Prime Esperienze
Confessioni ad una amica
di RockAndBlues
02.01.2024 |
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"Perché come sai Sabri, il pericolo è sempre dietro l’angolo! :-)
Quando le nostre pance hanno iniziato a brontolare ci siamo decisi a prepararci per il..."
Autrice: la lei Anima Blues.Ciao Sabrina, come stai?
ti scrivo questa mail perché devo assolutamente confidarmi con qualcuno di coscienzioso. Qualcuno che mi conosce, che sa come sono fatta e che saprà consigliarmi. E’ vero, hai, ragione, avrei potuto chiamarti ma mi vergogno troppo.
Questo fine settimana ho fatto una cosa che ha sbalordito anche me e che se ci ripenso mi manda in estasi e allo stesso tempo mi fa arrossire dalla vergogna. Ti prego leggi senza giudicare. Poi avremo modo di parlarne di persona.
Sono tornata a casa dopo otto interminabili ore di lavoro durante le quali non ho fatto altro che pensare a mio marito che mi aspettava nel nostro nido d’amore.
Anzi, ti dirò di più… il pensiero di lui tra le nostre quattro mura solo soletto, mi ha fatto immaginare tutta una serie di situazioni che mi stuzzicavano a tal punto da non riuscire a staccare la mente.
L’ho immaginato in salotto, davanti alla TV, con il telefono in mano mentre riguardava alcune foto intriganti che abbiamo fatto insieme.
L’ho immaginato mentre stendeva la biancheria della lavatrice che io stessa avevo programmato prima di uscire di casa e si soffermava sull’intimo che ieri sera ci siamo levati lentamente prima di stenderci nel letto che ci ha visti protagonisti di uno dei nostri innumerevoli incontri di boxe.
L’ho immaginato in bagno a torso nudo, mentre si radeva e si guardava compiaciuto allo specchio.
L’ho immaginato mentre si spogliava completamente per entrare in doccia con in sottofondo la nostra musica….ho immaginato le sue mani che si muovevano sulla sua pelle per insaponarla e ho desiderato talmente tanto di essere al posto di quelle mani che ho sentito un brivido di piacere scendermi lungo la schiena. Mi sono rivista in una di quelle tante, tantissime volte in cui abbiamo fatto la doccia assieme e in cui siamo finiti a fare l’amore o meglio …. io sono finita con la mia bocca sul suo bel cazzo o, anche meglio, il suo membro si è infilato nel mio culetto dandomi, come sempre, un piacere indescrivibile.
Comprenderai sicuramente, cara Sabrina, che cosa ha provocato quest’ultima istantanea su di me: solo alcuni minuti dopo aver ripercorso con la mente quegli istanti ero già chiusa nel bagno di servizio, distesa comodamente sul lettino che abbiamo a disposizione per il turno di notte, con i pantaloni della divisa abbassati a mezza coscia. La mia mano malandrina stava già scendendo ad accarezzare la mia fighetta umida completamente depilata quando un idea mi ha letteralmente trafitto il cervello.
Ho preso in mano il telefono e, ancora mezza svestita ho chiamato mio marito. Gli ho detto che per festeggiare il nostro anniversario avevo fatto una pazzia: appena tornata dal lavoro saremmo partiti per un fine settimana di relax rigenerante in una Spa, solo io e lui.
Lì per lì è rimasto un po' spiazzato, ma mi conosce abbastanza bene ormai, e dopo il primo momento di incredulità ha iniziato a chiedermi se, oltre alla sua di valigia, doveva preparare anche qualcosa per me.
Risolto la questione logistica e tutta eccitata per la mia pazza idea ho terminato la telefonata dicendogli di amarlo tanto e di non dimenticarsi di depilarsi completamente il corpo “che olio e massaggi non vanno d’accordo con i peli”. Mi ha ringraziata, anche per la dritta che non avrebbe ignorato e ci siamo dati appuntamento per il primo pomeriggio.
Terminata la chiamata ovviamente l’eccitazione era ancora più prepotente di quando era iniziata: sentivo la mia figa bagnata come non mai e il calore, che ormai riconosco, salire dalle gambe per diffondersi verso i glutei. Cara Sabri, immagino che anche tu non avresti saputo resistere: ho portato un dito alla bocca, l’ho inumidito, e ho iniziato a fare dei piccoli cerchietti attorno al capezzolo del seno sinistro che è diventato subito durissimo sotto la pressione del polpastrello. Una scossa è risalita dal centro della mia spina dorsale tanto da farmi inarcare leggermente la schiena. Con l’altra mano allora ho iniziato a sfiorarmi il clitoride per altro già durissimo e come immaginerai l’orgasmo è arrivato subito. Si è impossessato del mio corpo: il fiato corto, la guance sono diventate rosso fuoco, i seni si sono inturgiditi e la mia mano è affondata ancora di più all’interno della mia vagina per sentire dall’esterno quelle contrazioni che danno un piacere infinito.
