Gay & Bisex
Il personal trainer _ cap 9
di Beat
18.01.2023 |
9.409 |
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"La tempesta spazzò via l'afa e l'alta pressione regalando un cielo azzurro come non si vedeva da mesi..."
Rimasi immobile e vidi Carlo, pietrificato e completamente zuppo, guardare in direzione di Antonio. L'imbarazzo fu palpabile e un lacrima scese lungo la mia guancia. Finalmente, dopo settimane, Carlo mi disse ciò che avrei voluto sentirmi dire da mesi se non da tutta una vita. Il croscio della pioggia riempì il silenzio carico di tensione poi Carlo mi guardò con gli occhi neri, profondi come abissi e lucidi di rabbia. Guardandomi scosse la testa e si voltò in direzione della rampa di scale.
D'istinto, feci un passo verso di lui e gli afferrai il polso, fermandolo. Carlo si irrigidì ma non si voltò verso di me, come anche io non mi voltai verso lui nel bagno del ristorante qualche ora prima.
Avrei voluto dirgli che non volevo andasse via, che lo avrei voluto con me. Avrei voluto dirgli che il dolore provato in quelle settimane fu quasi fisico e che, alcune sere, quel dolore fu insopportabile.
Avrei voluto dirgli che Antonio era lì per me, mentre lui era scappato da me. Avrei voluto dirgli tanto invece dalla mia bocca non uscì alcun suono e dopo alcuni secondi Carlo si divincoló dalla mia presa e corse per le scale del ballatoio fino alla strada.
Con gli occhi carichi di lacrime rientrai in casa dove Antonio, scuro in volto, stava allargando il collo della sua t-shirt per rimetterla addosso, con visibile rabbia.
"Antonio..." dissi in un tono supplichevole
"Non ho mai amato fare il supplente. Credo sia ora che io vada, Luca" rispose lui in tono autoritario che non ammise repliche. Mi avvicinai e dissi con un filo di voce "Resta, per favore" e lo abbracciai.
Antonio si irrigidí, rimase immobile mentre lo abbracciai, con la maglietta sui suoi avambracci. Sentii il suo petto peloso contro la mia guancia, poi si divincoló leggermente dal mio abbraccio.
Sorridendo, disse con la sua voce profonda e calda "ti salva il fatto che sei veramente bello e tenero" e, spostando la maglietta su un braccio solo, mi abbracciò a sua volta e mi baciò la fronte "ma credo ugualmente che sia meglio che vada" aggiunse in fine.
Guardai Antonio rivestirsi, guardai il suo bel petto coperto di folto pelo nero sparire coperto dalla maglietta. Avrei voluto ricominciare a baciarlo, riprendere da dove ci eravamo fermati per l'arrivo di Carlo.
Si infilò le scarpe, mi salutò con un altro abbraccio e sparí anche lui sotto la pioggia fitta che batté sui vetri della sala.
Rimasto solo pensai a Carlo completamente fradicio sull'uscio di casa mia, alle sue parole cariche di emozioni.
Poi pensai ad Antonio, alla sua collera, tornò il ricordo di lui nudo sotto la Via Lattea sdraiato e soddisfatto su una coperta a quadri che fu testimone dei nostri piaceri.
Seppi di dover prendere una decisione tra Carlo e Antonio.
La parte di me più emotiva urlò il nome di Carlo e del suo sguardo profondo come un pozzo.
La parte di me più razionale realizzò che Antonio fu sempre gentile e carico di attenzioni nei miei confronti, inoltre fu sempre presente per me.
Camminai lungo un corridoio buio dalle pareti lavorate in legno rischiarato solo da una spettrale luce bluastra, mentre intorno a me persone senza volto parlottavano in piccoli gruppi di due/tre individui.
