Gay & Bisex

La voglia


di Libertinum
27.11.2024    |    54    |    0 6.0
"Mi allargó, diede un colpo deciso verso l’alto, la mia testa si spostò all’indietro per poi ricadere sulla sua spalla, sentii in un istante il suo cazzo..."
La bocca secca, il respiro accelerato, un fremito continuo scorreva lungo tutto il corpo.

La voglia.

Un bicchiere di birra dopo la pizza, ormai si scivolava nei consueti discorsi di sesso per alleggerire la giornata e una vita di tribolazioni al lavoro e non, quella vita che scorre mentre tu come un pazzo cerchi di afferrare quella coda come sulla giostra da ragazzi, ad inseguire non si sa che cosa e perdere momenti, attimi.
Luca ed io si era così, dediti al lavoro come belve, poco tempo a casa, poco tempo per scopare ed allora l’unica fuga erano quei discorsi di sesso, di avventure passate.
Ogni tanto tra di noi qualche battuta ma mai nulla di concreto, quella sera però certi freni vennero a meno.
Mi alzai dalla sedia scostandolo dal tavolo, guardandolo dall’alto la mia mano si infilò tra la sua camicia ed il suo ampio petto, iniziai a slacciarla mentre privo di ogni tentennamento presi a succhiargli il collo mentre le mani aprivano la camicia, lui prese ad ansimare ma non fece cenno di resistenza:
-Non lo saprà mai nessuno!-
Gli sussurrai all’orecchio accarezzandogli il lobo con la lingua, tornando sul collo, il petto, soffermandomi sui capezzoli, scendendo per l’addome e di conseguenza mi trovai in ginocchio innanzi a lui.
Mi soffermai a guardare quella strisciolina scura di pelo raso che partiva dall’ombelico e si incuneava sotto all’elastico dei boxer, non ne conosco il motivo ma quella striscia è una delle cose più erotiche che notavo in alcuni uomini, specie quando il disegno dell’addome prendeva a chiudersi verso la zona pelvica, come ad invito.
Luca sembrava inchiodato, presi con fretta a sciogliere la cintura spessa in pelle, i bottoni dei jeans, eliminando ogni vestiario d’intralcio, nell’abbassare il cotone dei boxer a catapulta si eresse il suo cazzo glabro, lui rimaneva muto ma quella reazione parlava per lui.
Lo afferrai con la mano mentre la mia lingua s’incuneava tra le sue palle prendendo a succhiargliele, sentivo profumo di pulito che si mischiava sempre più ad un odore più pungente, mascolino, di sesso.
Ansimava ancorato con le dita alla sedia, quasi ad affondare nel legno, poi la sua mano si poggió sulla mia testa, risalii con la bocca verso l’asta facendo scorrere la pelle su e giù, dal glande perdeva umori come una lenta colata gelatinosa, viscida, la raccolsi con la lingua, dolce, viscosa, quando tirai la pelle verso la cappella sembró quasi formare schiuma, andai.
Sentii il calore, il suo calore, la viscidezza liscia, il dolciastro degli umori fondersi con una punta acidula, sentivo la sua cappella come esplodermi in bocca, la lingua impazzita come vorace di ogni sapore, di ogni pulsazione chiaramente avvertita, presi a succhiare con ingordigia, come una voglia troppo assopita da tempo, mi afferrò la testa e mi spinse a ingoiare di più, a continuare, ogni vena del suo cazzo pulsava, lo sentivo gemere e questo mi trascinava sempre più in un turbinio di voglia.

Mi rialzai rimasi completamente nudo ed inerme, solo sguardi fissi, le parole non c’erano, le parole non servivano.
Presi a cavalcioni sopra di lui, sentivo il suo petto ormai sudaticcio sfiorare il mio, ogni sensazione era amplificata per mille, con la mano destra afferrai il suo cazzo tenendolo fermo, poi fissandolo dritto negli occhi iniziai a puntarlo verso il mio buco, il sudore dovuto a quella notte di Luglio scendeva tra le chiappe, quasi ad aiutare quell’auto impalarsi.
Un secondo.
La sua cappella scivolò completamente dentro, rompendo di scatto ogni resistenza, gridai, imprecai, presi ad allargarmi le chiappe, Luca lesse sulle smorfie del mio viso il dolore, ma sembró eccitarlo, ancora sguardi inchiodati, le sue mani carezzavano le mie natiche, mani forti di chi con quelle lavora sodo, sentivo i suoi calli, ruvide, vogliose.
Mi allargó, diede un colpo deciso verso l’alto, la mia testa si spostò all’indietro per poi ricadere sulla sua spalla, sentii in un istante il suo cazzo completamente dentro, mi avvinghiai alle sue larghe spalle, gli morsi il collo, la mia lingua passò come un coltello tra le sue labbra, mai prima d’ora avevo baciato un uomo ma non controllavo più nulla, iniziai ad andare su e giù, lo sentivo scorrere in qualche modo a toccare punti misteriosi nel mio interno da non potermi fermare, godevo senza limiti, impalandomi senza alcun pudore e vergogna.

Rialzai i glutei lasciandolo scivolare fuori, trascinandolo sul letto ripresi a cavalcarlo, il suo cazzo s’incuneò senza fatica mentre gli davo le spalle stavolta, entrò tutto, il piacere era accecante, ancora nuove sensazioni ad ogni movimento, gli afferrai le caviglie chinandomi in avanti, presi a leccargli i piedi succhiandogli l’ alluce, lui fece lo stesso dalla parte opposta, una cascata di godimento, il lenzuolo zuppo di sudore, mi prese sbattendomi sul letto e trascinandomi verso il bordo caricò le mie gambe sulle sue spalle, si mise in piedi e per la prima volta presi coscienza della sua furiosa eccitazione, colpi secchi e frenetici, per poi uscire completamente ed affondando nuovamente mi scopava con un vigore che dato il suo carattere mite non avrei mai immaginato così focoso, volevo solo essere fottuto.

Mi posizionai a pecora inarcando la schiena porgendo a lui il culo quasi implorante, tante volte avevo messo donne in quella posizione, ora però c’ero io, con quella sconosciuta ma animale voglia di essere dominato, la sua cappella affondò nuovamente le sue mani letteralmente aggrappate alle mie chiappe, bramose, tremanti, il suo desiderio ad ogni colpo, l’aria che entrava da quello stantuffare a tratti sembrava farmi esplodere, lui intuiva, mi lasciava liberare per poi scoparmi nuovamente.

Ad un certo punto i miei muscoli cedettero e mi stesi sul letto trascinandomi addosso lui, ancora dentro prese a succhiarmi l’orecchio ed ogni colpo vibrava per tutto il corpo, io venni, sentivo espandersi il mio liquido seminale tra il lenzuolo e la pelle, lui continuando a leccarmi collo ed orecchio si inarcò un poco e sentii il suo piacere esplodere dentro di me, Luca rimase rigido mentre lo sperma di lui faceva il suo corso.
Si accasciò di lato stremato, in quel momento mi sembrava di sprecare un’occasione, presi il suo membro tra le labbra cogliendo il liquido ricaduto sul ventre e ingurgitai quel poco, mentre il suo piacere lentamente usciva dal mio corpo.
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