Gay & Bisex
ATTENTI A QUEI DUE - UNO
di Marisa200
14.10.2017 |
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"Cominciai a lavorarmelo felice di poterlo finalmente avere..."
Ero quasi sicuro che mi stavo andando a ficcare in un pasticcio ma l’idea era troppo eccitante.Il suo “nickname” era “framartinocampanaro” e la sua scheda lo indicava come un cinquantenne.
La conversazione fu molto piacevole e capii anche che era dotato di una certa cultura. Si qualificò come sessualmente versatile e io gli dissi della mia passività e che – se lo avesse voluto – ero disponibile al travestimento. Mi resi conto che, abilmente, mi aveva portato a discutere delle sue “passioni” e allora gli raccontai della mia fantasia del cinema porno. Volle conoscerla nei dettagli e io gliela raccontai. Da molto tempo stavo pensando di farmi accompagnare in un cinema porno indossando intimo femminile e coperto da un impermeabile che nascondesse il mio travestimento. Mi eccitava l'idea dello scompiglio che avrebbe portato la cosa, una volta che qualcuno della fauna che – solitamente – frequenta quel tipo di cinema- lo avesse scoperto.
L'idea lo entusiasmò e ne facemmo l'oggetto della nostra chattata. Mi resi conto che avevo finalmente trovato qualcuno che intendeva l'erotismo esattamente come lo intendevo io. Era veramente bravissimo nel comunicare le sue sensazioni e dopo un paio d’ore di chat mi trovai fradicio tra le cosce.
Gli lasciai la mia mail, convinto che non l’avrei mai più risentito e ci salutammo.
Mi sbagliavo.
Prima di addormentarmi, controllai la casella postale. C'era già una sua mail che conteneva solo una foto: quella del suo uccello!
Non era duro, certo ma se ne intravvedevano le ...ehm ...potenzialità.
Per farla breve cominciò quella che io definirei una ...relazione amorosa epistolare. Era tutto virtuale, si ma la sintonia che riuscivamo a stabilire durante le nostre conversazioni era una cosa rarissima e solitamente terminavamo i nostri “incontri” con delle seghe mostruose e (almeno per me) sfiancanti.
Mi piaceva come riusciva a dominarmi alternando realismo e raffinata “sporcaccionaggione” fantasiosa. La cosa che più mi piaceva in lui era che riusciva ad eccitarmi anche quando mi costringeva solamente al ruolo di uomo passivo, voglio dire, anche senza farmi “idealmente” travestire. Certo il massimo era quando riusciva a trasformarmi nella “sua” donna. Chattando con lui, a volte, avevo l'impressione che “stesse aspettando pazientemente che finissi di lavare i piatti per portarmi a letto a fare la puttana. D'accordo era tutto virtuale ma la cura che metteva nei dettagli, nella scelta dei vestiti, del trucco e di ciò che serviva a farmi entrare nel personaggio, era sempre da ….. ansiolitico.
Un giorno, dopo tanto chattare, mi propose di incontrarci e, non senza una certa apprensione, accettai. Sapevo che non avrei mai potuto piacergli come “donna reale”. La mia mascolinità avrebbe potuto – come in altri casi - essere un ostacolo.
Venne il giorno fatidico e ci incontrammo in un bar del centro.
Era veramente un bell’uomo (più bello di me). Ancora vigoroso, pur se con molto “bianco” nei capelli, dava l’impressione di grande sicurezza di se.
Sulle prime, pensai di scappare perché non avrei retto il confronto. Poi, pensai che sarebbe stata una clamorosa occasione perduta.
Mi accolse con grande cordialità e soddisfazione. Dopo qualche momento di iniziale imbarazzo, ero già completamente a mio agio.
- Che ne dici se andiamo dove si può stare in pace e ti posso ...ehm ...presentare il mio ..fratellino?
Risi della battuta.
- Come desideri, mio sire! Ribattei nascondendo, con la battuta, una discreta preoccupazione.
