lesbo
L'estetista
di SweetDevilAngel
28.08.2023 |
2.489 |
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"Le chiedo di muovere il dito più velocemente ansimando, dentro fuori, oh si, di toccarmi anche il clitoride..."
mi voglio fare la proprietaria del centro estetico, si avete capito bene, mi piace e mi attrae una donna.
La prima volte che ci sono andata per fare la ceretta mi sentivo in imbarazzo, nessun essere di sesso femminile aveva mai visto la mia vagina, tranne mia madre quando da neonata mi cambiava il pannolino.
La mia estetista è una donna solare, positiva, energica sulla quarantina ben portati, dal fisico snello tipico dei corridori, capelli corti biondo cenere, due occhi nocciola, con delle leggere lentiggini sul viso.
Sono già diversi mesi che vengo in questo centro estetico e lei mi accoglie sempre con quel sorriso amichevole, dicendomi che io sono l’ultima cliente della giornata, così mi fa accomodare in stanza e mi dice di prepararmi che torna subito. Io mi sento in imbarazzo, so già che durante quest’ora mi ecciterò e desidererò di farmela li sul lettino, come tutte le volte.
Mi spoglio ed appendo i vestiti sull’attaccapanni , rimango solo in reggiseno e mi metto gli slip di carta, per prassi.
mi stendo ed aspetto.
Poco dopo entra in cabina pronta a farmi provare quella terribile sensazione momentanea di dolore che poi porta ad avere la pelle liscia priva di peli e la mia vagina bagnata e desiderosa di altre cure.
Come sempre lei è attenta al benessere delle sue clienti, quindi chiede se la cera è troppo calda, e di resistere che lei fa veloce.
Quindi spalmata la cera alla caviglia destra, ci appoggia sopra la striscia di tessuto , con fare leggero ci passa la mano sopra per farla aderire bene alla pelle e con un movimento sicuro e veloce strappa, per poi ripassare velocemente sul punto per togliere eventuale peluria che ancora è rimasta, finché la cera è ancora calda.
La guardo, lavora concentrata, seria sulla mia caviglia per far si di ottenere il miglior risultato.
All’inizio bisogna abituarsi al dolore, dato che inizia dalla caviglia, dove si è più sensibili, per risalire con la depilazione lungo tutta la gamba sulla parte superiore, poi passa all’altra gamba. Infatti credo che la mia vagina sia strettamente collegata alla caviglia, dato che dal primo strappo, sento salire la mia eccitazione e quindi bagnarmi.
Durante la ceretta si fanno le solite chiacchiere di convenienza ed a volte anche alcune confidenze.
Si cari miei, andare dall’estetista è come andare dalla parrucchiera, un covo di chiacchiere a profusione, solo che dal parrucchiere ci sono altre orecchie che sentono e lingue che si intromettono nella discussione, mentre lì, siamo solo noi due.
Più lei mi fa la ceretta risalendo le gambe, più il dolore si fa intenso, passeggero ed eccitante, infatti credo proprio di esser un lago. Mi sa che questa volta ho bagnato proprio quei microslip.
Il problema e che devo fare la ceretta all’inguine integrale, quindi ho paura che se ne accorgerà.
Ed ecco che passa l’inguine. Io sono già accaldata e preoccupata per la reazione che potrebbe avere capendo il mio stato di eccitazione.
Senza batter ciglio, sposta la mutandina di carta e mi chiede di aiutarla a tenerla dall’altra parte, dato che lavora mezza figa alla volta. Ed io la guardo, mi piace, mi affascinata, dato che non si scompone mai, nemmeno davanti a ciò che può avere trovato spostando quel pezzetto di carta fradicio e quasi inesistente che copre la mia figa.
Ecco, adesso sorride, sa che non sono resistente al dolore e che sarà un incubo se non una tortura dolorosa, che al contempo mi da scariche di piacere intenso. Forse sono un po’ masochista, sì.
Prima il lato sinistro, quindi prende una spatola più piccola, prende una piccola porzione di cera, ci soffia sopra per farla raffreddare un po’ e la spalma tra l’attaccatura della coscia e il labbro esterno. Come prima mette una prima striscia di tessuto più piccola sopra, ci passa le dita leggere e sicure per farla aderire. Sapere che me la sta guardando e che ci sta passando le dita sopra mi eccita un botto. Vorrei che quelle dita leggere, delicate, decise, tocchino un po’ più verso desta, all’interno del mio labbro esterno ma niente, invece strappa sicura e io grido un bel “ah” di dolore, contorcendo i piedi e con la mano libera stringo forte il bordo del lettino.
Lei come ogni volta mi guarda con quello sguardo rassicurante che tutto questo durerà poco e che devo ahimè resistere, perché se bella voglio apparire un po’ devo soffrire.
Adesso mette la cera un po’ più in alto, verso la parte alta della mia figa sempre dal lato sinistro, dove c’è il mio clitoride e la parte superiore delle labbra.
Anche li tocca la stessa sorte di prima, stessa cosa, mi eccito.
