Gay & Bisex
Il sadico, il dolce e il dottore Pt. 2 -Rapito e stuprato-
di Youngpervert
21.05.2020 |
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"“Ah sei sveglio, bene”
Una voce profonda, maschile, di un uomo adulto..."
Aprii gli occhi ma non vidi altro che oscurità intorno a me.Mi resi conto di essere legato, immobilizzato in una posizione scomoda, prono, appoggiato con il ventre su uno strano oggetto orizzontale, stranamente morbido. Al tatto mi ricordò il lettino che hanno i medici nei loro studi.
Realizzai di essere nudo, con il culo esposto e le gambe oscenamente aperte, provai ad avvicinarle l’una all’altra ma erano immobilizzate da quelle che sembravano catene ancorate alle mie ginocchia.
Un’altra sensazione propriocettiva è stata quella di avere il buco del culo umido, tanto che quando istintivamente lo stringo sento un piccolo “cick-ciack” nel momento in cui lo rilasso.
Un pensiero aleggiò nella mia mente, in mezzo a tutta quell’oscurità:
“In che cosa mi sono cacciato?”
———————————————————————————————— Sto in quello stato per un tempo che sembra interminabile.
Sono confuso, non necessariamente spaventato ma confuso: non ho idea di cosa stia succedendo anche se una piccola parte di me inizia a temere che io possa essere entrato in qualche strano scenario sconosciuto che potrebbe effettivamente mettermi in serio pericolo.
Finalmente un rumore, una porta che si apre e dei passi.
“Ah sei sveglio,bene”
Una voce profonda, maschile, di un uomo adulto.
Ancora non vedo nulla, ma deduco che lui probabilmente mi vede e realizzo di essere bendato; sento l’uomo trafficare intorno a me e il senso di impotenza inizia a farmi sentire la paura e l’adrenalina per tutta questa situazione assurda.
Vorrei avere la possibilità di fargli almeno 3 domande insieme una dopo l’altra ma non riesco a parlare qualcosa di stretto intorno alla testa preme sulla bocca impedendomi di parlare quindi il risultato delle mie intenzioni è un goffo:
“Mmmh mmmhh mhhhmmm”
“Silenzio” mi risponde secca la voce con imperiosa virilità.
Realizzo che non è la stessa voce che ho sentito dopo l’incidente con la macchina.
Poi addolcendosi un minimo continua:
“Non c’è bisogno che parli, ora dato che sono un uomo magnanimo ti farò un resoconto della tua situazione, e fidati che dimostra la mia umanità, in passato in questa stessa situazione non ho sempre dato spiegazione ai ragazzi che erano nella tua posizione”
Di che cosa sta parlando?Oddio che posto è questo? La paura inizia a pervadermi la mente e provo ancora a muovermi o liberarmi dagli impedimenti su polsi e caviglie ma non si spostano di un millimetro e rimango immobile, nella mia nudità, in quella posizione oscena.
“È inutile che provi a liberarti, sei perfettamente immobilizzato e la struttura che ti tiene fermo è di acciaio inossidabile; poi è davvero gradevole vederti in questa posizione; bendato imbavagliato e inerme, hai davvero un bel corpo, francesco”
“Come fa a conoscere il mio nome?”
Sento una mano che mi accarezza una Chiappa e l’impossibilità di muovermi di un singolo centimetro inizia a farmi andare in iper ventilazione, respiro forte dal naso e provo a non andare nel panico ma temo perderò il controllo delle mie emozioni da un momento all’altro.
Lui continua a parlare senza smettere di accarezzarmi una chiappa, anzi sento addirittura un dito che inizia ad accarezzare il buchetto in mezzo alle chiappe sode e depilate (accidenti a me, senza saperlo mi sono pure reso più appetibile per il mio aguzzino)
“Sarò sintetico e chiaro: la tua vita da individuo libero è finita ora appartieni a noi, cercavamo qualcuno di giovane e attraente come te per soddisfare senza nessuna limitazione o inibizione i nostri gusti... particolari”
“Noi? Quindi sono nelle mani di più di uno psicopatico, quanti saranno?”
Questi pensieri mi fanno intuire che una possibile fuga è ancora più improbabile nel momento in cui non c’è un unico aguzzino ma che dovrei avere la meglio fisicamente su più persone, sempre che io riesca a liberarmi.
