Prime Esperienze
Guardando l’isola dei Famosi
di Borikaurora
25.08.2019 |
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"Prenotammo una vacanza in Croazia, sull'isola di Brac, praticamente dall'altro lato dell'Adriatico, nei pressi di Spalato e, naturalmente, in un villaggio..."
Sono Aurora, la lei di coppia e ho deciso di raccontare la mia storia con Daniele, mio marito.
Da quando sono qui sul sito, sono stata definita nei più svariati modi: Dea... giunonica, e questi termini trovano una loro giustificazione nel fatto che la natura è stata piuttosto benevola con me (chi non l'avesse ancora fatto è il caso che dia uno sguardo alla mia iconografia).
Circa due anni fa eravamo a casa da soli. La nostra era una vita come tante altre: sposati da oltre 20 anni, con prole, i giorni scorrevano l'uno dopo l'altro, nella assoluta tranquillità di una coppia dedita alle solite incombenze familiari.
Fuori pioveva e noi, privi di altre prospettive, eravamo sul divano a guardare l'Isola dei Famosi.
In quella edizione figuravano Malena, che tutti criticavano per il suo modo d'essere e di esprimersi, ma che a me (ho tendenze bisex) tirava da morire e Rocco Siffredi. Entrambi vengono inviati nell'isola "desnuda" e qui, ovviamente, Rocco deve spogliarsi ed indossare la classica foglia di fico.
L'operazione avviene dietro uno steccato, ma Samantha De Grenet, che era lì, con grande disinvoltura riferisce al marito, presente in studio, che è curiosa e non vuole perdersi l'occasione di sincerarsi sulla veridicità delle varie voci che hanno sempre circolato sulla dotazione del porno attore. Ella, pertanto, va dietro lo steccato e resta letteralmente stupefatta alla vista del fallo tanto decantato.
Non nascondo che la meraviglia, letta nell'espressione di Samantha, colpì anche me che, per vero, non avevo mai visto film porno e, quindi, anch'io ero ignara su quella dotazione.
Mio marito percepì il mio stupore e, alla mia osservazione che probabilmente si trattava di un trucco per aumentare l"audience", tentò di spiegarmi che i maschi, come le donne, non sono tutti uguali e che vi sono alcuni muniti di falli molto imponenti e chiuse il discorso promettendomi di farmi guardare qualche film porno con Rocco.
Intanto i giorni passavano e la mia curiosità aumentava, fino a divenire come un tarlo che mi rodeva in testa.
Dopo una settimana eravamo ancora su quel divano e mi venne d'impulso a dire:
"Allora...? Quel film porno quando lo vediamo?" e Daniele:
"Non pensavo facessi sul serio... sei proprio decisa a volerlo vedere?"
Così mio marito si mise a ricercare su internet e trovatone uno ce lo gustammo in ogni suo fotogramma...
Rimasi letteralmente sconvolta fin dall'inizio: era davvero enorme il fallo di quell'uomo e la mia curiosità cresceva esponenzialmente, mentre mi chiedevo: Come poteva tutta quella roba penetrare nei buchini di quelle due ragazze gracili e minute? Egli infilava quel suo batacchio ora nella bocca dell'una, ora in quella dell'altra, e lo sconvolgente era che lo spingeva nella gola di quelle poverine facendole quasi strozzare. Infatti emettevano continui rivoli di bava dalla bocca e lacrime dagli occhi. Non so se quelle immagini andavano definite truci, crudeli, eppure sia io, che guardavo, ma quasi le invidiavo, che loro si mostravano remissive e gaudenti. Avevo timore di guardare mio marito in viso, temendo che potesse percepire il mio stato di assoluta eccitazione e, temendo di poter macchiare il divano con i miei umori che sentivo defluire dalla vagina, accavallai le gambe, tenendole strette tra loro.
Intanto le immagini del film proseguivano: ora Rocco aveva preso a leccare profondamente i buchetti posteriori, e simili a capocchie di spillo, delle due ragazze, cercando di farvi penetrare la lingua. Dopo poco essi si erano dilatati alle costanti e decise sollecitazioni; egli, allora, prese un plug di discrete dimensioni e, dopo averlo fatto irrorare dalla saliva di una di esse, lo infilò completamente nel forellino. Ebbi l'impressione che quel plug fosse penetrato nel mio culetto ed ebbi come uno scatto che, forse, Daniele non aveva notato.
