incesto
LA MIA BAMBINA parte 3

10.11.2023 |
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"La mia piccola appena mi sentì presente fece finta di continuare a dormire e avvicinò il suo bel sedere tondo contro di me..."
Dopo aver limonato a lungo con Raffaele scambiandoci il liquido seminale di ognuno di noi, lui si ricompose. Ora era rilassato, mi diede un ultima leccata sulla cappella per raccogliere la gocciolina residua con la sua lingua avvolgente, poi mi strizzò un occhiolino e se ne andò. Mi rimaneva solo da capire chi mi aveva succhiato il cazzo anche se ero certo fosse mia figlia. Passai davanti alla camera dove dormivano le due ragazze. Nel buio della camera tutto era silenzio. Rimasi un poco ad auscultare per capire se stessero dormendo. Poco a poco mi abituai alla oscurità. Vidi mia figlia seminuda abbandonata in un profondo sonno, Alice la abbracciava ma percepii un suo movimento, aveva sentito la mia presenza. Rimasi immobile, sentii un fruscio e poco dopo me la trovai davanti.Mi prese per mano e mi portò fuori dalla stanza per non svegliare l’amica. Anche Alice era praticamente nuda; intravidi le sue tettone sotto una sottoveste trasparente e leggera, e il suo cespuglietto biondo. Sorrise vedendo che avevo fatto una scansione di tutto quel meraviglioso corpo. Naturalmente ebbi immediatamente una erezione che Alice commentò in tal modo:
“CARO PAPINO DI ELISA MA NON TI SEI GIA’ SCARICATO NELLA GOLA DEL MIO FIDANZATO?”
Ero imbarazzato ma risposi sinceramente:
“SI HAI RAGIONE, NON SO COME SIA POTUTO ACCADERE MA ERO GIA MOLTO ECCITATO QUANDO HO VISTO TU E MIA FIGLIA LIMONARVI E LECCARVI RECIPROCAMENTE LE PATATINE CHE E’ BASTATO POCO PER LASCIARMI TRASPORTARE IN UNA REALTA CHE NON CONOSCEVO E CHE RIPUDIAVO. NON MI RITENGO GAY MA HO COMPRESO CHE CERTE BARRIERE CHE SPESSO SI ERGONO PER EDUCAZIONE, PRECONCETTI, SI POSSONO ABBATTERE, HO GODUTO VERAMENTE CON IL TUO RAGAZZO. SPERO DI NON AVER CREATO UN ULTERIORE DOLORE A TE.”
Alice mi sorrise si avvicinò a me languidamente appoggiò tutto il suo corpo al mio, le grosse poppe premevano contro il mio petto ed il mio cazzo, durissimo si impennò ancor di più. La troietta sentendo la consistenza del mio uccello si abbassò un poco fino a far sfiorare la sua fighetta umida alla mia cappella gocciolante. Solo la seta trasparente ci separava.
La punta del mio arnese sentiva una attrazione irresistibile e in punta di piedi cercai di forzare il contatto e lo stesso fece lei abbassandosi pian pianino. La sottoveste si avvolse intorno al mio cazzo che nonostante tutto cominciò a solleticarle le grandi labbra e a penetrarla un poco, intanto lei incollò le sue labbra alle mie, le sentii dischiudere e le lingue si avvolsero in un intreccio che diede una botta adrenalinica ad entrambi. La presi per le natiche, sentii la consistenza di quel culo tonificato da molte ore di palestra, la alzai, nel contempo lei tirò su la sottoveste e la lasciai ricadere sul mio cazzo durissimo che in un colpo solo affondò sino all’utero. Era bagnatissima, cominciai a scoparla selvaggiamente. Le nostre bocche non si erano mai staccate. Poi la feci reclinare sul tavolo della cucina e mentre la scopavo immersi il viso nelle sue grosse tette. Presi un capezzolone tra le labbra e succhiai, lo mordicchiai, e sentii lei gemere sempre più forte e scoppiare in un orgasmo devastante. Il mio cervello era sempre più annebbiato e pure io fui travolto da un godimento senza fine. Mi staccai da lei e scesi fino alla sua figa aperta dove un rivolo di sborra colava in mezzo alle cosce. Era irresistibile e affondai la mia lingua in quel lago di umori, leccai avidamente, non ero mai sazio. Alice si stava nuovamente eccitando ed io seguii il percorso della mia sborra che scendeva fino al suo orifizio anale. Affondai la lingua nella sua rosetta che si aprì al contatto e lei mi facilitò la penetrazione aprendosi le chiappe con le mani. Dal buco del culo alla figa bagnata davo lunghe slappate e gli umori di lei si mischiavano ai resti delle mia goduta di prima. Cominciò a muoversi affinché la mia bocca potesse stimolare i suoi punti più sensibili. Ad un certo momento vidi la mia bambina appoggiata allo stipite della porta che ci stava osservando. Mi sentii gelare il sangue nelle vene. Alice, comprendendo che qualcosa aveva rotto l’incantesimo, aprì gli occhi.
