incesto
La nuova vita d’un padre - 5
di nicoferos
18.03.2017 |
25.196 |
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"‘cosa ce piccolo mio? Perché piangi?’’
‘Papà! Ho detto una bugia a Lollo ora è arrabbiato con me!’’
‘e per questo piangi? Tuo fratello è rientrato poco prima..."
Gabby entra in casa chiudendo la porta dietro di se, il volto è triste, ‘cos’ha?’‘Cucciolo di papà che ti succede?’’
‘Papa stringimi forte!’’
abbracciandomi forte mette la testa nascosta sotto la mia, gli occhi poggiati al mio collo, i primi singhiozzi, piange.
‘cosa ce piccolo mio? Perché piangi?’’
‘Papà! Ho detto una bugia a Lollo ora è arrabbiato con me!’’
‘e per questo piangi? Tuo fratello è rientrato poco prima di te! È tranquillo! Dai non fare cosi, calmati! Che gli hai detto?’’
‘Papà non te lo posso dire!’’
‘perché?’’
‘è un segreto!’’
‘segreto? Con chi?’’
‘con Lollo e Stefanuccio!’’
in quel momento dalla cameretta, nudo solo in mutande, con i pantaloni della tuta in mano esce Lollo, si avvicina e ci guarda incuriosito, lo guardo e mi avvicino sollevando il corpicino esile di Gabby,
‘e cosi avete i segreti?’’
‘fratellino a papà puoi dirlo! Tanto ormai sei nel panico!’’
Gabby si stacca da me e si butta in un sol’gesto tra le braccia di Lollo, che lasciando cadere il pantalone che aveva in mano lo afferra per le chiappe
‘fratellone sei arrabbiato con me?’’
‘No fratellino! Smetti di piangere! Che ti prende!’’
‘ti ho detto una bugia!’’
resto in silenzio guardando questa scena surreale, ‘che stavano combinando i miei figli?’
‘Guardami fratellino! Smetti di piangere! Dammi un bacio e raccontami che bugia!’’
Gabby lo guarda con occhi pieni li lacrime, in un sol’gesto gli schiocca un bacio sulle labbra,
il cazzo mi cresce a dismisura nelle mutande,
‘allora vuoi raccontarmi questa bugia fratellino?’’
‘Prima sul latte! Era più buono il tuo!’’
l’immagine si era formata nella mia mente, ma la domanda mi scappa dalle labbra,
‘Latte?’’
‘si papà! Gabby ha assaggiato il latte! Fratellino perché hai detto questa bugia?’’
‘Perché Stefanuccio è bello!’’
‘È più bello di me?’’
‘No fratellone! È diverso! Non lo so!’’
‘Si! ho capito! Ti sei preso una cotta! Ma fratellino qui siamo tutti maschi e tu devi imparare tante cose ancora!’’
a queste parole vedo Lollo massaggiare il culetto di Gabby che si allarga e stringe sotto le sue mani,
Gabby si rilassa tra le braccia del fratello
‘non sei arrabbiato?’’
‘No fratellino! Ma non dire più bugie! I giudici non dicono bugie!’’
Gabby gli scocca un altro bacio sulle labbra come a ringraziarlo
‘allora è più buono il mio latte?’’
‘Si fratellone!’’
‘ok! Allora quando avremo un po di tempo te ne darò tanto da bere! Sei contento?’’
‘Si!’’
‘ora vieni con me che devo pisciare, poi vado in palestra!’’
tutto si svolge sotto i miei occhi, sembra un film porno, ma cosa aveva convinto Lollo, super etero, a questo atteggiamento verso il fratello? Stefano? Non avevo risposte e quello che stavo per vedere mi avrebbe lasciato il impietrito sulla porta del bagno, Lollo prende per mano Gabby e lo porta in bagno,
‘vieni fratellino, aiutami!’’
davanti alla tazza Lollo mette una mano sulla spalla di Gabby e fa pressione per farlo mettere in ginocchio, Gabby esegue tutto senza una parola, lo guarda negli occhi come in attesa,
‘fammi pisciare che poi vado in palestra!’’
Gabby mette le mani sulle mutande di Lollo e tira fuori tutto facendo scendere le mutande fino alle ginocchia di Lollo, lasciatele guarda con ammirazione il pisello di Lollo, con una mano prende il pisello indirizzandolo nella tazza e con l’altra sorregge le grosse palle, il cazzo comincia a prendere vigore nella mano di Gabby mentre Lollo scarica la vescica, finite di cadere le ultime gocce Lollo si mette dritto davanti a Gabby,
‘pulisci per bene la punta fratellino!’’
Gabby senza staccare la mano, lo indirizzo alle sue labbra e ne prende la cappella in bocca succhiando come da un biberon, succhia per qualche istante, Lollo lo ferma,
‘fratellino ora le palle! Hai detto che sono tanto grosse! Forza!’’