- Dove andiamo? Chiesi con una certa apprensione.
- Che ne dici se ci andiamo a distendere in qualche sauna?
- Va bene! Acconsentii preso un po' alla sprovvista.
- Prima fammi spostare un appuntamento di lavoro!
- Certo! Figurati!
Si appartò e fece una telefonata mentre io pagavo il conto.
Volle andare con la sua macchina e così facemmo.
Appena saliti in macchina, mi prese la mano e con la massima disinvoltura, se la portò sulla patta e la premette con forza.
Su! Salutalo! Disse allegramente.
Gli aprii la patta e insinuai la mano. Era già duro e soprattutto caldissimo. Lo impugnai e cominciai subito una lenta, dolce sega da sopra lo slip.
Mi piace il tuo cazzo! Mormorai come facevo quasi sempre in virtuale.
Volevo solo fartelo godere qualche minuto di più, mentre andiamo! Rispose quasi con noncuranza.
Mmmmm! Come lo meni bene! Mormorò sussultando e premendo la mia mano sul suo uccello che - come avevo notato già la prima volta dalla foto - era perfettamente dritto, senza alcuna “curvatura”. Ricordo che, guardandolo, avevo subito pensato che sarebbe stato bello da succhiare, proprio per questa sua caratteristica.
Fortunatamente arrivammo in fretta, altrimenti sarebbe anche finita in fretta. Entrammo e, dopo le formalità all’ingresso, volle andare in sala proiezioni.
Facciamo un primo esperimento! Ridacchiò.
Sulle prime non capii ma, dopo un attimo, ricordai della fantasia del cinema porno.
Lo seguii in silenzio e prendemmo posto in penultima fila.
Fortuna volle che la proiezione riguardasse un travestito e la sua storia.
- Hai una fortuna sfacciata! Mi sussurrò all’orecchio prendendomi la mano e portandosela stavolta direttamente sul cazzo sotto l’accappatoio senza quasi lasciarmi il tempo di sedere.
- Su! Comincia, tesoro! Mormorò nemmeno tanto piano che un paio di file davanti non potessero sentirlo.
Cominciai a lavorarmelo felice di poterlo finalmente avere.
Impiegai pochissimo a farlo diventare nuovamente durissimo e, ovviamente, come aveva fatto prima mettendomelo subito in mano, non perse tempo ad aprire completamente l’accappatoio e a spingermi la testa tra le sue cosce perché glielo prendessi in bocca.
In sala proiezioni avevo visto gente menare dei cazzi ma mai succhiarli. Non sapevo se qualcuno dello staff avrebbe avuto qualcosa da ridire ma, non avendo scelta, cominciai a ciucciarlo con voracità.
- Su Tesoro! Così Bravissimo! Succhia! Mormorò quel tanto che bastava perché tutti si voltassero per vedere cosa stava succedendo.
Mi sentii mancare. Non potevo vedere perché avevo la testa tra le sue cosce ma li sentii ridere.
- Tesoro, sono tutti invidiosi di te! Credimi! Commentò allungando il corpo sulla poltroncina.
Altra risata! Tentai di tirarmi su ma lui mi spinse giù con forza.
- Su! Non fatemi imbizzarrire il ….cavallo! Disse con una punta di volgarità nella voce.
Nuovamente tutti si misero a ridere.
Nuovamente tentai di rialzare la testa ma ancora lui mi tenne ben premuto tra le sue cosce
- Al massimo vi posso concedere di venire ad imparare il mestiere! Sussurrò palpeggiandomi le natiche. E rivolto a me:
- Tesoro adesso sei in diretta! Hai finalmente il tuo pubblico come mi avevi chiesto!
E dopo una brevissima pausa:
- Su! Fai vedere quanto sei brava! Disse, prendendomi per i capelli e imponendomi lui un ritmo infernale. Succhiavo come un dannato perché speravo venisse in fretta.
