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Gay & Bisex

Officina 24 h


di Libertinum
22.04.2025    |    9    |    0 8.0
"Passarono circa tre quarti d’ora, ero appoggiato sconsolato con la sigaretta in mano alla fiancata dell’auto e vidi da lontano, lampeggianti arancioni venire..."
La statale correva veloce, passava paesi dimenticati lì da qualche dio, campi su campi rendevano pressoché deserta la presenza di alberi, se non fosse stato per qualche cartello blu la possibilità di perdersi sarebbe stata elevatissima.
Passato il bivio per San Cristoforo la vecchia tedeschina iniziò a strattonare, cercai di fermarmi in qualche spiazzo libero, freccia a destra accostai in un quadrato polveroso, pieno di cartacce gettate probabilmente da qualche coglione in viaggio.
Scesi e costatai la situazione abbastanza complessa vista anche la mia inettitudine in tema di motori, lì in giro non c’era nulla, assenza umana, fortunatamente l’iPhone dava segnale, una conquista.
Presi a cercare il numero di qualche officina, la più vicina distava otto chilometri, AutoMauro sas, servizio 24h, ottimo visto che erano le sei di un freddo pomeriggio novembrino, composi il numero.
Mi rispose una donna, cercai di trovare un senso al guasto ma mi disse di non preoccuparsi.
-Dov’è si trova?- Chiese cortese la signorina
-Credo tra San Cristoforo e Bagni, sulla SS 328- Risposi incerto
-Riesce a darmi qualche punto di riferimento? Chiese
-Io, non saprei non sono del posto, qui a parte campi, un fosso sulla sinistra ed uno sulla destra non c’è civiltà! Replicai.
-Non si preoccupi, tra una decina di minuti arriverà Mauro con il carro attrezzi e la porterà in officina. La troverà lui, vedrà.- rispose cortese la voce dall’altra parte.
Passarono circa tre quarti d’ora, ero appoggiato sconsolato con la sigaretta in mano alla fiancata dell’auto e vidi da lontano, lampeggianti arancioni venire verso me e la tedeschina.
Parcheggiò dietro un vecchio Daily arancione carroattrezzi, ne scese un ragazzo sulla quarantina, non tanto alto ma impostato bene.
-Bisogno di aiuto?- Chiese ironicamente con un mezzo sorriso.
-Veda lei, questa non ne vuole più sapere!- replicai infastidito dall’ironia e dal ritardo, prese dalla tasca della tuta sporca di grasso un pacchetto di MS, ne estrasse una e la potrò sul labbro socchiuso ancora con quel cazzo di sorrisetto ironico, l’accese con una lentezza di chi non ha fretta, mi porse il pacchetto incrociando i miei occhi.
-Prendine una, rilassati che ora la carichiamo e la portiamo in officina, poi si vede. D’accordo??-
Presi la sigaretta, sorrisi a mia volta e feci un cenno col capo.
Caricò l’auto sul furgone in un baleno, mi fece sedere accanto sul Daily, dove non c’era un centimetro pulito e partimmo.
-Dove stavi andando da queste parti? Non sei di qui! L’accento inganna un origine romagnola!- Chiese girandosi verso di me, con fare indagatore e quel dannato mezzo sorriso.
-Io, ecco stavo andando a trovare un amico a Borgo Lombardo, e si sono di Cesena!-Dissi.
-Un amico? Certo persavo che vi piacesse la gnocca a voi romagnoli!- Esclamò smargiasso con una grosss risata.
-Beh a parte che da ste parti c’è poco, anzi nulla, qua di gnocca solo quella delle vacche!- Risposi, e lui riprese a sghignazzare.
- Certo, snche questo è vero ma ci si diverte uguale!-
-Con le vacche?-Replicai stizzito.
Mauro sorrise, mi guardó e si accese l’ennesima sigaretta.

