Gay & Bisex
Capodanno a Saturnia
di Ultralogos
02.10.2016 |
9.926 |
11
"“Mamma che scopata memorabile” penso tra me e me quando Dimitri mi gira la testa e mi bacia spingendo la lingua nella mia bocca..."
L’anno scorso parlando col mio amico Gianni su come avremmo potuto passare il capodanno, stufi di cenoni e discoteche affollatissime e carissime, ci venne l’idea di andarcene qualche giorno dalle parti di Saturnia in qualche agriturismo.L’idea era di farci un giro per mercatini paesani e bagni caldi alle cascate poco distanti.
Detto fatto ci mettemmo a cercare un agriturismo vicino sia alle terme, sia ad un paese che conoscevo, Semproniano, dove sapevo che, per le feste, il paese si sarebbe animato di turisti e bancarelle natalizie.
Partenza il 30 pomeriggio da Roma per quello che più che un viaggio è stata una bella passeggiata, con Gianni erano un paio di settimane che, presi dal lavoro, non ci sentivamo e così, tra una chiacchiera e una sigaretta, due ore passarono veramente in fretta.
Arrivati in agriturismo rimanemmo sorpresi dal posto, avevamo visto le foto, ma a differenza della maggior parte dei posti dove ero stato, dove le foto erano fatte da professionisti che mettevano in risalto solo le parti più belle tralasciando le altre, qui sembrava l’esatto contrario; la struttura e la campagna circostante erano decisamente più belli delle foto che erano state pubblicate. Chiacchierando di questo e facendo i complimenti ai proprietari dell’azienda, ci siamo avvicinati alla nostra camera a posare i bagagli.
La camera era accogliente seppure non grandissima, ma la cosa non aveva importanza, l’avremo usata solo per dormire. L’unico letto matrimoniale non ci creava imbarazzo, con Gianni eravamo amici da una vita e non era certo la prima volta che dormivamo insieme.
Dopo cena ci siamo fermati a chiacchierare con gli altri ospiti dell’agriturismo e tra una sigaretta e qualche bicchierino di grappa, la serata è passata piacevolmente.
La mattina appena svegli siamo scesi per il caffè e subito ce ne siamo andati a Saturnia a fare un giro. Cercavamo anche un’enoteca per prendere un paio di bottiglie di prosecco per la serata. Avevamo deciso che avremmo cenato con gli altri ospiti dell’agriturismo per poi andarcene alle terme ad aspettare la mezzanotte a mollo coccolati doppiamente dall’acqua calda e dal prosecco ghiacciato he he he.
La cena è stata veramente ottima così come il chianti che aveva accompagnato le portate a base di cinghiale, verso le 11 ci siamo congedati e ci siamo infilati in macchina per raggiungere le terme. Per fortuna eravamo vicinissimi e bastavano 5 minuti, non eravamo ubriachi, ma sicuramente il vino si faceva sentire.
Pensavamo di aver avuto un’idea originale…. Ma de che… c’era il mondo intero con le chiappe a mollo nell’acqua calda. Le vasche sotto la cascata erano un delirio di gente e ragazzini, così siamo risaliti sperando di trovare un po’ di spazio nelle pozze che il Gorello, il torrente che alimenta le cascate, crea lungo il suo percorso. Niente. Era tutto pieno!
La rabbia ci stava salendo quando ad un certo punto vediamo una delle pozze dove c’erano tre ragazzi della nostra età che, magari un po’ a forza, ma avrebbe potuto accogliere anche noi.
Mi faccio coraggio e: “Ciao ragazzi, tutto bene? Se ci fate spazio dividiamo il prosecco e a mezzanotte brindiamo tutti insieme”
I tre ci squadrano e parlottano un attimo tra loro, poi, viste le due bottiglie uno dei tre mi fa “ma sì, come si dice a Roma? Più semo, mejo stamo” e si mettono a ridere.
Contenti ci spogliamo e, infreddoliti a bestia, ci siamo calati nella pozza profonda un paio di metri dove l’acqua calda ci ha regalato una bellissima sensazione . I tre si sono presentati, Marco, Giulio e Dimitri, ed abbiamo scoperto che erano poco più grandi di noi e che a differenza nostra non erano turisti, ma abitavano in un paese lì vicino.
Tra una chiacchiera e l’altra ci siamo lasciati trastullare dall’acqua calda che, complice la corrente, che in quella piccola vasca era particolarmente forte, ci faceva una sorta di idromassaggio molto piacevole.