Pochi minuti dopo ero già rivestita e operativa: la realtà erano ancora tre orette buone di lavoro. Per fortuna tutto è filato senza intoppi ed è arrivato anche il tanto agognato fine turno.
Come puoi immaginare sono uscita dallo spogliatoio di corsa e sono arrivata a casa battendo tutti i record possibili e immaginabili: non erano nemmeno le quattordici e trenta e io ero già dal mio amore.
Lui mi aspettava disteso sul divano in tutto il suo splendore e ho dovuto fare un grosso sacrificio per resistere e non scoparlo immediatamente.
Aveva indosso una t-shirt e dei pantaloncini corti e con mio immenso piacere ho potuto verificare che aveva accettato e messo in pratica il mio consiglio: era completamente glabro.
Ho preparato una mini valigia e mi sono fatta una doccia al volo: in men che non si dica ero pronta per il nostro weekend di fuoco.
Naturalmente ho chiesto a Marco di guidare: non ridere Sabrina, sai che io odio farlo, e poi...sono un pericolo in macchina.
Impostato il navigatore, durante il viaggio che ci avrebbe portato a destinazione in meno di due ore sono riuscita anche a schiacciare un pisolino: le chiacchiere le avremmo rimandate a più tardi.
In fin dei conti alzarsi la mattina prima delle sei dovrebbe essere considerato un reato!
Quando siamo arrivati in hotel e Marco mi ha svegliata stampandomi un casto bacio in fronte, il sole di fine ottobre stava già per salutarci: averebbe ben presto lasciato il posto ad una splendida luna piena.
Una volta parcheggiato, siamo entrati nella hall dell’hotel e, sbrigata la parte burocratica, siamo andati a posare le valige nella nostra camera: non ho fatto nemmeno a tempo di mettervi piede che Marco aveva già infilato la sua morbida lingua nella mia bocca e le sue mani stringevano le mie spalle in un abbraccio che mi faceva apprezzare il naturale profumo della sua pelle mentre la sua eccitazione premeva sul mio ventre. Avevo il cuore a mille, lo sentivo pulsare anche tra le cosce e la sensazione era fantastica.
Sabri è proprio qui che nonostante avessi già progettato tutto con cura, mi sono stupita di me stessa: non credevo di riuscire a mettere in pratica quella che fino a quel momento era solo un idea eccitante. E invece sì: ero pronta a farlo, volevo farlo, lo stavo per fare.
Il pensiero che continuava a girarmi per la testa mi stava mandando su di giri, mentre Marco, ignaro di tutto, lo era già da un po'.
Ho deciso quindi di smorzare tutta quell’eccitazione nell’unico modo che conosco: dopo aver trascinato Marco verso il letto ed averlo spogliato completamente, mi sono inginocchiata davanti a lui e ho iniziato ad accarezzargli l’interno delle cosce.
Le mie mani passavano dai polpacci alle natiche, lentamente in modo leggiadro e sensuale, mentre con la mia lingua morbida facevo dei cerchietti attorno alla punta del suo cazzo in erezione. Continuavo a massaggiarlo delicatamente con le mani mentre le labbra gli avvolgevano completamente la cappella. Mi muovevo molto delicatamente e mai fino in fondo, stando attenta a non stringere troppo per prolungare il nostro piacere. La mia testa e la mia bocca erano completamente prese da quella meravigliosa asta: la succhiavo avidamente e i gridolini di piacere che Marco si lasciava sfuggire mi facevano impazzire. Quel mio succhiare era diventato talmente profondo che riuscivo a sfiorare con le labbra il suo ventre imberbe e quando finalmente la sua mano ha iniziato a premere sul mio capo, forzando leggermente per darmi il ritmo, pur a fatica per la bocca piena anche io ho iniziato ad emettere dei piccoli impercettibili gemiti di piacere che sono culminati solo alcuni minuti dopo con il prepotente orgasmo di Marco che donandomi il suo seme mi ha appagata della posizione scomoda. Ho assaporato tutto il suo piacere, fino all’ultima goccia e ho esitato prima di ingoiarlo perché non volevo che tutto sparisse troppo presto. Mi capisci vero Sabri? Ce lo siamo già dette più volte: ingoiare lo sperma del nostro uomo ci fa impazzire, vai a capire perché! Mistero!
