Gay & Bisex
Un sabato di lussuria
di boyforyou
08.09.2007 |
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"Mi chiese dove volessi farlo, risposi che era lui l’ospite, quindi stava a lui decidere, io ero li solo per appagare la sua fantasia (ormai mi ero calato..."
Quel caldo venerdì estivo non voleva più passare, ero in preda ad una crisi di omosessualità. Nella pausa pranzo, per calmarmi un po’, mi masturbai in bagno, senza omettere di ficcarmi in culo la bomboletta di schiuma da barba, ma niente, la crisi continuava. Decisi di pubblicare un annuncio, l’idea era di farmi fare dal primo che mi rispondeva. Arrivarono due risposte. Per non dare troppo nell'occhio e per evitare che le risposte mi arrivassero da persone che avrei potuto conoscere, scrissi che ero della provincia di Pisa, entrambe le risposte arrivarono da quella zona. La prima da un certo Marco, 45 anni, un "grosso uccello" con cui farmi divertire e tanta generosità che avrebbe potuto darmi. Avevo posto, oltre alle solite condizioni sulla riservatezza, la pulizia e i cazzi vari che si scrivono di rito negli annunci, la condizione che il soggetto interessato avrebbe dovuto essere ospitale, il tipo mi scrive che vive solo in quanto separato dalla moglie e che quindi non aveva nessun problema ad ospitarmi per consumare il rapporto. La seconda risposta era di un certo Roberto, 29 anni, anche lui un grosso uccello da darmi, studente, ma ospitale, in quanto vive a Pisa solo per studiare ed al momento si trova solo nell'appartamento in cui abita. Decisi di prendere contatto con entrambi, riscrivendo due mail uguali, chiedendo di vedere le loro fotografie e che cosa volessero da me. Marco mi riscrisse quasi subito, mi mandò due foto, un primo piano del suo cazzo, veramente grosso, ed una con lui vestito di tutto punto. Un bel uomo, 45 anni ben portati, sembrava una persona molto distinta, le foto erano accompagnate da qualche riga di testo, nel quale aveva scritto che anche lui voleva vedere una mia foto, se gli fossi piaciuto ci saremmo accordati per incontrarci ed io non mene sarei pentito.
Riscrivo subito una mail, il testo diceva solo "eccomi", in allegato ho messo due foto, una del mio culo ed una del mio cazzo. Nel frattempo ricevo la risposta di Roberto, contiene la foto di un bel ragazzo moro e fisicato in costume su una spiaggia, anche lui è sicuro che non mi sarei pentito ad incontrarlo, aveva una voglia immensa di incularsi un uomo e poteva farmi godere di brutto, nel p.s. mette il suo numero di cellulare, dicendomi che il giorno dopo sarebbe stato a casa, sarebbe bastato chiamarlo per incontrarci, mi stupii perché non mi chiese una foto. Prima di uscire dal lavoro ricevo ancora una mail da Marco, dice che avrebbe preferito vedermi tutto, ma il mio "culetto" gli piace, non vede l'ora di farmi provare "il dolore" che mi darà il suo grosso arnese, aggiunge il suo numero di telefono e specifica che posso usarlo quando voglio, di chiamarlo presto, per accordarci.
Uscii dal lavoro con il cuore che batteva a mille, avevo due potenziali amanti che aspettavano una mia chiamata, erano le diciotto e trenta ed ormai era tardi per andare a Pisa, decisi di rimandare tutto al giorno dopo, il sabato ero libero e se la “crisi” fosse continuata, complice anche il fatto che la mia fidanzata doveva lavorare tutto il giorno, sarei andato nella città della torre pendente. Sotto la doccia mi masturbai di nuovo e mi sodomizzai con la mia fedele schiuma da barba, un po’ per abbassare la soglia di eccitazione di cui ero preda, un po’ per allenare bene il mio sfintere, in modo che se il giorno dopo avessi dovuto usarlo, sarebbe stato ben pronto a ricevere un bel uccello duro.
La mattina dopo mi collegai ad internet da casa, ero curioso di vedere se avevo messaggi dai due montoni, francamente ci speravo, visto che la voglia era ancora alle stelle. In casella avevo due messaggi, uno di Marco ed uno di Roberto, cazzo il cuore ancora una volta mi saltò nel petto. Lessi prima quello di Marco, mi spiegava che aveva voglia da morire, di chiamarlo subito, aveva le palle piene di sperma e non vedeva l'ora di farmelo bere tutto, pensava che magari potevo averci ripensato e, per invogliarmi, c’erano 150 euro pronti per me, pensai che il tipo mi avesse preso per una puttana, gli scrissi subito una mail, spiegandogli che non so quando sarò libero e che al momento non potevo chiamarlo, ma appena sarà possibile lo farò, aggiungo un post scritum, solo sesso protetto e non ingoio.
