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Sara in campagna ( parte 2)


di IACTASUNT
29.10.2024    |    5.368    |    15 9.7
"Si complimenta con me e Carlo in ordine al fatto che siamo una bella squadra, che ha già raccolto i due terzi di quanto necessario e a questo ritmo, con al..."
In realtà non si trattava di una semplice cena, ma una piccola orgia per festeggiare l’anniversario di nozze di una coppia, con cui giocavamo da più di 10 anni. In tutto eravamo cinque coppie e cinque singoli, per un totale di 10 maschi per 5 femmine. Queste ultime, non nuove ad esperienze di quel tipo, dal momento che sono situazioni che si ripetono da anni, in un certo modo, hanno come imbastito una sfida tra loro, sulla base di chi fosse riuscita a soddisfare più maschi contemporaneamente e, devo ammettere, che, ancora una volta, è stata mia moglie a superarle tutte. Le altre riuscivano a far godere tre maschi per volta, mentre lei, dopo essersi impalata su di me ed averne preso uno nel culo ed uno in bocca, ha fatto avvicinare altri due maschi e, impugnando i loro membri duri, ha preso a segarli con entrambe le mani. Subito tutte le altre si son messe a ridere ed hanno riconosciuto che di certo lei poteva esser definita la "regina delle troie". Naturalmente questi miei amici non lo sanno ed è per questo che io, per tutto il giorno, non ho voluto in nessun modo sfogarmi con Sara, perché volevo arrivare a sera bello carico. Quindi, oggi, ho le palle vuote e cercherò ancora di tener Sara lontana da me. Quando Giulio ci vede arrivare, ci comunica che si terrà con sé due dei ragazzi dell'est, e poi fa salire gli altri sul furgoncino, con noi che ci stringiamo e subito dopo anche quella vacca di Sara, che, non trovando posto a sedere, viene fatta distendere sulle gambe di alcuni di essi, seduti su un lungo sedile dietro di me e, subito, tutti si sentono autorizzati ad infilarle mani dappertutto. Lei si lascia toccare in ogni parte del corpo e cerca il mio sguardo, ma non lo trova. Iniziamo di nuovo a raccogliere le olive e lei continua a guardarmi in silenzio, mentre, dopo un po', uno dopo l'altro, ciascuno dei presenti si diverte ad abusare di lei. C'è chi glielo infila in bocca e chi in ogni altro buco; lo fanno senza nessun riguardo, montandola semplicemente o facendola stare in ginocchio sopra uno dei teli, mentre noi continuiamo a raccogliere olive.
A metà della mattinata ci porta il caffè, senza smettere di fissarmi: forse cerca di capire perché la tratto con disprezzo, senza tenerla in considerazione. Si umilia con tutti, cercando di capire se questo è ciò che voglio, ciò che mi rende felice, oppure suscita solo il mio disprezzo. Non è un gioco nuovo per me. Come ho detto, da tanti anni, con mia moglie, giochiamo e situazioni di questo tipo me ne son capitate a iosa, ho avuto anche una schiava personale, per alcuni anni. Solo che questa è la prima volta che me la trovo così, tra i piedi, in mezzo ai campi, insieme ad altre persone che non sanno niente di questa mia piacevole attività parallela. Poi ci prepara da mangiare e, dopo averci servito, lei resta lì ferma in attesa di miei ordini: decido di divertirmi un po'.
«Cagna, spogliati nuda, che puzzi. Poi, esci fuori e datti una rinfrescata; torna solo quando l'hai fatto per bene.»
Lei esegue in fretta e, quando torna, ancora bagnata, è nuda con indosso solo i suoi soliti stivali di gomma; mi si avvicina e mi guarda vogliosa. Tutti mi guardano curiosi di capire cosa vorrei fare ora con la "vacca".
“Sgualdrina, vieni qui: vieni sotto il tavolo!”
Vedo i suoi occhi che brillano di gioia, convinta che ora, finalmente, glielo lascerò succhiare.
“Toglimi le scarpe e leccami i piedi. Un tempo avevo una cagnetta di nome Lassie, che, appena mi toglievo le scarpe, si divertiva a leccarmi i piedi.”
Lei mi guarda un po' delusa, ma subito toglie i miei scarponi da lavoro e si mette a leccarmi i piedi. Sicuramente non hanno un buon profumo, ma lei lo fa in maniera appassionata e, poiché siamo già a metà pranzo, io prendo un piatto e, dopo averci messo dentro un po' di pasta al sugo, lo appoggio per terra e la spingo via con un piede.
“Adesso basta, cagna! La tua lingua che mi lecca i piedi, più che darmi piacere, mi infastidisce! Sei una cagna, quindi mangia senza usare le mani!”
