Gay & Bisex
Casa libera
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04.12.2020 |
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"Nessun coprifuoco, nessun decreto, per chi come me non ha sempre la possibilità di poter ospitare mi potrà capire, la parola d’ordine era una e unica, ..."
Da sempre affascinato dalle storie e dalle esperienze che molti utenti raccontano quindi ho deciso di mettere per la prima volta nero su bianco un episodio che mi è accaduto circa tre mesi fa. Forse ciò che leggerete per alcuni non farà scalpore ma spero comunque di rendervi partecipi e se una sega ve la farete fatemelo sapere, è pur sempre un feedback positivo.Prima metà di Settembre, i miei genitori in vacanza e quindi casa libera. Nessun coprifuoco, nessun decreto, per chi come me non ha sempre la possibilità di poter ospitare mi potrà capire, la parola d’ordine era una e unica, VOGLIA DI CAZZO. Ovviamente data l'occasione e l’eccitazione che stava aumentando iniziai a bazzicare tra i vari profili cercando quello più consono e disponibile alla serata. Scambi di messaggi ma nulla di appagante, fin quando non decisi di scrivere ad una vecchia conoscenza virtuale. Il messaggio fu ben chiaro: “Ciao ho casa libera, stasera potresti venire? Il mio culo è a tua completa disposizione”.
Il ragazzo in questione, Davide (nome di fantasia), aveva 35 anni, bisex, alto, tonico, maschile e una bella dotazione, sempre ben apprezzata. Era da tempo che chattavamo e non avendo nessuno dei due possibilità di ospitare ci limitavamo alle sole fantasie; lettori cari e che fantasie, non definitemi superficiale ma una porcata ben scritta (anche grammaticalmente parlando) mi fa bagnare il culo. La risposta non tardò e ne fui felice:
“Ciao caro, conta sulla mia presenza, non posso confermare l’orario ma sicuramente dalle 22 in poi, ho una cena già programmata, ma l’ammazzacaffè verrò a prenderlo da te, direttamente dal tuo culo”.
Il mio buco pulsò al sol pensiero per non parlare dell’erezione che mi portai lungo tutto il pomeriggio. Come da abitudine, doccetta anale, con molta tranquillità e dedizione; desideravo quell’incontro da un pò, dovevo essere perfetto, “pulito dentro e bello fuori”. Fatte le 21 tutto era pronto, rimandai un messaggio per sapere l’orario e ricevetti subito risposta:
“Caro ti chiamo un attimo, ho un piccolo problema”.
Dopo il mio ok e un piccolo segno di sconforto il cellulare squillò:
“Davide dimmi tutto”.
“Caro la cena è quasi finita, però devo accompagnare un mio amico a casa, dato che non è di strada che ne dici se veniamo insieme per l’ammazzacaffè?”.
La risata di sottofondo presagiva un complotto erotico ben organizzato; la casa era libera, io pure, non restava che aprire le danze.
“Davide nessun problema, da quel poco che ti conosco sicuramente ci sarà un bel feeling anche con il tuo amico, ma com’è?”
“Perfetto, guarda veniamo e poi tu mi dirai se ti piace o meno, ma non ho dubbi al riguardo! Comunque ti ricordi l’ultima porcata che ci siamo raccontati?”.
“Si certo, al sol pensiero ho il cazzo di marmo”.
“Se riesci potremmo farla stasera”.
“Ci sto”.
“Per le 22 siamo da te, a dopo”.
Un fuoco, un calore che partiva dal buco e arrivava al cazzo, non sapevo neanche se stavo respirando o già ansimando dalla voglia, al sol pensiero di ciò che aveva in mente o meglio, di ciò che ci eravamo raccontati, un brivido mi percosse e più eccitato che mai mi misi all’opera.
Ore 22, l’ora X, l’ora del piacere e un messaggio mi avvertiva che erano giù casa; scesi sorridente e curioso di vedere il suo amico. La macchina era li, finestrino aperto, Davide sorridente col suo capello lungo; mi scopava con lo sguardo. Vicino, con aria più timida e meno sfacciata, eccolo, era Marco, stessa età, leggermente più basso da quel che si poteva capire, mediterraneo; Davide aveva giocato bene le sue carte.
“Parcheggiate e salite”.