Aprii quella di Roberto, anche lui aveva una voglia matta di fottermi, non vedeva l'ora di dimostrarmi cosa si prova a fare "l'amore" con un vero uomo, rispondo come a Marco, a lui però, nel post scritum, scrissi che io volevo solo sesso e non "amore".
Ancora una volta ero in preda allo stato d’animo del giorno prima, pensai seriamente che potevo farlo con tutti e due, la "troia" per Marco ed incassare la marchetta e la fighetta per Roberto. Mi decisi e schiodai dal computer, mi buttai sotto la doccia, la bomboletta ben piantata nell’ano per allenarmi, niente seghe però, poi mi vestii ed uscii, direzione Pisa. Chiamai dalla macchina la mia fidanzata, le dissi che sarei andato a fare qualche giro per il centro a Pisa e sarei rientrato nel tardo pomeriggio, lei non obbiettò, tanto non poteva venire con me.
Uscii dall'autostrada a Pisa centro ed andai in direzione dell'aeroporto. Mi fermai al primo parcheggio libero e presi il cellulare in mano e feci il numero di Marco, dopo un paio di squilli mi rispose una voce con un marcato accento toscano, mi presentai, era molto felice di sentirmi, mi chiese subito se ero libero e se ci potevamo incontrare, con il cuore a mille gli risposi che andava bene, mi comunicò il suo indirizzo ma io dissi che era meglio vederci all'aeroporto, dove mi trovavo in quel momento. Disse che abitava vicino e che in dieci minuti mi avrebbe raggiunto, mi avrebbe fatto uno squillo appena arrivato per dirmi come era vestito ed in che punto mi aspettava, gli dissi che era ok e lo salutai, attaccai il telefono e composi il numero di Roberto, ancora una volta mi presentai, soliti convenevoli, gli dissi che forse sarei riuscito a liberarmi, lui mi disse di chiamarlo se fosse successo e mi salutò.
Mi misi comodo ed aspettai, dopo nemmeno una sigaretta mi squillò il telefono, era Marco, gli risposi subito, disse che aveva un paio calzoncini corti ed una canotta, che mi stava aspettando al bar dell'aeroporto, io rispondo che ci saremmo visti fra poco ed attaccai, pensai a quanto era scemo, mi aveva mandato la foto ed io lo avevo visto in faccia, solo lui aveva visto i miei attributi e basta, scesi dalla macchina e mi incamminai ridendo fra me, verso il bar. Appena entrato vidi il tipo al banco, memorizzai subito la scena, tipo "incursore" del Varignano, poca gente, un paio di "Jap" al banco poco distanti da lui, mi decisi e mi avvicinai al suo fianco, la barista mi guardò ed io ordinai un caffé, poi mi rivolsi al mio futuro scopatore.
"Ciao Marco, ...Luca!", lo guardai bene, capelli brizzolatti ricci portati un po' lunghi, abbastanza in forma, un po' di pancetta ma non molta, infradito al piede, cercai di sentire subito se amava il sapone, emanava un buon odore, mi rivolse un sorriso.
"Ciao Luca.", gli sorrisi, mi invitò a sederci. Ci sediamo e dopo qualche secondo arrivò la ragazza del bar, scocciata perchè i caffè aveva dovuti portare al tavolo. Pagò lui prontamente, ci bevemmo il caffé rapidamente ed in silenzio, poi disse che aveva la macchina li davanti, potevamo andare subito a casa sua, io annuii, era inutile stare troppo a parlare, avremmo potuto farlo in macchina al riparo da orecchie indiscrete, ci alzammo ed andammo verso la sua macchina, una Mercedes coupè, entrammo e la pelle mi si appiccicò subito alle gambe nude, mise in moto e partimmo, il cuore mi batteva all’impazzata.
"Allora non ingoi e lo fai solo con il preservativo?"
"Si!" risposi prontamente.
"Non ti preoccupare, ti piacerà talmente tanto il mio cazzo che alla fine mi implorerai di farti bere la mia sbora."
"Non credo... ma comunque fra poco lo sapremo no?", lui sorrise e mi appoggiò la mano destra sulla coscia, frizionò un po' energicamente, poi la spostò con decisione verso il mio cazzo e massaggiò brevemente, aprì il cruscotto e tirò fuori un pezzo da 200 euro, io lo presi in mano e poi obbiettai.
"Non avevi detto che c'erano 150 euro pronti per me?"
"Ho aggiunto 50 euro, almeno tu ti fai trombare due volte!"