- Adesso toglierò la mano dalla tua testa! Disse, più rivolto agli spettatori che non a me - E, se vuoi, puoi smettere! Certo io preferirei che tu continuassi ma sei libero di fare quello che credi!
Era una carogna e sapeva benissimo che avrei continuato fino a farlo venire.
- Ecco! Adesso sei libero di smettere! Annunciò, togliendo la mano con cui mi dava il ritmo.
Io mi fermai un attimo. Tirai fuori il cazzo dalla bocca e lo strinsi nel pugno. Sollevai lo sguardo e, guardandolo dritto negli occhi, con tutta la volgarità di cui fui capace, gli leccai la cappella.
I suoi occhi mi dissero che stavo per vincere la battaglia. Lo reingoiai tutto di nuovo e ricominciai a pomparlo ma stavolta sapevo come finirlo in fretta.
- Visto? E' un fuoriclasse si o no? Chiese ai presenti, senza riuscire a nascondere un leggero tremito di eccitazione nella voce
Cominciai a succhiarlo come nessun uomo mi aveva mai resistito. Lo ingoiavo quasi tutto e lo sfilavo lentissimamente ma succhiando con forza. Immaginavo la sua cappella paonazza per le mie succhiate violentissime ma, non per questo, rallentai. Alternavo a questo trattamento, prendendolo solamente in bocca per metà, pompandolo velocissimamente ma sempre aspirando con violenza. Era nudo e quindi ero in grado di capire, dal pelo lungo le gambe e dalla tensione dei muscoli dei suoi polpacci a che punto era la sua ….cottura. Improvvisamente, adesso erano tutti silenziosi nella saletta e sentivo distintamente i suoi (e non solo i suoi) rantoli. Mi augurai che qualcuno avesse cominciato a condividere la mia bellissima esperienza succhiando il proprio partner.
Con questo pensiero, decisi che era ora di darli il colpo di grazia quando sentii una voce stentorea chiedere:
- Che succede qui?
Nessuno rispose ma sentii il rumore di sedie che, improvvisamente strisciarono sul pavimento, spostandosi.
Qualcuno sussurrò: - Lascialo stare ormai sta finendo!
Immaginai fosse uno dello staff e accelerai ancora di più la pompata per finirlo
In quel momento sentii i suoi muscoli tendersi nello spasmo dell'eiaculazione. Cercò disperatamente di soffocare il grido di piacere che gli salì spontaneo:
- Vengo! Vengo! Succhia, troia! Urlò mentre in bocca mi arrivò il primo schizzo, violentissimo e caldissimo.
Senza farlo uscire di bocca, lo serrai delicatamente tra due dita e cominciai a segarlo come solitamente fanno alcune donne a cui non piace segare Gli ...cavai anche l’anima. Fino a quando non mi spinse violentemente via da se.
Senza ancora “mollare” il suo uccello, mi voltai verso l'addetto che era venuto in saletta con aria di sfida, come a dirgli: Che cosa credevi? Di aver a che fare con un dilettante?
E, sempre fissando l’uomo dello staff, a lingua aperta, leccai la cappella fino a far urlare come una bestia la mia ...ormai vittima.
- Non capisco perché non vi siate seduti sul palco! Mormorò volgare. - Almeno c'é un tappeto per terra! E, evidentemente rivolto a me (che non avevo smesso un attimo):
- Tesoro, se ne lasci cadere solamente una goccia per terra, te la faccio leccare! Tienilo a mente e con uno sguardo complice, mormorò: - Gran bel lavoro, amicA miA! Gran bel lavoro! E aggiunse: - Quando ne avrai voglia, dimmelo e te lo faccio fare sul palcoscenico. Magari – se il tuo uomo non e’ geloso - lo fai a me!
Guardai prima Mario, ancora ansimante e groggy. Poi guardai lui, gli feci l'occhiolino e, sorridendo, annuii.
Mi ricambio il sorriso e se ne andò.
A quel punto, scattò l’applauso dei presenti che mi fece arrossire più del pompino che avevo appena fatto.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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