Con un sorriso confermai la piacevole sorpresa e poco dopo entrammo in casa.
Dopo due giri di limoncello e convenevoli vari, che tanto convenevoli non furono, decidemmo di uscire fuori al terrazzo a fumare una sigaretta. Davide mi mangiava con gli occhi, ogni occasione era buona per mettermi una mano in vita o sul culo in maniera falsamente distratta. Marco era notevolmente più a suo agio, scherzava e non mancavano le risate per rendere il tutto più spensierato, la loro complicità era di aiuto.
“L’hai girata?”.
Davide prese la palla al balzo durante un piccolo momento di silenzio; annuii compiacente e andai a prendere la protagonista della nostra ultima chiacchierata; tornai con una canna già pronta e la passai a Davide invitandolo ad accenderla, da buon padrone di casa. Ce la passavamo come vecchi compagni gioco, ciò che a breve saremmo diventati; le battute continuavano ma con un grado di equivocità tale da rendere il tutto più piccante.
“Te la passo o ti imbocco io?”.
Davide col braccio teso mi invitava a fare un tiro, più mi avvicinavo più lo ritraeva ritrovandomi incollato a lui. Mi posò la canna sulle labbra, espirai a pochi centimetri dal suo volto, mi guardava mordendosi il labbro inferiore; Marco si appoggiò dietro di me e allungò il suo mento sul lato del mio collo acclamando il suo turno, fece un tiro e cacciò il fumo baciando la mia pelle, ebbi un brivido e sospirai, Marco mi strinse da dietro facendomi sentire la sua voglia di possedermi, premendo il suo ventre sul solco del mio culo. Davide, eccitato dalla scena, fece un tiro lunghissimo, come Marco, mi strinse premendo la sua dotazione sul mio cazzo ed espirò sulle mie labbra. L’eccitazione era tanta, la scena era iconica, la mente volava su pianeti perversi; sentivo i loro pacchi stringermi addosso, ci desideravamo, avevo voglia di esaudire tutti i loro piaceri, di soddisfarli; Davide si accorse della mia eccitazione e mi piantò la lingua in bocca, intanto Marco spingeva sempre di più facendomi percepire bene cosa aveva tra le gambe, mi divorava il collo. Non c’era bisogno di parole, i nostri sospiri scandivano il tempo; mi liberai dalle loro prese, era il momento; feci un ultimo tiro e invitai loro a finirla per poi raggiungermi in camera. Entrai e mi spogliai velocemente; l’idea di farmi trovare pronto alla mercé dei miei due uomini mi eccitava da morire, luce soffusa, li sentivo arrivare, era il momento di iniziare le danze; pronto a pecora sul letto.
La porta si aprí e sentii i loro apprezzamenti sul mio culo che non chiedeva altro di essere soddisfatto, poche parole, non era più necessario parlare, si spogliarono e si avvicinarono. Mi accarezzavano, mi toccavano, si bagnavano le dita per inumidire il mio buco; Marco prese l’iniziativa, si abbassò e iniziò a leccare con estrema maestria il mio culo, dandomi qualche schiaffo sulle natiche per sentirmi ansimare, il buco iniziò a bagnarsi a colpi lingua; Davide, eccitato dalla presa di posizione del suo caro amico, si avvicinò avanti offrendomi il suo cazzo, aprii la bocca per gustarmi quel palo che da tempo desideravo, ma il mio uomo giocò di anticipo e mi piantò il cazzo in bocca. Ancora una volta in mezzo, Marco mi divorava il culo, Davide mi scopava la gola. Scesi dal letto e invitai entrambi a offrirmi i loro cazzi da succhiare, quello di Davide lo conoscevo bene, un bel pisello proporzionato, possente, con due bei coglioni che ti dicevano leccaci; Marco in lunghezza era leggermente meno dotato, ma era largo con una cappella grossa e invitante. I due cazzi ora svettavano sul mio volto, li afferrai ma non mi dedicai subito alle loro aste; imboccai coglioni di Marco che sobbalzò dal piacere, mentre segavo il cazzo di Davide, i loro lamenti confermavano il piacere che gli stavo dando; come una pallina da Ping pong le mia labbra passavano dalla cappella di Davide al cazzo di Marco, succhiavo separatamente o prendevo i due cazzi insieme. I miei due ospiti stavano apprezzando, ma era ancora l’inizio, mi sdraiai