Ma il bello deve ancora venire cara amica, non è certo per un pompino che ti ho chiamata in causa: ora viene la parte scabrosa.
Dopo questa piccola pausa di piacere ci siamo rilassati distendendoci sul letto in attesa che si facesse l’ora della cena. Abbiamo parlato del più e del meno, come siamo soliti fare. Abbiamo riso e scherzato come piace fare a noi intanto che ci siamo scambiati un po' di carezze, stando sempre ben attenti a non accenderci troppo...perché come sai Sabri, il pericolo è sempre dietro l’angolo! :-)
Quando le nostre pance hanno iniziato a brontolare ci siamo decisi a prepararci per il ristorante ed è stato in quel preciso momento, proprio mentre mi infilavo i collant che, guardando Marco negli occhi, gli ho chiesto:
“Ma tu non sei curioso di capire, di provare quello che una donna sente quando viene posseduta dal suo uomo? Non vorresti provare almeno in parte e almeno per una volta le stesse sensazioni che sento io quando tu entri dentro di me?”
Sabri…. Credevo mi prendesse per matta (perché in fondo un po' lo sono, anzi lo siamo!) e invece lui mi ha risposto con altrettanta sincerità:
“Certo che sono curioso, ma non vedo proprio come potrei….”
Ovviamente ho colto subito l’occasione e senza lasciargli terminare la frase ho bloccato prepotentemente le sue labbra tra le mie, mentre gli stringevo forte le mani poggiate sui miei fianchi. Gli ho poi sussurrato all’orecchio: “ Ti fidi di me?”
“Ti amo!” è stata la sua risposta. Ed era quello che bastava.
Siamo scesi al ristorante dell’albergo per la cena e anche se Marco, visibilmente incuriosito ha tentato più di una volta di rientrare nell’argomento, ho sempre sviato i discorsi verso cose più tranquille e meno peccaminose. Dentro di me però ero eccitata all’ennesima potenza tanto che ormai avevo bagnato i collant oltre che gli slip ovviamente e speravo vivamente, una volta alzatami dalla sedia, di non trovare sorprese.
Il tempo era sospeso. Sembrava che la cena non terminasse mai e la fame era diventata solo il ricordo, almeno per me. Finalmente in qualche modo è giunto il momento del caffè che ha concluso la nostra serata un po' spinosa al ristorante.
Prima di rientrare in camera ho proposto a Marco una passeggiata e contrariamente a quanto forse hai immaginato cara Sabrina, ha accettato.
Dopo qualche centinaia di metri passati fuori, all’aperto, sotto una splendida luna che faceva da spettatrice silenziosa dei nostri baci, con quasi zero saliva in bocca ho iniziato a spiegare a mio marito cosa doveva fare e devo dire che mi ha ascoltata in religioso silenzio, senza fare obiezioni. Probabilmente non mi sarà mai dato sapere se in quel momento era eccitato o solo stupito.
Ho chiesto a Marco di rientrare in camera senza di me; in bagno, appeso sullo scalda salviette avrebbe trovato tutto il necessario. Al resto ci avrei pensato io al mio rientro.
Nella nostra stanza avevo preparato un reggiseno di seconda misura nero con spalline e coppe in pizzo trasparente a cui avevo abbinato uno slippino succinto anch’esso di pizzo nero. Le parigine, ovviamente rigorosamente nere, gli avrebbero fasciato meravigliosamente le gambe e i piedini li avrebbe dovuti infilare in un paio di fantastiche Louboutin in pelle nera con fondo rosso (Sabri non serve che ti dica che poi saranno mie :-) )
Avevo lasciato sopra al letto, prima di uscire dalla stanza per la cena, un babydoll in tulle rifinito in raso con una scollatura impreziosita da un pizzo floreale cigliato adornato da un collo a gioiello. A fianco un biglietto: “Indossami”.
Stupita? Sì Sabri, volevo vedere il mio bel maritino vestito da donna. Lo volevo sexy e sensuale, come solo una donna sa essere e lo volevo a mia completa disposizione. Non potevo sapere come Marco avrebbe preso tutto ciò ma il rischio che al mio rientro ci fosse l’intera equipe di un reparto di psichiatria ad aspettarmi era alto. Ma….il pericolo è il mio mestiere… :-)
Sabrina il tempo passato fuori dall’albergo, in attesa che Marco compisse la trasformazione sembrava non passasse mai. Il mio cervello stava ricevendo talmente tanti stimoli da non riuscire a gestirli tutti, per non parlare della mia fighetta: a ogni passo sentivo quanto ero bagnata e il desiderio di toccarmi era sempre più forte tanto che ho rischiato di farlo li, sulla strada di ritorno.
