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incesto
Giocattolo nelle mani di mia suocera e sua sorella, mentre mia moglie.... Cap. 3
di dominatodamiasuocera
25.08.2017 |
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"I giorni successivi, così come le settimane ed infine l’estate, trascorsero senza che mia suocera, nonostante le abituali domeniche trascorse a casa sua per..."
I giorni successivi, così come le settimane ed infine l’estate, trascorsero senza che mia suocera, nonostante le abituali domeniche trascorse a casa sua per i tradizionali pranzi, fece più alcuna menzione di quanto accaduto.DI fronte mio suocero e mia moglie, si mostrava come la consueta madre di famiglia e suocera affettuosa ma riservata e discreta ed io, che dal mio canto ero pervaso da mille dubbi e sensi di colpa, non potevo far altro che bearmi della sua occasionale presenza, spogliandola con gli occhi e consumandomi dal desiderio mentre non mi perdevo un suo movimento, un battito d’occhi e, soprattutto, quei piedi che, nel camminare per casa, si staccavano e si adagiavano cadenzati alla tomaia in pelle sintetica delle ciabattine, tradendo la sudorazione che il caldo estivo provocava!
Come sempre, in quei frangenti, non mi rimaneva altro che il suo bagno, come consolazione, dovendomi peraltro accontentare di rinvenire nella cesta della biancheria, quasi esclusivamente mutande e reggiseni, in quanto la stagione rendeva proibitivo l’uso di calze, collant e qualunque altro indumento in nylon!
Le cose andarono avanti così fino a fine settembre, quando un lunedì, essendo rimasto a casa per alcuni giorni di ferie residue, ricevetti la telefonata di mia suocera che mi intimava, senza troppi preamboli, di preparami per uscire e di passarla a prendere, adducendo vaghe informazioni circa la destinazione ed il motivo di quell’uscita.
Come sempre incapace di opporre qualunque resistenza, quando si trattava di mia suocera, mi vestii e passai a prenderla, come richiesto; salì in macchina e mi disse di raggiungere una località distante una ventina di Km, raggiunta la quale, mi indicò una stradina di campagna che si perdeva tra appezzamenti di terreno per lo più coltivati a vite, finchè mi disse di accostare e spegnere la macchina.
La guardavo con aria interrogativa, mentre mi disse di chiudere la macchina e di seguirla a piedi senza fare troppo rumore; giungemmo dopo un centinaio di metri ad un casotto, di quelli che, nati per uso agricolo, erano stati nel tempo resi più adorni e “residenziali” e, facendomi cenno di restare in silenzio, ci avvicinammo quatti sul un lato del fabbricato, dove c’era una piccola finestra.
Mia suocera, dopo aver fatto capolino da quella finestra, come per assicurarsi di trovare quel che si aspettava, mi disse sussurrando di guardare a mia volta; quel che vidi mi lasciò di pietra!
Potevo distinguere nitidamente mia moglie che, seduta a “smorzacandela”, scopava a ritmo forsennato un ragazzo, da par mio mai visto prima, sui trent’anni, moretto, che la teneva per le chiappe ed, allargandole, le tirava a sé dettando il tempo della penetrazione!
Nonostante fossi pervaso da un turbinio di emozioni, che spaziavano dal furore, alla gelosia, alla delusione, al rancore e, soprattutto, alla voglia di buttare giù la porta e fare l’Otello, non riuscivo a staccare gli occhi da quella finestra e da ciò che la trasparenza di quei vetri mi offrivano; mia moglie, scesa dal palo che l’aveva penetrata, vi si accucciò sopra ed iniziò a leccarlo come un gelato, ripulendone la cappella dai suoi umori per poi farlo scorrere tra le labbra, vena dopo vena.
Il ragazzo non era un super dotato, ma aveva tuttavia un arnese che, sebbene inferiore al mio per dimensioni, era comunque di tutto rispetto!
Finito di ripulire quella verga, mi moglie si mise sdraiata e dovetti accucciarmi per paura di essere scorto; il ragazzo si tuffò tra le sue cosce, leccando a fondo la passera di mia moglie che, alzandogli la testa per i capelli, fece capire che non poteva resistere oltre, cosìcchè il suo amante puntò il palo verso le grandi labbra ed affondò come una lama rovente nel burro!
Fu allora che distolsi lo sguardo da loro e mi girai verso mia suocera che, già da un po’ mi guardava con uno sguardo beffardo misto però ad un non so che di tenerezza, come se le facessi pena e mi disse: ”allontaniamoci da quì, prima che tu faccia qualcosa di cui pentirti” e, prendendomi per un braccio, mi trascinò verso la macchina.
Guidai per un po’, prima che mia suocera, arrivati in una zona poco trafficata, mi chiese di accostare e parcheggiare; si accomodò sul sedile per rivolgersi meglio verso di me e disse: ”immagino cosa ti stia passando per la testa ed anche come avresti intenzione di risolvere la faccenda, ma lascia che ti dica una cosa, non ti ho portato lì per essere artefice della fine del tuo matrimonio; se avessi voluto questo, mi sarei limitata a raccontare a tua moglie di quel giorno a casa tua, ma, come hai potuto notare, non l’ho fatto!”