"Comunque non serve pagare, io lo faccio gratis, non mi prostituisco!"
"Invece si, io non voglio problemi, quindi se pago tu ti prostituisci e poi non rompi i coglioni, se non vuoi la marchetta pensa ad una mancia, ma i soldi li prendi!"
"Ok... se ci tieni.".
Arrivammo davanti ad un cancello molto signorile in legno, aprì con il telecomando ed entrammo, aveva un bellissimo giardino ed una casa stupenda, entrò direttamente in garage con l'auto, scendemmo e salimmo due rampe di una stretta scala, arrivammo davanti ad una porta, la aprì con una chiave e ci trovammo nel suo soggiorno, stupendo, un ampia vetrata fa vedere il giardino in tutta la sua bellezza, il salone è ampio ed ottimamente arredato, entrai dopo di lui e mi chiusi la porta alle spalle. Lui puntò diretto verso il cassetto di un grosso mobile libreria, distrattamente mi invitò ad accomodarmi sul grande divano di pelle bianca ad angolo, richiuse il cassetto e si voltò, in mano aveva un paio di preservativi ed un tubetto di vasellina bianca, nell'altra un foglio scritto che mi porse.
"Leggi!", io lessi. Era donatore di sangue da quasi dieci anni, il foglio ne attestava la buona salute e la assoluta negatività ad ogni tipo di malattia sanguigna o venerea.
"Questo che cosa vorrebbe dire?", chiesi.
"Vuol dire che io ti inculo con il preservativo, ma che il mio sperma è assoltumante sano e se lo vuoi ingoiare ai 200 che ti ho dato ne aggiungo altri 100, ma non devi decidere in anticipo, non serve, puoi dedcidere alla fine di tutto, i soldi li metto sul tavolino da thè. Adesso spogliati che voglio vederti Troia!".
Mi alzai dal divano con la voglia di dargli un calcio in faccia, ma quel giorno mi sentivo davvero troia, quindi mi sfilai la maglietta e la gettai per terra, mi slacciai i calzoncini e li sfilai assieme alle mutande, lui seduto davanti a me allungò una mano ed impugnò il mio cazzo, tirandolo verso il basso, mi fece un po' male, ma non dissi niente, tanto lo mollò subito, mi diede un pizzico allo scroto e poi puntò diretto, con la mano a taglio, verso il mio "sorriso verticale", mi strusciò un po', poi si alzò dal divano, si spogliò e prese in mano il telecomando del maxischermo che si trovava davanti al divano, mi appoggiò una mano sulla spalla e mi fece inginocchiare sul tappeto, proprio davanti al suo cazzo ancora moscio, spostò la mano dalla spalla alla nuca e mi tirò verso la sua grossa nerchia. Lo impugnai con la mano destra, lo scapellai ed annusai, sapeva di cazzo e di pulito, quindi mi infilai subito la grossa testa rossa in bocca, lo strinsi con le labbra e lo accarezzai con la lingua, muovendola a cerchio sulla cappella.
Mi appoggiò la mano con il telecomando sulla testa ed accese la televisione, passò sul satellite e trovò un film porno gay in lingua straniera, il suo cazzo pulsava nella mia cavità orale, cresceva a dismisura, ad un certo punto non c’è la facevo più a tenerlo tutto in bocca, lo sfilai e cominciai a leccarlo sulla testa, poi con la lingua scorsi tutta l'asta fino alle grosse palle, ne presi una in bocca dolcemente e la succhiai mentre con la mano lo masturbavo. Stavo cercando di riposare un po' la mascella, poi risalii e lo infilai di nuovo in bocca, nemmeno un gemito da parte sua, sembrava rapito a guardare la tele, ogni tanto mi diceva "bravo", io mi incazzai un po', lo succhiai con vigore, accompagnando il movimento della bocca con la mano, è veramente grosso, in effetti fa godere tenere in bocca una verga del genere, la mia mascella si stancò rapidamente di nuovo, decisi di cambiare tattica, appoggiai la lingua alla cappella e lo masturbai con vigore.