Ci accorgiamo dell’avvicinarsi della mezzanotte perché il vociare degli altri ospiti delle pozze si fece sempre più forte, finchè iniziarono a sentirsi i fuochi d’artificio che venivano dal paese.
Stappiamo le bottiglie e ci attacchiamo tutti e cinque brindando come se ci conoscessimo da sempre. Alla fine, pensavo tra me e me, eravamo stati fortunati ad incontrarli, erano ragazzi simpatici e avevano dato un po’ di vivacità alla serata col lo spirito goliardico che spesso i toscani anno come dote.
Finiti i brindisi mi sentivo veramente bene, il vino a cena, l’acqua calda, il prosecco, mi avevano messo in uno stato di relax davvero piacevole. Oddio mi sentivo un po’ sbronzo, ma nell’insieme stavo proprio bene.
Passato un po’ di tempo, il tono delle voci intorno si era quasi del tutto quietato, anche noi dentro la vasca eravamo in una sorta di stato catatonico, però a un certo punto sento che Giulio, uno dei tre che ci aveva ospitato nella pozza, muovendosi, aveva strusciato per un istante il pacco sulla mia gamba. Boh, penso, sarà un caso. Passa qualche minuto e ancora.
Panico. Che sta succedendo? E ancora sento il pacco di Giulio, che stavolta si sofferma più a lungo sulla mia gamba. Non avevo il coraggio di girarmi e chiedergli spiegazioni. Oltretutto la cosa mi stava facendo eccitare. L’alcol decisamente aveva le sue colpe. Conto i battiti del cuore che si è messo a correre e sento di nuovo il pacco che stavolta preme e si accarezza sulla mia gamba. Sento Giulio muoversi ancora e una mano mi prende l’uccello duro. Ero paralizzato, una cosa del genere non mi era mai accaduta prima. Si avvicina al mio orecchio e strizzandomi l’uccello duro mi sussurra:
“Lo sapevo che ti piaceva puttanella”
Ero inebetito dal vino e dalla situazione, terrorizzato dal fatto che a nemmeno un metro c’era Gianni che nulla sapeva delle mie tendenze omo e mentre nella testa avevo mille pensieri Giulio inizia ad accarezzarmi l’interno coscia e a salire la pancia fino ai capezzoli.
Mi esce un sospiro di piacere e lui che ancora non si era scostato da vicino al mio orecchio:
“bene, sono contento che ti piace, vedrai che questo capodanno te lo ricordi per parecchio”
Tra me e me non sapevo più che fare. Da una parte mi sarei girato per ficcargli la lingua in gola e godermi una bella limonata con quel ragazzo tanto sfacciato quanto arrapante, dall’altra ero spaventato dalla presenza di Gianni e degli altri che non sapevo che parte avessero nel gioco.
Mi guardo un po’ intorno e sembrava che gli altri stessero dormendo e intanto che tentavo di capire il da farsi sento un mano che si infila nel costume e mi strizza una chiappa! Oddio e mo’?
La lingua di Giulio si insinua dietro un orecchio e mi lecca lascivamente, ancora un sospiro di piacere, mi morde il lobo e ancora un sospiro e intanto che mi godo quel trattamento sento che la mano scivola nel solco e raggiunge la mia fessura. Sospiro profondamente e tento di scansarmi, ma con l’altra mano mi cinge da dietro e mi tiene fermo:
“Dai non ti spostare, vedrai che ci divertiamo, gli altri stanno dormendo, abbiamo campo libero”
e così dicendo comincia a massaggiarmi il buco.
Mi piaceva. Cazzo quanto mi piaceva. Quel bastardello mi stava facendo un servizietto che mai avrei immaginato di poter gradire. Continuava a girare lentamente intorno al buco a volte spingendo un po’ a volte sfiorandolo appena. Ero cotto. Ormai anche io accompagnavo i suoi movimenti con lenti ondeggiamenti del bacino. Avevo il cazzo di marmo e anche se era ancora dentro il costume, quel servizio mi stava facendo godere come un riccio. All’improvviso riprende a leccarmi dietro l’orecchio e mentre mi morde un lobo un po’ più forte del solito, spinge ed entra con due dita in me. Non faccio in tempo ad urlare che lui già mi aveva tappato la bocca con la mano libera. Si ferma con le dita dentro e dopo qualche istante, che evidentemente ha aspettato per farmi abituare, riprende il massaggio, ma stavolta da dentro!