“Da quando ha saputo che tu non sei in grado di darle un figlio, Teresa non si è data pace, venendo più volte da me per chiedere consiglio sul come affrontare quella situazione che sentiva essere più grande di lei!”
“E tu, da brava mamma, non hai saputo consigliarle di meglio che farsi sbattere dal primo che le capita, giusto?; d’altra parte, se non sbaglio, in queste cose sei un’esperta, visto che Teresa l’hai concepita con un altro!”, le risposi furioso!
“Invece di giudicarmi, ascoltami bene, perché sto per farti una proposta che non ammette repliche, quindi apri le orecchie e rifletti!”
“Hai due opzioni….la prima, è quella di comportarti come il classico marito cornuto, da maschio tradito ed intransigente, aspettando che torni tua moglie per dirle che hai scoperto tutto e che non vuoi saperne più nulla, chiedendo la separazione per colpa e tutto quant’altro vorrai!”
“Pensa bene alle conseguenze, però…..ricordati che, in pratica, sei solo al mondo, visto che non mi sembra alla tua famiglia sia mai importato molto di te; in più, con il problemino che hai nel concepire figli, difficilmente troverai una donna disposta a starti accanto, a meno che non si tratti di qualche separata che abbia già dei figli suoi e che, comunque, ti vorrebbe accanto solo come sicurezza economica!”
“E l’altra opzione?”, chiesi, basito da quanto ascoltato che, per quanto nudo e crudo corrispondeva nient’altro che alla pura verità.
“L’altra opzione è che tu faccia finta di non aver visto nulla, oggi, e continui a comportarti con Teresa da bravo maritino come hai sempre fatto; posso garantirti che, più che un rapporto adultero, lei cerca qualcuno in grado di ingravidarla, realizzando il suo desiderio di essere madre. Ti ritroverai a far da padre ad un figlio non tuo, questo è vero, ma in un caso o nell’altro, ti ritroveresti comunque nella stessa situazione, tanto vale farlo con tua moglie che, corna a parte, mi sembra ti ami e non ti faccia mancare nulla!”
“Così farei la fine di tuo marito, relegato al ruolo di coglione, buono solo per portare in casa lo stipendio mentre la moglie si fa sbattere da chi dice lei!”, risposi!
“E’ qui che ti sbagli, caro il mio genero, perché mio marito ha perso i suoi diritti quando preferiva ubriacarsi che sbattermi a dovere, salvo tornare a casa e alzare le mani, finchè ha accettato di sottoporsi ad una terapia ed è diventato da leone a coglione, non certo perché non riusciva a darmi un figlio!”
“Ed oltre a far da padre al figlio di qualcun altro ed a mandarla buona a tua figlia, perché dovrei farlo, oltre a garantirmi qualcuno che mi dia affetto, come dici tu?”, chiesi perplesso?
“Ora viene il bello della mia proposta; tra le cose che pensi di sapere, ma che non hai mai capito, c’è quella che l’ opinione che hai di me è quella di una baldracca pronta a farsi sfondare dal primo che capita, mentre la verità è che amo il sesso, ma quello fatto di divertimento, di soddisfazione reciproca delle voglie più perverse e nascoste. Della scopata da una botta e via, non me ne faccio nulla!”
“Ed io cosa c’entro?”, chiesi, ancora perplesso, ma eccitato da quel discorso che, via via, si faceva interessante, tanto da farmi dimenticare, per un attimo, l’immagine di mia moglie impalata su quel cazzo!
“C’entri, perché già l’idea di fare sesso con mio genero, è una cosa che mi ha sempre eccitato da morire, e, per di più, hai dimostrato di saperci fare, di avere un bel cazzo e, soprattutto, di essere un porco depravato, proprio come me!”
Non riuscivo a credere alle mie orecchie; mia suocera Maria, una donna che, almeno fino a qualche tempo fa, mai avrei visto da un punto di vista sessuale, con la sua mìse dimessa da contadina e la sua vita apparentemente àtona, mi parlava come una troia d’alto bordo di depravazione e sesso incestuoso!
“Se accetti la seconda opzione, potremo continuare a giocare insieme invece di chiuderti in bagno a masturbarti con la mia roba, e ti garantisco che ti farò godere come non hai mai neanche immaginato di poter fare; in caso contrario, non soltanto perderai tua moglie, ma anche me!”
“Ora riportami a casa, vai dove ti pare e rifletti su quello che ti ho detto; capirò dalla telefonata serale di Teresa cos’hai deciso di fare e, per consentirti di riflettere meglio, ti ho portato un pensierino!”
Dalla borsetta, estrasse una bustina in plastica e me la porse; la aprìì e venni assalito dall’inebriante afrore dei suoi piedi sudati emanato dalle sue ciabattine in pelle che si trovavano nella busta!
“Fanne buon uso, mi disse, e prendi la decisione più giusta…..per te!”
La lasciai davanti il cancello di casa e me ne andai assalito dai dubbi più amletici che un uomo possa trovarsi ad affrontare….
Continua….
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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