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LA MIA BAMBINA parte 1


di BimbaPapy
13.10.2023    |    6.370    |    8 9.9
"Quando si sporgeva in avanti nel preparare il tavolo vedevo nella ampia scollatura le sue stupende tette ballonzolare..."
LA MIA BAMBINA parte 1
Mia moglie era uscita alle 07:00 di mattina per andare in ufficio e quella sera non era più tornata. Aveva preferito le braccia di un fusto di 22 anni con due spalle da canottiere e probabilmente una dotazione proporzionata alla struttura.
Ci eravamo trovati io e la mia bambina soli. Da quella notte non aveva più voluto dormire nella sua cameretta. Aveva 10 anni e dato lo stato d’animo sia di Elisa che mio glielo concessi. Passarono gli anni e ci abituammo a dormire insieme tutte le notti in modo molto innocente. Non mi ero cercato un’altra donna, sentivo che dovevo dedicarmi totalmente alla mia bambina. Così feci ed intanto lei diventava sempre più una femminuccia. Le stavano crescendo le tettine ed anche il corpo stava prendendo forme molto sinuose facendo intravedere che sarebbe diventata una bellissima donna.
Io non avevo assolutamente rapporti e mi sfogavo con i porno o leggendo i racconti eccitanti su Annunci69.
Elisa stravedeva per me e di questo le ero grato. Aveva 13 anni, e nel letto dormivamo uno stretto all’altro da sempre. Prima era più semplice potevo abbracciarla ovunque. Ora stavo attento a non toccarle le tettine che erano diventate delle bellissime tette. Aveva una seconda abbondante, ma continuavano a crescere inesorabilmente. Succedeva che mi girassi da lato opposto ad Elisa ma lei mi prendeva un braccio e mi faceva ruotare di 180°. Poi si accucciava contro di me ed io ero a contatto con il suo fondoschiena. Le sue mani tiravano le mie mani affinché il mio corpo aderisse al suo. Succedeva talvolta di sentire il tocco del suo seno. Io cercavo di allontanarmi da quel contatto ma lei faceva in modo tale che le mie mani si posassero proprio li. La mia erezione non era contenibile e lei assestava le sue natiche contro il mio cazzo duro. Cosa fare? Subivo quel patibolo senza muovermi neanche un millimetro. Poi finalmente ci addormentavamo.
Da qualche tempo Elisa stava in casa indossando sempre una camicia lunga e comoda. Quando si sporgeva in avanti nel preparare il tavolo vedevo nella ampia scollatura le sue stupende tette ballonzolare. Quando si chinava a riempire la lavastoviglie si vedeva il tanga incuneato tra due belle chiappone sode. Non riuscivo più a gestire il mio cazzo costantemente duro che lasciava delle goccette che superavano l’intimo fino a contaminare i pantaloncini che indossavo.
Un giorno Elisa mentre metteva gli indumenti in lavatrice, mi chiese perché le mie mutande e i pantaloncini fossero sempre macchiati. Diventai paonazzo per l’imbarazzo. Cominciai a balbettare senza riuscire a comporre una risposta adeguata. Elisa si mise a sorridere, si mise in punta di piedi si appoggiò con il suo meraviglioso seno al mio petto e mi schioccò un bacio sulla guancia proprio vicino alle labbra. Rimase in quella posizione molti secondi; io ebbi una immediata erezione che venne ben percepita da mia figlia la quale si appoggiò ancor di più al mio corpo mettendo a contatto i nostri sessi. Pensavo di impazzire. Ma ancora non mossi un dito. Elisa allora cominciò a spingere forte la sua patata contro il mio cazzo durissimo che sembrava forare gli indumenti per entrare in lei. La mia fronte era imperlata di sudore ma continuai a rimanere impalato. Tutto il suo corpo era a contatto con il mio. Poi si allontanò lentamente, sorridendo e guardando la nuova macchia sui pantaloni. “ORA CAPISCO” mi disse maliziosamente. Me ne andai sul terrazzo. Ero confuso, eccitato. Le mie emozioni tradivano il forte desiderio ma era mia figlia. Il mio cazzo non accennava a rilassarsi. Finalmente sentii la porta di casa aprirsi e poi richiudersi. Era uscita.
