Gay & Bisex
educazione al cazzo 6 (una notte brava)
di pinghe69
21.11.2012 |
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"Era la prima volta che assistevo ad una inculata multipla..."
Fabio si dimostrò un accogliente anfitrione, aveva imbandito la tavola con una lunga sequenza di leccornie: salmone affumicato su tartine imburrate , bresaola con parmigiano e rucola condita con limone e un filo d’olio e una spruzzata di pepe, c’erano fichi avvolti con fette di prosciutto, fette di arista posate su crostoni di pane, un plateau di formaggi, pecorini stagionati, gorgonzola, scaglie di parmigiano, c’era un barattolo di miele per accompagnarli; sedani, finocchi carote erano stati preparati per il pinzimonio, infine frutta secca, uva e per dessert il gelato . Aveva inoltre messo in frigo sei bottiglie di Prosecco. L’invito era per quattro e c’era da mangiare e bere per un reggimento. Io fui il primo ad arrivare, avevo un paio di calzoni di lino, una maglietta, sandali ai piedi. Fabio mi offrì subito un long drink a base di frutta, stavamo sorseggiando quella bevanda fresca quando suonarono i nostri amici. Paolo era vestito con sandali e calzoni di lino, a differenza di me aveva una camicia sgargiante, Desirèe era uno schianto, un paio di sandali dal tacco infinito, autoreggenti a rete, un abitino da sera di seta . Chiaramente non aveva il reggiseno, i capezzoli si stagliavano contro la serica stoffa. Con nuovi arrivati ci scambiammo i baci di benvenuto, rispetto alle normali abitudini, in quei baci giocavano un ruolo decisivo le nostre lingue guizzanti. Quando Desirèe si mise seduta sul divano ci regalò un’ultima sorpresa: si era dimenticata l’intimo, la sua fica implume ci salutò con il suo spacco roseo su quel suo bellissimo monte di venere.La tavola era tutta coperta dai vassoi, Fabio mi chiese di dargli una mano, occorreva recuperare un altro tavolo se non si voleva mangiare in piedi. Portammo il tavolo quadrato su cui di solito il sabato regolarmente giocava a poker. Il tavolo all’incirca un metro di lato aveva il pregio di farci stare tutti vicini facilitando quei toccamenti che in quella serata erano il complemento ai piaceri della tavola. Desirèe e Paolo sul lato est/ovest, Fabio ed io su quello nord/sud.
Data l’esiguità del tavolo non era possibile ingombrarlo con i vassoi. Ciascuno si alzava si riempiva il piatto a proprio piacimento, per poi sedersi e gustarsi le leccornie che aveva scelto. In tavola c’era solo la bottiglia di Prosecco , che veniva sostituita appena finita. Alla seconda bottiglia di Prosecco l’atmosfera era già surriscaldata, ad ogni battuta scoppiavano sguaiate risate, ogni occasione era buona perché le nostre mani andassero a visitare qualche parte del corpo della vicina e del suo uomo. Avevo messo una mano fra le cosce di Desirèe e vi trovai già sistemata quella di Fabio, nel frattempo Paolo stava massaggiando, ingordo, la mia patta già gonfia. Per facilitargli il compito mi slacciai i pantaloni, Paolo con un gridolino di gioia intrufolò la sua mano dentro il mio slip, impossessandosi del suo oggetto preferito.
A Desirèe era scesa una spallina, aiutata da Fabio denudò una delle sue arrapanti tette. Passò la terza bottiglia, alla quarta ogni freno inibitorio era crollato. Tra scoppi di risate decidemmo di continuare la cena in abito adamitico. Per Desirèe fu facile, tirata giù anche l’altra spallina, contorcendosi in una danza del ventre fece scivolare a terra il suo abitino di seta. Con la grazia naturale che la distingueva, sollevò le braccia al celo e muovendosi ritmicamente si portò al centro della stanza ruotando su se stessa . Tutti avevamo smesso di mangiare rapiti da quella morbida visione. Fabio si alzò eccitato la raggiunse gli si gettò ai piedi, poi lentamente prese a rialzarsi finché con il viso non fu sulla sua fica. Desirèe gli artigliò la nuca tenendolo schiacciato contro la sua femminilità. Fabio. come un ossesso, la lingua pendula, strusciava il suo volto su quell’odoroso incavo mentre con le mani stava aggrappato al suo culo ad anfora. Eccitato dallo spettacolo Paolo venne a sedersi sulle mie ginocchia, o meglio sul mio cazzo, mi parlava sulla bocca: “anche se a me piacciono gli uomini, piace il cazzo, sono pazzamente attratto da Desirèe, in una strana maniera ci amiamo, siamo sessualmente liberi, senza gelosie, ci aiutiamo a vicenda nella ricerca del piacere. Spesso ci godiamo insieme le prede.”