Ero fuori di testa, mi sentivo la pelle sensibilissima e ricettiva, stavo godendo con quelle cazzo di dita nel culo e se solo mi fossi sfiorato l’uccello sarei venuto all’istante.
Quel ragazzo davvero ci sapeva fare, complice l’acqua calda e il vino, mi stava allargando come una mignotta da bordello.
Si muove ancora e mi si piazza dietro, intanto le dita erano diventate tre, ormai poteva fare quello che voleva, ero fuso, volevo solo continuare a godere. Sento che si abbassa il costume e il suo uccello mi si pianta sulla schiena. Toglie le dita e scansa il mio costume senza toglierlo, sento il suo uccello che bussa per entrare in me, ma, nonostante il walzer che le sue dita avevano ballato intorno e dentro il mio buco, non riesce ad entrare facilmente. L’acqua decisamente non è un buon lubrificante, ma piano piano si fa più ardito e la mia voglia di farlo entrare era tanto grande che dopo qualche spinta eravamo intimamente uniti.
Giulio si è staccato dal bordo dove si teneva e per non affondare si è completamente attaccato a me. Ero imprigionato dalle sue braccia che passando sotto le ascelle mi avevano arpionato. Di contro io ero aggrappato al bordo della pozza e, dovendo sostenere il peso di entrambi, non potevo staccarmi con una mano per dare un po’ di sollievo anche al mio uccello che, se avesse potuto, avrebbe urlato il suo desiderio di attenzione.
Intanto Giulio mi scopava con una lentezza esasperante, avanti, indietro, si fermava e roteava il bacino quasi a voler allargare il buco che davvero ormai non aveva bisogno, poi ricominciava l’andirivieni, lento e profondo mentre con la lingua mi leccava il collo e dietro le orecchie. Stavo godendo e nonostante tentassi in ogni modo di sopprimere ogni istinto, ogni tanto mi usciva un lamento a testimonianza di quanto mi stava facendo godere. Non so da quanto mi stava scopando, ormai avevo chiuso gli occhi e staccato il cervello, fatto sta che a un certo punto sento lui che mi stringe più forte, mi pianta il cazzo tanto in fondo che pensavo volesse far spazio anche alle palle e mentre emette un lungo sospiro, percepisco le pulsazioni del suo cazzo che evidentemente stava … piangendo di gioia….
Allenta un po’ la presa mentre continua a leccarmi e a mangiarmi l’orecchio e si riattacca al bordo della pozza. Alleggerito dal suo peso, stacco una mano per dare soddisfazione anche al mio amichetto nel costume, ma lui mi blocca il braccio: “Aspetta a venire, ormai sei in ballo, fai godere anche il mio amico Marco”
Ancora una volta ero senza parole. Mi aveva scambiato per una battona svuota palle? Pochi istanti durante i quali il mio cervello, rallentato dall’alcol e dal godimento, stava pensando al da farsi e Giulio si scansa per fare posto a Marco. In un istante è entrato in me. Il godimento e la sborra di Giulio mi avevano reso tanto accogliente da permettergli un ingresso senza nessuna difficoltà o sforzo. Il cazzo di Marco lo percepivo simile a quello di Giulio nelle dimensioni, ma mi provocava una sensazione diversa. Probabilmente era molto curvato perché mi strusciava sulla prostata al punto da percepirlo distintamente. Mi piaceva anche questo.
Anche Marco si stacca dal bordo, mi arpiona con le braccia e, come il suo amico, inizia una lenta scopata che in poco mi porta dinuovo in uno stato di trance. Con una mano mi gira la testa e mi pianta la lingua in gola, che bello, anche lui ci sapeva davvero fare, insinua completamente la lingua nel palato quasi a chiedermi di succhiargliela e così feci, inebriato dal modo con cui questi due ragazzi erano riusciti a portarmi a tanto addirittura senza chiedermelo. Non riuscivo a pensare, ero completamente immerso in uno stato di godimento diffuso, l’acqua calda, la morbida lingua che stavo succhiando, il suo uccello duro che mi faceva un lento massaggio alla prostata. Potevo stare meglio solo se avessi potuto prendermi cura del mio cazzo che ormai mi chiedeva prepotentemente di sfogarsi.
Ancora una volta mi sento preso con maggior vigore e sento dinuovo il momentaneo ospite del mio culo preda di spasmi, segno evidente che stava sborrando. E non la finiva più! Se ogni contrazione fosse stata uno schizzo, mi avrebbe allagato le viscere!!!