Tutti sono rimasti nel silenzio più assoluto, nel veder la durezza che uso nei confronti di questa donna, che vuole solo compiacermi. Mangia, senza usare le mani e perciò si sporca il viso di sugo; quando si rialza tutti ridono ed io le impedisco di pulirsi. Torniamo al lavoro con lei nuda che mi guarda, sempre cercando di capire se apprezzo o disprezzo ciò che sta facendo. Per tutto il pomeriggio, uno dopo l'altro, i miei amici la usano per i loro piaceri personali. Uno dei black, dopo averla scopata, le schizza in faccia la sua sbroda e poi le piscia in faccia, suscitando l'ilarità di tutti gli altri.
“Bravo, così si fa; almeno questa vacca si lava la faccia!”
Continua a subire ogni maltrattamento, a cui un po' tutti la sottopongono, tranne me, che non la sfioro neanche con un dito. Quasi al calar del sole, torna quel cornuto di Giulio che, vedendo Sara nuda, fa un mezzo sorriso ironico. Si complimenta con me e Carlo in ordine al fatto che siamo una bella squadra, che ha già raccolto i due terzi di quanto necessario e a questo ritmo, con al massimo un giorno, o forse due, riusciremo a raggiungere la quota prevista. Vedo gli occhi di Sara diventare tristi e, sempre tenendo la testa bassa, aiuta gli altri a riporre nel capanno l'attrezzatura, in quanto la nostra giornata di lavoro è finita. Mi guarda in attesa di capire se anche questa sera, ognuno di noi vorrà divertirsi con lei. Carlo si avvicina e, con un cenno del capo, mi fa intendere che non gli dispiacerebbe darle una ripassata; io allargo le braccia e gli dico di accomodarsi pure, di divertirsi a suo piacimento. Alzo il telefono e chiamo mia moglie, per farmi venir a prendere e, mentre essi se la sbattono in gruppo, facendola urlare, soprattutto quando in più d'uno, mentre lei ha un membro piantato in fica, la fa distendere sul corpo di quello che sta sotto, per farle provare una doppia nel culo! Lei grida e urla di piacere, cercando sempre i miei occhi, anche se è circondata da questi maschi che, ormai, se la scopano senza nessun riguardo!
Anche Giulio tiene il cazzo in mano, ma io mi avvicino e gli chiedo di accompagnarmi a casa sua dal momento che non è molto lontana, così, quando tornerà, troverà loro che ancora non avranno finito di chiavare la sua cagna. Mi guarda un po' contrariato: mi è chiaro che gli sto rovinando lo spettacolo. Quando Sara vede che me ne vado, per un attimo cerca di divincolarsi da tutti per venir da me, ma gli altri la bloccano e continuano a fotterla e riempirla di cazzi, mentre lei mi guarda che mi allontano velocemente. In auto, Giulio mi chiede perché ancora non ho assaporato il piacere di godere con sua moglie e gli dico semplicemente che ho le palle vuote! Mi fissa per un lungo istante, senza capire, ma i suoi occhi si illuminano quando vede arrivare mia moglie, che indossa un vestito leggero, che le arriva a metà coscia, e con i suoi tacchi alti che le inarcano lo splendido culetto, lui capisce che, nel confronto, io, a scopare sua moglie, ci rimetterei. Il mattino successivo si ripete lo stesso copione e, anche questa volta, i ragazzi mi raccontano che se la sono sbattuta e che lei sembrava insaziabile! Poi è Carlo che mi fa una strana domanda.
“Scusa, Mario, capisco che tua moglie è molto bella e di una sensualità unica, ma è pur sempre una tranquilla donna di casa, mentre Sara è una vera vacca. Insomma, voglio dire: davvero non vuoi assaggiare la sua bravura nel succhiarti il cazzo o il piacere di chiavarla a più non posso?”
Lo guardo e scherzo con lui.
“Hai detto due cose esatte: la prima è che mia moglie è una donna molto sensuale, ma ti sei sbagliato quando dici che è una tranquilla donna di casa. Certamente lo è, ma dopo che ha visto che abbiamo una sgualdrina che ci prosciuga le palle, lei stessa provvede a far sì che dentro le mie non resti nemmeno una goccia che la vacca possa spremere.”
Lui ride divertito.
“Ho sempre detto che sei un uomo fortunato. Purtroppo, sia mia moglie che quella degli altri, hanno da tempo deciso che il sesso è una cosa più faticosa che piacevole e, quindi, per noi, trovarci tra le mani una vacca come Sara è una risorsa immensa.”
Anche questa mattina ce la troviamo davanti praticamente nuda e subito uno dei ragazzi di colore la piega a 90° e se la sbatte, senza nessun riguardo. Nessuno di noi dice niente e nemmeno lei che riceve in bocca una bella quantità di crema, che ingoia all'istante, emettendo un solo lamento. Per tutta la mattinata si ripete lo stesso copione e ognuno la usa a suo piacimento, sia come sborratoio, che come latrina! L'unica differenza è che Sara rimane sempre in silenzio, come se tutti quelli che la scopano non riuscissero in qualche modo a farla godere o urlare.