Lo aveva duro da morire e grosso, all'improvviso lo sentii irrigidirsi, la verga pulsava ritmicamente nel mio pugno stretto, le palle si spostarono verso l'alto, stava per sborrare, in una frazione di secondo dovevo decidere il da farsi, decisi che mi sarei portato via anche il verdone, aprii la bocca e ci infilai la cappella dentro, la cinsi con le labbra dolcemente, mentre la mia mano continuava a masturbarlo a velocità folle, usai l'altra mano per accarezzargli i coglioni, lo sentii irrigidirsi ancora di più, la mano sulla nucca mi spingeva verso di lui con forza, il cazzo entrò un pochino di più in bocca, all'improvviso, mentre aspettavo il primo violento schizzo ed ero pronto ad ingoiare, lui emise un "si... bravo" e qualcosa di caldo mi colò sulla lingua lentamente, senza schizzare. Non mollai e continuai a masturbarlo con vigore, lo sperma mi colava in bocca al rallentatore, ancora nemmeno un gemito da parte sua, io ingoiavo e masturbavo, all'improvviso un copioso schizzo mi investì l'ugola e mi colò direttamente in gola, quasi mi stavo per strozzare, ormai non melo aspettavo più, ingoiai ancora una volta con diligenza, lui non emetteva gemiti di godimento, niente sospiri, niente, guardava la tv e mi riempiva la bocca di sperma, che adesso cominciava ad essere tanto, colava lentamente ed ogni tanto schizzava copioso, questo per quattro o cinque volte. Mi sarò ingoiato mezzo litro di roba, ad un certo punto smise di colare, il cazzo cominciò ad ammosciarsi, le palle scesero di nuovo nella loro posizione, ingoiai quello che avevo ancora sulla lingua, poi lo estrassi dalla bocca. Lo leccai in punta per ripulirlo bene. Il suo cazzo non si ammosciò del tutto, anzi, sembrava che stesse riprendendo vigore, schiusi di nuovo le labbra e ci infilai la cappella, lui con la mano sulla nucca mi teneva fermo e, senza staccare gli occhi dal maxischermo dove un negro superdotato stava inculando con vigore un piccolo impiegatuccio gay, mi scopò la bocca. Non c'è la facevo più a tenerglielo in bocca, quel coso era tornato la grossa verga di poco prima, mentre lo stavo pensando mi mollò e mi tolse il cazzo di bocca, mi porse il preservativo senza dirmi una parola, lo aprii e glielo infilai, con la mano mi fece cenno di rialzarmi, mi rimisi in piedi, mi fece girare con la faccia verso il televisore, mi invitò ad appoggiare le mani sul tavolo da thè, la mia faccia era direttamente sopra alla banconota da 100 che, da poco, aveva cambiato proprietario. Allargai le gambe ed alzai lo sguardo verso il televisore, il negro stava riversando una copiosa sborrata in faccia al piccolo impiegatuccio gay, imbrattandogli tutti gli occhiali, mentre Marco mi stava strizzando il tubetto di vasellina sul buchetto. Non si sprecò a spalmarla, appoggiò subito il cazzo e spinse con forza, rilassai al massimo lo sfintere, sentii la verga aprirmi di brutto, facendosi strada dentro di me, lentamente, centimetro dopo centimetro, senza incontrare nessun impedimento, fino a sentire il suo scroto contro il mio. Restò qualche secondo fermo nel punto di massima penetrazione, la pressione del suo grosso membro sulla prostata mi faceva godere, ma il fatto che mi stesse scopando con disinteresse non mi faceva eccitare molto, quindi il mio orgasmo era ancora lontano.
"Se immaginavo che ingoiavi subito tutto ti avrei offerto anzi 50 euro..."
"Se mi avessi offerto solo 50 euro io non avrei ingoiato!"
"Oh si che lo avresti fatto, lo avresti fatto anche gratis, si vede ad un chilometro che avevi una voglia matta di un uomo... ma ora godi troia, senti che bel cazzone che hai in culo!".
Ancora una volta nemmeno un sospiro da parte sua, guardava il “negrone” alla tele che stava facendosi ripulire il cazzo con la lingua e stava fermo, non si muoveva, faceva solo pulsare il cazzo. All'improvviso cominciò a fottermi, con foga mi pompò la verga nell'intestino, una trentina di forti colpi al massimo e, quando cominciavo a godere, si irrigidì e schizzò nel preservativo, dette ancora un paio di colpi e poi lo sfilò di botto, senza un gemito, sembrava che godesse meccanicamente, mi alzai e guardai il preservativo, non era sporco di feci nemmeno in punta, ma era pieno di sperma, pensai a quanto cazzo ne produceva sto tipo che, evidentemente, soffre di eiaculazione precoce.
Si tolse il preservativo con un fazzoletto di carta e lo mise in un posacenere, poi aprì una scatola di legno intagliato e ne tirò fuori un pacchetto di sigarette, me ne offrì una e mi invitò a sedermi, rifiutai l'invito, mi aveva scopato poco, ma il culo era dilatato ed impiastricciato di vasellina, non mela sentivo di sedermi sul divano bianco e rimasi in piedi. Fumammo la sigaretta nudi, in piedi davanti alla vetrata del soggiorno, in silenzio, aveva detto che voleva trombarmi due volte, quindi aspettai che mi riproponesse qualcosa.