Arrivato alla fine del corridoio, mi trovai in una grande sala illuminata dall'alto dalla stessa spettrale luce blu che arrivò da un lucernario. Al centro della sala troneggiava un ripiano rialzato al cui centro vidi la figura di Carlo in slip di pelle e circondato da figure senza volto che cercavano di toccare il suo corpo perfetto. Mi colpì lo sguardo freddo e duro di Carlo, uno sguardo che non gli apparteneva. Nella folla, cercai di urlare a Carlo che ero lì sperando si voltasse verso di me, ma dalla mia bocca non uscì alcun suono. Facendomi largo nella folla, arrivai quasi vicino alla pedana rialzata dove Carlo fu intento a guardare tutti in maniera fredda e distaccata mentre la folla cercò di toccare un brandello di quel corpo perfetto quando, sulla parte opposta della pedana fece il suo ingresso Antonio, anche lui in slip ma grigi ed un paio di stivali di pelle ai piedi. Antonio guardò la folla con il suo sguardo di ghiaccio e si avvicinò a Carlo con fare minaccioso.
Carlo, accortosi di non essere più solo sulla pedana e non più l'unico fulcro dell'attenzione generale, si diresse in direzione di Antonio con una rabbia in volto mai vista.
Scansai la folla e mi precipitai sulla pedana e mi posi tra i due uomini che si guardavano in cagnesco.
Li scrutai entrambi, e tutti e due guardarono me come ad aspettare un segnale.
Li guardai e poi dissi con sicurezza "vi voglio entrambi".
Sentii le labbra di Carlo poggiarsi sulle mie e quelle di Antonio sul mio collo, la lingua di Carlo entrò nella mia bocca e si avvinghiò alla mia mentre Antonio afferrò con la sua mano possente la mia natica e la strinse forte.
Fu la volta di Antonio di baciarmi sulle labbra mentre Carlo iniziò a spogliarmi, sentii le mani callose del mio amico togliermi i vestiti di dosso e la potente erezione di Antonio premere contro la mia.
In un attimo mi ritrovai completamente nudo in mezzo a quei due maschi muscolosi e pelosi, circondato da figure senza volto, quando Antonio parlò con la sua voce profonda "ci vuoi entrambi? Facci vedere quanto ci vuoi" e senza alcun preavviso prese la mia testa facendomi cadere sulle ginocchia e la porto contro il suo pacco di marmo che a stento riuscì a contenere il suo enorme cazzo. Carlo tirò fuori il suo pene duro come la roccia e lo avvicinò alle mie labbra ed Antonio mi ordinò "succhialo!".
Presi in bocca il cazzo di Carlo e inizia a coprire con le labbra la cappella e metà dell'asta. Antonio intanto si sfilò lo slip e, prontamente, afferrai il suo cazzo duro segandolo mentre la mia bocca fu riempita poco alla volta dal membro grosso e duro di Carlo. Tirai fuori il cazzo di Carlo dalla mia bocca e presi a leccare la cappella di Antonio, che mugugnò di piacere grazie alla mia bocca bramosa.
Alteranai per alcuni minuti i loro cazzi nella mia gola, poi Antonio si spostò alle mie spalle e prese a giocare con il mio culetto. Iniziò toccando le chiappe, baciandole e poi passò la sua lingua sul mio sfintere ripetutamente mentre venni scopato in gola da Carlo che, puntando le sue possenti gambe pelose, mise ancora più foga nello scoparmi la bocca.
La lingua di Antonio si fece più insistente sul mio sfintere anale e sentii il mio culo aprirsi a quel maschio abile. Mentre Carlo ormai stantuffó la mia bocca, Antonio si alzò e premette il suo cazzo largo contro il mio buco del culo. Sentii la sua cappella enorme premere e poi, senza alcun preavviso, entrò completamente dentro di me.
Il suo cazzo dentro di me mi tolse il respiro, non riuscii a muovermi intrappolato tra Carlo che mi scopò la gola e Antonio intento a scoparmi il culo.
Sentii un dolore lancinante al buco del culo mentre Antonio si mosse dentro e fuori di me, ma la cosa mi eccitò talmente tanto che inarcai ancora più la schiena mentre il cazzo di Carlo continuò a scoparmi la bocca e le mie labbra ormai anestetizzate da quel cazzo gigantesco.