Arrivammo a San Cristoforo, prese una via interna al paese e arrivammo in una piccola officina adiacente ad un vecchio distributore senza insegne, solo colorato di giallo forse un ultimo indizio alla proprietà precedente.
Scaricò la macchina e la fece entrare dal portone, fuori oramai era sera ed all’interno un vivo odore di ferro, grasso e benzina.
Mi fece accomodare in una spoglia saletta con la macchinetta del caffè, dopo un paio d’ore ritornò.
-Bene! Roba da poco, sistemata!-
Mi allungó un cartone da pizza caldo.
-Mangiati qualcosa, io mi faccio una doccia e poi facciamo i conti!- Disse Mauro con gentilezza ma quel sorrisetto sempre in viso,
Lo ringraziai, effettivamente era da pranzo che non mettevo nulla in bocca e la fame era tanta.
Si presentò sulla porta dopo una decina di minuti, non sembrava neppure più lui, io rimasi imbarazzato, era vestito solo con un paio di Levis chiari, io deglutii, un petto ampio e liscio umido dal vapore, addominali non scolpiti ma che invitavano a guardare sempre più giù, un fisico scolpito dal lavoro, non dalla palestra, tremendamente maschio ed eccitante , scalzo con un forte odore di colonia, io rimasi inebetito, il cazzi mi si indurì all’istante, erano anni che non mi attirava più un uomo e credevo di essere uscito da questo mio essere bisex mai dichiarato.
Lui se ne accorse immediatamente, e ricomparve quel sorriso, non parló e si avvicinò lentamente, io ero seduto in completa crisi, Mauro mi prese con la mano la testa e l’avvicinò senza alcun pudore né titubanza alla cerniera dei jeans, sentivo il suo odore, il calore della sua pelle e quel ventre ancora umido, non capii più nulla.
La mia mano prese ad accarezzare dal basso verso l’alto il busto fino al petto e presi a baciargli la pelle subito sopra la linea di cintura, lui si chinò brandendomi per i capelli e prese a baciarmi sul collo , sentivo la sua voglia, mi tolse il maglione e rimasi a busto nudo come lui, mentre continuava a mordicchiarmi e succhiarmi il collo la sua manó sinistra slacció i miei pantaloni mi fece alzare in piedi e rimasi nudo, mi fece inginocchiare sopra alla poltroncina di spalle, le sue labbra scivolavano sulla mia schiena, brividi su brividi, sentivo le sue mani esplorarmi sul corpo, scendere sulle mie chiappe accompagnate dalla bocca che lentamente scivolava sempre più in basso, mi aprì, la sua lingua prese a vorticare sul mio buco, le mie mani si aggrapparono con le unghie che non avevo allo schienale della poltroncina, la lingua spingeva per entrare, l’eccitazione di quelle mani callose e ruvide che bramavano il mio culo, entrò con un pollice mentre la lingua non smetteva di esplorare, sussultai, iniziai a sudare, entrava con le dita violandomi completamente, poi si staccò mi voltai e presi a baciagli le spalle, il collo, la sua lingua si infilò nella mia bocca mentre con le mani iniziavo a slacciare i Levis e mi strascinò a terra con sé, attaccati con due calci si liberò dei pantaloni ed in quel momento presi contatto con il suo cazzo che mi sbatté sul fianco, mi mordeva le labbra, saltai sopra di lui staccandomi ed ergendomi col busto dritto, fissandolo negli occhi mi allargai le chiappe e lentamente scesi, sentivo il contatto della sua cappella al mio orifizio, quanto tempo…
Scesi senza troppe esitazioni, alzai la testa e lo feci entrare dentro di me, Mauro sussultò, iniziai a muovermi riprendendo contatto visivo con il suo sguardo, mi chinai verso di lui e presi ad avvinghiarlo, i nostri movimenti si fecero accompagnati lui mi strinse con le braccia e col bacìno iniziò a colpire, nonostante l’inverno eravamo avvolti di sudore, mi fece scivolare di lato ritrovandomi schiena a terra e si erse sopra di me in tutta la sua possanza, dominandomi si portò le mie caviglie sulle spalle e alzandomi leggermente prese a martellare stringendomi le caviglie ora divaricate, mentre con la lunga prese a succhiarmi le dita dei piedi, mi sembrava di esplodere, lo sentivo incularmi senza esitazione, voglioso e porco, mi rigiró nuovamente sul fianco, alzando la mia gamba sinistra verso il mio ventre, l’altra distesa, io sul fianco, lui dritto in ginocchio riprese a fottermi stringendo la mia natica sinistra con ambo le mani, dentro e fuori completamente, con regolarità, colpi profondi per poi riuscire, io cedetti e venni senza l’ausilio di mani, lui poco dopo, tre affondi più lenti, ancora più profondi al limite del dolore. Esplose dentro di me.

Come nulla fosse, dopo un’ora ed una doccia andai a pagare il conto, come nulla fosse.
- Siamo a posto forestiero, ripassa di qui qualche volta!- Fumammo una sigaretta, presi il 325 e ripartii.
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