"Allora ti ha fatto godere il mio cazzo?" disse mentre stava spegnendo la sigaretta nello sperma che si era versato dal preservativo che poco prima ha buttato nel posacenere.
"Si... moltissimo!", risposi con finto entusiasmo, quando uno ti da 300 euro, il minimo è compiacerlo con una risposta falsa, lui mi sorrise e si rivestì.
"Abbiamo finito per oggi, non ne ho più voglia!".
Mi indicò il bagno per darmi una ripulita, mi ci recai con i vestiti, mi lavai e mi rivestii, quando uscii intascai anche il centone che si trovava ancora sul tavolo, poi in silenzio mi diressi verso la porta, lui mi seguì, tornammo in macchina ed andammo all'aeroporto, senza dire una parola.
Scesi nello stesso punto in cui ero salito.
"Quando ti va di rifarlo hai il mio indirizzo e-mail, se sono libero ti richiamo, tanto il tuo numero c'è l'ho!", gli dissi prima di scendere.
"Ciao bimbo..." ed appena ebbi chiusa la porta partì a razzo.
Risalii sulla mia macchina e guardai l’orologio, erano appena le quattordici, avevo ancora tutto il tempo che volevo per farmi fare anche da Roberto. L’esperienza con Marco non mi aveva lasciato niente dentro, a parte la pancia piena di sperma ed il portafogli pieno di euro, composi il numero ed aspettai la risposta che arrivò pronta.
"Luca... allora? Ci vediamo?"
"Si! Dove ti trovo?"
"Abito in zona stazione, ci vediamo li davanti?"
"Ok! Appena arrivo ti faccio uno squillo...ciao.".
Partii mentre pensavo che oggi mi mancava solo il porto, poi mi ero fatto tutti gli scali dei trasporti, cercai e trovai parcheggio in una via adiacente abbastanza lontano dalla stazione, non volevo che Roberto leggesse la mia targa, sapevo benissimo che non sarò mai scambiato per un pisano, ma non volevo far sapere di dove ero realmente, mi incamminai e intanto composi il numero. Lasciai squillare due volte poi riattaccai, da lontano lo vidi, pensai che dal vivo era meglio che in foto, gli arrivai ad un metro mentre lui stava guardando altrove, solito rituale.
"Ciao Roberto... Luca!", lui si voltò di scatto, in altezza mi sovrastava di una ventina di centimetri buoni, ad occhio e croce era sul metro e novanta, forse anche un po' di più, mi porse la mano ed io gliela strinsi.
"Ciaooo... che piacere, pensavo che non saresti venuto."
"Perchè? Ci siamo messi d'accordo solo dieci minuti fa..."
"Non lo so come mai, ne avevo come una specie di sentore, fortuna che era sbagliato!", mi disse con aria soddisfatta mentre mi squadrava dalla testa ai piedi.
"Mi piaci, meno male, mi sono dimenticato di chiederti la foto e sarebbe stato molto imbarazzante se non ti avessi trovato carino, andiamo a casa mia o vuoi bere qualcosa?"
"Che fortuna che ti piacio..." dissi in tono sarcastico, "...non voglio bere niente che non provenga direttamente dalla fonte..." ammiccando con la faccia verso il pacco che gli facevano i jeans "...andiamo subito a casa tua!".
“Ok, andiamo, sono solo due passi… allora Luca, dimmi, cosa ti porta a Pisa?”
“Come sai che non sono di pisa?” ribattei scherzando
“Mah… non so… qualcosa melo fa capire ma non so esattamente che cosa!?!” scherzazndo a sua volta.
“Tu mi porti a Pisa, se vuoi sapere di dove sono, che lavoro faccio, o qualsivoglia altra informazione mettiti subito il cuore in pace, non ti dirò niente… se non volendo, rispondo ad una delle tue domande sulla mia vita, devi sapere già in anticipo che ti sto mentendo!” sempre ridendo.
“Ok… ho capito, parliamo del tempo? Oppure hai tu un argomento di cui vuoi parlare?”
“Possiamo parlare di quello che ti pare! Siamo ancora distanti?”
“No! Siamo arrivati!”