Stessa sorte toccò anche all'altra ragazza ed entrambe, con quegli arnesi infilati nel retto, ripresero a leccare e introdurre in bocca, quasi fino alla totalità della sua lunghezza, quel pene incredibile, nel mentre che Rocco titillava con rudezza i loro clitoridi. Quando ritenne che potesse bastare, penetrò in vagina la prima che, avendo nel secondo canale il plug, era come se stesse subendo una doppia penetrazione. Dopo di che estrasse il plug e facendo ammirare l'ano della ragazza ben dilatato, vi penetrò con il suo attrezzo.
A quel punto corsi in bagno per lasciar scorrere dalla mia vulva esacerbata rivoli di umori che rischiavano di propagarsi sul divano.
Quando tornai anche l'altra ragazza stava subendo lo stesso trattamento della prima.
"Tesoro - dissi a mio marito - andiamo a far l'amore?"
Ricordo che mi disposi, come piace a me, a cavallo di mio marito e lo scopai con una foga mai avuta prima, e, nel mentre, chiedergli: "Potremmo provare anche noi un'esperienza di quel tipo?.
Di certo dovevo avere un'espressione di quelle che di solito fanno le "puttane", per ammaliare i clienti. Mio marito, conoscendo la mia inclinazione per la bisessualità, inizialmente pensò che avessi voluto far entrare nel nostro letto un'altra donna, ma io, sfrontatamente, gli dissi che mi sarebbe piaciuto essere al centro dell'attenzione di due uomini che potevano prendermi in entrambi i canali.
Mio marito si dimostrò subito entusiasta di quell'idea, ma, come tutti sanno, "fra il dire ed il fare c'è di mezzo il mare". Però l'amo era stato gettato e, da quel momento in poi, cominciammo a guardarci intorno con occhi diversi: quel film di Rocco aveva sortito in noi lo stesso effetto di quello rappresentato da Dante nell'episodio di Paolo e Francesca: galeotto fu il libro (=film) e chi lo scrisse (=interpretò).
La mia esuberanza fisica, nonché sessuale, unita ad una certa predilezione per l'esibizionismo, ci avevano spesso permesso di concederci giornate al mare in costume adamitico.
Non avvertivo più il tabù della vergogna e spesso notavo gli sguardi concupiscenti, che i maschietti mi rivolgevano, mentre mi esponevo completamente nuda sulla rena. Naturalmente il gioco era motivo di intrigo e complicità con il mio Daniele, che, al mio fianco, tutto osservava, senza darlo a vedere.
Poi a casa si faceva l'amore con passionalità, non senza riesumare certe fantasie che ormai affollavano la nostra mente: avere un rapporto a tre (MFM). A quella fantasia cercavo di comprendere quale potesse essere lo stato d'animo del mio lui vedendomi scopare con un estraneo che, comunque, per me voleva dire "mettergli le corna". Ed ecco a scuoterlo ed eccitarlo ancor più, facendogli il relativo gesto che, in buona sostanza, non era altro che la dichiarazione della mia disponibilità a renderlo cornuto e quella sua a non veder l'ora che quella condizione si verificasse per davvero.
Quel tipo di complicità aveva avuto l'effetto di farci ritrovare ancor più innamorati di prima. Fra noi era un continuo cercarsi di sguardi; di comunicarci se era il caso che fossi, in un certo momento, un po' più impudica del solito; di valutare e constatare quanto il mio personale fosse dotato di sex appeal; quanti risolini ed ammiccamenti ci scambiavamo quando, sulla spiaggia, me nuda, vedevamo i maschietti allontanarsi con un bel bozzo al centro del costume.
Però quello era il nostro ambiente e non era il caso che ci lasciassimo andare oltre; inoltre non mi andava di far apparire mio marito "cornuto contento": non era questo il nostro scopo.
Così decidemmo di abbandonarci all'avventura, ma lontano chilometri dai nostri luoghi di pertinenza, proprio per dare fondo alla nostra voglia di libertinaggio.
Prenotammo una vacanza in Croazia, sull'isola di Brac, praticamente dall'altro lato dell'Adriatico, nei pressi di Spalato e, naturalmente, in un villaggio naturista.