Ma ora è la parte peggiore. Ho piccoli peli che crescono leggermente verso l’interno delle labbra e bisogna fare pure quelli, quindi mi chiede di aprire la gamba sinistra e piegarla di lato, e con la mia mano destra tendere le labbra destre vaginali con la mutandina, in modo di aprirla e permettergli di lavorare meglio. Questa cosa mi fa venire caldo ed il respiro si accorcia un po’. Adesso sono veramente molto eccitata.
Quindi mentre lei con la mano sinistra tende la parte esterna della mia figa, si avvicina col viso per guardare meglio dove mettere la cera e la applica. Cribbio se è calda!
Velocemente appoggia la striscia e ci passa il dito sopra. Il mio cervello desidera che non strappi che farà un dannato male, ma al contempo ho le scariche elettriche di piacere per il desiderio che mi procura, reclino la testa all’indietro pronta a quella atroce e piacevole tortura.
Eh niente, il grido scappa. La guardo, lei sorride compiaciuta del risultato mentre gli inveisco contro ansimando che è una sadica a fare ciò.
Fa il giro del lettino per fare la stessa tortura al mio lato inguinale destro.
Dio, finirà questa tortura? Ho i capezzoli duri per l’eccitazione che tutto questo mi procura, e ringrazio di avere il reggiseno con le coppe rigide così non si nota.
Lei inizia, ma io la guardo lavorare con uno sguardo diverso e il respiro affannato e sempre più corto.
Lavora veloce, ma ho molti pensieri per la testa e inizio a fissare il soffitto assorta, mentre il mio fisico continua a reagire agli strappi.
“Chissà se senn’è accorta che sono eccitata,.
Chissà se anche altre donne provano questo desiderio durante la ceretta con lei.
Gli piaceranno le donne?
Si diverte e ci gode a fare la ceretta, sarà dominante oltre che sadica?
Chissà se si diverte così anche a infilare le dita nella figa per far contorcere le donne dal piacere.
oh quanto le vorrei.
chissà se sorride così compiaciuta anche in quell’occasione...”
Vengo strappata dai miei pensieri da quello strappo maledetto dell’interno labbra che fa male, perché i peli devono stare pure là?
Mi scappa pure una lacrima, che scivola lenta dall’angolo del mio occhio.
Lei dichiara guardandomi sorridendo compiaciuta di aver finito la parte peggiore. Si avvicina al mio viso e con un dito delicatamente toglie quella lacrima. Non me lo aspettavo. Mi chiede di girarmi, dato che è da fare il lato dietro delle gambe e le natiche.
Lavora veloce come sempre, ma mentre si avvicina pericolosamente a strappare vicino al mio sedere, dove sono più sensibile, d’istinto mi viene da sporgerlo in alto. Lei mi chiede di stare ferma. Cavolo. Sono bagnata, ho paura che degli slip asciutti non ci sia proprio più traccia. Sono eccitata come non mai, come posso resistere ancora, ho una voglia pazzesca di toccarmi e godere. E deve ancora farmi la ceretta tra le natiche.
Appoggio la fronte al cuscino e con le mani lo stringo per resistere dal gemere di frustrazione, ho il respiro corto, affannoso, la mente annebbiata dal desiderio ed i muscoli tesi e sensibili al suo tocco leggero e sicuro.
Lei mi chiede di rilassarmi ma come faccio? È impossibile. Quando torno a casa dovrò masturbarmi pensando a lei sicuramente.
Appoggia una mano sulla schiena e senza accorgermene gemo. Mi chiede di girarmi di nuovo, devo fare pure i baffi e le basette al viso.
Muovendomi per girarmi mi accorgo di esser molto bagnata tra le gambe e all’inizio delle cosce.
Sulla carta sotto di me c’è una grossa ed inequivocabile macchia di bagnato. Oh cavolo.
Mi ridistendo a pancia in su e chiudo gli occhi, desidero che finisca tutto il prima possibile.
Appoggia le sue mani sulle mie guance, muove le dita delicate in una specie di carezza, apro gli occhi e mi accorgo che il suo viso è a pochi centimetri dal mio. Mi si ferma il respiro.
Una volta fatta la ceretta al viso, ci passa una crema facendo un massaggio meraviglioso e rilassante. La tortura è finita finalmente, non vedo l’ora di tornare a casa e tirare fuori il vibratore e infilarmelo nella figa strabagnata per darmi piacere e godere a più non posso.
Sento la sua mano percorre il mio corpo leggera mentre va verso il fondo del lettino. E con voce soave mi chiede di stare così ancora un attimo. Prende la crema ritardante per la crescita dei peli ed inizia a massaggiarmi i polpacci con la lozione.
Ho il viso in fiamme per il disagio che provo nel desiderarla ed il corpo che mi continua a tradire per il desiderio che provo sotto forma di piccoli brividi che mi fanno venire la pelle d’oca per quanto sono sensibile. Strano, solitamente lo faccio da sola, perché lei esce dalla stanza così da permettermi dopo di vestirmi in tutta tranquillità.
Così di sottecchi la osservo, lei mi sta guardando in viso. Ha uno sguardo diverso, sembra un felino compiaciuto che stà per avere ciò che desidera.