Gabby china la testa sotto il cazzo di Lollo e le prende in bocca facendo scomparire l’intero scroto,
Lollo mi guarda e mi fa un occhiolino:
‘ci vorrà un po, ma è bravo! Ha una buona lingua!’’
Lollo lo prende sotto le ascelle facendolo staccare dalle palle che succhiava con amore, lo tira su, e con un bacio sulla bocca lo stringe a se
‘fratellino devo andare in palestra, grazie per l’aiuto!’’
sistemate le mutande ci vuole poco perché s’infili i pantaloni e la maglietta, raccolto il borsone in cameretta esce di casa chiudendo la porta dietro di se.
Solo la voce di Gabby mi riporta alla realtà
‘Papà?’’
‘dimmi cucciolo mio!’’
‘il tuo gigante è tutto fuori!’’
guardando in basso vedo il mio cazzo dritto in una super erezione, l’elastico non aveva retto ed era scivolato vicino le palle
‘vuoi metterlo apposto tu piccolo?’’
‘si papà!’’
Gabby si avvicina sempre in ginocchio, appena messa la sua manina sul mio cazzone la mia domanda lo blocca:
‘quindi oggi hai assaggiato il latte?’’
‘si papà! Quello di Lollo è tanto buono!’’
‘di chi altri ne hai assaggiato?’’
‘Stefanuccio! Con lui ho bevuto tanto latte!’’
‘ti ha messo la cappella in bocca?’’
‘si papà! Ha vinto lui perché era più grande!’’
‘e perché non hai fatto vincere tuo fratello?’’
‘perché ero giudice e mi hanno detto di essere sincero!’’
‘però hai detto una bugia!’’
‘si papà mi spiace! Mi hanno messo il latte in bocca con le dita, avevano una goccia come te e ho detto che avevano lo stesso sapore, ma Lollo era più buono!’’
capisco il gioco che avevano fatto, l’idea mi diverte, la ripeto
‘e quello di papà com’è?’’
prendo la goccia con l’indice, mi avvicino alle sue labbra, Gabby le apre, si fa avanti e prende il dito in bocca cominciando a succhiare, sempre tenendo la mano sul mio cazzo, ma sta cercando altro, con la mano libera tira l’elastico delle mutande e prende le mie palle in mano cominciando un leggero massaggio,
‘Papà? È buonissimo!’’
‘si? ne vuoi ancora?’’
con la testa mi fa cenno di si, sempre con lo stesso dito ne raccolgo un altra goccia e la rimetto nella sua bocca, non smette di succhiare il dito, sembra un pompino, ed il massaggio alle palle mi manda in estasi.
‘Ora sarà meglio che anche il tuo papà faccia la una bella pisciata, che dici?’’
‘si papà, posso aiutarti io?’’
‘certo cucciolo, toglimi le mutande!’’
Gabby prende le mutande del elastico e le tira fino a terra, alzando un piede dopo l’altro me le tira via, vede la mia mano tesa come a dire: ‘dammele!’’ passandomele ne allargo uno degli elastici della gamba e la metto come collana a Gabby che mi guarda con stupore,
‘vieni piccolo, prima di aiutare papà sarà meglio che ti spogli!’’
come solito mi piazzo davanti la doccia e lo aspetto, il suo spogliarello è molto sgraziato e frettoloso, ‘dovrà imparare molte cose, Lollo ha ragione!’ rimasto in mutandine si volta verso di me cercando di capire cosa volessi da lui
‘piccolo aiuta papà! Entra nella doccia!’’ come aveva fatto Lollo poco prima metto la mia mano sulla sua spalla e faccio pressione perché si inginocchi ed ora è proprio davanti a me, prende il mio cazzo con una mano e le palle con l’altra,
‘sei pronto cucciolo?’’ forse aveva capito
‘si papà! È un nuovo gioco?’’
‘si piccolo! Apri la bocca!’’ la mia pisciata comincia prendendolo in pieno volto, ma ha capito perfettamente e indirizza il mio getto nella sua bocca, mi guarda e sorride appena, stendo una mano per accarezzare quel volto umido, con una leggera pressione lo attiro verso di me, la cappella è quasi nella sua bocca aperta, Gabby tira fuori la lingua ed io ne approfitto per poggiarci la cappella, la pisciata lo bagna tutto, finito di svuotare Gabby tenta di chiudere la bocca sulla cappella come aveva fatto con Lollo, ma lo fermo prima che potesse,
‘papà non vuoi che ti pulisca?’’
‘cucciolo io non ho fretta come tuo fratello! Voglio fare un bidè, vieni’’ mi seggo sul bidè, poggio la schiena alla parete ed allargo le gambe, Gabby si alza dalla doccia e viene di fronte a me mettendosi seduto sui talloni,
‘passami il sapone piccolo!’’ prende la saponetta dietro di me e me la passa interrogandosi, io apro l’acqua dietro le mie chiappe,
‘cucciolo perché mi guardi cosi?’’