Si voltò verso un portone ed aprì, salimmo le scale del palazzo fino al terzo piano, quindi aprì la porta e mi invitò ad entrare, l’appartamento era piccolo, abbastanza in disordine, c’era un piccolo soggiorno sala pranzo con un piccolo angolo cottura, niente a che vedere con il villone di Marco, dal soggiorno partiva un breve corridoio con quattro porte, una davanti all’altra, mi spiegò che ci abitavano in sei la dentro, c’erano tre camerette doppie ed un bagno, in questo momento ci si trovava solo perché gli altri erano tornati a casa, lui si era attardato a partire solo perché aveva bisogno di un posto dove poter portare qualcuno con cui fare sesso, nel caso avesse avuto fortuna, poi mi sorrise ad aggiunse che gli era andata bene. Mi chiese dove volessi farlo, risposi che era lui l’ospite, quindi stava a lui decidere, io ero li solo per appagare la sua fantasia (ormai mi ero calato nel ruolo della puttana). Lui sorrise di nuovo, poi aggiunse che la sua fantasia era fare all’amore con un uomo come aveva sempre fatto con le donne, quindi questo prevedeva baci, sfioramenti, carezze e tutto quanto neccessario ad ottenere lo scopo, io ci pensai bene, rimasi in silenzio per un po’ mentre lui andò ad aprire la finestra nel cucinotto e quella dirimpetto del soggiorno. Decisi che se avevo fatto la “puttana” non più tardi di un oretta prima, potevo fare anche la “fighetta innamorata” adesso, se non mi piaceva il ruolo, potevo sempre mandare a monte tutto, fargli fare la cavalcata, appagare la mia voglia di cazzo e sparire per sempre. Gli risposi di nuovo che ero li per appagare la sua fantasia, quindi potevamo anche procedere, si avvicinò con un sorriso a quaranta denti stampato sul volto, mi cinse la vita e si chinò, mi stampò un bacio in bocca, prima sfiorandomi leggermente le labbra, poi intrufolandoci la lingua, io risposi al bacio, anche se mi davano fastidio le punture della sua barba incolta.
Mi baciò per un po’, come se fossi veramente la sua “ragazza”, mi tenne la testa fra le mani e mi leccò le labbra, poi scese sul collo ed alternò dolci baci a lunghe leccate insalivanti, questo trattamento a me non eccitava molto, mentre lui lo era in maniera molto evidente, mi appoggiò il pacco e sentii che era già durissimo, fece scivolare in basso le mani lungo i fianchi, fino ad arrivare alle natiche e mi strizza fortemente tutte e due le chiappe mentre mi spingeva contro l’ombelico il “pacco”, ansimava forte, era completamente in balia della libidine del momento, mollò le chiappe e mi sfilò la maglia, poi mi abbracciò di nuovo, mi diede un nuovo bacio in bocca e scese a mordermi i capezzoli che si ergevano durissimi dal mio petto glabro. Questo era più eccitante per me, mi slacciò la coulisse dei pantaloncini e li fece cadere per terra, mi abbassò le mutande fino a metà coscia, abbandonò i miei capezzoli e con la lingua contro la pelle scese fino ad inginocchiarsi davanti a me, impugnò il cazzo non perfettamente in tiro e lo leccò come aveva fatto con tutto il resto del mio corpo. Lo leccò tutto insalivandolo per bene, mentre lo faceva terminò di sfilarmi anche le mutande, rimasi completamente nudo, lui smise di leccarmi il cazzo e mi fece girare, mi mordicchiò le chiappe e le leccò, mi fece piegare leggermente il busto in avanti, gli stavo porgendo il mio culetto, lui impugnò di nuovo tutte e due le chiappe, le strizzò di nuovo, le allargò e cominciò a leccare il taglio, partendo dall’osso sacro ed arrivando fino al buchetto, qualche giro di prova e poi si fermò li.