Liberai il mio cazzo e cominciai a carezzarlo lentamente, mentre mi toccavo e sussurravo il suo nome sentii una presenza dietro di me. Mi sentii gelare. Elisa mi stava osservando. Aveva uno sguardo non di figlia ma di donna infoiata, bramosa di cazzo, del mio cazzo. Me ne fuggii in garage, salii in auto e me ne andai.
Mi fermai appena fuori Torino e finalmente dietro una siepe cominciai a masturbarmi lentamente. Il mio pensiero unico era lei, la mia bambina. Non mi resi conto che mi trovavo in prossimità di una pista ciclabile.
Si fermò una bici e vidi scendere due gambe lunghe avvolte da un gonnellino bianco. Non riuscii a rimettere il tutto nei pantaloni in tempo che due mani avvinghiarono la mia asta e subito dopo sentii avvolgere la mia cappella da due morbide labbra. La liceale andò avanti con lentezza a farmi un dolce pompino, Succhiava, leccava, poi si insinuava tra le mie chiappe a leccarmi il buco del culo. Non ci volle molto per sentire il cervello perdere il controllo. Il mio cazzo pulsava sempre più rapidamente. Lei mi tenne stretto e si bevve fino all’ultima goccia di sborra, intanto che mi infilava un dito nel culo.
Poi con la lingua percorse tutta la cappella fino a ripulirlo totalmente. La mia eccitazione non accennava a diminuire. Senza dire una parola, si alzo la gonnella, spostò il tanga e si tirò il mio cazzo dentro. La scena era paradossale, dalla pista ciclabile si vedeva solo lei appoggiata alla bicicletta che si muoveva avanti e indietro ed io che la pompavo da dietro la siepe. Poco dopo la sentii liberarsi in un orgasmo bestiale. I suoi brividi di piacere entravano in diretta connessione con il mio cervello. Stavo per venire. Lei si scostò, si girò e mi mise la lingua in bocca. Mi leccò tutto il collo e poi su fino alle orecchie, che mi furono pulite accuratamente. Si girò nuovamente appoggiandosi alla bici. “SPUTAMI SUL CULO” Poi prese la mia cappella appoggiandola sulla rosetta che si aprì generosamente. Entrai brutalmente, la sentii godere subito e ripetutamente. “ORA SBORRAMI DENTRO, PORCO!” I miei fiotti di sborra la portarono ad un ennesimo orgasmo. Le aprii le chiappe tonde e le leccai il buco tutto aperto mentre la mia sborra colava. Si giro e condividemmo il mio seme in un languido bacio. Tirò giù la gonna e inforcò la sua bicicletta in modo rapido così come era comparsa.
Tutto questo mi aveva distolto dal pensiero fisso di Elisa. Mi ero scaricato e così avrei potuto gestire più facilmente gli eventuali approcci di mia figlia. A casa non c’era nessuno per fortuna. Mi mandò un messaggio che era a cena con amiche.
Mamma mia, che giornata incredibilmente erotica. Non sapevo come gestire la notte a letto con mia figlia. Mi scrisse che sarebbe rientrata alle 23:00. Accesi la TV e mi feci trovare addormentato sul divano al suo arrivo. Si avvicinò, si sedette vicino, io ero sotto una coperta tenuta avvolta molto stretta per impedire ogni possibile avances. Sentii le sue mani accarezzarmi dolcemente il viso. Poi le sue morbide labbra si appoggiarono sulle mie. Il suo bacio fu dolce, da figlia innamorata. Poi lo sfioramento divenne più deciso, la sua bocca si schiuse succhiando il mio labbro superiore e poi quello inferiore. La lingua umettava le mie labbra rendendole morbide e sensibili. Continuai a fingere di dormire senza nessuna reazione a parte quella sotto la coperta che però non fu visibile. Immagino che non avesse creduto alla mia messa in scena ma spense l’apparecchio e se ne andò in bagno. Dopo poco sentii arrivare dei gemiti che diventarono un urlo, sintomo di un orgasmo travolgente senza dubbio dedicato a me.
Quella notte dormii sul divano ed il mattino dopo andai in ufficio prestissimo per non incontrare la mia bimba.
Non potevo fuggire ancora. La sera avrei affrontato la situazione ma non sapevo come.
Quando rientrai Elisa era scosciata sul divano, gli occhi gonfi, e la solita camicia che lasciava intravedere le sue forme incredibilmente tondeggianti ed erotiche.
Mi sedetti vicino. “COSA C’E TESORO MIO? PERCHE’ HAI PIANTO?”