“Grazie, hai un culo accogliente e caldissimo, sei stato un nido eccezionale per il mio uccello, ma adesso non segarti, ormai hai fatto 30…. Fai godere anche Dimitri, vedrai che non te ne pentirai”
E dinuovo non sapevo che fare, ma ormai ero rassegnato a fare la puttana di questi tre favolosi bastardi. Aveva avuto ragione Giulio quando, all’inizio, mi aveva detto che mi sarei ricordato di questo capodanno.
Marco cede il posto a Dimitri che senza aspettare tanto mi massaggia appena il buco, quasi a saggiarne la consistenza e anche lui punta la meta e inizia a spingere.
Ma quanto è grosso? Non riusciva ad entrare tanto era largo. Mi piazza una mano sulla bocca e con una spinta violenta mi sfonda!
“Scusa Andrea, ma meglio togliersi il dente con un colpo veloce, se avessi fatto con calma, ti passava la voglia”
E col cazzo piantato in fondo al mio culo mi da il tempo di riprendere fiato.
“Vedrai che alla fine saprò farti provare sensazioni che non avresti pensato mai di poter provare”
La sua voce era bassa, cavernosa, calma, quasi ipnotica, mi sono limitato ad annuire e lui, sempre fermo piantato in fondo al mio culo, mi abbraccia stretto e con una mano inizia ad accarezzarmi tutto soffermandosi sui capezzoli. Il dolore era passato e mi sentivo pieno ed eccitato. Il cazzo era grosso e sentivo l’anello contratto.
Inizia a baciarmi il collo fino ad arrivare ad un orecchio che prende completamente in bocca facendo roteare la lingua all’interno. Sospiro per il piacere che mi provoca e subito si ritrae per affondare un po’. Non era ancora una cosa agevole ma non mi faceva più male. Continua a leccarmi l’orecchio e con le dita mi stuzzica i capezzoli, mi stava facendo godere e quasi come se il mio corpo prendesse autonomamente l’iniziativa, inizio a roteare il bacino imperniato sulla colossale mazza di Dimitri.
“Finalmente, adesso fammi godere”
Mi sussurra in un orecchio con la sua voce da demone. Ero stranamente eccitato. Eccitato di essere una puttana sfondata? Eccitato dall’essere riuscito ad accettare quella che senza che l’avessi mai vista sembrava una mazza da cavallo? Che mi stava succedendo?
Intanto che pensavo questo il mio corpo autonomamente ha iniziato a roteare alternando un avanti indietro sempre più spinto. Mi stavo scopando da solo. Non potevo credere che quella che era iniziata come la passiva accettazione di maschi che volevano, probabilmente, solo un nido caldo dove soddisfare i propri uccelli, si era trasformata nella volontà di una femmina in calore desiderosa di soddisfare il maschio. Non ero io. O forse si, ma non ne avevo avuto coscienza prima d’ora.
Pensieri, ancora pensieri e intanto stavo godendo. Una mano di Dimitri mi blocca:
“Calma, adesso che hai preso confidenza col mio fratellino lascia fare a me e pensa solo a godere”
Spinge l’uccello fino in fondo, si ferma e lo esce.
Solo un istante e dinuovo è dentro.
Ancora fuori.
Mi manca il fiato.
Ancora fino in fondo, lento.
Inesorabile.
Rotea il bacino e, se possibile, mi allarga ancora di più.
Esce e rientra.
Con una mano si regge sulla spalla, con l’altra si aggrappa su una gamba, all’inguine, sempre ignorando il mio cazzo. Inizia a scoparmi più velocemente e a me inizia a girare la testa. Mi lecca il collo e mentre aumenta il ritmo della scopata mi morde lì dove il collo incontra la schiena.
Forte.
Tremo.
Godo.
Il culo si contrae sul suo uccello in una spasmodica serie di pulsazioni.
Sborro.
Sento una mano che mi tappa la bocca. Sono disconnesso dalla realtà. Probabilmente stavo rendendo partecipe il mondo del mio godimento, ma non ne avevo cognizione.
Buio.
Cinque. Dieci. Quindici secondi.
Non lo so.
Lentamente torno sulla terra e Dimitri è sempre con i denti e con la mazza affondati nella mia carne e la mano a tapparmi la bocca.