“Sentirmi considerato una preda mi dette noia, ero incerto se scansarlo o piantargli il mio cazzo in culo. Pensai che sarebbe stato stupido in una situazione simile fare l’offeso, la cosa migliore era passare all’azione, lo sollevai per potergli puntare il cazzo sul suo ano aperto. Appena lo imboccai, attirai violentemente verso il basso Paolo facendo in modo che il mio cazzo si piantasse fino ai coglioni nelle sue viscere.
Dalle sue labbra uscì un lamento, certo quella penetrazione non era stata indolore.
“Non ho voglia di chiavarti” gli dissi all’orecchio “ quindi resta fermo. Mangeremo insieme, quando il piatto sarà vuoto chiederemo a Fabio di riempircelo.”
“ne sai una più del diavolo” mi disse mentre sulla faccia ritornava il suo sorriso ebete.
Riprendemmo, nudi, a mangiare, io con il mio cazzo piantato nel culo di Paolo, Desirèe impalata da Fabio. Avevamo finito anche la quinta bottiglia di Prosecco, ne rimaneva l’ultima, dovevamo ancora mangiare la frutta e infine il gelato. Queste ultime due portate stimolarono la nostra fantasia erotica. Ogni boccone era diviso con il partener, in un groviglio guizzante di lingue, il gelato poi fu consumato dai tre uomini sulle parti erogene del corpo di Desirèe.
A turno lo succhiammo sui capezzoli, lo leccammo sulla sua bella fica A Paolo gli venne una idea: “ in Calabria il gelato si mangia anche dentro il maritozzo, vorrei offrirvi una mia versione personale” così dicendo si mise a pecorina prese una bella porzione di gelato e se la mise nel solco del culo. Rivolgendosi a tutti e tre chiese chi volesse assaggiarlo per primo. Fabio ed io restammo sconcertati da quella offerta, Desirèe invece ci si fiondò sopra e incominciò a leccare, poi alzando un attimo la testa rivolta a noi due “ coraggio seguite il mio esempio”. Gioco forza fummo, sebbene poco convinti , costretti a fare quell’assaggio. “Dovete leccarmelo tutto “ cinguettò Paolo , Desirèe da una parte e Fabio dall’altra leccavano il gelato insieme al culo di Paolo slinguazzandosi fra loro.
Io trovai di meglio da fare, mi portai alle spalle di Desirèe le allargai le chiappe e la penetrai nel culo. Lei non si scompose, incominciò a muovere i fianchi per assecondare la mia penetrazione.
La cena era terminata, sul tavolo sei bottiglie vuote di Prosecco, nei vassoi restavano i pochi resti di quella abbuffata.
Alticci se non del tutto ubriachi , tutti e quattro sdraiati sul tappeto continuavamo i reciproci palpeggiamenti senza costrutto. Fu Desirèe a proporre di fare il trenino. “come facciamo che non ci reggiamo in piedi ?” domandai biascicando le parole, Desirèe rise: “ chi ha parlato di mettersi in piedi, Staremo messi a carponi Io sarò la locomotiva, Paolo mi seguirà poi Fabio e infine tu Pinghe. Ci terremo le mani su i fianchi ma i vostri cazzi saranno piantati nel culo davanti ” . “Evviva, evviva” gridò Paolo, Fabio che avrebbe voluto essere quello dietro la locomotiva fece buon viso a cattiva sorte, e non protestò . Era la prima volta che assistevo ad una inculata multipla. Sebbene con qualche difficoltà nel restare piantati nel culo davanti mentre ci si muoveva, preso finalmente il ritmo marciammo fintanto che partì la prima sborrata. A quel punto fermi sul posto portammo a termine il gioco riempiendo di sborra le viscere di quello davanti.