È Carlo che mi fa notare questo dettaglio.
“Oggi la cagna è molto silenziosa! Sembra quasi che non voglia farti sentire quanto gode mentre si fa chiavare.”
Dentro di me capisco che sta cercando di attirare la mia attenzione, così le ordino di prepararci il caffè. Quando ce lo porta, faccio in modo, mentre me lo serve, a farlo rovesciare, così la prendo per i capelli e le sputo in faccia.
“Sudicia sgualdrina! Perché non fai attenzione a quello che fai? Una cagna come te andrebbe frustata.”
Vedo brillare i suoi occhi: era riuscita a suscitare la mia attenzione ed era quello che stava desiderando? In realtà, sto cercando una scusa per punirla e lei me la fornisce proprio mentre siamo tutti seduti a tavola. Si avvicina a me e, mentre mi serve il piatto, fa in modo che la pasta quasi mi cada addosso. Mi guarda con aria di fida, aspetta la mia reazione, che arriva precisa. Mi sfilo rapidamente la cintura e la colpisco sul culo nudo, una decina di volte, lasciando delle righe rosse ben evidenti sulla sua pelle bianca. Nel subire i colpi, si sdraia per terra e d'un tratto tutti si rendono conto che mentre la colpisco, lei sta raggiungendo un orgasmo devastante. Urla di piacere, come nessuno è riuscito a farle provare durante tutte le volte che l'hanno montata. Dopo averla colpita, esco dalla baracca e torno a raccogliere le olive, seguito poco dopo da tutti gli altri, che mi guardano ancora stupiti. Carlo, ancora una volta si rivolge a me, in maniera molto curiosa
“Amico, tu non me la racconti giusta! Come cazzo facevi a sapere che quella cagna voleva esser frustata? Ma, soprattutto, come facevi a sapere che avrebbe goduto così tanto?”
Lo guardo e, poiché siamo da soli e gli altri non possono ascoltarci, gli rispondo in maniera alquanto sibillina.
“Amico mio, ci sono tante cose che tu non sai su come si tratta una donna. Forse, se lo sapessi, non ti divertiresti con una cagna come lei, ma con tua moglie.”
Non può replicare, perché Sara si è avvicinata a noi due e, dopo essersi inginocchiata davanti a me, prende la mia mano destra e comincia a baciarla e leccarla, sotto lo sguardo attonito di tutti i miei amici. Carlo, incredulo, cerca di capire perché lo sta facendo.
“Ma... cosa sta facendo? Sta baciando la mano con cui l'hai frustata?”
Guardo lui e anche gli altri, poi giro gli occhi verso Sara che mi osserva, guardandomi dal basso. Mentre continua a tenere la mia mano appoggiata sul suo capo.
“Certo che sta baciando la mano con cui l'ho frustata! Vi siete dimenticati che sono io il suo padrone? Lei voleva esser punita da me, ed io l'ho fatto! Ora lei mi ringrazia. Coraggio, torniamo al lavoro!”
Riprendiamo a lavorare e, quasi alla fine della giornata, Giulio ci conferma che abbiamo raggiunto la quota stabilita. Nel venir via, Sara ci ferma e, davanti a tutti, mi saluta a modo suo.
“Siete stati tutti dei maiali! Mi avete usata e abusata a vostro piacimento e con voi mi son divertita! Mi sono divertita, ma non ho mai goduto! L'unico, che è stato in grado di farmi provare un vero orgasmo, è stato lui!”
Restano tutti in silenzio e anche Giulio la guarda alquanto stupito, mentre lei viene davanti a me, si inginocchia ed appoggia la testa sulle mie ginocchia, mentre tiene le mani sui miei fianchi.
“Padrone, la tua umile schiava vorrebbe sentire il sapore della tua sborra. Se ti ho soddisfatto, concedimi questo piacere.”
Apro i pantaloni e lei, con occhi brillanti di gioia, estrae il mio membro e lo prende in bocca; lo succhia con malcelata ingordigia e con avidità; se lo infila giù per la gola, fin quando io le metto una mano sulla testa e, dopo pochi minuti, le riempio la bocca della mia sbroda. Lecca fino all'ultima goccia, poi lo ripone dentro i pantaloni, si alza in piedi, si gira verso Giulio e lo bacia in bocca, condividendo con lui ciò che ha ricevuto da me. Restano tutti in silenzio, mentre loro due limonano un po', poi lei si stacca, si gira di nuovo e rimanendo abbracciata a suo marito, mi saluta.
“Grazie, padrone! La tua era la più buona di tutte le altre. Invidio tua moglie che può assaporarla tutte le volte che vuole.”
Mentre ce ne andiamo, Carlo mi guarda sorridendo e mi dice che, per l'ennesima volta, sono sempre quello più fortunato
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