Mi leccava con insistenza l’ano, poi mi fece piegare ancora di più in avanti e forzò per farci entrare la lingua, ansimava fortissimo, era eccitato da morire, francamente questo trattamento stava eccitando anche me, mi stava coinvolgendo di più di quanto aveva fatto Marco poco prima. Smise di fottermi con la lingua e si rimise in piedi, mi tenne fermo in quella posizione, leggermente a pecorina, poi mi appoggiò il paco al culo, impugnò il mio cazzo con una mano e con l’altra mi pizzicò forte i capezzoli, prima uno e poi l’altro, mi leccò la schiena ed il collo, stavo bene in quella posizione, mi stavo eccitando, anzi ero decisamente eccitato, mentre facevo l’analisi mentale del mio stato emotivo, lui si staccò da me, mi girò tirandomi per la fava, si alzò la maglia e spinse la testa verso il suo petto. Lo baciai e gli succhiai i capezzoli, lui si sfilò la maglia e rimase a torso nudo, era bello fisicato, proprio un bel ragazzo, infilai le dita di tutte e due le mani dentro i jeans, poi gli slacciai la cintura ed i bottoni e li abbassai, mi mossi verso il suo pene come aveva fatto in precedenza lui con me, arrivai fino alla filanca delle mutande, la leccai per tutta la sua lunghezza da fianco a fianco, con la lingua che per metà sfiorava la sua pelle, poi mi abbassai un po’ di più, sfiorai la guancia sul rigonfiamento dello slip, ormai esageratamente gonfio, mi ci accarezzai la faccia sopra, inspirai a pieni polmoni cercando di annusare il suo odore, sapeva di buono, mi piaceva, decisi di liberare la “belva” dalla costrizione degli slip, mi inginocchiai e gli abbassai le mutande fino alla caviglia, la verga puntava decisamente ad ore 12. Un cazzo molto grosso e durissimo, gli svettava fiero dal pube, era più dotato di Marco, la cosa mi faceva piacere, impugnai il bastone e lo alzai, un po’ perché volevo partire dalle palle a leccare, un po’ perché volevo misurarlo, la cappella arrivava un paio di centimetri sopra all’ombelico, leccai lo scroto e mi accorsi di un particolare che, fino ad allora, mi era sfuggito, si era rasato i peli sulle palle, spalancai la bocca e vi feci entrare una palla, la succhiai mentre l’accarezzavo delicatamente con la lingua, era piacevole la sensazione che mi dava la pelle glabra.
Salii lentissimo strusciando la lingua lungo la verga, non ansimava più, adesso gemeva sonoramente, sembrava quasi un lamento costante, lo presi come un complimento e andai avanti, quando ero prossimo alla punta lo scappellai, aveva una testa fiera e rosea, un po’ appuntita, lo annusai respirando a pieni polmoni, l’odore era più forte di quello di Marco, ma nello stato di eccitazione in cui ero lo trovavo molto più eccitante, con la mano destra lo impugnai e lo abbassai verso la mia bocca, gli leccai via il goccio che gli stava fuoriuscendo dal buchino, poi melo infilai deciso fin quasi in gola, lo tenni li per qualche secondo mentre con la mano lo stringevo alla base, poi iniziai a muovermi su e giù.
Iniziai lentamente, succhiando mentre lo infilavo dentro e soffiandoci sopra quando lo sfilavo, la mia salivazione aumentò a dismisura, quando l’asta usciva dalla mia bocca era tutta piena di bava, cercavo di asciugarla un po’ stringendo la mano che accompagnava il movimento della bocca, ma sembrava che a lui piaceva molto avere il cazzo così insalivato, melo sfilai un attimo di bocca ed un grosso goccio di saliva cadde per terra, la mia bocca era gia stanca, mi faceva male la mascella, ma questa volta spompinare mi dava soddisfazione, avrei voluto poterlo tenere in bocca più a lungo.
Lo masturbai con foga davanti alla mia faccia mentre gli leccavo la cappella, la mia mano si muoveva velocemente, perfettamente lubrificata dalla mia saliva, lui indietreggiò piano verso il divano, io lo seguii camminando sulle ginocchia, senza smettere di segarlo, si sedette ed allargò le gambe, continuai a lavorare di mano e mi spostai a leccare sotto allo scroto, anche qua niente peli, mi chiesi se aveva anche il culo depilato, decisi di scoprirlo, lui allargò ancora un po’ le gambe ed io scesi con la lingua a leccargli l’ano, il buchetto non era depilato, non emanava nessun odore in particolare se non quello di sapone, avvertii un sapore leggermente salato, spinsi un po’ la lingua verso l’interno senza convinzione, non volevo che gli entrasse nel culo, il sapore non cambiò, risalii verso il mio giocattolo preferito senza smettere di leccare, ancora una volta arrivai fino in punta e poi melo piantai in gola. Gemeva sempre più forte, ma non sembrava vicino all’orgasmo, bene, almeno forse questa volta sarei riuscito a godere anch’io, pensavo, mentre succhiando il cazzo con foga gli presi in mano i capezzoli e glieli pizzicai. Mi stancai ancora una volta troppo presto, questa volta non lo segai, continuai a pizzicargli i capezzoli mentre gli leccavo la verga come se fosse stata un gelato. Mi fece alzare in piedi e si alzò a sua volta, mi fece inginocchiare sul divano ed appoggiare alla spagliera, prese in mano il mio cazzo e mi appoggiò la lingua sulla nucca, mi leccò lungo tutta la spina dorsale mentre scendeva verso i glutei, ancora una volta mi infilò la lingua in culo, senza mollare la presa sul mio cazzo, in quel momento ero eccitato esattamente quanto lui, il mio cazzo era in tiro, mi insalivò bene il buchetto con la lingua e mi penetrò con un dito, mandai un gemito di soddisfazione, mi girai all’indietro per guardare quello che mi stava facendo, sfilò il dito e lo studiò attentamente alla ricerca di feci ma era pulito, mi ridiede una leccata e poi ne infilò due, io stavo godendo, mi piaceva ciò che mi stava facendo e mi eccitavo a vederlo mentre lo faceva.