Sento l’inizio di un dito saggiare il mio buchetto provocandomi un singulto di dolore, e facendomi andare ormai totalmente nel panico.
“Bel buchetto, è un bene che sia già un po’ aperto e abituato a prendere cazzi, tendo ad essere un po’ rude, o almeno così mi è stato detto” e lo sento sogghignare mentre continua a fare dentro fuori con il dito.
“Come dicevo Ora non sei più una persona sei un oggetto, un oggetto per noi da usare a nostro piacimento,
Non hai diritti, non hai voce in capitolo.
Se ti comporterai bene senza ribellarti o fare stronzate ogni tanto vedremo di slegarti e di concederti un po’ di aria fresca o di poter vedere il sole,
Ma al primo segno di ribellione sappi che ci sarebbero conseguenze davvero severe, so essere molto creativo quando si tratta di punire le cagne come te, quindi niente stronzate”
Mi sento vuoto, privato dell’energia mentale; elaborare la mia attuale situazione necessiterebbe risorse o almeno una parvenza di raziocinio che al momento non possiedo.
Sento armeggiare dietro di me, con una mano sta prendendo qualcosa vicino a me, mentre con l’altra continua il dentro-fuori con un dito che instancabile cerca di raggiungere parti sempre più profonde dentro di me.
“Sono magnanimo perché è la prima volta e qualche spiegazione potrebbe far calmare il tuo cervellino da cagna ma non ti abituare perché, almeno per quanto riguarda me, ti userò quando voglio e come voglio senza nemmeno doverti parlare”
La mia mente sta iniziando ad estraniarsi per scappare da questa situazione surreale, non provo niente ma in realtà sotto sotto qualcosa proverò, perché la mascella inizia a tremarmi incontrollabile
“ sei rimasto svenuto per parecchio perché dopo l’impatto con la macchina ti abbiamo narcotizzato; ti abbiamo fatto analisi del sangue per constatare che non hai malattie veneree, e john si è divertito a farti un clistere con il suo macchinario per l’idrocolonterapia quindi ora sei pulito e pronto all’uso.
Poi sei già depilato, il che mi fa impazzire”
Sento che con il dito passa sul buchetto quello che penso sia lubrificante per consistenza lo sento armeggiare ulteriormente, dai rumori dedico che si sta probabilmente lubrificando il cazzo.
Una parte di me si augura che non sentirò troppo dolore e che finirà subito, ma non penso che la fortuna sia dalla mia parta. Sento Una lacrima che bagna qualsiasi cosa mi stia coprendo gli occhi.
E poi la sento, una cappella di dimensioni assurde che si appoggia al mio buchetto.
So per certo di non esagerare quando dico che non avevo mai avuto contatti con un cazzo così.
Era enorme e durissimo, lo sentivo mentre lo strusciava sulle chiappe, sul perineo, mi da perfino dei colpi sulle palle facendomi gemere di dolore e inizio a piangere senza controllo.
Non mi ricordo l’ultima volta che ho pianto così, senza controllo. Come un bambino.
E poi viola il mio buco, lentamente, e ringrazio il cielo ci sia il lubrificante perché altrimenti probabilmente non sarei sopravvissuto indenne alla penetrazione.
Sento centimetro dopo centimetro questo cazzo enorme che entra dentro di me implacabile, durissimo, ignorando le mie urla e le mie suppliche attutite dall’imbavagluamento, i miei gemiti, le mie lacrime, e poi improvvisamente mi immobilizzo e subisco.
“Non ha senso combattere” dico a me stesso. “Non riesco a muovermi, aspetta che tutto questo finisca” e così il dolore è più facile da vivere.
Sento che mi sfonda, letteralmente mi sfonda, con le mani mi da potenti sculacciate sulle chiappe, mi scopa fortissimo tanto che lo sento arrivare fino alla gola.
Mentre mi stantuffa il culo, e lo sento gemere come un animale impazzito, oltre le sculacciate fortissime che ogni tanto mi svegliano dal mio torpore difensivo che prova a proteggere la mia psiche da tutto questo, sento una mano che mi stringe forte i testicoli e il cazzo, chiaramente moscio.