“ELISA CHE FAI LI IMPALATA? DAI AVVICINATI CHE CE POSTO ANCHE PER TE. LO SO CHE E UN TUO SOGNO NASCOSTO, E FORSE NEPPURE COSI’ NASCOSTO”
Elisa, non rispose, si voltò e singhiozzando, fuggì in camera.
“ELISA ASPETTA! TESORO MIO, ELISA, FIGLIA MIAAA” La porta della sua stanza batté rumorosamente mentre si chiudeva. Non sapevo che cosa fare. Alice era ancora li a gambe aperte e sia la fica che il culo erano gocciolanti. La situazione non l’aveva sconcertata anzi era ancora più eccitata. Mi staccai, come un automa mi spostai nel salone e mi lasciai cadere sul divano dove c’erano ancora le macchie delle sborrate con Raffaele. Alice si sedette accanto a me e mi abbracciò teneramente mettendomi le tettone sotto il naso.
Le muoveva facendole sobbalzare così che i grossi capezzoli sfiorassero le mie labbra.
Certo erano proprio belle, stuzzicanti ma non ci stavo più con la testa. Comprese che il gioco al momento non poteva proseguire. “NON TI PREOCCUOARE ORA VADO IN CAMERA E LE PARLO IO, TU VAI A DORMIRE!”
Giunto nella mia camera vidi che la prima luce del mattino faceva capolino nella stanza, L’orologio segnava quasi le 07:00, mi sarei dovuto alzare per andare in ufficio e di li a poco suonò la sveglia. La spensi e mi abbandonai sul letto, vestito. Una presenza mi fece destare, Quanto avevo dormito? Erano le 11:30. Elisa era seduta sul bordo del matrimoniale e mi guardava senza parlare. Aveva il viso solcato da lacrime che ancora adesso cadevano inesorabilmente bagnando il copriletto. Le presi una mano e la tirai verso di me abbracciandola teneramente. Appoggiò il capo sulla mia spalla impregnandomi la camicia con il suo pianto. Non avevo parole da dire, non sapevo cosa dire. La sentii sciogliere, si stava lasciando andare la mia piccola.
“PAPY MI AMI?”, “CERTO TESORO, TI ADORO CON TUTTO ME STESSO” le risposi.
“CON TUTTO TE STESSO? MI E MANCATO IL TUO AMORE PAPY” e si coricò sul letto, anche io mi coricai dietro di lei come facevamo di solito. Io ero ancora vestito lei era seminuda come la sera prima, con un mini tanga che si infilava tra le sue meravigliose chiappe ed un piccolo reggiseno che copriva a malapena i capezzoli esaltando ancor di più la notevole dimensione delle sue mammelle. Portava una quinta e grazie alla giovane età stavano su come fossero protesi. Troppe volte mi aveva scoperto ad osservarle con sguardo poco paterno e sorrideva. Anche ora mi aveva scovato che gliele stavo guardando. Era impossibile non guardarle, mia figlia era un opera d’arte, una scultura. Ma era la mia Elisa e dovevo farmene una ragione.
“PAPY HO FREDDO! CI METTIAMO SOTTO LE LENZUOLA? MA TU HAI LE SCARPE E SEI VESTITO, SPOGLIATI!”
Obbedii ma tenni le mutande. Lei aveva la pelle d’oca ed io mi avvicinai per scaldarla, la mia bimba si accuccio contro di me e da dietro la abbracciai, ci addormentammo dolcemente. Aprii gli occhi un paio d’ore dopo. La mia piccola appena mi sentì presente fece finta di continuare a dormire e avvicinò il suo bel sedere tondo contro di me.
Ebbi una immediata reazione che non riuscii a contenere, nemmeno pensando che dovevo essere in ufficio dove avevo una importante riunione in direzione. Il cellulare però non suonava, probabilmente si era scaricato. Mi sarei inventato una scusa, ma con la mia bambina non avevo scuse, il suo culo si muoveva appena, andando a intercettare in modo sempre più significativo il mio arnese. Non sapevo proprio come gestire quella situazione intensamente erotica che la ragione rifiutava ma il mio corpo bramava. Sentivo il fruscio delle sue chiappe sode che solleticavano il mio prepuzio, il quale era fuoriuscito dagli slip andandosi ad incuneare sempre più profondamente; l’abbondante liquido pre-eiaculatorio facilitava lo scorrimento. Lei spinse ancora fino portare la cappella a contatto con la sua fica bagnatissima. Dove era finito il mini tanga? La ragione perse la battaglia. Mi irrigidii con il bacino favorendo la pressione costante di Alice, sentii le grandi labbra aprirsi dolcemente. Il cuore mi batteva all’impazzata, lei era fradicia ed io continuavo a rilasciare precum in abbondanza. Sentivo che millimetro dopo millimetro stava entrando andando a riempire la sua fica. Il suo respiro era sempre più corto così come il mio. Dopo 10 minuti di questo libidinoso e lentissimo percorso sentii toccare il fondo. Ora le mie palle erano a contatto con il suo bel culo. Non avevo il coraggio di muovermi indietro per iniziare a fare l’amore con la mia dolce figlia. Intanto sentivo il mio attrezzo pulsare, e stare immobili mi aiutava a non riempirla. Anche lei sempre con gli occhi serrati si godeva quel fantastico istante. Questo momento durò alcuni minuti poi le finse di svegliarsi. “PAPA MA COSA FAI? MA MI HAI RIEMPITO LA FICA CON IL TUO CAZZO!”