Mi rigirò dentro l’ano le due dita per un po’, strappandomi gemiti di godimento accompagnati a brividi che scuotevano tutto il mio corpo, quindi le estrasse, il lavoretto che mi stava facendo era godoso, ma inutile, le mie carni non si erano ancore ricomposte dall’inculata di Marco, per cui non serviva dilatarmi, lo ero già a sufficienza, mi sputò ancora un paio i volte nel buchetto già oscenamente aperto e pronto, quindi mi appoggiò la cappella, piegò le ginocchia per trovare la posizione migliore e spinse con vigore. Entrò tutto dentro senza sforzo fino alle palle, lo sentivo nello stomaco e mi faceva godere a dismisura, nell’eccitazione del momento non ci ricordammo il preservativo. Mi scopò a pelle infoiato da morire, mi teneva per i fianchi e dava dei colpi allucinanti, le mia gambe non riuscivano a reggere perfettamente la foga che ci stava mettendo mentre mi inculava. Mentre pompava lo sfilava quasi tutto e poi lo infilava di nuovo fino alle palle, la mia prostata era super stimolata ed io mi sentivo sull’orlo dell’orgasmo, andava velocissimo, poi rallentò di colpo e si fermò, mi spinse la testa fino ad appoggiarla sulla spalliera del divano, poi salì sopra con i piedi, mi appoggiò le mani a mezza schiena e mi scopò di nuovo con grande foga, evidentemente la posizione gli piaceva e francamente piaceva anche a me, godevo come un pazzo con quella enorme verga nel culo.
Gemevo come una troietta in calore, l’orgasmo era pericolosamente vicino e decisi di dirglielo, non volevo sporcare il divano con il mio seme, me lo sfilò di botto. La manovra mi lasciò una sensazione di vuoto incolmabile, lo guardai con sguardo interrogativo, mi disse che stava per venire anche lui e si era fermato per non sporcare il divano, rimase un istante pensieroso, poi mi fece stendere prono sul divano mentre si frizionava delicatamente la nerchia, impugnò le mie caviglie e mi allargò le gambe, mi sollevò un po’ il culo dal divano, io impugnai la sua verga e la guidai di nuovo dentro di me. Mi penetrò di nuovo, questa volta nella posizione del missionario, non riusciva però scoparmi con la foga di prima, ma era ugualmente molto piacevole, la mia prostata era ancora più sollecitata dal movimento lento, sentii di nuovo salire l’orgasmo e questa volta non mi trattenni, schizzai abbondantemente sul mio ventre, l’orgasmo fu intenso, le contrazioni del mio ano innescarono il suo, mi sfilò il cazzo velocemente e venne copiosamente su di me. Il primo schizzo della sua calda sborra mi colpì addirittura il viso, gli altri mi arrivarono al petto e, man mano che la violenza scemava, andarono a ricoprire il mio sperma sulla pancia.
Sborrò a lungo, era un gran produttore anche lui, poi si abbandonò spompato su di me, fra le mie gambe ancora divaricate, raccolse con la lingua la goccia di sperma che mi aveva colpito il viso, mi mise la lingua in bocca e condivise con me il suo sapore.
Restammo a riprendere fiato qualche minuto abbracciati, Roberto mi appoggiò la faccia fra il collo e la spalla, baciandomi teneramente, io lo cinsi con le braccia e rimasi immobile a guardare il soffitto, tutta quella tenerezza, dopo che avevo goduto, non mi eccitava più molto. Dissi che era tardi e che dovevo andare, mi propose di fare una doccia assieme per ripulirci, acconsentii, ero imbrattato di sperma ed un fazzolettino non sarebbe bastato. Ci lavammo a vicenda nella stretta cabina doccia, stetti attento a non eccitare di nuovo Roberto, quindi la cosa fu abbastanza veloce, poi uscimmo e ci rivestimmo, scappai frettolosamente dall’appartamento, rimanendo d’accordo che ci saremmo risentiti per e-mail. Sulla strada del ritorno, pensai a quanto fossi stato “troia” quel giorno, risi al pensiero di che cosa avrei fatto se fossi stato una donna, la crisi era passata, appagata dai due cazzoni che mi ero scopato, sull’Aurelia guardavo le puttane, ero di nuovo etero.
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