Gay & Bisex
Giuliano, la pioggia e l'uomo nero
di 4MORI
01.12.2011 |
11.800 |
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"Scoppiai a piangere, fui preda di un attacco isterico e degli infermieri si occuparono di me sedandomi, continuai a piangere e strillare ancora per qualche..."
Giuliano cantava.Cantava sotto la doccia.
Cantava la canzone di Rihanna.
Quella del fattaccio alla stazione centrale.
Rum bum bum rum bum bum, cosi cantava la pistola.
Cantava mentre l'acqua fumante scendeva sul suo corpo rendendo i muscoli lucidi ed ancora più guizzanti di quanto gia nn fossero, avevo sempre avuto una passione per quel fisico vicino alla perfezione assoluta, ognivolta che si andava a giocare al calcetto aspettavo con ansia il momento della doccia collettiva, mi piazzavo in posizione strategica per godermi lo spettacolo. Era naturale che dovessi dissimulare il mio interesse verso giuliano, non credo che i miei amici e compagni di gioco potessero condividere o comprendere, cosi, come al solito scherzavo con tutti e mi buttavo adosso litri di acqua gelida per placcare un erezione che si presentava violenta ed energica ogni volta che il suo pisello si mostrava ai miei occhi, in quel momento la fantasia mi si accendeva di mille pensieri e idee e l'erezione diventava un urgenza quasi vitale, solo l'acqua ghiacciata riusciva a spostare l'afflusso di sangue dal mio cazzo.
Giuliano si insaponava in mezzo al culo ed io mi immaginavo quanto sarebbe stato bello poter leccare quel buchino misterioso, celato da due chiappe maestose.
Giulianio schiacciava e tirava il suo uccello, lo scappellava con perizia per pulire ogni tratto di carne ed io pensavo che sarei stato molto piu efficace con la bocca, gli avrei potuto leccare tutto sino ai coglioni per lasciarlo pulito e limpido.
Giuliano mi guardo, si allaccio l'asciugamano in vita nascondendo i suoi gioielli usci dalla doccia ridendo per una battuta di Marco sui gay. nn faceva per niente ridere, ma io risi lo stesso.
Quando Marco spense le luci dello spogliatoio ci trovammo all'aperto con una pioggia fitta e pungente, cominciammo a correre ognuno verso le proprie macchine, io verso il mio scooter.
Giuliano saliva su di una mercedes grigia, alla guida la sua ragazza, Sabrina.
Mi stava veramente sul cazzo Sabrina, ero geloso di lei, ero geloso della sua passera che ogni notte poteva accogliere il cazzo di Giuliano, ero geloso delle due mani e della sua bocca che potevano dar piacere al cazzo di Giuliano.
Il cazzo di Giuliano era di 22cm, me lo disse un giorno lui. Una sera di un uscita con gli amici, ubriachi e fumati era uscito fuori il discorso della lunghezza dei nostri cazzi, il mio era di 15cm ma esagerai per strappare una reazione da giuliano, per capire se l'argomento lo interessasse dissi 25cm, ci fu una reazione. Le risate scomposte e anche troppo ilari di tutto il gruppo, Giuliano rise con gusto.
Salutai Giuliano e Sabrina mentre mi passavano al fianco, risposero alzando una mano e lasciandomi solo sotto la fastidiosa pioggia mentre cercavo di far partire il mio scooter. La mercedes imboccava la tangenziale ed io continuavo a pensare a Giuliano che si lavava l'uccello alla sua Sabrina ed al nn trascurabile problema di uno scooter che nn voleva saperne di accendersi.
La pioggia aumento e diminui piu volte, io mi riparai sotto una pensilina in attesa di un miglioramento meteo e di un miracolo motoristico per poter partire e tornare a casa, farmi un panino con prosciutto cotto, pomodoro ed origano, collegarmi su internet e farmi una sega in webcam.
Giuliano e Sabrina in quello stesso momento morivano.
RIusci ad avviare lo scooter dopo circa mezz'ora di tentativi, imboccai la tangenziale mentre la pioggia rendeva l'aria lucente, i fari delle macchine illuminavano il muro di acqua intermittente io cercavo di tenere la corsia e di nn farmi investire da macchine o camion, dopo 10 minuti di incubo bagnato iniziai a scorgere lampeggianti all'orizzonte. Un incidente pensai. I carabinieri con la paletta cercavano di far defluire gli automobilisti sfiniti e permettere il loro ritorno a casa, passai lentamente, nn certo una novità, per poter vedere cosa fosse successo, riconobbi all'istante la macchina di Sabrina, fermai lo scooter e con il cuore in gola mi lanciai verso la macchina rovesciata, senti un grossa mano che mi afferro per il collo, il padrone della mano m i chiese quali fossero le mie intenzioni.
E' la macchina di un mio amico, abbiamo giocato a calcetto neanche un ora fa. dissi quasi urlando. Il padrone della mano era un carabiniere allento la presa e poggio la mano sulla spalla, mi spiace disse abbassando gli occhi al suolo. scoppiai a piangere, fui preda di un attacco isterico e degli infermieri si occuparono di me sedandomi, continuai a piangere e strillare ancora per qualche minuto poi fu il silenzio della disperazione.