‘fai da solo papà?’’
‘vuoi fare tu? Tieni!’’ gli passo la saponetta, un bel sorriso appare sulle sue labbra, si bagna le mani sotto le mie palle e comincia ad insaponarsi; comincia da insaponare me proprio dalle palle,
‘papà sono enormi le tue palle! Sono bellissime!’’
‘ti piacciono cucciolo?’’
‘si papà tanto, non ne ho mai viste cosi grandi e pesanti!’’
‘è perché nessuno prende più il latte di papà da tanto tempo!’’ l’insaponata comincia a risalire lungo l’asta, facendo con ingenuità su e giù, ‘cazzo che bella sega!’ arriva fin alla cappella girandoci intorno con le dita, sto per esplodere,
‘piccolo fermati e sciacquami, togli via tutto il sapone!’’ in un attimo tutto il sapone scivola via lasciando la pelle liscia e profumata,
‘piccolo lo vuoi tu il latte di papà?’’
‘si!’’ con la mano sulla nuca lo tiro verso di me, poggia le labbra sulla cappella, è molto grande aprendo la bocca mi guarda,
‘lo so che è grande piccolo apri la bocca più che puoi, ma devi bere tutto il latte o ti punisco!’’
apre la boccuccia cercando di farla entrare, lo aiuto spingendo, la sua bocca di sforma e la cappella è dentro, muove la lingua sotto, che calore, ci vogliono pochi istanti e parte la prima schizzata, non sborro da mesi, la seconda, la terza, una marea di sborra, Gabby non ce la fa ad ingoiare e tossendo comincia a vomitarla dai lati,
‘che cazzo fai?’’ lo spingo lontano da me, sbatte le spalle e la testa, sul muro dietro di lui, si porta una mano alla testa per il colpo, mi alzo, gli vado di fronte a pochi centimetri dalla sua bocca,
‘apri la bocca e finisci di bere!’’ mi guarda, forzo la sua bocca con forza, la cappella entra e sotto le mie spinte entra anche un pezzo di cazzo, e continuo a sborrare, un po' la ingoia un po la vomita, è rosso in volto, con ancora la faccia piena di sborra lo lascio li e vado in camera, nel cassetto della madre ci sono ancora i dildo comprati per lei, ne prendo il primo che comprai, un piccolo plug rosa, un piedistallo che sorreggeva un asta larga come mezzo dito coronato da una palla grande come una noce, torno da lui che era ancora a terra con la mano sulla testa, lo prendo per un braccio,
‘vieni con me!’’ lo trascino sul divano, il volto e teso, non mi ha mai visto cosi, mi seggo al centro del divano, il mio cazzo è sempre duro come il ferro,
‘vieni qui! Mettiti a pancia sotto!’’
‘papà!’’ Le lacrime rigavano il volto
‘muoviti!’’ lo prendo per un braccio tirandolo verso di me, si stende, strappo via le mutandine che vanno in pezzi, sento i primi singhiozzi, il primo schiaffo su una chiappa, poi un altro e un altro ancora alternando le chiappe, le prendo entrambe con le mai e allargo, vedo per la prima volta la rosellina di mio figlio, stupendamente rosa, ci sputo sopra e faccio pressione col pollice mentre con le altre dita gli stringo le palle, è questione di un attimo il pollice entra e mio figlio e li con la bocca aperta, muta, altri schiaffi seguono, ed il pollice entra ancora, schiaffi più forti, sputo, prendo il plug e faccio forza, entra di schianto tutto dentro bloccandosi, lo sfintere si chiude intorno all’asta, un altro paio di schiaffi sulle chiappe ormai rosse e mi fermo, Gabby tra qualche spasmo e singhiozzo si muove appena, solo ora mi accorgo che la mia cappella punta dritta tra le sue palle, lo giro e lo prendo in braccio come si fa coi bambini, la sua testa poggiata sotto la mia, tira su col naso, qualche singhiozzo ancora, il mio cazzo tra le sue chiappe, restiamo li, fermi, lo stringo forte, per dieci minuti buoni, ora è tranquillo,
‘papà?’’
‘piccolo mio!’’
‘mi vuoi bene?’’
‘si tanto! Piccolo mio! E tu me ne vuoi?’’
‘si papà! Tanto tanto!’’
‘vieni!’’ lo prendo con si fa con una sposina e lo porto in camera mia, vicini al letto lo distendo al posto della madre, io faccio il giro e mi distendo al suo fianco, un leggero lenzuolo sopra di noi, lo stringo forte a me, lascio che si rilassi e si addormenti, il respiro profondo rilassa anche me, apro gli occhi, fuori è buoi accanto a me Gabby dorme ancora….
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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