Qui, fin dal primo giorno di vacanza fui resa oggetto di attenzioni da parte di un bel ragazzo, che non smetteva di togliermi gli occhi di dosso. Inutile dire che ne ero lusingata oltremodo: con tante belle signore in giro, non meno disponibili di me, egli aveva focalizzato la sua libido su di me?
Naturalmente informai subito Daniele ed egli mi riferì che aveva notato chiari ammiccamenti che il ragazzo mi rivolgeva. Ora non restava che decidermi se avessi voluto, o meno, portare ad ulteriori conseguenze quello che poteva definirsi "esplicito corteggiamento".
Solo più in là mi fu chiaro che il giovane non era altro che il bagnino; intanto si godeva il sole poco distante da noi, lanciandomi occhiate di pura lussuria.
Colsi il momento in cui Daniele si allontanò per prendere qualcosa di fresco al bar e facendo il segno del "telefono", gli diedi un bigliettino contenente il mio numero.
Lì per lì egli aveva capito che intendevo appartarmi con lui di nascosto dal marito, ma, quando Daniele tornò, chiarimmo il tutto ed egli accettò.
Quando ricevetti la sua telefonata, ero da sola in camera, così avvertii Daniele di rientrare, perché a breve sarebbe arrivato il ragazzo.
Nel frattempo avevo fatto una doccia e cosparsi il corpo di crema idratante ed oli profumati: volevo stordirlo con il mio profumo di femmina, oltreché con la mia smania di seduzione.
Appena il giovane fu lì con me, avemmo un lungo momento di romanticismo, in cui egli volle baciarmi, accarezzarmi e percorrere con le labbra ogni lembo di pelle che, man mano, andava scoprendo.
Fu in quel momento che avvertii la presenza del mio Daniele e da quel momento in poi la mia libido ebbe come un'impennata:
mio marito stava assistendo alle mie evoluzioni con quel ragazzo e ne avrebbe a sua volta goduto: era esattamente questo nelle nostre più riposte fantasie. Infatti egli era già con il suo pene fuori dai pantaloni e se lo smanettava: avevo bisogno di un segnale più evidente di quello per capire quanto, a sua volta, stesse vivendo il momento? (Che i fatti sono veri e reali lo confermano il video dal titolo "Guardone in Hotel")
A mia volta, quindi, risucchiai, nella mia bocca, la lingua del ragazzo, scambiando ed assaporando con lui, la nostra saliva, mentre avvertivo brividi di lussuria lungo tutto il corpo, a partire dai piedi fino ai capelli; era la prima volta che baciavo e mi lasciavo baciare e toccare da uno che non era il mio Daniele
Poi andai a tastargli il pene, che nel momento del bacio avevo già avvertito grosso e duro come il marmo.
Lo estrassi dai boxer e cominciai a menarlo: sembrava seta tra le mie mani, ma vibrante e pieno di desiderio per me.
Il ragazzo era palestrato, ma mai mi sarei immaginata di poter toccare con mano una proboscide di quella stazza.
Mi sfuggì un gridolino d'ammirazione e dissi:
"Ragazzo mio, è enorme, incredibilmente grosso... dai amore, fammelo guardare tutto e poi dammelo in bocca, perché possa succhiarlo a lungo" invocavo spudoratamente.
Quel sapore! Come descriverlo con l'inadeguatezza del linguaggio? Forte, acidulo e a tratti dolciastro, salato eppure delicato, insinuante, invadente.
La lingua guizzava attorno al piolo, oppure sulla patina violacea della cappella, vellicando, di tanto in tanto, la cima morbida, tentando con la punta di violarne la minuscola fessura da dove emergeva la immancabile goccia di precum, che provvedevo ad asportare con frenetica voluttà.
"Tesoro mio, dopo me lo farai gustare sia davanti che dietro... è quello che desidero, e non solo io... perché il mio Daniele deve sapere quale grande "troia" ha portato all'altare, dal momento che so bene quanto egli sia "porco". 😋🐷
Se notiamo che il racconto sia stato gradito agli utenti, è probabile che lo faremo seguire da altre storie, sempre e solo realmente vissute.😉bay Lucio 💋
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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