Giuliano stava immobile con gli occhi chiusi, il viso era tirato in una smorfia, nonostante l'intervento di uno specialista in ricomposizioni funebri nn erano riusciti a mascherare l'ultimo istante di paura. La chiesa era piena all'inverosimile, due giovani vite spezzate nel fiore degli anni sono un evento, una cerimonia a cui nessuno vuole sottrarsi, tranne io. Decisi di prendere lo scooter ed andare in riva al mare nella solita pinetta, covo di scambisti ed uomini in cerca di altri uomini.
Non riuscivo a levarmi dalla mente l'immagine di Giuliano che si strofinava il cazzo tra la schiuma e il rosso della sua capella. Era un pensiero fisso. Volevo urgentemente un surrogato, un modo per far rivivere Giuliano.
Il parrocco consegno ai fedeli un omelia piena di parole compassionevoli, di speranza e di rassegnazione. La chiamata di Dio, il suo volere, il corteo sino al cimitero avviene a bordo di due mercedes, come nell'ultimo viaggio, lo strazio dei parenti la tumulazione è bagnata da una pioggia simile a quella della notte dell'incidente, all'imbrunire le voci e le urla spariscono per trasferirsi nel dolore domestico. E' finita.
Arrivato alla spiaggia mi sedetti in contemplazione di un mare funesto," sta per piovere" pensai, nella pineta si muovevano ombre ad una trentina di metri da me una coppia di ragazzi si baciava e palpava, poi senti dei passi dietro di me mi girai ed un senegalese con un sorriso bianchissimo mi mostro la sua bacheca di ninnoli ed orologi.
- Ciao, amico vuoi comprare qualcosa, guarda orologio swatch, occhiale rayban, tutto bello.
- No grazie bello nn mi serve nulla. Davvero nn mi fregava nulla di quella robaccia.
- Guarda occhiale bello, ti faccio venti euro, ad altri lo faccio trenta.
- No son troppi 20euro. Non era certa mia intenzione spendere 20 euro per un barattolo con le lancette, ma a guardarlo bene quel grosso ragazzo di colore mi senti assalire da un desiderio, il cazzo stava iniziando a pulsare.
Allora gli dissi - senti io ti do 20 euro e non voglio l'orologio ne occhiale ne accendino- Gli fecci cenno di avvicinarsi per parlagli da piu vicino, lui si avvicino. - voglio il tuo cazzo- Il ragazzo salto in piedi e si girò per andarsene ma dopo due passi si fermo si volto e chiese - dove?-
Lo portai in una zona nascosta, mi inginnochiai davanti a lui senza che avesse neanche il tempo di poggiare il suo espositore di ninnoli, avevo voglia di quel cazzo subito,era un urgenza esistenziale, sollevai la tunica e ci infilai la testa ero a pochi centimetri dal suo rigonfiamento, l'odore di maschio era intenso, vissuto ma non sgradevole anzi alzo ancora di piu il mio livello di desiderio, gli scostai le mutande e intravidi al buio della tunica un notevole cazzo, un bellissimo cazzo, cominciai a baciarlo ad occhi chiusi per goderne meglio l'essenza ed il calore, poi con la lingua comincia a bagnarlo, il suo membro sino a quel momento moscio iniziava a dare segni di vita con lievi pulsazioni, era il momento di affondarmelo in bocca, lo scappelai e me lo infilai in bocca e con la lingua iniziai a vorticare attorno alla sua cappela e sul frenulo, ora la sua reazione era evidente le dimensioni del cazzo aumentavano velocemente e senza fine, in pochi secondi mi trovai in bocca una banana enorme, mi tolsi dalla bocca il cazzo e passai a leccare le palle e succhiare lo scroto , lui stava respirando sempre piu corto ed il cazzo aveva raggiunto dimensioni enormi, si sollevo la tunica di botto scoprendo finalmente il suo totem. Mamma se era bello!?! enorme, statuario, virile, un cazzo stupendo, mi rimisi in bocca il cazzo nel frattempo mi tirai fuori l'uccello dalle mutande che per poco nn scoppiavano e mi segai a ritmo con la mia bocca, anche con tutto l'impegno nn riuscivo a prenderlo tutto ma lui riusciva a riempirmi tutto sino alla gola, e se sino a quel momento avevo guidato io decise di prendere le redini in mano lui, mi afferro la testa ed inizio a scoparmi in bocca a ritmo sostenuto costringendomi piu volte a combattere il rigurgito, ma era bellissimo, come una droga, un giramento di testa, era lasciarsi andare e comandare da quel cazzo, poi si fermo un istante tiro fuori il cazzo e senti la sua sborra sul faccia, mi affrettai a rimetterlo in bocca per sentirlo venirmi dentro e nonostante i primi schizzi sulla faccia riusci a godermi parecchi caldi schizzi di sborra. Estrasse il cazzo dalla mia bocca esausto, mi guardava dall'alto sorridente e soddisfato, io mi stavo masturbando in cerca del meritato orgasmo,non ci impiegai molto a fertilizzare la terra con il mio seme inerte.
Lui si tiro su le mutande e mi saluto con un cenno del capo e si diresse verso la spiaggia , io mi alzai con le gambe ancora instabili per la violenta eiaculazione, cercai in tasca dei fazzoletti per pulirmi dal suo seme che si stava raggrumando sul mio viso, mi ricordai che avrei dovuto dare le 20euro al venditore ambulante, ma le tenni per me, meglio nella mia di tasca che nella sua.
Nella strada di ritorno a casa pensai a Giuliano, e mi misi a cantare....
"Oh mama, mama, mama, I just shot a man down in central station".
*** FINE ****
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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