Così mi abbandono sul cuscino chiudendo gli occhi per godere di una coccola così inaspettata quanto piacevole e frustrante. Si sposta di lato, Prende una gamba e la piega di lato e mi spalma la crema nell’interno coscia, arrivando pericolosamente al mio inguine bagnato di umori, va dall’altro lato, piega anche l’altra gambe e spalma la crema. Mi sa che oramai le mie mutande di carta siano in bella vista bagnate e zuppe.
Si avvicina col viso al mio orecchio e mi sussurra che è da un po’ che si è accorta che sono eccitata e bagnata per colpa sua. E che anche le altre volte se ne era accorta, ma non poteva perché aveva altre clienti dopo, ma che io, questa volta ero l’ultima.
Apro gli occhi, mi volto a guardarla con gli occhi sgranati per la confidenza inaspettata e pieni di desiderio per questa rivelazione. Ride compiaciuta e mentre mi guarda con le mani quasi unite ma parallele le passa all’attaccatura delle mie cosce stringendole leggermente sulla figa, passando più volte come volesse aumentare la mia sensibilità in quel massaggio diabolico. Inarco la schiena stringendo con le mani il lettino, non ce la faccio più o mi tocca e mi da sollievo o impazzisco.
Da gran stronza mi passa un dito sulle mutandine fradice accarezzandola dal clitoride verso il basso. Una, due, alla terza volta queste si bucano. Lei le strappa in orizzontale spostando la parte sopra ed esponendola all’aria. Si piega, avvicina il viso per guardarla meglio e inizia a farmi i complimenti per come è bella liscia, aperta e umida, chiedendosi se è anche sensibile come sembra. così decide di passare un dito tra le labbra interne, a me scappa un rantolo di piacere oltre ad inarcarmi pericolosamente verso la sa mano. So di esser fradicia, che basterebbe mi mettesse due dita dentro per farmi venire.
Invece soffia sul mio clitoride, io la supplico con voce roca e le lacrime agli occhi per la frustrazione, o di smetterla o di farmi venire.
Continua ad accarezzarmi le labbra col pollice, Sento la sua lingua girare intorno al mio clitoride e succhiarlo leggermente. Si stacca, io la guardo supplichevole e mi chiede se così andava bene. Io gli rispondo di sì, di continuare per favore, che non ce la faccio più.
Mi fanno male i seni, così sposto le coppe del reggiseno ed inizio a massaggiarmeli con la mani. Ho i capezzoli duri e sensibili mentre quel dannato pollice continua a girare sulle mie labbra e la sua lingua giocare col mio clitoride.
Cambia il movimento, inizia a massaggiarla in verticale aprendomi le labbra e mentre lo fa si sposta su un mio seno ed inizia a succhiarmi il capezzolo come una bambina affamata.
Inizio a supplicarla a voce alta, non riesco più a stare ferma col bacino ed inizio a muoverlo cercando di trovare il modo di provare piacere e placarlo.
Mentre ha il mio capezzolo tra i denti insinua un dito dentro di me e lo inizia a muovere in movimenti circolari. Io non ci capisco più niente ho il cervello annebbiato, sono preda delle mie sensazioni, voglio solo venire, non mi importa più dove sono, con chi e se verrò squirtando.
Le chiedo di muovere il dito più velocemente ansimando, dentro fuori, oh si, di toccarmi anche il clitoride. Son così vicina all’orgasmo, che se smettesse potrei impazzire ed iniziare a piangere.
Così appoggia il pollice sul clitoride massaggiandolo continuando a penetrarmi velocemente con il dito, senza dire nulla lei insinua un secondo dito ed inizia a succhiare più avida il seno ed io scoppio. Vengo urlando, tremando e bagnandoli tutta la mano, ma lei non ancora soddisfatta continua ed io continuo a venire fino a fare un piccolo schizzo a fontanella.
Ho il respiro corto, mi sento vuota, leggera. Lei ha lo sguardo soddisfatto, si porta la mano bagnata dei miei umori alla bocca ed inizia a leccarla.
Io non so cosa fare, è la prima volta che mi succede una cosa del genere con una donna.
Si avvicina e mi bacia. Un bacio intenso, profondo, sento il mio sapore in bocca. Mi è sempre piaciuto assaggiarmi.
Quando si stacca mi avvisa che la prossima volta tocca anche a lei venire e che per oggi bastava così. Esce dalla stanza, io mi siedo frastornata a bordo lettino rimanendo sconvolta dalla pozza che i miei umori hanno creato.
Lei rientra con un paio di asciugamani dicendomi di poter fare la doccia lì in cabina, di fare con calma che mi aspetta di là.
Vado per pagare imbarazzata, mi fa segno che non vuole nulla. La guardo allibita, almeno per la ceretta vorrei pagare, si avvicina e mi bacia come un amante, in modo profondo, lento, deciso, con la lingua di una che ci sa fare e sa quello che vuole.
Mi lascia andare dicendo che la prossima volta sarò io a darmi da fare così saremmo pari su tutto.
Così me ne torno a casa, spiazzata, incredula e senza voglia del vibratore.
Il racconto è parzialmente accaduto.
Buona lettura.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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