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AFFARI DI FAMIGLIA - Mia sorella ed Erika


di Membro VIP di Annunci69.it Coppiaciriosa923
16.03.2025    |    65    |    0 6.0
"Compresi immediatamente che non potevo farmi sfuggire una simile occasione..."
Non so dire per quanto tempo rimasi in quello stato ma fui preso di soprassalto dal suono del campanello di casa.


"Vado io. E' Erika...studiamo un pò assieme.." 'urlò di mia sorella dall’altra parte della parete mentre la vedevo rivestirsi frettolosamente.



Erika. Una delle compagne di classe di mia sorella. Non una strafiga ma una di quelle che comunque ti fanno girare quando passa. Con tutte le sue cosine a posto nei punti giusti.



Cazzo! Notai subito che mia sorella aveva lasciato il dildo sul pavimento e lo schermo del PC aperto.


"Che svampita" pensai.


Non sapevo che fare.


Scartai subito l'idea di correre di là a mettere a posto le cose nel mentre lei scendeva a pianterrenp per accogliere l’amica ; lei avrebbe scoperto subito il mio piccolo segreto.



Decisi di rimanere al mio posto di osservazione in attesa degli eventi.


Aggiustati gli auricolari per non perdere nemmeno una parola di quello che si sarebbero dette.


La prima ad entrare in stanza fu proprio Erika e con mia grande sorpresa non ebbe la minima esitazione dopo aver osservato il dildo sul pavimento.


Solo un sorrisetto biricchino sul volto.


Si girò verso la porta della stanza nel momento in cui mia sorella la richiude dietro di sé. A chiave.


" Ti stavi già riscaldando senza di me...puttanella?"



Quando Erika profer quelle parole non volevo credere alle mie orecchie ma dovetti credere a quello che vedevo scorrere sullo schermo.


Erika avanzò decisa verso mia sorella che, dopo aver chiuso la porta, ci si era appoggiata con la schiena.


Quando furono di fronte Erika le prese la testa fra le mani e affondò un bacio saffico alla francese che non ammetteva repliche.



Il cazzo ricominciò immediatamente a pulsarmi nella mano, mentre le due amichette si scambiavano saliva all'inverosimile giocando con la lingua e strappandosi letteralmente i vestiti di dosso.



"Dai...leccami la patatina...". Trasecolai. Mia sorella aveva pronunciato quella frase con fermezza e dolcezza allo stesso tempo, mentre con le mani prendeva la testa


di Erika facendole capire che doveva accovacciarsi di fronte a lei.


Erika non si fece ripetere l'invito. Si inginocchiò e iniziò a leccare forsennatamente la vulva di mia sorella che a sua volta aveva leggermente flesso le ginocchia e allargato le cosce per agevolare l'operazione.


La lingua di Erika colpiva ripetutamente e velocemente il clitoride.


Intuii che mia sorella stava per godere quando con un gesto fece cenno all'amica di fermarsi invitandola ad alzarsi per andare sul letto e stare più comode.


La prima a stendersi supina fu mia sorella. Aveva la nuca esattamente rivolta verso la microcamera e stava invitando Erika a salire sopra di lei nella classica posizione del 69.


Poi fu la volta di mia sorella che, per mia somma fortuna, prima di accomodarsi a sua volta fece posizionare l’amica in modo tale che la sua fichetta fosse a tiro di inquadratura.


“Che culo!” esclamai fra me nel notare che l’inquadratura era perfetta.



Prima di affondare il viso fra le cosce di mia sorella, Erika prese un cuscino e lo allungo a lei perchè se lo mettesse sotto la nuca e così potesse portare avanti in maniera più comoda l’operazione che si accingeva a compiere.



Emise un muguno di piacere mentre Erika abbassava la testa fra le sue cosce, poi afferrò i glutei di lei con le mani facendo pressione verso l’esterno.



Lo spettacolo che mi si presentò sullo schermo era stupendo.


La vagina di Erika, ormai violacea per l’eccitazione, si mostrava già completamente irrorata di umori che iniziano immediatmente a scenderle lungo le cosce non appena mia sorella iniziò ad indugiare con la lingua sul suo clitoride. Anche lo sfintere, che non la smetteva di pulsare mostrava un avanzato stato di eccitazione che la sorellina tentava invano di placare inserendo ogni tanto una o due dita all’interno dopo everle doverosamente umettate all’interno della fica che stava assaporando.



Andarono avanti così per almeno cinque minuti e io speravo che quello spettacolo non fnisse mai.