“SCUSAMI TESORO, NON VOLEVO ACCADESSE! SCUSAMI AMORE MA IL TUO SEDERE A CONTATTO CON IL MIO PISELLO HA FATTO IL RESTO”
Intanto stavamo sempre fermi con il mio cazzo ben piantato nella sua patatina madida di umori. Feci per tirarmi indietro ma lei mi bloccò.
“ORAMAI SEI LI PAPY, NON SCAPPARE! ABBIAMO DORMITO TANTI ANNI INSIEME, DA QUANDO SONO DIVENTATA SIGNORINA TI HO INCONSAPEVOLMENTE DESIDERATO. QUANDO MI ABBRACCIAVI SENTIVO IL TUO CALORE, IL TUO AMORE E OGNI TANTO LA TUA ECCITAZIONE MA NON CAPIVO COSA FOSSE. ORA HO COSCIENZA DI TUTTO QUESTO E TI DESIDERO TANTISSIMO PAPINO. I NOSTRI CORPI DA TEMPO SI CERCANO. TU HAI SEMPRE CERCATO UNA VIA DI FUGA DANDO SPAZIO ALLA RAGIONE. FINALMENTE I SENSI OGGI HANNO PREDOMINATO E IL TUO CAZZO E SALDAMENTE PIANTATO NELLA MIA FICA. SCOPAMI PAPA, MUOVI IL TUO MERAVIGLIOSO ATREZZO, TI PREGO! FAMMI SENTIRE LA TUA DONNA”
Quelle parole furono una scossa elettrica di migliaia di Volt al mio cervello, al mio corpo e cominciai a muovermi lentamente indietro fino a fuoriuscire totalmente, per rientrare lentamente.
“ SIIIII PAPINO, CHE BELLO, STIAMO FACENDO LAMORE, SIIIIIIII PAPY CHE MERAVIGLIAAAA, GODOOOOOO”
Un orgasmo di li a pochi minuti la coinvolse totalmente portandola ad urlare ad altissima voce il piacere che la pervadeva.
Comparve Alice, trafelata, capì immediatamente che quanto stava succedendo non era un dramma ma una situazione ad alto contenuto erotico. Si sedette su una poltrona a guardarci in silenzio, tirò su la vestaglia e cominciò a stimolare lentamente il clitoride per passare a massaggiare la figa, diventata tutta lucida dall’eccitazione che provava nel vedere Padre e Figlia fare l’amore.
Elisa estrasse il cazzo, si girò con il viso arrivò al mio strumento pulsante sempre al limite della sborrata per succhiare i nostri umori e il suo piacere che colava lungo la mia asta.
“TI VOGLIO ASSAGGIARE TESORO” dissi ad Elisa, così lei senza mollare la presa, mi scavalcò con una gamba e mi posò la passera sulla faccia. Mi aveva lavato tutto il viso ed io leccavo avidamente, frullavo con la lingua tutta la sua fica. Il mini tanga che Elisa aveva spostato era anch’esso impregnato, ogni tanto mi finiva in bocca e me lo leccavo per bene spremendo gli umori dei quali era intriso il tessuto.
Intanto la mia bambina mi stava spompinando sentivo che stavo per raggiungere anche io la vetta del piacere e le pulsazioni aumentarono. Parti una serie di schizzi che lei inghiottì immediatamente, poi ne seguì una colata che Elisa cercò di raccoglierne e inghiottirne quanto più possibile.
“ALICE VIENI AD AIUTARMI TANTO IL GUSTO DELLA SBORRA DI MIO PADRE GIA’ LA CONOSCI. BRUTTA STRONZA STANOTTE MI HAI PRECEDUTO ORA FINALMENTE E’ LA MIA VOLTA, LA PRIMA VOLTA CON PAPINO. E” così sentii due lingue lunghe che avvolgevano la mia cappella, che mi leccavano inesorabilmente raccogliendo ogni goccia residua e si limonavano per scambiarsi il mio seme prima di deglutirlo. Quella scena era troppo erotica e lui non si abbassò mantenendo la sua fiera durezza.
Così ripresi a leccare Elisa dalla fica al culo, una super leccata così i suoi gemiti si fecero nuovamente sentire.
“DAI PAPINO HAI UNA LINGUA CHE SEMBRA UN SERPENTE, ECCO DA HI HO PRESO! PAPINO AMAMI TUTTA.”
Intanto Alice si era messa a cavalcioni e si era infilata il cazzo nella fica, Elisa le aveva cacciato la lingua in bocca e cominciammo a gemere tutti e tre. Era una situazione per me onirica, quella notte e quel mattino avevo fatto cose che in tutta la vita non avevo neppure immaginato potessero accadere.
CONTINUA
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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