tradimenti
Insaziabili voglie


19.07.2021 |
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"Il più vicino continuava a farmi piedino, mentre la sua mano si insinuava sempre più sui seni..."
Sono Virginia, una donna di 32 anni single. La donna che tutti vorrebbero portarsi a letto..ed effettivamente lo facevano, la sveltina di tutti. La classica ragazza bona con il culo sodo, tette enormi, bocca da troiaSverginata in figa per un misero vestitino di cotone stampato da un venditore ambulante che faceva mercato nel mio paesino due volte alla settimana, fidanzatina di quasi tutti i miei compagni di scuola, anche più di uno alla volta, scopata dal professore che mi dava lezioni private, insomma il contrario di una suora. Le cose cambiarono quando qualche anno dopo fui trasferita per lavoro in città, dopo che fui sorpresa in ufficio a fare contenti quattro colleghi contemporaneamente. In città conobbi un uomo, il mio nuovo capoufficio, il classico scapolo, solo, timido, terrorizzato dalle donne e sottomesso ai voleri di una vecchia madre che lo dominava. Fu allora che decisi di dover mettere la testa apposto. Mi ero sistemata, avevo riacquistato una posizione ed una reputazione ma avevo di fatto perso il piacere sessuale. Il massimo di Franco era scoparmi al massimo due volte nei giorni festivi, senza leccarmi mai la figa, senza mai incularmi, senza mai farsi fare un pompino, al massimo una succhiata ai capezzoli. Sapevo già che lo avrei tradito, dovevo solo decidere come, con chi e dove mettergli delle corna giganti. Stavo per impazzire quando un giorno mi chiese se mi fossi dispiaciuta di invitare a casa nostra suo fratello Luca, che tornava dall’estero e che io ricordavo di aver visto solo una volta prima, al funerale della loro madre. Se ben ricordavo era un gran bel ragazzo, forte, libero…acconsentii dicendogli che ero felice di farlo contento. Luca arrivò, si sarebbe fermato solo qualche giorno poi sarebbe tornato in Argentina.
Appena lo vidi arrivare lo notai subito, Dio come era bello, grosso, atletico..il suo pacco era emozionante. Sprizzava sana voglia di vivere da tutti pori. Franco lo adorava e io peggio di lui. Andammo a pranzo fuori e ogni volta che sotto il tavolo i suoi piedi o le sue gambe toccavano le mie mi veniva voglia di chiedergli di sbattermi lì, subito. Finito di mangiare Franco come suo solito si addormentò su una poltrona della saletta della televisione..Luca mi prese per mano e mi invitò a ballare li sotto la pergola, al suono di un vecchio jukebox. Accettai subito e lui mi strinse. Le sue mani si impadronirono sicure del mio tondo culo schiacciandomi contro di lui, contro un'erezione che credevo non avrei mai più avvertita, così forte, mi premeva sull’inguine.
La sua bocca cercò imperiosa la mia, mi baciò con passione e poi mi trascinò dentro la vecchia stalla..mi spinse contro il muro, mi sollevò la gonna da dietro e spostando il filo del perizoma la sua gigantesca cappella si posizionò fra le grandi labbra della mia figa, già aperta e fradicia e con un colpo solo mi sfondò penetrandomi in profondità, mentre le sue avide mani mi stringevano il seno dolorante dalla voglia. Mi scopò talmente bene che dovette tapparmi la bocca con la sua altrimenti i miei gemiti di folle piacere avrebbero attirato l’attenzione di troppa gente. Era il mio primo tradimento…ma capii che non avrei più avuto la forza per fermarmi. Mi fece a godere come un Dio, poi, quando stava per esplodere lo tirò fuori e facendomi girare come una bambola mi costrinse a prenderlo in bocca. Fare i pompini mi era sempre piaciuto e quello fu il più abbondante e saporito.
Mi sistemai e lui mi ordinò di darmi per malata dal giorno dopo..aveva capito subito che ero una donna caldissima, troia, facile..e che il buon Franco era assolutamente nell’impossibilità di calmarmi. Saremmo rimasti a casa soli, mi avrebbe fatto fare una fantastica cura ricostituente di cazzo. Alla faccia di quel povero marito.
Feci tutto come da lui deciso, chiesi tre giorni di malattia e furono tre giorni di sesso allo stato puro, Luca era insaziabile mentre io avevo tanti arretrati, facemmo tutte le porcherie che il mio stronzo marito odiava e che noi adoravamo.
Quando partì mi sembrò di morire ma poi mi resi conto che se usi discrezione e prudenza una donna può farsi sbattere quando vuole, come vuole. Una sera, dopo aver mangiato, decisi di voler andare al cinema..Franco doveva ovviamente accompagnarmi. Brontolò un po’ ma poi si decise ad accompagnarmi.
Arrivati nel locale ci sistemammo in una fila verso il fondo, lui si accomodò con le gambe verso l’esterno, io avevo dalla mia parte la fila vuota..quasi immediatamente si appisolò, come da abitudine.
Io ero intenta a guardare il film quando mi sentii toccare il piede, mi girai e vidi che i posti dopo di me erano stati occupati da tre ragazzoni giovani, forse studenti. Il più vicino continuava a farmi piedino, mentre la sua mano si insinuava sempre più sui seni. Dopo essermi assicurata che Franco dormisse, spalancai le coscie e lasciai che una mano del mio giovane vicino si introducesse in figa e l’altra mi strizzasse i capezzoli turgidi. Con calma gli aprii la patta, gli accarezzai il cazzo che era uscito fuori e dopo averne apprezzato favorevolmente dimensioni e durezza, sorridendo gli dissi che mio marito si era appisolato e che io avevo urgente bisogno del bagno, se per favore mi facevano passare, senza che dovessi svegliare il mio dolce maritino. Si alzarono premurosi e mi fecero scorta. Arrivati alla tenda che copriva l’ingresso alle toilette, mi presero da tutte le parti, mi spinsero dentro, chiusero la porta e poi presero a scoprimi figa culo e tette. In un secondo, senza nessuno scambio di parole mi trovai tre rispettabilissimi cazzi contemporaneamente nei tre buchi, pompando come assatanati mi riempirono di sborra, poi mi incitarono a tornare di corsa al mio posto dato che forse il prurito della corna che erano spuntate in testa a mio marito avrebbero potuto svegliarlo. Loro se ne andarono, io mi rimisi a posto e tornai alla mia poltrona..Franco dormiva ancora, anzi aveva preso a russare leggermente. Lo svegliai e gli disse che se voleva proprio dormire meglio che lo facesse nel nostro letto. Si alzò e si scusò dicendomi che lo avevo fatto bere troppo, poi tornammo a casa tutti e due felici e contenti.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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