“PAPA’ IO TI AMO!” – “ANCHE IO TI AMO FIGLIA MIA” – “LO SO PAPY, MA TU NON MI VUOI” –
“CERTO CHE TI VOGLIO TESORO, TI VOGLIO COME FIGLIA” – “MA IO SONO ANCHE UNA DONNA” –
“CERTO AMORE, PER QUESTO DOVRESTI TROVARE UN RAGAZZO CON IL QUALE SENTIRTI TALE”
“MA TU PAPINO, SEI SOLO, NON HAI UNA DONNA ED IO TI AMO. ODIO I RAGAZZI DELLA MIA GENERAZIONE”
La discussione andò avanti a lungo. Non trovammo un punto di congiunzione. Elisa intanto faceva in modo di farmi vedere la sua fighetta coperta appena da un mini tanga che si infilava tra le grandi labbra. Tentavo di guardare altrove ma ogni tanto inconsapevolmente lo sguardo cadeva proprio li con una immediata reazione. “PAPY UN’ALTRA MACCHIETTA CHE DOMANI DEBBO LAVARE”.
“VADO A DORMIRE TESORO CHE DOMANI HO UNA GIORNATA COMPLESSA”.
Andai in bagno, mentre facevo la doccia intravidi un’ombra dietro la porta. Tentai di nascondere la mia erezione. Mi misi l’accappatoio e mentre uscivo lei entrò strusciandomi nel passaggio stretto tra il muro e il lavello. Il mio cazzo duro si incastrò tra una sua gamba e l’altra e ci bloccammo li. Lei si muoveva nel tentativo di scostare l’accappatoio per strusciarselo contro la sua patatina coperta solo dal filo interdentale.
Tenni stretto l’indumento per impedirle la manovra. Lei prese a muoversi avanti e indietro e nonostante l’’accappatoio e la posizione in piedi la sentii eccitarsi. Sentii i suoi capezzoli che da sotto la camicia premevano come due spilli sul mio petto. Gli occhi mi guardavano profondamente e i gemiti gradualmente la travolsero e la sconquassarono in un orgasmo travolgente. Anche io sentii il mio corpo reagire a quel godimento e venni copiosamente tra le pieghe dell’accappatoio. Dei fiotti raggiunsero il pavimento ed Elisa si chinò, raccolse un po’ di sborra con il dito che depositò sulla lingua. Degustò il mio seme guardandomi dritto negli occhi, sorridendomi maliziosamente.
Mi raggiunse nel letto, naturalmente fingevo di dormire. Mia figlia sollevò le lenzuola e si accovacciò come al solito dandomi la schiena. Mi prese le mani per farsi abbracciare. Mi abbandonai come un peso mordo assecondando i suoi movimenti. Quando senti il contatto con il suo seno sentii che era nudo. Le mie mani erano appoggiate su quei due globi sodi. Non potevo percepirne totalmente la consistenza, avrei dovuto palparle. Mia figlia però sentiva la durezza del mio cazzo che si stava alzando inesorabilmente andando a puntare contro le sue chiappe anche se mi ero messo un pigiama spesso per poter creare una inutile barriera, Ero eccitatissimo, Elisa pure.
Mise una mano sul mio cazzo tirandolo fuori dal pigiama. Con le dita cominciò a percorrerlo nella sua lunghezza lentamente avanti ed indietro. Le goccette lubrificarono la cappella. Le raccolse con il dito e se lo succhiò avidamente. Rimanevo nel mio finto sonno. Ma il corpo reagiva in modo inequivocabile. Sposto il suo culo indietro e la mia cappella percepì l’umidità della sua fighetta madida di umori. Era nuda la bambina. I suoi capezzoli tra le mie mani erano duri come bottoni. Vibravamo entrambi come una corda di chitarra tesa al massimo.
Suonò il suo cellulare. Una voce femminile concitata le chiedeva aiuto. Era la sua migliore amica che era stata lasciata dal ragazzo. Era disperata. “ PAPINO POSSO FAR VENIRE ALICE A DORMIRE DA NOI? STAREMO NELLA MIA CAMERETTA” Fingendo di essermi appena svegliato con ancora i suoi meloni nelle mie mani e il mio cazzo in tiro, appoggiato alla sua fighetta le risposi : “CERTO TESORO FALLA PURE VENIRE”
Di lì a poco sentii il Taxi fermarsi davanti al cancello di casa.

CONTINUA…..


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