lesbo
La vicina


13.07.2021 |
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"Il display rimandò il nome memorizzato ‘Gisela’ e fu subito un tuffo al cuore..."
Quando difronte al mio appartamento vidi dei muratori iniziare a fare lavori di ristrutturazione, la curiosità di sapere chi sarebbero stati i nuovi vicini, m colse impreparata.Erano mesi che quella casa era rimasta vuota in attesa di un compratore disposto a pagare una somma alquanto importante.
Tutti noi inquilini avevamo ipotizzato che sarebbe rimasto invenduto per chissà quanto tempo, ma fummo smentiti dai fatti.
Qualche giorno dopo suonò il campanello della porta di casa e, dopo aver aperto, mi trovai davanti una bella donna sulla trentacinquina. Era una signora bella ed elegante la quale si presentò come nuova inquilina e si scusava per il disagio che gli operai avevano provocato in quel mese di lavori.
Mi parve giusto dimostrare la mia ospitalità invitandola ad accomodarsi in salone ed offrendole qualcosa da bere.
Sono una donna sola, oramai da anni separata da un uomo che oltre che a lasciarmi quella casa di proprietà, aveva provocato in me così tanto dolore da essere disillusa in fatto di sentimenti e di aver paura di incappare in un nuovo errore affidando il mio amore ad un altro uomo.
Gisela, questo il suo nome, spiegò che aveva origini italo-tedesche e che era stata dirottata dalla sede di Berlino di una multinazionale, in Italia dove aveva assunto un ruolo prestigioso e di responsabilità.
La società dove lavorava da anni l’aveva scelta in quanto parlava correttamente italiano e, non avendo impegni sentimentali ne legami di sorta, era la persona giusta per quella missione.
Dopo aver chiacchierato un altro po’ ed esserci scambiate i numeri di telefono, ci salutammo tornando ognuna nella propria dimensione.
La sera, dopo aver richiuso il libro che leggevo dopo cena, il pensiero corse a Gisela. Notai che mi aveva lasciato una sensazione poco identificabile: era simpatica oppure no? Cordiale? Saremmo divenute amiche o solo coinquiline da ‘buongiorno-buonasera’?
Nonostante queste domande logiche, c’era dell’altro che non riuscivo a decifrare.
Sicuramente una vera professionista e una bella donna che aveva un non so che di sensuale che mi turbava. Lo avrei scoperto in seguito.
I nostri appartamenti sono configurati in modo speculare, quindi condividiamo con Gisela una grande terrazza.
I vecchi vicini, abituati ad organizzare feste durante l’estate, avevano arrecato non poco disturbo agli altri condomini e a me che mi trovavo ai bordi di serate che parevano non finire mai tra risate, chiacchiere ad ala voce e musica.
Un giorno mi chiesi se la nuova proprietaria aveva fatto fare delle modifiche alla sua porzione di terrazza. Uscii quindi in terrazza e, attraverso una siepe che incorniciava i reciproci confini, sbirciai dall’altra parte.
Vidi Gisela distesa sopra ad un lettino, con le cuffiette dello smartphone e occhiali neri, a prendere un pallido sole.
Quello che mi stupì fu il vederla totalmente nuda confermando la mia impressione che si trattava di una bellissima donna. Le sue, erano forme pressoché perfette e lo vedevo da un seno florido ma non esagerato dove si evidenziavano aureole ben marcate.
Le sue gambe erano lunghe ed armoniose e terminavano dove iniziava una curata peluria che dava l’impressione di essere di velluto.
Mi accorsi che stavo mordendomi un labbro solo quando provai dolore accompagnato da una vampata di calore che mi stava inondando dalle cosce alla testa.
Realizzai il fatto che quella visione mi stava eccitando, molto.
Cercai di scacciare quel pensiero dalla mia mente, girando le spalle alla siepe per poi rientrare in casa per occuparmi di altro ma fu realmente difficile allontanare quella strana eccitante sensazione che invocava sesso. Infilai una mano nelle mutande e, per siete sorpresa, la mia figa era inondata di umori. Iniziai a masturbarmi pensando a quella bellissima dea nuda e immaginandomi di essere lì, accanto a lei, al suo completo servizio, finché non esplosi in un orgasmo fantastico.
Purtroppo incontravo raramente Gisela per le scale in attesa dell’ascensore, ma la mia curiosità continuava a stimolare la fantasia: aveva un uomo? Avrei avuto modo di avere del tempo da passare con Gisela come fossimo vecchie conoscenti?
La vita proseguiva come sempre quando, una sera mentre mi trovavo a letto con il solito libro da leggere, squillò il cellulare.
Il display rimandò il nome memorizzato ‘Gisela’ e fu subito un tuffo al cuore.
‘Può venire da me con della camomilla? Non mi sento per niente bene’ disse una voce con accento tedesco.
Il tempo di infilare una vestaglia sopra al nulla, di afferrare la confezione di camomilla e prendere le chiavi di casa e mi catapultai dalla vicina. Suonai il campanello e Gisela venne ad aprirmi totalmente nuda.
Non ebbi tempo di realizzare che, Gisela richiuse il portoncino blindato e mi strinse a se, avvicinando le sue labbra carnose alle mie.
Avvertii un leggero morso sulle labbra e la punta di una lingua impetuosa che entrò dentro la mia bocca per avvolgermi in un bacio così sensuale che mai nessun uomo ha saputo regalarmi.
Ad occhi chiusi lasciavo fare alle esperte mani della vicina che aprirono la mia vestaglia per soffermarsi a titillare i miei capezzoli che divennero marmorei dalla eccitazione.
Poi, la sua mano scivolò fino all’incavo del mio culo e iniziò a stimolare l'ano, impossessandosi del mio buco senza lasciarmi pensare. Con l'altra mano scese direttamente nella mia figa, dove giocò con le labbra fino a sentirle inumidite dal desiderio per poi entrare dentro iniziando a masturbarmi velocemente.
Brividi percorsero la mia schiena facendomi venire la pelle d'oca.
Quello scioccante impatto cessò per permetterci di raggiungere la sua stanza da letto dove, proprio al centro, troneggiava un gran letto tondo di velluto nero.
Gisela mi spinse delicatamente sopra e mi allargò le gambe tuffando la sua testa proprio in mezzo per leccarmi tutta. Sentivo la lingua passare dalle grandi labbra all’orifizio del culo, producendo delle sensazioni per me del tutto sconosciute. Poi cambiò posizione mettendosi a 69 affinché potessi anch’io affondare la mia lingua nella sua fica che spargeva per ogni dove umori di ogni tipo.
Quando mi squirtò sulla faccia, iniziai a godere come mai prima d'ora e quella notte le concessi tutta me stessa sperando non fosse l'ultima.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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