora solo il reggiseno copriva la parte superiore di quel corpo sublime, la mia bocca ne delimitava i bordi e la mia lingua accennava piccoli tentativi di invasione verso i capezzoli che erano diventati duri per il piacere.
Lentamente mi abbassai con la bocca sui leggings percorrendo tutto il tragitto che dal ventre porta alle caviglie le levai le scarpe massaggiando delicatamente i suoi piedi, poi risalendo lentamente con la bocca sulle sue gambe sentii le sue mani sulla mia testa che mi guidavano verso il basso ventre, percepivo chiaramente, nonostante i vestiti, che era bagnatissima mi soffermai a baciarla alternando piccoli morsi che le provocavano improvvisi sussulti e gemiti.
Con uno scatto improvviso si levò tutto ed allargando le gambe mi disse “pronta per il corso di lingua” e tirandomi a sé mi guidò verso la sua vagina che sfiorai con le labbra con piccoli baci per poi affondare la lingua al suo interno risalendo lentamente verso il clitoride che succhiai per poi “torturare” con decisi colpi di lingua ai quali lei rispose con un lungo gemito di piacere che mi esortava a continuare perché l’apice del piacere era vicino, le sue gambe cominciavano a tremare il suo respiro era sempre più intenso ed il bacino si muoveva su e giù per accompagnare i miei movimenti.
Non era ancora il momento, così decisi di rallentare mentre lei, evidentemente vicinissima all’orgasmo mi disse “allora sei stronzo” mentre le sue mani sulla mia testa mi invitavano a continuare, “mi lasci carta bianca” le chiesi io e lei senza batter ciglio rispose di si.
La mia lingua tornò a muoversi lentamente sul clitoride che era gonfio e duro, mentre le mie dita si facevano strada dentro di lei “fammi godere” “fammi godere” mi supplicò togliendo le mani dalla mia nuca, come per farmi capire che si abbandonava totalmente a me.
Aumentavo il ritmo della bocca con le dita massaggiavo con movimenti circolari il suo ano lubrificato dalla mia saliva che ne facilitò l’ingresso, ora il mio dito la penetrava con movimenti lenti e poco profondi , mentre i suoi gemiti erano lunghi ed intensi, per fortuna il posto era isolato.
Il suo corpo vibrava ed il suo bacino accompagnava i miei movimenti, ad un tratto strinse le gambe e smise per un attimo di gemere, il suo orgasmo fu accompagnato da un urlo mentre il mio viso fu piacevolmente inondato dal suo piacere.
Con grande compiacimento pensavo di aver placato il fuoco che quella stupenda donna portava dentro di se, ma con mia grande sorpresa l’orgasmo esplosivo che da poco aveva provato, aveva acceso in lei la tigre “porca” che ogni donna tiene sopita dentro si se.
Fu un attimo e la sua bocca stava “divorando” il mio pene, la sua lingua ne percorreva tutta la lunghezza e gli affondi lo facevano letteralmente scomparire, si fermò e per citare la frase del Sommo poeta “ La bocca sollevò dal fiero pasto” e venendomi sopra mi disse “ora tocca a te”.
Con movimenti di bacino, degni della più esperta ballerina di samba e con le labbra incollate alle mie in pochi minuti annientò la mia resistenza, percependo che ero al culmine si scostò e mi fece esplodere dentro la sua dolce e famelica bocca.
Rimanemmo abbracciati per un po’ senza parlare, finchè la monotonia della quotidianità non ci chiamò all’appello, ma da allora il corso di lingue continuò quasi regolarmente.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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