Ritornammo sdraiati, anche per riprendere fiato. Passò diverso tempo poi , fu questa volta Fabio a smuovere le acque: “tutti lo abbiamo preso in culo meno quel furbo di Pinghe. Ora tocca a lui pagare pegno. Dovrà accontentare in una volta sola tutti noi tre. Io – continuò Fabio - mi candido a incularlo, Paolo affamato di cazzo gli farà un pompino mentre la fica e il culo di Desirèe saranno omaggiati dalla sua lingua” la maggioranza si dichiarò entusiasticamente d’accordo alla proposta, il mio voto contrario non ebbe peso.
Continuavamo a stare sdraiati sul tappeto, Fabio che aveva preso la regia del gioco mi costrinse a mettermi di fianco, prese un cuscino dal divano e me lo mise in mezzo alle gambe per permettere una migliore apertura del mio ano. Contemporaneamente Paolo venne a mettersi con il viso sul mio inguine mentre Desirèe venne a posizionarsi parallela al mio corpo ma in posizione inversa. La sua fica era davanti ai miei occhi mentre lei aveva la testa vicino al mio cazzo, aveva idea di mettersi in concorrenza con Paolo per succhiare il mio duro giocattolo.
Tutti e tre si erano sistemati per godere del mio corpo. Passata la rassegnazione ora volevo che questo sacrificio fosse ripagato da una grande goduria.
Fabio aveva portato il suo cazzo all’ingresso delle mie viscere, sentivo la sua voglia di ripagarmi della precedente inculata, forse sperava che io passivamente aspettassi la sua penetrazione. Che questo era la sua volontà, lo intuivo per il fatto che continuava a giocarellare con l’ingresso del mio ano. Decisi di essere protagonista, con un colpo di reni feci superare alla sua cappella il mio sfintere, mi morsi le labbra, il dolore era stato forte ma ormai il più era fatto. Ad aiutarmi a rilassarmi c’erano le lingue di Paolo e Desirèe che roteavano sulla mia cappella e quello spacco roseo di Desirèe su cui la mia lingua si intrufolava abbeverandosi dei suoi umori copiosi.
Fabio aveva il suo cazzo tutto dentro di me e lentamente mi stantuffava, con lo stesso ritmo Paolo e Desirèe mi succhiavano alternativamente la cappella e le palle, la mia bocca a ventosa era su quella bella fica. Poiché avevo il cazzo occupato la stavo chiavando con la mia lingua. Fu meraviglioso raggiungere in una rapida sequenza tutti e quattro l’orgasmo, lo raggiunse anche Paolo che sebbene nessuno avesse sfiorato il suo cazzo, tanta era la tensione erotica , che spontaneamente sborrò.
Di nuovo giacevamo sul tappeto esausti, nessuno si era mosso, lentamente il cazzo di Fabio si ritirava dal mio culo lasciando che un rivolo di sborra colasse dal mio buco violato, io ero preso dall’afrodisiaco odore che uscivano dalla fica di Desirèe, Paolo strusciava il suo viso sul mio cazzo esausto.
Era quasi mezzanotte quando riuscimmo a ridare segni di vita, Fabio si era alzato ed era andato a preparare il caffè per tutti. Quella bevanda calda ci dette una nuova carica d’energia . Desirèe con voce allegra prese a parlare: “ ho una sorpresa, Paolo si mostrerà nella sua vera natura, ogni tanto fa il maschio, ma lui è una vera femmina. Ha portato con se tutto l’occorrente per trasformarsi.”
Di rimando io : “ sorpresa per sorpresa anche Fabio ha lo stesso segreto, propongo che i due si vestano, li porteremo fuori e vedremo chi dei due è più bravo a trovare cazzi vogliosi”. Fabio era perplesso, “ non ho una parrucca e nemmeno un vestito adatto, io ho solo i sandali le calze autoreggenti e un tanga, non posso uscire in questo stato”. ”
Desirèe lo stoppò subito. “Nessun problema- disse – passiamo un attimo a casa mia troverai tutto l’armamentario per truccarti e vestirti”.