sul letto, pancia in sù, allargai le gambe e questa volta offrii il mio buco a Davide che leccò con grande maestria, impugnai il cazzo di Marco e lo invitai a mettermelo in bocca e data la posizione potevo prenderlo tutto facendogli un pompino di gola, lacrimavo ma godevo nel far sparire il suo pisello in gola e sentire le sue palle in faccia; i due amici si alternavano godendo con la mia gola. La stanza ormai era pregna dei nostri odori, odore di ormoni, sudore di due maschi eccitati e di una troia che ora desiderava solo essere sottomessa a colpi di minchia, il mio culo ormai chiedeva solo cazzo ed era pronto ad accoglierli. Mi misi nuovamente a pecora, così come mi avevano trovato, da brava troia li implorai di scoparmi e di rompermi il buco, volevo essere posseduto; Marco, messo un preservativo, puntò il suo cazzo che non trovò difficolta ad entrare, il mio culo bagnato si aprì in segno di devozione al Santo Pisello, diede due colpi d’assist e capita la mia voglia, iniziò a fottermi il culo facendomi urlare di piacere. Il nostro Marco ci sapeva fare, colpi profondi e forti, lento, veloce, usciva, sputava sul buco spanato e rientrava, era un mix di piacere; Davide mi dava della troia, aveva un cazzo ancora più grosso, forse eccitato da ciò che vedeva, me lo fece pompare e mi allargava le chiappe per facilitare la penetrazione. Non mancavano sputi sul mio orifizio anche se bagnato com’era, si entrava ormai facilmente. Marco uscì dando il cambio all’amico che mi guardava con fare sicuro pronto a gustarsi il suo bocconcino, Davide conosceva buona parte delle mie fantasie e da bravo toro non deluse le mie aspettative; un sonoro schiaffo sul culo, si sputò sulla mano per lubrificare il buco, mi afferrò per i capelli e mi scaraventò il suo palo rovente nelle viscere. Non riuscivo a parlare, sospiri smorzati dal cazzo che entrava e usciva aprendomi paurosamente, notavo solo Marco che complice, sghignazzava nel vedermi soggiogato dalla furia di Davide; i due amici si passavano il mio culo come il loro giocattolo preferito, cambiando spesso posizione. Sarà stata la canna, o l’affinità che si era creata, non so dirvi, ma in quel momento la mia mente, il mio corpo chiedeva di più; feci sdraiare Marco e mi impalai iniziando a saltellare sul suo membro, guardai Davide in maniera complice e subito afferrò il mio volere sorridendo. Davide mi abbassò leggermente, si lubrificò il pisello e iniziò ad entrare nel mio buco già occupato da Marco, i miei umori facilitarono il suo ingresso e dopo un primo leggerissimo dolore, fui invaso da un’eccitazione mai provata prima. Davide e Marco si mossero in sincronia, probabilmente non era la prima volta che giocavano insieme. Ero in estasi, col culo aperto con due cazzi che mi sfondavano, i due amici avevano trovato pane per i loro denti e complici, davano colpi sempre ben precisi facendomi urlare dal piacere, iniziai a dimenare il culo che sbrodolava bagnando il pisello di Marco che stava sotto. Urlavo, chiedevo cazzo, mi sentivo troia e mi piaceva, volevo soddisfarli; eccitati dai miei lamenti, i due uomini ci davano dentro toccando punti che mi facevano sobbalzare, amavano vedermi sottomesso e affondavano per aprirmi il più possibile. Eravamo al limite tutti e tre dovevamo venire, dopo gli ultimi colpi violenti, uscirono dal mio culo e dopo essersi tolti i preservativi mi fecero inginocchiare con la bocca aperta; erano dannatamente belli, rossi in viso, cazzi golfi e palle che vibravano al ritmo delle loro seghe. Iniziai a toccarmi e con la lingua di fuori aspettavo la suora che non tardò ad arrivare, Davide punto la sua cappella sulla mia bocca, dopo un urlo di piacere arrivò e un primo schizzo mi rigò il viso per poi riempirmi la bocca, Marco si avvicinò subito dopo arrivando abbondantemente facendo colare sperma sulle guance. Pieno dei loro semi, venni anche io, schizzando come non mai.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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