Si accorge che ero tornato sulla terra e stacca i denti per sussurrarmi:
“Bravo, mi piace una puttanella che sa come godere e far godere”
Quelle parole mi rendevano orgoglioso, mi riempivano, dovevo far godere anche lui. Mi aveva donato l’orgasmo più intenso della mia vita. Anzi l’unico, perché a confronto quelli provati fino a quel momento non si potevano definire orgarmi.
Ricomincio a darmi da fare sulla sua verga, ma dinuovo mi ferma.
“Ci penso io”
Bisbiglia. Allargo un po’ le gambe in segno di disponibilità e lui ricomincia il suo andirivieni. A momenti più lento, altri veloce. Un treno. Mi sbatte come un toro finchè mi pianta le unghie sulla spalla e con un filo di voce mi sussurra
“Ti metto incinta”
Sento il cazzo che pulsa e Dimitri che mi stringe a se.
“Mamma che scopata memorabile” penso tra me e me quando Dimitri mi gira la testa e mi bacia spingendo la lingua nella mia bocca. Un bacio lento a cui rispondo con gratitudine.
Gratitudine. Sì gratitudine perché questo ragazzo mi ha fatto provare sensazioni incredibili.
Si stacca dalla mia bocca, ma non dal mio culo e mi dice
“Ragazzino sei una bomba, non ero mai riuscito a fare l’amore come stasera, le dimensioni, che tutti ambiscono, sono un problema perché fanno male. Ma stasera, con te, sono arrivato a godere come mai prima. Adesso però bisogna fare un po’ di pulizia, nel tuo giardino abbiamo piantato il seme in tre, ci penso io a lavare”
Ero imbambolato a quelle parole. Si può amare una persona appena conosciuta? Non lo so, ma so per certo che stavo bene e se avesse voluto sarei stato pronto a ricominciare immediatamente. Ma che significava che doveva fare pulizia?
Non ho fatto in tempo a pensarlo che mi sento il ventre che si stava gonfiando! Sempre di più! Mi stavo agitando non capendo che stesse succedendo.
Dimitri, accortosi del mio smarrimento: “Tranquillo, ti avevo detto che avrei fatto pulizia e con l’occasione ti faccio mio con la mia urina”
Mi stava pisciando dentro.
Toglie il cazzo e solleticandomi con un dito mi fa svuotare. Rimette il cazzo dentro e mi riempie dinuovo e lascia il cazzo dentro.
Ma che sta succedendo? Ero sempre il ragazzo timido che si faceva mille seghe per ogni stupida situazione? Un po’ d’alcol era bastato a farmi scopare da tre ragazzi diversi praticamente sconosciuti e addirittura farmi pisciare dentro? Chi ero?
Le labbra di Dimitri si impossessano della mia bocca e mentre ero ancora pieno della sua urina ricomincia a scoparmi.
Era troppo. Una sensazione stranissima.
No, cazzo, mi sale dinuovo.
Ricomincio a tremare e ancora una scarica di contrazioni dal mio culo e dal mio cazzo sanciscono un altro orgasmo stratosferico.
Torno sulla terra e incrocio gli occhi di Dimitri davanti ai miei che mi guardano soddisfatti.
Ero distrutto. Soddisfatto. Svuotato da ogni tensione. Mi sentivo liquido come l’acqua in cui ero immerso. Stavo Bene.
Lentamente Dimitri esce da me e, come poco prima, con un dito mi stimola per liberarmi della sua urina.
“Sei una bomba”
“E tu sei un toro, grazie. Mi hai aperto un mondo. Oltre che mi hai aperto il culo”
E tutti e due ci mettiamo rumorosamente a ridere come due matti.
Si sveglia Gianni, si sgranchisce un po’ e da un’occhiata al suo orologio impermeabile.
“Cazzo Andre’, si sono fatte le tre e mezza, che dici ce ne torniamo in agriturismo?”
Guardo Dimitri e prima di me risponde
“Ma si dai, svegliamo pure quei due rincoglioniti di Marco e Giulio e leviamo le tende”
Lentamente usciamo uno dopo l’altro dall’acqua calda e il freddo pungente della campagna toscana ci raffredda in un istante. Ci asciughiamo in fretta e ancora più un fretta ci rivestiamo congedandoci dai nostri nuovi amici maremmani.
In macchina sono silenzioso. La serata era stata incredibile ma, a dispetto di quello che era successo, la mia timidezza mi aveva impedito di chiedere un contatto a Dimitri. Quanto mi sarebbe piaciuto rivederlo. Ma probabilmente per lui ero stato solo un fuoco d’artificio nella notte di S. Silvestro. Effimero.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore.
Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.