Quando finalmente l’orologio ha decretato che era il momento di rientrare, mi sono precipitata in albergo e…...
Aprendo la porta della camera la visione è stata tanto improbabile quanto eccitante: il mio Marco era sul letto, steso su un fianco con indosso la lingerie sexy che gli avevo preparato. Le gambe semidistese erano una sopra l’altra, leggermente scostate per mostrare ad uno sguardo attento (il mio) gli slip che avvolgevano il suo membro. Le Louboutin indossate con sobria eleganza gli conferivano l’aspetto di una donna di classe. Il babydoll avvolgeva languidamente le forme sinuose del suo corpo. Il collo a gioiello scendendo accarezzava il petto appena accennato grazie al ferretto del reggiseno. La sua magnifica bocca sorrideva maliziosamente, mentre la parte superiore del suo viso era nascosto da una maschera di pizzo nero sexy e seducente: dove o chi gliela avesse procurata resterà un mistero.
Ma quello che mi ha spiazzata di più era la naturalezza con cui Marco si era calato in quella parte: era sexy da morire e molto molto bello, o forse dovrei dire bellissima.
Quella visione mi ha provocato uno spasmo talmente forte che credevo di venire immediatamente, lì in piedi, davanti alla porta della camera ancora spalancata, senza nemmeno toccarmi. Per un attimo mi sono persa per poi riprendermi immediatamente chiudendo di scatto la porta e lasciando scivolare a terra borsetta e giubottino.
Liberatami dagli impicci mi sono subito chinata su di lui e stringendogli forte il mento tra pollice e indice l’ho praticamente costretto ad aprire la sua bella boccuccia carnosa e ci ho infilato dentro la mia lingua che si è avvinghiata alla sua in una danza piuttosto eccitante.
E’ stato difficile staccarci: sentivo che lo desideravo tantissimo, la passione si stava impossessando di me e non solo quella.
Un piccolo desiderio di perversione vagava dentro di me e sapevo come volevo farlo esprimere. Mi sono avvicinata all’orecchio di Marco e gli ho letteralmente sussurrato che lo volevo mio e volevo farlo mentre lui era legato. Sentirsi bloccato lo avrebbe aiutato a sentirsi sottomesso: soggiacere alle volontà della sua donna, ecco cosa volevo che provasse.
E così è iniziata la danza….
Aiutandomi con due miei foulard ho legato i polsi di Marco alla testiera del letto … gli ho infilato due cuscini sotto la schiena per assicurargli una piena visione e ho iniziato lentamente a spogliarmi davanti a lui.
In un attimo la mia camicia era già ai piedi del letto mentre le scarpe facevano bella mostra in corridoio. Ho iniziato a slacciare i bottoni dei pantaloni molto lentamente e con altrettanta calma li ho levati del tutto. Seminuda sono salita sul letto e mi sono messa a gambe aperte sopra la testa di Marco. Ho scostato leggermente gli slip neri e ho iniziato a masturbarmi. Ero eccitatissima e molto, molto, molto bagnata. Con una mano ho continuato a toccarmi: prima solo esternamente, poi sono passata ad accarezzarmi il clitoride alternando qualche penetrazione con le dita. Con l’altra mano mi sfioravo il seno e stringevo forte i capezzoli che diventavano turgidi. Ogni tanto mi chinavo in avanti verso Marco e gli facevo assaporare dalle mie dita i miei umori. Eravamo entrambi molto presi. Credimi che ho quasi ceduto: avevo una voglia matta di slegargli un polso e farmi penetrare lì in piedi davanti a lui dalla sua mano, ma ho resistito. L’idea comunque ha sortito i suoi effetti: dopo meno di cinque minuti avevo già raggiunto il mio primo orgasmo.
Il tempo di riprendermi ed ero accovacciata sopra il suo bellissimo viso: la sua lingua fantastica stava raccogliendo e gustando tutti i miei umori e lo stava facendo talmente bene che non sono riuscita a trattenermi: gli sono venuta in bocca.
Una volta riassunto il controllo della situazione mi sono stesa di fianco a Marco e ho iniziato ad accarezzarlo. Lentamente. Dolcemente. In modo molto sensuale. Ho fatto un piccolo percorso con la punta del mio dito indice: partita dalla fronte, sono scivolata sul suo nasino; ho accarezzato il lobo del suo orecchio destro fino ad arrivare sul collo. Quando sono giunta sul petto mi sono chinata su di lui e con la punta della lingua ho assaporato i suoi capezzoli mentre con la mano dal ventre mi sono soffermata sul suo bel cazzo in erezione: Sabri, aveva le mutandine bagnate. Questo mi ha eccitato ancora di più.
