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Il segreto della caserma


di Boy_sottomesso
22.01.2025    |    104    |    2 9.2
"Con gesti sicuri, ha tirato fuori un paio di manette..."
Non avrei mai immaginato che un semplice scambio di sguardi potesse condurmi a un'esperienza così intensa.
Lui, un facente parte delle forze dell’ordine dall'aria autorevole, sposato, mi aveva invitato nella foresteria della caserma. L'idea di trovarmi in un luogo così istituzionale per un incontro segreto aggiungeva un brivido particolare.
Appena entrato, l'atmosfera era carica di tensione elettrizzante. Senza troppe parole, mi ha condotto in una stanza appartata. Il suo sguardo deciso e il tono fermo mi facevano sentire sottomesso, ma allo stesso tempo incredibilmente eccitato. Mi ha chiesto se fossi pronto per ciò che avevamo concordato, e con un cenno del capo ho dato il mio consenso.
Con gesti sicuri, ha tirato fuori un paio di manette. Il freddo metallo intorno ai miei polsi mi faceva sentire completamente alla sua mercé.
Avevamo concordato che avrei iniziato a fargli un pompino, ma inaspettatamente mi ha buttato sul letto, ha infilato le sue possenti mani sotto i miei pantaloni, che mi ha abbassato fino alle ginocchia, e con un gesto energico mi ha strappato le mutande, lasciando il mio roseo buco alla sua mercé.
Senza avvisarmi mi ha sputato sul buchetto e ha infilato tutto d’un colpo la sua pistola. Le dimensioni erano importanti, avrà superato di poco i 20 cm, era dritto e circonciso.
Ha iniziato a scoparmi violentemente, io provavo a divincolarmi, chiedendo che si fermasse un attimo, di tirarlo fuori per permettermi di riassestarmi e sistemarmi riceverlo meglio, ma lui faceva finta di non sentire. Ho provato a liberarmi dalla sua morsa, ma niente, le mani ammanettate e le gambe schiacciate dal suo corpo muscoloso mi impedivano di scappare. Ho iniziato a piangere ed ho pregato che smettesse presto, supplicavo di lasciarmi libero, ma più supplicavo e più era violento e duro nell’atto.
Finalmente ho sentito che iniziava a gemere e come un toro ha iniziato ad ansimare, finché non ha raggiunto l’apice e mi ha inondato del suo prezioso seme. Mi ha riempito il buchetto e lo ha inseminato con il suo caldo latte denso. Era come se ogni limite fosse stato superato, portandomi in una dimensione dove il piacere e la sottomissione si intrecciavano perfettamente.
Dopo aver raggiunto l'apice del piacere, mi ha lasciato lì, ancora ammanettato, permettendomi di assaporare ogni istante di quella sensazione di sopraffazione e godimento.
Dopo essere smontato da me si è rivestito e ha rimosso ogni possibile traccia dell’accaduto dal suo corpo, assentandosi dalla stanza, mentre io lo supplicavo di non lasciarmi lì in quello stato. Quando è tornato, ha liberato i miei polsi con fermezza, e nei suoi occhi ho intravisto una scintilla di complicità.
Dopo essermi alzato ho capito che quell'incontro clandestino nella foresteria della caserma sarebbe rimasto impresso nella mia mente come un'esperienza di pura estasi, perché toccandomi, mi sono accorto che avevo le mutande tutte bagnate.
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