Gay & Bisex
marco
di marc_dropsy
07.04.2012 |
16.704 |
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"Faccio come dovessi fare i soliti preparativi per andare a dormire mentre invece lo osservavo per vederne le reazioni..."
Il mio inquilino è un figo paura, si fa sempre vedere con magliette strette o a torso nudo, gira in casa con solo i boxer scalzo con piedi grandi e ben fatti. Il corpo è scolpito e maschio, coperto di peli scuri regolari che si infittiscono all’imbocco dei boxer. Il carattere rispecchia il fisico: arrogante, dominante, forte. In casa fa quello che vuole, non pulisce, lascia i suoi indumenti sporchi in giro, calze, magliette boxer ovunque. Non fa la spesa, non pulisce casa, non si fa nemmeno il suo bucato. Però invece cura il suo corpo, va in palestra, si profuma. In casa io penso a tutto, per indole e perché il mio livello di sopportazione del disordine è molto più basso del suo e lui ne approfitta. La sua vita disordinata è fatta di rumore e casino, di trombate rumorose con ragazze sempre diverse che porta in camera sua. Non si preoccupa che io possa essere disturbato dai rumori e dagli urletti delle sue troiette. Con tutto questo però lo stronzo è arrapante e ne subisco il fascino. Non so se lui l’abbia capito e meno fatto sta che se ne approfitta in ogni modo. Il mio armadio ordinato è la sua riserva quando non ha roba pulita da mettersi, in più quando si cambia in camera mia lascia sempre sul letto la sua roba sporca che si è tolto prima di farsi la doccia, le mie magliette preferite non riesco mai a metterle perchè le sporca lui. La cosa che però mi turba di più è che nel suo disordine riesce comunque ad essere fin troppo riservato, le scorrerie in camera mia avvengono sempre quando non sono in casa, mai una volta che esca dalla doccia facendomi intravvedere qualcosa. Persino quando siamo andati una volta in piscina assieme sperando di poterlo ammirare sotto le docce lui non si è tolto il costume lasciandomi deluso. Quando gli dico qualcosa sul suo disordine mi sfotte dicendo che i ragazzi fanno così e che se mi lamento non lo sono. Trova sempre il modo di sminuire la mia virilità. A cena i suoi racconti preferiti sono quelli in cui parla delle scopate che si è fatto, di quanto fosse stupita l’ultima per quanto era durato e quanto era grosso il suo uccellone, di come le schizzava fino in faccia. Oltre a questo mi chiedeva sempre come mai io non raccontavo nulla, perché fossi riservato, forse non trombavo? Non potevo certo raccontargli dei miei incontri con i ragazzi che beccavo in chat! Sabato scorso erano mezzanotte e mezza quando dormivo già da un’oretta che entra in casa rumorosamente, sento che è in compagnia, entra in camera mia con due ragazze accendendo la luce e apre l’armadio. Provo a lamentarmi ma mi risponde insultandomi davanti alle ragazze. Si toglie la maglietta ed i calzini che getta sul letto dove dormivo e prende le mie cose per cambiarsi. “Senti, mi son rovesciato il rum addosso mica posso andare in disco così! Tanto ti riaddormenti subito.” Mentre la mia rabbi aumentava le ragazze sghignazzavano affascinate dal machismo di Marco. La mia reazione non poteva essere diversa dal patetico che urla e si lamenta dal letto, non avevo le mutande dato che dormo nudo quindi non potevo reagire se non volevo farmi vedere dalle troiette. Oltre tutto lo strip di Marco me lo aveva fatto venire mezzo duro. Mentre si toglieva la maglietta pensavo si cambiasse completamente, mi immaginavo di vederlo finalmente nudo e anche se poi non lo ha fatto ormai il mio cazzo era partito assieme all’immaginazione.
Come è entrato è uscito. Rumorosamente. La casa silenziosa amplificava la mia rabbia e la mia voglia di reazione, avevo raggiunto il limite, volevo fargliela pagare e soprattutto volevo appagare le mie curiosità. Non mi sono riaddormentato subito come aveva detto lui, ho pensato per ore a come potermi riscattare.
Ho deciso di sfruttare le sue abitudini, i suoi difetti sarebbero state le mie armi di vendetta. Dovevo cambiarlo, renderlo meno sicuro, meno arrogante, smontare il suo ego ed il suo narcisismo e dovevo appagare i miei desideri nascosti di vederlo e toccarlo. Il mio progetto era complesso ed avevo bisogno di fare dei test per valutarne la riuscita così cominciai subito il lunedì sera, feci in modo che in casa non ci fosse più acqua frizzante, ne birra, ne altro da bere ben conoscendo la sua abitudine di bere molto prima di andare a dormire e che l’acqua di rubinetto non piaceva al viziato. In genere la sera io vado a dormire prima di lui. Mi chiese perché non avessi fatto la spesa e gli dissi che non avevo avuto tempo che però avevo in borsa mezza gasata presa dall’ufficio. Così senza tanti complimenti e senza chiedere frugò nella mia tracolla e si scolò l’unica acqua rimasta in casa.
Il primo test poteva partire. Nella bottiglietta avevo aggiunto il sonnifero in gocce che mio padre mi dava quando non riuscivo a dormire per la tensione degli esami, con me funzionavano in una decina di minuti.
Faccio come dovessi fare i soliti preparativi per andare a dormire mentre invece lo osservavo per vederne le reazioni. I suoi occhi si fecero più pesanti, qualche rumoroso sbadiglio presagiva l’imminente catalessi fino a che in pochi minuti potevo vederlo completamente addormentato sul divano. Gli andai vicino e cominciai a chiamarlo, lo scuotevo tenendolo per le braccia per farlo riprendere e per capire l’intensità dell’appisolamento, non potevo rischiare che quando i giorni seguenti avrei agito si svegliasse all’improvviso. Per quella prima sera mi limitai a guardare la tv, testando di tanto in tanto il suo sonno. Per un’ora e mezza nessuna reazione dopodiché cominciò a reagire bofonchiando qualcosa in una sorta di dormiveglia. Andai a dormire, avevo ottenuto il dato che mi serviva: il tempo a mia disposizione era di un’ora e mezza.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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