Carlo si fermò, e disse ad Antonio " la troia è pronta per prendere anche il mio cazzo?". Antonio di tutta risposta uscì dal mio culo e mi sentii svuotato, si diede il cambio con Carlo e si chinò per guardami in faccia.
"Hai il culo di burro, sei la nostra troia ora" e baciò le mie labbra arrossate dalla sessione con il cazzo di Carlo.
Il mio ex personal trainer si posizionò dietro di me e mi penetrò non colpo solo. Sentii ogni cm del suo cazzo, ogni vena in rilievo. Sentii il suo pelo pubico strusciare contro il mio culo mentre il mio amico lo scopò con rabbia.
Antonio si alzò e penetrò la mia gola.
Dopo qualche minuto entrambi vennero copiosamente nei miei orefizi, riempiendoli abbondantemente. Carlo uscì dal mio corpo e si dileguò nella folla senza volto, Antonio uscì dalla mia bocca, raccolse con il pollice la goccia di sperma che ne uscì e disse con un ghigno" ti conviene averci entrambi?" allontanandosi anche lui dalla pedana e lasciandomi solo in balia della folla senza volto.
La tempesta spazzò via l'afa e l'alta pressione regalando un cielo azzurro come non si vedeva da mesi.
Il grande tiglio del giardino condominiale sembrò rifocillato dall'acqua caduta e pronto ad affrontare un'altra sessione di caldo torrido di quella estate infinita.
Il risveglio in quella mite giornata dopo la tempesta fu lento e frastornato dallo strano ed eccitante sogno su Antonio e Carlo.
Mi alzai con il cazzo durissimo chiuso nella stoffa delle mutande Calvin Klein, mi recai in cucina e inizia ad armeggiare con il caffè. Mi preparai ed uscii per schiarire la mente dagli eventi della notte precedente e capire con calma cosa fosse successo.
Chi avrei scelto? Carlo o Antonio? Il ragazzo desiderato e sfuggente o l'uomo incontrato per caso e presente?
L'assenza di Carlo dopo quella gloriosa notte insieme fu davvero dolorosa, una cicatrice nella mia psiche. Ne capii le motivazioni, il mio amico doveva fare i conti con una nuova parte di sé e fu sopraffatto dagli eventi.
Antonio, d'altro canto, rappresentò per me il desiderio appagato e l'appiglio, la boa a cui aggrapparmi quando mi persi nelle onde della nostalgia.
Avrei voluto, come nel mio sogno, non dover scegliere ed averli entrambi. Dormire sul petto peloso di entrambi, ricevere parole d'amore sussurrate dalla voce mascolina di entrambi.
Camminai per circa un'oretta per le vie del mio paese tra i turisti che si persero nei vari negozi delle vie del centro.
Arrivai al parco dinanzi casa di Carlo e ripensai a quella sera di qualche mese prima quando Carlo si finse il mio ragazzo e accadde quel bacio per errore.
Quando fui nei pressi di un grande ippocastano, vidi in lontananza Carlo a passeggio con Athena, bello come sempre ma con gli occhiali da sole. Il cuore iniziò a battermi all'impazzata in petto, non ero pronto a confrontarmi con lui dopo la notte precedente, dopo che i suoi occhi mi guardarono con quella rabbia. E se non avesse voluto nemmeno salutarmi?
Indugiai per circa un minuto mentre il mio amico si sedette su una panchina dandomi le spalle, poi presi coraggio e feci un passo nella sua direzione quando vidi arrivare Antonio e dirigersi verso Carlo.
D'istinto mi nascosi dietro al tronco del grande ippocastano, e osservando la scena ben nascosto.
Antonio si avvicinò a Carlo e gli tese la mano, l'altro la agguantò poi Antonio si sedette accanto a Carlo. Rimasi nascosto dietro l'albero paralizzato, domandando a me stesso cosa facessero quei due insieme e come mai si fossero dati appuntamento.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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