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Gay & Bisex

La prima volta


di Membro VIP di Annunci69.it Morbidone57
08.10.2024    |    40    |    0 6.0
"Allora lui accelerando il moto mi pompata sempre con più vigore facendomi sentire i suoi coglioni che sbatteva sulle natiche..."
Fin da piccolo , mi sono sempre sentito attratto dagli uomini. Vedere i miei compagni di scuola che si segnavano sottobanco all'arrivo della professoressa di lettere mi eccitava non poco e immaginavo di ricevere le loro colate mi provocava vampate e tremori . Poi un giorno ero a casa di un fratello di mia mamma e mio cugino ,di 6 anni più grande , mi stava dando dei ripassi di storia cominciò a strusciare il suo pacco sulla mia spalla. Probabilmente si era reso conto che mi piaceva e approfittando del fatto di essere soli in casa , tirò fuori la sua verga mettendola vicino alla mia faccia. In men che non si dica ero con un bel pezzo di carne in bocca mentre lui mi stringeva le piccole e sode natiche. Era la prima volta per me e anche se novellino cominciai a succhiare la sua cappella prima piano segandolo lentamente e poi sempre più veloce. Ad un certo punto mio cugino mi ferma e mi dice : vieni di là nella mia cameretta che voglio farti vedere una cosa . Non sapevo cosa volesse e lo seguii senza proferire parola. Arrivati nella sua camera si abbassò i pantaloni e lo slip mettendo in mostra una verga grossa e dura dicendomi che se volevo me lo avrebbe dato nel culo. Quell'enorme cazzo mi faceva un po paura ma mio cugino tentò di rassicurarmi dicendo che di certo mi sarebbe piaciuto e cominciò a baciarmi sul collo scendendo da dietro sulla schiena fino ad arrivare alle natiche che apri mettendo in vista il mio buchetto e lavorandoci con la lingua mi insalivò il fiorellino. Poi mi fece stendere a pancia sotto e con delicatezza giocava con un dito intorno al buco. Mi irrigidii pensando che mi avrebbe fatto male se metteva il dito dentro ma senza rendermene conto e preso dal piacere mi ritrovai il suo dito nel culo. Un fremito mi attraversò la schiena quasi come se avessi preso una scossa e cominciai a provare piacere . Intanto mi strusciava il cazzo sul viso ed io quasi meccanicamente lo baciai sulla cappella e la presi in bocca succhiando. Dopo poco sentii che qualcosa di più grande mi entrava nel buchetto e mi resi conto che le dita erano due. Lanciai un gridolino soffocato con un misto di dolore e piacere e lui continuava a spingere le 2 dita nel mio buco. Dopo qualche minuto che le sue dita si erano intrufolate nel mio culo le tolse e si piazzò dietro di me bagnando con la saliva sia il mio buco che la sua verga. Sentii la sua cappella che si appoggiava piano alla porta e entrare piano di uno o due centimetri. Il dolore si fece sentire e lo pregai di fermarsi ma , lui si bloccò per darmi il tempo di adattarmi alla sua misura. Dopo qualche istante diede un altro colpettino e la cappella si fece strada entrando ancora un pochino. A quel punto lanciai un urlo di dolore e muovendomi riusii a liberare il mio buco dalla sua verga. Mi faceva male il buchetto e lo pregai di smettere. Quel giorno tornai a casa con il culo dolorante ma il pensiero andava a quei momenti e riflettendoci mi piaceva anche se era doloroso. Dopo qualche giorno mio cugino fece di tutto per restare da solo con me ed io consapevole di come sarebbero andate le cose ne fui entusiasta. Questa volta fui io a provocare sbottonando i suoi pantaloni e calandogli lo slip . Era già in tiro e il suo bastone quasi schizzò fuori mentre gli abbassavo lo slip. Memore del sapore della sua cappella iniziai con prenderla in bocca e con movimenti un pochino impacciati lo segavo e leccavo la cappella. Lo sentii irrigidisce e mi inondò il viso della sua calda e dolce sborra. Non sapevo cosa fare e lui mi pulì il viso con le dita mettendomele poi in bocca mi fece assaporare il suo nettare. Continuando a leccare la cappella gli venne di nuovo duro come il ferro . A quel punto decisi che dovevo riprovare a prenderlo dietro e mi tolsi i pantaloni e lo slip mettendomi a pancia sotto sul suo letto. La scena delle dita è della saliva si ripropose ma stavolta non lo fermai e con le mani allargai le natiche ad invitarlo. Sentii di nuovo la cappella che si faceva strada dentro di me ma stavolta stringendo i denti smorzai il grido di dolore che pian piano diventava piacere . Allora lui accelerando il moto mi pompata sempre con più vigore facendomi sentire i suoi coglioni che sbatteva sulle natiche. È stato così che sono diventata una troia e anche se da allora sono passati più di 50 anni non dimenticherò i due anni successivi di pompini e inculate che mi hanno reso ciò che sono
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