Ho sfiorato con il palmo della mano il suo membro più e più volte e poi, con una punta di malizia negli occhi, ho spostato leggermente i suoi slip di pizzo, ho cercato di fargli aprire un po' di più le gambe e dopo essermi inumidita il dito nella sua bocca ho iniziato a toccarlo un po' più giù fino a quando molto lentamente gli ho infilato tutto il dito nel culo.
Credevo di impazzire e sopratutto credevo impazzisse: Marco ha iniziato a muovere il suo culetto sul mio dito facendomi capire che questa cosina gli piaceva e non poco.
A dire la sincera verità non aspettavo di meglio: ho slacciato un foulard e ho fatto mettere Marco a pancia sotto e l’ho fatto accomodare sulle sue ginocchia. Aveva tutto il suo bel culetto esposto. A quella vista mi è partita un esclamazione che era praticamente d’obbligo: “Ma quanto sei troia tesoro!” e contemporaneamente ho iniziato a sculacciarlo sempre più forte sul sedere che è diventato rosso fuoco mentre il suo buchino stretto stretto si contraeva dal piacere e i suoi gridolini diventavano sempre più sensuali. Musica per le mie orecchie.
A quel punto la voglia di farlo mio è diventata prepotente.
Gli ho ordinato di toccarsi i capezzoli con la mano che aveva libera e di stringerli forte tra pollice e indice: doveva farmi sentire che gli piaceva mentre io andavo a prendere il necessario.
Dopo qualche minuto sono tornata in camera con addosso uno strapon di tutto rispetto. Le dimensioni erano veramente generose, tanto che un po' di remore mi erano venute...ma cosa fatta capo A e indietro non sarei riuscita di sicuro a tornare.
Mi sono avvicinata a Marco con il mio bel cazzo in mostra e mentre mi stendevo vicino a lui lo accarezzavo. Ho avvicinato il membro alla boccuccia di Marco e gliel’ho fatto succhiare per bene. Negli occhi di Marco vedevo solo tanta eccitazione, e il suo culetto non smetteva di muoversi.
Una vera puttanella.
Mi sono alzata (non prima di averlo baciato profondamente e ripetutamente in bocca ovviamente) e mi sono piazzata ai piedi del letto tra le sue cosce. Ho iniziato a fare dei cerchietti con le dita sul buchino del suo culetto e quando ho sentito chiaramente che Marco si stava rilassando, ho appoggiato la punta del mio cazzo tra le sue natiche. Marco mi ha fatto chiaramente capire che gli
piaceva e che mi voleva. E così molto delicatamente ho iniziato a spingere il fallo contro di lui: all’inizio sentivo una leggera resistenza ma improvvisamente il suo culetto si è aperto in modo magnifico e il cazzo che avevo tra le mie cosce è scivolato splendidamente dentro Marco, fino a sparire completamente. Ho iniziato a prenderlo per i fianchi e a scoparlo ripetutamente nel culo e la cosa più bella è che sentivo che era lui stesso che si muoveva sul mio cazzo.
Mentre con una mano continuavo a tenerlo per un fianco, con l’altra gli segavo il suo di membro, mentre sentivo il suo respiro crescere e i suoi gemiti sottili aumentare.
L’orgasmo era vicino: non vedevo l’ora. Bramavo di sentire il suo seme caldo sulla mia mano. E l’attesa non è stata disillusa: poco dopo, con il mio cazzo ancora dentro il suo bel culetto aperto, la mia mano è stata invasa da quel calore che amo tanto e che ho succhiato avidamente, fino all’ultima goccia anche dal suo fallo.
E’ stato a quel punto che ho sfilato il dildo dal culetto del mio Marco, mi sono avvicinata e gli ho detto: “sei proprio una bella puttanella, lo sai?!! per sentirmi rispondere immediatamente: “Si, lo so, sono la tua puttanella personale!”
Inutile dirti Sabri che ci siamo baciati per un tempo eterno e che l’ho accarezzato fino allo sfinimento. Avevo realizzato grazie a lui una mia perversione….che forse era anche un po' la sua.
Ora che sai tutto mi toglierai l’amicizia??? :-)
eh eh eh… spero proprio di no….
In ogni caso, aspetto un tuo riscontro…
….magari di persona,
….magari davanti a un caffè,
….magari a casa mia,
….nude
….occhi negli occhi.
A presto Sabri . Muah
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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