“Ecco bravo” mi dice il mio sadico aguzzino ansimando per lo sforzo fisico di devastarmi il culo e sottomettere la mia mente con la sua virilità
“Sono contento che c’è l’hai moscio, sappi che le prossime volte, almeno le volte in cui ti uso io, se dovesse succedere che ti viene duro te la farò pagare cara: tu sei un oggetto, una cagna, l’unico cazzo è il mio, a te non è consentito avere un’erezione,se dovesse succedere verrai punito.”
Ho bisogno che tutto questo finisca.
Dopo avermi violentato l’uomo senza nome mi ha lasciato lì, su quel lettino, immobilizzato e inerme, e con le chiappe ricoperte di sborra.
Ero sicuro sarebbe venuto dentro di me ma sul punto di raggiungere l’orgasmo il bastardo l’ha tirato fuori con un gesto rapido che mi ha tolto il respiro, e mi ha schizzato poderosi getti di sborra sui glutei, sul perineo e sulle palle.
Dopo quello che definirei un parossismo selvaggio, pieno di gemiti simili a quelli di un animale ferito, ha spalmato bene il seme su tutta l’area con la cappella e poi, mentre iniziavo a sperare che l’incubo fosse giunto finalmente al suo termine, ha puntato l’enorme cappella ancora barzotta sul mio buco per poi dare un rapido e secco affondo deciso che mi provoca un urlo soffocato dal bavaglio che ho nella bocca.
Si prende tutto il tempo il bastardo, si gode il momento inserendo tutta la lunghezza dentro il mio ano ormai dilaniato, sento le sue palle enormi e leggermente pelose adagiarsi sul mio perineo completamente glabro mentre mi stringe a se, tentando di raggiungere col suo cazzone leggermente ricoperto di sborra il punto più profondo dentro di me, e mentre fa tutto ciò, inaspettatamente, mi accarezza la testa.
“Bravo ragazzo, mi hai fatto svuotare per bene, non che tu avessi scelta in effetti” E ride. Una risata fragorosa e virile che mi penetra nelle ossa. L’avrei ricordata per sempre.
Sfila il suo cazzo ormai flaccido da quello che una volta era il mio ano e mi toglie il bavaglio alla bocca che fino a quel momento mi aveva impedito di parlare.
“Hai sete?”
Normalmente sono un gran chiacchierone, piuttosto comunicativo ma in quel momento non riesco a proferire parola.
Quell’uomo mi aveva temporaneamente spezzato, distrutto. ero sotto shock. Rimango muto e immobile.
“Beh devi comunque rimanere idratato, ti faccio bere io, tranquillo che è solo acqua”
Sento quella che credo essere una cannuccia appoggiarsi sulle mie labbra e inizio a succhiare acqua fresca naturale.
“Bravo così piccolo” e mi accarezza ancora la testa.
Un tono così amorevole, quasi protettivo mi stupisce molto e improvvisamente inizio a sentire strane sensazioni.
Ho sempre desiderato un uomo che si prendesse cura di me e in qualche modo per un solo istante sento una strana attrazione nei confronti del mio aguzzino.
“NO” la mia voce interiore rimbomba nel silenzio e procede con un rapido flusso di pensieri:
“Smettila di lasciarti andare a strane sindromi di Stoccolma, quest’uomo ti ha rapito, violentato ed è un mostro. Mantieni la lucidità e tieni a mente l’obiettivo che da ora guiderà ogni tua azione e decisione: scappare”
“Dai ora vado” l’uomo interrompe il mio sproloquio mentale
“Verrò fra qualche ora a darti qualcosa da mangiare, ma prima magari verrà qualcun altro a farti visita” lo dice quasi ghignando.
“Goditi la tua permanenza” ride fragorosamente e prima di allontanarsi armeggia ancora con la mia bocca per rimettere il bavaglio al suo precedente posto e poi dopo essere tornato incapace di proferir parola oltre che di vedere alcunché sento una porta che si chiude e il rumore di una serratura che mi avverte che non solo sono legato, immobilizzato e privato della vista e della parola ma anche tenuto sotto chiave.
Realizzo di non conoscere nessuna informazione dello stronzo che mi ha appena usato con violenza per il suo piacere, essendo stato bendato per tutto il tempo non so nulla sul suo aspetto e sulla sua identità. “Il Sadico”. Così potrei chiamarlo, decisamente appropriato.
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-Fine seconda parte-
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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