Abbandonato il 69 iniziarono a strofinarsi seno e fica una sull’altra mentre le rispettive lingue facevano la ola all’interno della cavità orale della compagna di merende


Ad un tratto, Erika alzò lo sguardo verso il pavimento e "ce ne vorrebbe uno vero..." disse ridacchiando guardando il dildo appoggiato sul pavimento.



Fu in quel momento che le due si sussurrarono qualcosa all'orecchio.



"Ma dai...dici sul serio..?" furono le uniche parole che capii proferite da Erika. Seguite da un più deciso "magari... a me è sempre piaciuto una cifra.. se tu sei sicura..." in risposta ad altro detto da mia sorella che però non ero riuscito a capire.



Poi prese girò lo schermo del PC che stazionava accanto a loro sul letto, in modo che entrambe potessero vederlo.



Io me ne stavo col cazzo in mano ...duro come forse non era mai stato al pensiero che quelle due meraviglie stavano lesbicando nella stanza accanto alla mia, separate da me solo tramite una sottile parete in cartongesso.



Guardarono alcuni istanti lo schermo e…: "cazzo... niente male... niente male davvero!" esclamò Erika.



Fu come se fosse stato dato il segnale.


Mia sorella si sollevò dal letto e venne decisamente verso la microcamera che avevo installato e fissandola: "allora fratellino che ne dici di smetterla di segarti e venire a giocare un pò con noi?"



Rimasi basito.


Non nego che preso così alla sprovvista e in modo inaspetttato il cazzo mi si ammosciò all’istante.


“Vedi un pò tu… la porta è aperta…mamma e papà tornano fra un’oretta…” continuò mia sorella mentre si dirigeva verso la parto della stanza e girava la chiave in senso antiorario.


Poi come se niente fosse raccolse il dildo da terra e ritornò sul letto dove ERika l’aspettava con fare divertito.



Io non sapevo che fare.


Fare finta di nulla? D’altronde se anche aveva scoperto la microcamera non aveva nessuna prova che l’avessi utilizzata, tantomeno che lo stessi facendo in questo momento.



Non feci in tempo a fare questa ipotesi che venni smentito su due piedi.


La puttanella con un sorrisetto malefico sulle lebbra prese il portatile e girò lo schermo verso la mia microcamera, accompagando il gesto con un sarcastico “... vedi un pò tu…”.



Non ci potevo credere. Le immagini erano poco nitide ma era evidente che quello che compariva sullo shermo di quel PC era camera mia e al centro dell’inquadratura c’erò io col mio cazzetto moscio.



Poi come se niente fosse riappoggiò il portatile sul letto e riprese a limonare con Erika.



Chiusi repentinamente lo schermo del mio portatile, come se mi aspettassi che così facendo anche le immagini che mi riguardavano potessero magicamente sparire da quello di mia sorella.



Feci rapidamente il punto della situazione, mentre il sangue, dopo alcuni istanti di smarrimento ricominciava ad affluire, se non al pene, almeno al cervello.



Era evidente che il dado era tratto. Io sapevo che loro sapevano… e viceversa.



Quindi nessuno di noi aveva niente da guadagnare o da perdere.



Compresi immediatamente che non potevo farmi sfuggire una simile occasione.


Cercai di riprendere fiato e condizione e per aiutarmi riaprii lo schermo del PC.



Le due troiette avevano ripreso il loro giochi saffici come se nulla fosse. Lo schermo del PC di mia sorella era chiuso, come se si aspettassero loro per prime che il mio gioco di mano non poteva durare a lungo, messo di fronte ad un’opportunità del genere.



Inizia a masturbarmi mentre guardavo Erika penetrare la fica di mia sorella col dildo.


Quando mi resi conto che il mio arnese era tornato presentabile mi alzai dalla sedia e mi diressi verso la porta della mia stanza. Durante il breve tragitto volsi lo sguardo verso l’angolo della stanza sul quale stando a quanto avevo potuto vedere doveva essere posizionata la webcam che rimandava la mia immagine sul PC di mia sorella.



Era anche questa, come la mia, di piccolissime dimensioni e parzialmente nascosta dalla tenda della mia finestra, ma era altrettanto vero che non serviva un occhio di lince per notare la sua presenza.



“Che pirla! Come cazzo ho fatto a non accorgermene?” mi chiesi mentre completamente nudo e col cazzo in erezione mi dirigevo verso quella che da quel giorno ribattezzai “la stanza dei giochi”.
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