Uscimmo, l’aria fresca della notte ci rivitalizzò. In nemmeno dieci minuti eravamo a casa di Desirèe che con passione si dedicò a preparare i due, scegliendo sia il trucco che l’abbigliamento. Impose ai due di non avere niente sotto l’abito che non fossero le autoreggenti. Con due macchine andammo in un famoso parcheggio vicino alla spiaggia che di notte era la meta di guardoni e di persone che in una qualche maniera volevano trasgredire. I due femminelli erano in una macchina, io ero restato nell’altra insieme a Desirèe. Il parcheggio sebbene fosse già l’una di notte ospitava una decina di macchine ma la cosa che mi colpì soprattutto era il trafficato di pedoni che si spostavano da una macchina all’altra. Parcheggiammo in una posizione strategica che ci permettesse di godere delle imprese di Fabio e Paolo.
La loro macchina fu presto circondata da un nugolo di guardoni, i due avevano aperti i finestrini e presto ebbero davanti agli occhi una ricca collezione di cazzi in tiro. Paolo sembrava il più disinvolto nell’affrontare quella situazione , preso dalla competizione anche Fabio, scacciate le ultime titubanze, si mise a gustarsi quei cazzi così spontaneamente offerti. La processione dei guardoni non si arrestava, per uno accontentato c’ ne era subito un altro a richiedere lo stesso servizio. Erano più di venti minuti che assistevamo a questa catena di montaggio del pompino; Desirèe era eccitata e non poteva accontentarsi di godere solo da guardona.
Abbassò la parte superiore del vestito e mise in bella mostra due tette che avrebbero fatto risuscitare anche un morto. Questo spettacolo richiamò subito un gruppo di clienti.
Lei con la sua forte natura esibizionista si gasò alla vista di questi uomini che puntandola si tenevano i loro cazzi in mano masturbandosi.
“Perché perdere il piacere di tanti cazzi e di tanta sborra – mi disse in un orecchio - tirati giù i calzoni voglio farli arrapare facendoti un pompino”. Sebbene stanco non potevo certo tirarmi in dietro e ubbidiente mi tirai fuori il cazzo. Desirèe mostrando la sua natura di maiala, aprì il finestrino dalla sua parte, si mise in ginocchio sul sedile curvandosi per prendermi il cazzo in bocca mise in mostra a quel nugolo di arrapati il suo bel culo e la sua fica implume. La folla dei guardoni si accalcava, uno più intraprendente aprì lo sportello, Desirèe percepita la volontà dell’intruso spinse ancora più in dietro il suo culo per potere accogliere quel cazzo sconosciuto. Ora si sentiva completamente realizzata: il mio cazzo da succhiare, un cazzo in culo, mani che in tutte le maniere cercavano di accarezzare la sua pelle serica, quelli che stavano dalla mia parte dell’auto avevano come premio di accarezzare le sue tette e i suoi capezzoli duri come il marmo. In un crescendo di ritmo e di urla si arrivò ad una esplosione collettiva di sborra che ebbe come bersaglio principale il culo di Desirèe. La battaglia era finita tornò intorno a noi la quiete, il nugolo di guardoni si era spostato verso altre macchine. Vedendola tutta imbrattata le offrii dei fazzoletti per pulirsi, lei mi fermò, a questo ci penserà Paolo con la sua lingua.
Anche i nostri amici (o meglio quella sera -amiche) avevano ritrovato la tranquillità, essendo finito l’assedio alla loro macchina scesero e vennero verso di noi. Paolo viste le condizioni del culo di Desirèe senza aspettare la sua richiesta si mise a leccarla e a pulirla della sborra che si stava rapprendendo. Entrambi avevano il viso e il vestito imbrattati degli umori dei guardoni ma erano felici. Avevano succhiato una decina di cazzi a testa, riconobbero di avere terminato in pareggio la gara, si ripromettevano di fare al più presto un'altra notte di competizioni. Desirèe li abbracciò tutti e due esclamando: “ stringetevi a me mie care sorelline”.
Continua
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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